ATTUALITA' - IL MONDO ATTUALE

CATASTROFE ECOLOGICA GLOBALE

di Marco Comandè (1/8/2000)

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In questo giornale ho parlato dei luoghi comuni sulla civiltà attuale, smentendo certi catastrofismi che i mass media dipingono. Adesso però vorrei parlare di quella che a me sembra la vera catastrofe: l'aumento incontrollato della temperatura mondiale. Nessun contrasto con la tesi ottimistica di globalizzazione che ho esposto su "Catastrofi vere e presunte": la globalizzazione porta con sè anche il rischio di una catastrofe, perchè mentre fino al secolo scorso gli stati nazionali erano isolati gli uni dagli altri, cosicchè i rischi erano più limitati, adesso qualsiasi ripercussione grave su uno degli stati si propaga sugli altri a macchia d'olio: lo si è visto con la prima guerra mondiale, e ancor più con il crollo della Borsa di Wall Street del 1930, la seconda guerra mondiale e la guerra fredda.
Prima le catastrofi erano limitate alla pestilenza e alla carestia, cioè alle malattie del sottosviluppo e dell'isolamento. Adesso la catastrofe è ecologica, un derivato della società consumistica (che non è nata per colpa del capitalismo, ma per merito della grande depressione prevista da Marx: un altro luogo comune!).
Comincio, come sempre, con una piccola premessa: la temperatura nell'era glaciale era soltanto 5 gradi in meno di adesso, adesso le previsioni degli esperti vanno dall'1,5 ai 5 gradi. Un'enormità, paragonandola a quella passata.
Mi pare inutile spiegare che l'aumento della temperatura è figlia dell'aumento esponenziale del consumo di energia per abitante (nei paesi ricchi). Finora siamo sopravvissuti perchè l'aumento è limitato a un miliardo e mezzo di persone. Ma quando il consumo esploderà per gli altri 6 miliardi di persone, di quanto aumenterà la temperatura???
Qui sembra di essere tra l'incudine e il martello: per far si che i poveri facciano meno figli ed aumentino il benessere, dovremmo aumentare l'energia e quindi avvicinarci alla catastrofe, ma se cerchiamo di scongiurare la catastrofe non dovremmo aiutare i poveri e lasciarli morire di fame.
Attenzione alla facile deduzione: non parlo di aumento della popolazione, ma dei consumi!
Comunque, la sequenza di fatti che può provocare la catastrofe (fra qualche decennio) è semplice:
1) il consumo di energia esploderà, i deserti avanzeranno con la deforestazione. Il consumo sarà dieci, cento volte più grande di adesso, gli alberi tagliati ogni anno sono dello 0,6%, fra cent'anni non ci saranno più foreste!
2) l'aumento della temperatura farà sciogliere i ghiacciai del polo nord e del polo sud.
3) il livello del mare aumenterà sempre di più, invadendo le coste in tutto il mondo, dove vivono miliardi di persone (come New York e Los Angeles).
4) queste persone saranno costrette a rifugiarsi nelle montagne, oppure ad abitare sottoterra (come nei romanzi di fantascienza).
5) verranno tagliati altri alberi per far posto alle moltitudini che si rifugiano nelle montagne.
6) la temperatura aumenterà ancora.
7) il livello del mare salirà di nuovo.
8) il ciclo si ripete.
Ovviamente, si può fare l'ipotesi che l'aumento della temeratura o la catastrofe bloccheranno il consumo di energia. Ma in questo caso si ritornerebbe al 700, quando la speranza media di vita era di 35 anni.
Un'altra ipotesi è quella di compensare l'aumento del livello dei mari per irrigare il deserto del Sahara. Ma a quale prezzo?
Una terza ipotesi è che non accadrà nulla. Si potrebbe anche dire che la probabilità che accada è del 30%, ma anche una tale percentuale spinge la gente ad assicurare la propria casa contro gli incendi.
Purtroppo si può fare poco in via diretta (non si può sottrarre ricchezza ai poveri), ma se riuscissimo ad indurre la gente a fare meno figli, grazie ad una rivalutazione del ruolo delle donne nel mondo, il consumo di energia sarà inferiore a quello previsto.
Lo so benissimo che ho detto che la popolazione si sta stabilizzando: quello che vorrei è che si accelerasse questo meccanismo di stabilizzazione.
Purtroppo ancora, non possiamo bloccare il progresso. Non perchè non bisogna bloccarlo, ma perchè soltanto il progresso può bloccare l'inquinamento, grazie ai nuovi mezzi tecnologici che limitano il consumo di energia di dieci, cento volte.
Se si riuscisse ad introdurre i mezzi tecnologici disinquinanti nel terzo mondo, l'alto consumo di questi farebbe abbassare i costi relativi, e anche noi ricchi potremmo sfruttare l'energia pulita.
Per la soluzione definitiva, rinvio ancora una volta all'articolo "Potere alle donne".
Un altro messaggio in bottiglia è spedito.

P.S. sto già cercando di sensibilizzare la gente sul tema dell'uguaglianza uomo-donna, primo fra tutti Giovanni Valentini, editorialista di Repubblica. Spero di ottenere aiuto anche da voi lettori: scrivete a
qoqco@tin.it
Grazie per l'attenzione.