ATTUALITA' - IL MONDO ATTUALE

GALAPAGOS

di Marco Comandè (3/2/2001)

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Avevo scritto un articolo dal titolo "Catastrofe ecologica globale". La tesi che vi sostenevo, era: il mondo sta andando bene, tranne che per un unico fattore negativo: l'aumento del numero di consumatori al mondo. In altre parole, sostenevo che l'aumento della popolazione mondiale, combinatosi al meccanismo della globalizzazione (che rende tutti noi consumatori abituali), fosse insostenibile per l'ambiente.
Tutto si spiega nella seguente formula matematica:

DISTRUZIONE=POPOLAZIONE x CONSUMO x INQUINAMENTO

La terza variabile è ottimistica: i prodotti sono sempre meno inquinanti, grazie alla tecnologia. Un'automobile consuma molto meno di 50 anni fa. Le fabbriche hanno i depuratori, prima non ce li avevano. Una lampadina richiede sempre meno energia per illuminare l'ambiente.
I primi due fattori, invece, non sono ottimistici.
Attualmente, il numero di persone ricche (e quindi sprecone) è di un miliardo e mezzo. Le conseguenze si sono viste: alto consumo di macchine, buco dell'ozono, rifiuti che vengono smaltiti in qualche discarica abusiva e inquinante del Terzo Mondo, distruzione delle foreste...
Immaginiamoci cosa potrebbe accadere se il numero di consumatori fosse di 7 miliardi, cioè la popolazione mondiale attuale!
La variabile distruzione sarebbe destinata ad aumentare notevolmente.
In parole semplici, immaginiamo che l'equazione attuale dia come risultato:

DISTRUZIONE=POPOLAZIONE (1 miliardo e mezzo) x CONSUMO (1 miliardo di automobili) x INQUINAMENTO (ogni automobile buca l'ozono di 100 millimetri)=1,5 mld x 1 mld x 100 mm= 150 miliardi di miliardi

mentre l'equazione futura darà come risultato:

DISTRUZIONE= POPOLAZIONE (7 mld) x CONSUMO (8 mld di automobili) x inquinamento (ogni automobile buca l'ozono di 5 mm)=7 mld x 8 mld x 5 mm = 280 mld di mld

I due totali sono cambiati nel peggio.
Fatta questa doverosa premessa, proviamo ad effettuare un calcolo simile per quanto riguarda il disastro delle Gapalagos.
L'equazione, questa volta, è:

TASSO DI RISCHIO DELLE NAVI=NUMERO DI BIDONI DI PETROLIO DA TRASPORTARE x ( COSTO DI COSTRUZIONE DELLE NAVI - PERDITA SECCA DOVUTA ALL'AFFONDAMENTO DELLA NAVE )

La perdita secca, dovuta all'affondamento della nave, è una variante importante, eppure sembra sottovalutata dall'opinione pubblica. Si può spiegare con una semplicissima domanda: l'affondamento della nave nelle Gapalagos è stato vantaggioso per le multinazionali del petrolio? La risposta è ovvia: no. Perchè tale petrolio non potrà più oliare la gran macchina del consumismo occidentale.
La variante COSTO DELLE NAVI ha numeri sempre decrescenti: le navi nuove sono più efficienti ed economiche, grazie al progresso.
La prima variabile, invece, fornisce numeri allarmanti: siccome il consumo di prodotti inquinanti aumenta sempre di più, aumenta contemporaneamente il totale dei bidoni di petrolio da trasportare.
Il risultato finale dell'operazione, quindi, è altrettanto allarmante. Il tasso di rischio di affondamento delle navi è alto perchè le imprese non riescono a sostituire le vecchie carrette con navi ultratecnologiche con la rapidità necessaria. Ecco spiegato il mistero dei falsi attestati rilasciati ad ogni confine doganale marittimo: come avvenuto anche in Sardegna, al confine fra francia ed Inghilterra, in Sudafrica... sono eventi noti, perchè i mass-media hanno dato ampio risalto ai particolari.
Alla fine, tutto si riduce nell'appello già scritto: la popolazione torni ad essere un miliardo, e non gli attuali sette o i futuri nove miliardi.