Gruppo Archeologico di Villadose Piazza Aldo Moro 1- Villadose 45010- Rovigo Tel: +39 425 31263 ONLUS R. VENETO n° RO 66 |
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A. Toniolo(Archeologa, collaboratrice della Soprintendenza Archeologica del Veneto) Insediamenti di epoca romana nel Medio Polesine tra Po e Canal Bianco. pag. 59 Raffaele Peretto (geologo. direttore Museo Civico di Rovigo)Note preliminari sullantico territorio fra Canal Bianco e Po nei comuni di Pontecchio, Crespino e Gavello. pag. 93 Chiara Malaguti, Antonella Zane (dipartimento di Mineralogia e Petrologia dellUniversità di Padova)Studio sui contenitori in pietra ollare da siti individuati in superficie nel Medio Polesine. pag. 101 Michelangelo Munarini (Ceramologo, collaboratore del Museo Civico di Padova)Ceramiche rinascimentali e tardo rinascimentali da ricerche di superficie tra Canal Bianco e Po. pag. 113 Loretta Lupi, Alberta Silvestri, Tea Talamini: (Gruppo Archeologico di Villadose)Tipologie ponderali raccolte in superficie nel Medio Polesine. pag. 123 Bruno Callegher (Conservatore Musei Civici - Museo Bottacin di Padova)Alcune osservazioni sulla presenza monetaria nellarea a est di Rovigo e nel territorio di Adria pag. 129 Maurizio Harari (Università di Pavia)San Cassiano di Crespino. Scavi delle università di Pavia e di Ferrara. pag. 147 Giuseppe Segato (Gruppo Archeologico di Villadose)Evoluzione dellantropizzazione nel territorio di Pontecchio Polesine dal 1500 al 1800. Contratti e perticazioni . pag 153Mihran Tchaprassian (Associazione Amici del Museo di Rovigo)Castrum Pontecli. Ipotesi per la storia di una fortificazione del Polesine Medioevale. pag. 165 Sandro Veronese: (Geologo, collaboratore Soprintendenza Archeologica del Veneto)Lindagine geomagnetica nellarea del castello medievale di Pontecchio. pag. 173 Raffaele Peretto: (Geologo. direttore Museo Civico di Rovigo)I resti della torre medioevale di Pontecchio. pag. 177 Claudio Balista (Geoarcheologo, collaboratore della Soprintendenza Archeologica del Veneto)Un intervento di geoarcheologia nellarea della centuriazione di Villadose: le sequenze stratigrafiche delle canalette agrarie e dei fossati del DM di Beverare (S. Martino di Venezze (RO)). Interpretazione strutturale e funzionale. pag. 181Herman Busing (Istituto di Archeologia dellUniversità di Bochum)Ritrovamenti di monete a Ficarolo e Gaiba negli anni dal 90 al 98. pag. 233 Mauro Calzolari (Dottore di Ricerca in Topografia Antica)
Dr.ssa Alessandra Toniolo (archeologa, collaboratrice Università di Barcellona e della Soprintendenza Archeologica del Veneto - PADOVA) La cucina degli antichi: esperienze e metodi nella realizzazione di alcune ricette culinarie di età romana. pag. 311 Ing. Marco Boscolo (Gruppo Archeologico di Villadose - ROVIGO), arch. Roberto Puggiotto (Istituto darte di Castelmassa - (RO) Arch. sperimentale ed applicazioni didattiche nel progetto per il nuovo museo multimediale sulla centuriazione a Villadose. pag. 327 Dr.ssa Antonella Nanni (Archeologa, CE.DI. di Padova, collaboratrice Cooperativa Turismo e Cultura -PADOVA) Esperienze di archeologia sperimentale applicate alla didattica: la riproduzione di uno scavo archeologico. pag. 341 Dario Battaglia (Presidente Istituto di Archeologia Sperimentale Gymnogladiatoria "Ars Dimicandi" - CURNO (BG)) Il combattimento nella Roma antica: resoconto di unesperienza sullo studio e la riproduzione delle lotte gladiatorie, della pancrazio e del pugilato. pag. 347 Clerence Gauthier (Coordinatore Gruppo di Archeologia Sperimentale Gemina - OLANDA) I legionari romani: studio e implementazione sperimentale di una legione romana. Il caso della legione X Gemina. pag. 357 Walter Maioli (Coordinatore Gruppo di Ricerca Musicale Synaulia -ROMA) Musica e strum. musicali nella Roma antica: dalla ricostruzione degli strumenti alla ideazione delle musiche. Resoconto di unesperienza. pag. 365 PRESENTAZIONE DEL VOLUME Con luscita di questo primo numero dei Quaderni di Archeologia del Polesine, presentiamo un volume diretto non solo agli studiosi di archeologia, ma anche agli appassionati di storia locale, di archeologia sperimentale e di didattica.Da alcuni anni il Polesine è divenuto sede di nuove scoperte, propiziate da scavi e ricerche che, lentamente ne stanno definendo sempre meglio il paesaggio naturale e lantropizzazione nellantichità. Il gruppo archeologico di Villadose, per esempio, ha sottoposto ad indagine metodica di superficie una porzione di Medio Polesine che va dallAdige a nord al Po a sud, di circa 14.000 ettari. In questarea nel giro di 12 anni sono stati individuati circa 600 siti archeologici che vanno dalletà del bronzo al Rinascimento, attraverso presenze etrusche, venete, romane e medievali. Da questi siti sono stati raccolti decine di migliaia di reperti che attendono la disponibilità di qualche ricercatore per essere studiati e pubblicati. Abbiamo quindi scelto di far nascere un quaderno, che nelle nostre intenzioni dovrebbe offrire la possibilità ai ricercatori e agli studiosi che si stanno occupando della storia e dellarcheologia del Polesine di pubblicare e divulgare i loro lavori. Lincoraggiamento di studiosi locali come il dr. Raffaele Peretto e il prof. Enrico Zerbinati e della Soprintendenza Archeologica del Veneto e la collaborazione di studiosi come il prof. Giovanni Gorini direttore del dipartimento di Scienze dellAntichità dellUniversità di Padova e del dr. Bruno Callegher direttore del Museo Numismatico Bottacin di Padova ci hanno spinto a realizzare questa ambiziosa pubblicazione. Lo scopo è quello di valorizzare la nostra regione, presentando studi che riguardano il Polesine o abbiano attinenza con questa terra. In questo modo sia i soci del nostro e di altri Gruppi Archeologici, sia altri studiosi avranno un contenitore per ospitare i loro lavori a patto che siano inerenti il Polesine.. Nel 1993 il Gruppo Archeologico di Villadose presentava il suo primo volume dal titolo "La centuriazione dellagro di Adria" nel quale venivano presentate le schede sulla Mostra Didattica Permanente di Villadose e gli Atti del convegno "La centuriazione romana dellagro adriese" tenutosi a Villadose il 13 giugno 1992. Si è trattato di una esperienza originale in quanto ad una parte prettamente didattica, veniva affiancata una parte scientifica con le relazioni di vari studiosi. Il libro ha avuto successo ed è stato un riferimento fondamentale per quanti hanno voluto approfondire le loro conoscenze sulla centuriazione di Adria. Nel 1996 il GAV presentava nella prestigiosa sede dellIstituto di Scienze dellAntichità dellUniversità di Padova, il suo secondo volume, gli atti del convegno "La ricerca archeologica di superficie in area padana" tenutosi a Villadose il 1° ottobre 1994. Questo secondo volume era diretto prevalentemente ai tecnici che si occupavano di ricerca di superficie e non siamo riusciti a diffonderlo in modo adeguato per la mancanza di una rete di distribuzione nazionale. Ora grazie alla consueta disponibilità della Soprintendenza Archeologica del Veneto e con la collaborazione dellAccademia dei Concordi di Rovigo e con uno sforzo notevole da parte dei soci del GAV e delleditore Graziano Zanin, riusciamo a presentare al pubblico questo nuovo volume. Il primo numero dei quaderni si occupa in particolare di due aree del Polesine: la zona di Beverare in piena centuriazione romana e la zona a sud di Rovigo compresa tra il Canal Bianco e il Po che è stata oggetto negli ultimi cinque anni di una metodica ricerca di superficie da parte del GAV. E per questo che in copertina sullo sfondo di unantica carta seicentesca del Polesine, conservata allAccademia dei Concordi di Rovigo, vengono riprodotte le immagini di due reperti: il primo è una fibula romana rinvenuta alla Bordeghina di Pontecchio in quello che è stato il I sito archeologico individuato dal sottoscritto nel 1987 e la cui scoperta ha dato linput alla successiva fondazione del GAV con tutte le sue attività. Tale sito si trova appunto nellarea tra Po e Canal Bianco dove sono stati raccolti i materiali che in parte sono stati studiati e vengono presentati in questo quaderno, come la ceramica romana e le anfore, la pietra ollare, la ceramica rinascimentale. In tale zona inoltre abbiamo eseguito lo scavo del torrione del castello medievale di Pontecchio e presentiamo approfondimenti darchivio sulle fortificazioni medievali e sui catastici dal 500 al 800. Per non dimenticare poi gli scavi dellUniversità di Ferrara e Pavia che ci confermano presenze etrusche nellentroterra di Adria. Laltra immagine in copertina è raffigurata su una laminetta di rame raccolta a Beverare nei pressi del decumano massimo, nella zona in cui nel 1999 è avvenuto un interessante scavo, che dopo alcuni anni di stasi nelle ricerche, ha offerto ulteriori notizie per approfondire le conoscenze sulla centuriazione. La stessa immagine ci ha dato la possibilità di cimentarci nellarcheologia sperimentale in quanto è stata un modello usato dalla nostra Sezione di Archeologia Sperimentale, per riprodurre i vestiti delle danzatrici del gruppo di danze antiche ed etniche di Villadose. Abbiamo infatti approfittato delluscita del quaderno per inserire alla fine gli atti del I convegno di archeologia sperimentale tenutosi lo scorso 27 agosto 1999 a Villadose. Larcheologia sperimentale è una scienza relativamente nuova, con forti agganci con la didattica. Per far capire gli stili di vita e le tecnologie degli antichi non cè nulla di meglio che provare a ricostruire sperimentando: non solo oggetti, ma anche riti e cerimonie varie come ha cercato di fare la sezione di antropologia sociale dellantichità del GAV. Quindi anche in questo caso, come nel nostro primo volume del 1993, abbiamo un abbinamento tra parte scientifica ed aspetti didattici sotto forma di resoconti di esperienze di archeologia sperimentale. Analizzando gli autori presenti in questi quaderni, vediamo una notevole eterogeneità: andiamo dai docenti universitari come il prof. Busing dellUniversità di Bochum e il prof. Harari dellUniversità di Pavia, agli archeologi e geoarcheologi collaboratori di vari musei, ai direttori di museo, fino ai semplici appassionati di storia ed archeologia. Tale eterogeneità esprime quello che dovrebbe essere un rapporto ottimale di collaborazione, pur nel rispetto di ciascuna competenza, tra il volontariato e le istituzioni. Sicuramente le istituzioni non sarebbero state in grado di coprire i 14.000 ettari studiati dal GAV e il GAV non possedeva le capacità per studiare i vari materiali archeologici che abitualmente raccoglie. Ma nello stesso tempo il volontario è spinto alla ricerca ed alla raccoltà se persegue una finalità che nel nostro caso è quella di ricostruire una piccola parte delle storia antica della nostra regione e sa che questo può avvenire solo tramite studi rigorosi sui materiali raccolti. Speriamo con la nascita di questa nuova pubblicazione di favorire il perpetuarsi di questo spirito di collaborazione e di servizio alla comunità. Passando attraverso la divulgazione scientifica cercheremo di arrivare alla divulgazione didattica per coinvolgere tutta la popolazione nella riscoperta delle proprie radici, presupposto fondamentale per la tutela del patrimonio archeologico. Il Presidente del GAV - Enrico Maragno
PRESENTAZIONE DEGLI ATTI DEL CONVEGNO Nel 1993 il Gruppo Archeologico di Villadose organizzò la rievocazione di un convivium con i cibi della Roma antica presso la cinquecentesca corte Casalini di Cambio di Villadose. La manifestazione ebbe un grande successo di pubblico e avvicinò per la prima volta i soci del GAV al problema di studiare e riproporre forme di vita dellantichità classica.Da allora nel Gruppo si è sviluppata una sezione interessata a tali tematiche ed è quindi nata lidea di organizzare a partire dal 1996 la "Rievocazione del mercato della centuriazione romana". Lobiettivo iniziale era di creare una manifestazione per divulgare alla popolazione i sorprendenti risultati ottenuti dal GAV con la ricerca di superficie. Si era allora appena concluso un survey durato sette anni, su unarea di 9400 ettari di centuriazione nei comuni compresi tra Adria e Rovigo con lindividuazione di quasi 350 siti archeologici. Si volevano proporre al pubblico alcuni aspetti della vita degli antichi coloni della centuriazione per portare la gente alla consapevolezza del patrimonio archeologico emerso dal territorio, processo fondamentale per arrivare ad una sua tutela. La consapevolezza delle proprie radici romane, ha avvicinato molta gente allo spirito della manifestazione che si è così consolidata anno dopo anno. Allinterno del Gruppo si è sviluppato un gruppo di antropologia sociale dellantichità che studia e mette in atto riti e cerimonie degli antichi Romani. Nel giro di qualche anno sono state messe a punto la rievocazione del matrimonio secondo la descrizione di Catullo del I sec. a.C. e la cerimonia di assegnazione delle terre ai coloni della centuriazione. Accanto a questo, grazie allinteressamento di un socio del GAV è nato il gruppo di danze antiche ed etniche. Questo sulla base di musiche ricostruite, suonate usando gli strumenti riprodotti con tecniche di archeologia sperimentale, è riuscito a proporre una serie di danze, sia sacre che per allietare, particolarmente suggestive. Da questanno i costumi delle nostre danzatrici saranno fedeli copie di quello indossato da una menade riprodotta su una lamina di rame trovata nella centuriazione durante le nostre ricerche di superficie. Infine è nato un gruppo di legionari che abbiamo denominato Legio I italica. Con laiuto di alcuni valenti fabbri locali, siamo riusciti a riprodurre buona parte dellequipaggiamento e a presentarci in pubblico nel corso di marce molto ammirate. Il contatto avuto nel tempo con gruppi particolarmente preparati nellarcheologia sperimentale come il gruppo di musiche antiche Synaulia, i legionari olandesi della Legio X Gemina, i gladiatori della Familia Sullana hanno permesso al Gruppo di Villadose di migliorare le sue performances e il suo equipaggiamento, tanto che questanno è stato invitato al raduno europeo dei gruppi romani di Aalen che si tiene ogni due anni presso il Limesmuseum della città tedesca. La nuova sensibilità nata, il desiderio di migliorare le tecniche sperimentali e la volontà di avvicinare altre persone alle tematiche dellarcheologia sperimentale, ci ha spinti ad organizzare nel 1999 il I convegno di archeologia sperimentale. La partecipazione degli studiosi e degli esperti è stata spontanea ed entusiastica e le relazioni presentate sono state estremamente interessanti e molto pratiche. E stato per noi un obbligo, visto linteresse dei contenuti emersi, e le richieste del pubblico, procedere alla pubblicazione degli Atti, anche grazie alla disponibilità dei relatori, tutti pronti nellinviare i loro interventi. Le relazioni che si sono succedute non sono state dotte ed accademiche ma estremamente pratiche, resoconti di esperienze vissute e di percorsi talora molto prolungati nel tempo ma che si sono sviluppati sempre senza perdere docchio i riferimenti metodologici suggeriti dallarcheologia sperimentale. Così alcuni interventi hanno portato un po di stupore in sala, come quando la dr. ssa Toniolo al termine della sua relazione sulla cucina dei romani è passata in sala con una torta di farro per offrire un assaggio al pubblico o quando il relatore belga della legio X Gemina si è presentato vestito da centurione e scortato da un gruppo di legionari con un perfetto equipaggiamento. Per non parlare poi di Dario Battaglia dellistituto Ars Dimicandi che ha relazionato sullo sfondo di tre gladiatori del suo gruppo usandoli come spunto nella descrizione degli equipaggiamenti ed infine di Walter Maioli del gruppo di ricerca musicale Synaulia che usando tutta una serie di strumenti antichi ricostruiti, man mano che procedeva nella spiegazione dava esempi pratici con brevi performances musicali. Lapprezzamento del pubblico è stato entusiastico. Speriamo ora, con questa pubblicazione, di dare un nostro piccolo contributo allo sviluppo dellarcheologia sperimentale, che ricordiamo, ha notevoli potenzialità didattiche e può costituire un serbatoio cui attingere per lo studio della storia nelle scuole di qualsiasi ordine. Il presidente del convegno - Dr. Enrico Maragno QUADERNI DI ARCHEOLOGIA DEL POLESINE ATTI DEL CONVEGNO REGIONALE DELLA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI DI ARCHEOLOGIA DEL VENETO Villadose 1 settembre 2001 ATTI DEL III CONVEGNO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE Villadose 1 settembre 2001 Ministero per i Beni e le Attvità Culturali - Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto Federazione delle Associazioni di Archeologia del Veneto Gruppo Archeologico di Villadose A cura di Enrico Maragno PRESENTAZIONE DEL VOLUME .............................................................................. pag. ATTI DEL CONVEGNO REGIONALE DELLA FAAV 2001 Maria Cenere Dinarello (Presidentessa FAAV):Intervento introduttivo ...................................................................................................... pag. Luigi Malnati (Soprintendente per i Beni Archeologici del Veneto)Considerazioni sullarcheologia nel Veneto ........................................................................ pag. - Vittoria Rossi (Gruppo Archeologico Brendolano - VI)Scoperte archeologiche evidenziate nella trasformazione del territorio da agricolo a industriale a seguito della legge sulle aree depresse del 1966 .......................... pag. - Gianni Bassi (Gruppo Archeologico Vicentino - VI)Non solo ricerca ma anche studio! I gruppi archeologici spesso trascurano lo studio dei materiali rinvenuti ......................................................................................... pag. - Francesca Marzolla e Loreta Lupi (Gruppo Archeologico di Villadose - RO)Come fare ricerca storico-archeologica nel territorio: lesperienza della scuola Media di Pettorazza. .................................................................... pag. - Silvia Pascale (Gruppo Archeologico Trevigiano - TV)Sperimentazione museale per non vedenti nellallestimento della mostra su anfore e commerci in età romana nel municipio di Tarvisium. .......................................... pag. - Maria Luisa Lorenzoni (Gruppo Archeologico di Bassano - VI)Esperienze in classe sulla storia delluomo attraverso i reperti archeologici .......................... pag. - Marisa Zanussi (Centro Coneglianese di Storia e Archeologia - TV)Adottiamo un monumento: il cimitero ebraico .................................................................... pag. - Daniela Cortiana (Gruppo Archeologico Communitas Insularum di Isola Vicentina)Visita al piccolo museo di Castelnovo da parte di una quarta elementare. Criteri di presentazione e considerazioni ............................................................................ pag. - Marcello Melloni (Gruppo Archeologico di Trecenta - RO)Ricerche archeologiche nel comune di Trecenta ................................................................ pag. - Piergiorgio Cesco Frare e Carlo Mondini (Gruppo Amici del Museo di Belluno - BL):Gli ultimi cacciatori mesolitici e i primi agricoltori neolitici nel bellunese ............................... pag. - Michele Busato (Gruppo Archeologico Alto Vicentino - VI)Cacciatori e raccoglitori nella Val Campoluzzo .................................................................. pag. - Fabrizio Bassani (Gruppo Grotte Giara Modon - Valstagna - VI)Aspetti dellincastellamento rupestre nel Canal di Brenta ................................................... pag.
- Palmiro Geremia (Gruppo Storico Archeologico Medoacus - VI)Attività di ricerca, di didattica e scavi archeologici nel comune di Rosà (VI) ......................... pag.
- Cristian Scapin (Equipe Veneziana di Ricerca - VE)Chiesa di San Antonin: le sepolture .................................................................................. pag. - Francesco De Poli (Gruppo Culturale e di Ricerca "Il Manegium" di Fratta Polesine)Attività del Gruppo "Il Manegium" di Fratta Polesine ......................................................... pag. - Luisa Pavanello e Camillo Corrain (Gruppo Archeologico della Bassa Padovana - PD)I territori centuriati della Bassa Padovana ......................................................................... pag. - Alessandro Grigato e Enrico Maragno (Gruppo Archeologico di Villadose - RO)Tredici anni di ricerca archeologica di superficie in Medio Polesine ..................................... pag. - Sante Gai (Gruppo Archeologico di Cordignano - TV)Colle Castelir: un possibile parco archeologico ................................................................... pag. - Maurizio Bolgan (Gruppo di Ricerca Desman - Mirano VE)La centuriazione romana a nord-est di Padova: proposta per una segnaletica uniforme ......... pag. - E. Canal e S. Cavazzoni (Equipe Veneziana di Ricerca - VE)Variazione dei livelli marini nella laguna di Venezia dedotti dai dati archeologici .................... pag. - P.A. Marchetti e C. Valery (Gruppo Storico Archeologico di Castelfranco e Castello di Godego - TV)Un insediamento delletà del Bronzo in via Buse a Castelminio di Resana ............................ pag. ATTI DEL III CONVEGNO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA SPERIMENTALE Laura Longo (Conservatore di preistoria al Museo di Storia Naturale di Verona - VERONA) Archeologia sperimentale in Italia: stato dellarte e prospettive per il futuro ......................... pag. Vittorio Brizzi (Esperto in strumenti venatori antichi, Ass. Paleoworking - BOLOGNA) La sperimentazione più difficile che cè .... ..................................................................... pag. Alba Trombini (Consulente di didattica e promozione museale, Collaboratrice Un. di Bologna - RAVENNA) Rapporti tra didattica museale e archeologia sperimentale .................................................. pag. Mauro Cesaretto (Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo, Gruppo Archeologico di Villadose) Le tecniche di fusione del bronzo nel passaggio dalla protostoria alletà classica .................. pag. Alessandra Toniolo (Archeologa, Coll. della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto - PADOVA) Come preparare una gustosa salsa di pesce, il condimento preferito dagli antichi. ................ pag. Sofia Pescarin (Archeologa, Un. di Bologna, Dip. di Discipline Storiche - BOLOGNA) Ricostruzione virtuale del territorio centuriato bolognese. I sistemi DVRA (Desktop Virtual Reality in Archaeology) per larcheologia sperimentale. ... pag.
Renato Odorizzi (Musicista, Gruppo Archeologico di Villadose - ROVIGO) Composizione di musiche ispirate allantichità: studio, progettazione e realizzazione. Lesperienza del CD "Centuriatio Hatriae" ....................................................................... pag. Novica Vojinovic (Storico, Prof. Università di Pale in Bosnia - Podgorica (MONTENEGRO) Luso della lingua latina in età moderna, come mezzo per riappropriarsi del nostro passato romano .............................................................................................. pag. Giovanni Di Pasquale (Collaboratore del Museo di Storia della Scienza di Firenze- FIRENZE) Quando la ricostruzione sperimentale non serve! Strumenti di misura romani da Pompei il cui uso persiste in età moderna ............................. pag. Aldo Zappalà (Giornalista - ROMA) Progetto Virtual Diorama: vedere i resti archeologici come erano nella loro antica integrità .. pag. Maurizio Beozzo (Ricercatore ENEA, Laboratorio di Restauro Morigi di Bologna - BOLOGNA) Recupero di imbarcazioni sommerse, conservazione, consolidamento e restauro: sperimentazione per la sperimentazione ............................................................................ pag. Antonella Nanni, Paola Montani (Archeologhe, Associazione ARCADIA - PADOVA) Terra di storia: momenti di vita quotidiana nei territori della centuriazione romana a Borgoricco .......................................................................... pag. Magi Seritijol (Museo Storico di Tarragona - Tarragona (SPAGNA) Un modello di divulgazione storica. Lesperienza spagnola di "Tarraco Viva" ....................... pag. Jovan Petrovic (Assessorato alla Cultura di Sremska Mitrovica - YUGOSLAVIA) I dieci anni del festival di retorica "Sirmium lux verbi". Ricadute didattiche sui partecipanti e sul pubblico. ............................................................ pag. PRESENTAZIONE DEL II VOLUME DEI QUADERNI DI ARCHEOLOGIA DEL POLESINE A distanza di un anno dalluscita del I Volume dei Quaderni di Archeologia del Polesine, presentiamo il II Volume grazie al materiale presentato dai numerosi relatori che hanno aderito ai due Convegni che il Gruppo Archeologico di Villadose ha organizzato il 1° settembre in occasione della VI Rievocazione del Mercato della Centuriazione Romana. Abbiamo cercato di dare a questa manifestazione, nata con finalità di divulgazione storico-archeologica, anche una componente tecnico scientifica che richiamasse la didattica, la ricerca sul campo e larcheologia sperimentale. Siamo infatti convinti dellimportanza della divulgazione sulla gente, azione che aiuta le persone a comprendere le proprie origini e la propria cultura e costituisce anche un presupposto per una migliore tutela dei beni storici ed archeologici. Il coinvolgimento e la partecipazione a Villadose di studiosi ed appassionati di archeologia, che durante i convegni condividono le loro esperienze e i loro studi, ci fornisce un ulteriore aiuto per un lavoro didattico-divulgativo di qualità. E quindi da tre anni che organizziamo, in occasione delle due giornate della rievocazione, un convegno di Archeologia sperimentale che anche questanno ha visto una partecipazione nutrita di studiosi sia dallItalia che dallestero. Questanno una sezione del Convegno è stata dedicata alle rievocazioni storiche, che pertanto non vengono viste come eventi di semplice folklore, ma momenti di didattica che mirano ad educare grandi quantità di persone su alcuni contenuti storici ed archeologici. Non a caso proprio in questa sezione abbiamo avuto una partecipazione di delegazioni straniere provenienti da Tarragona in Spagna e da Sremska Mitrovica in Yugoslavia che intendevano confrontarsi e collaborare con lesperienza portata avanti dal GAV a Villadose. La prestigiosa presidenza di Anna Maria Liberati, direttrice del Museo della Civiltà Romana di Roma e autrice di numerosi saggi sulla vita degli antichi, e del dr. Raffaele Peretto, direttore del Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo di recente allestimento, hanno dato lustro al convegno. La nutrita schiera di archeologi, taluni di estrazione universitaria, non ha comunque tolto spazio a seri autodidatti come il maestro Odorizzi che si è cimentato nella riproduzione di musiche ispirate allantichità romana. Il secondo convegno di cui parliamo e che si è svolto al mattino ha riunito a Villadose i rappresentanti dei Gruppi Archeologici aderenti alla FAAV. Ognuno ha portato qualche esperienza nel campo della didattica o della ricerca e dobbiamo riconoscere una buona qualità di tutte le relazioni presentate. Questo convegno regionale, che speriamo possa ripetersi ogni anno, deve costituire uno stimolo per i Gruppi della FAAV a produrre dei lavori di qualità, proprio in vista della loro presentazione al Convegno e della loro pubblicazione. Quindi non solo rinvenimento e scoperta dei materiali, ma anche, per quanto possibile, studio e stesura di interventi il più scientifici possibile. Inoltre, nel campo della didattica, condivisione delle varie esperienze in modo che i gruppi possano prendere spunto da quanto di positivo è stato organizzato dagli altri. La presenza del Soprintendente per i beni Archeologici del Veneto, dr. Luigi Malnati, ha contribuito a una migliore riuscita del convegno. Infatti nella loro attività i Gruppi interagiscono in continuità con la Soprintendenza che in occasione del Convegno ha dimostrato notevole apertura e disponibilità. Nel totale siamo riusciti a pubblicare 36 interventi (22 dal convegno FAAV e 14 da quello sullarcheologia sperimentale) che spaziano in modo molto eterogeneo: dalla ricerca archeologica sul campo alla sperimentazione archeologica nella riproduzione di oggetti, dalle manifestazioni di ricostruzione storica alle esperienze didattiche nella scuola, dalle ricostruzioni virtuali al computer alla realizzazione di mappe dei rinvenimenti sul territorio, ecc. Speriamo che chi legge sappia trovare un filo conduttore e in particolare sappia trarre da tante esperienze spunti ed utili insegnamenti. Il presidente del GAV Dr. Enrico Maragno CONSIDERAZIONI SULLARCHEOLOGIA NEL VENETO (comunicazione al convegno regionale FAAV di Villadose - 31/8/2001 di Luigi Malnati (Soprintendente per larcheologia del Veneto) Mi scuso prima di tutto del ritardo e cercherò di essere breve per non togliere tempo ai relatori. Sono molto contento di partecipare a questo incontro che ritengo di notevole importanza in quanto la Federazione delle Associazioni di Archeologia del Veneto è una realtà unica in Italia e importante per larcheologia. Infatti uno dei grandi problemi nei rapporti fra le Soprintendenze e i gruppi di volontari è dato dalla grande frammentarietà con cui questi gruppi si muovono, spesso in concorrenza tra di loro. Liniziativa dei gruppi archeologici veneti di federarsi in ununica associazione è estremamente positiva. E possibile così rapportarsi in modo univoco con la Soprintendenza, fornire ai vari gruppi le istruzioni che servono con la collaborazione diretta dei funzionari, programmare con la Soprintendenza, come è avvenuto recentemente, attività di scavo in concessione con finanziamenti regionali e sotto il controllo diretto dellufficio. Portando il mio saluto al vostro convegno, voglio raccomandare, sapendo che gli organi direttivi della FAAV lo condividono, che ogni gruppo cerchi di mantenere i contatti e il massimo della collaborazione con i funzionari della Soprintendenza sul territorio. Il Veneto è una regione grande, ricchissima di rinvenimenti archeologici, ed è pertanto importante informare delle varie emergenze i funzionari di zona che hanno il dovere di intervenire in occasione dei rinvenimenti. Larcheologia è una scienza complessa che ormai si sta sempre più rapportando con le scienze di tipo naturalistico e scientifico per cui richiede sempre più la collaborazione di più saperi per essere svolta ed ha pertanto bisogno di essere condotta sul campo da professionisti selezionati con professionalità acquisite sia con specializzazioni universitarie che con esperienze sul campo nei cantieri. Il lavoro degli appassionati che a questa scienza si avvicinano in modo non professionale, ma che hanno il grande vantaggio di conoscere il territorio come le loro tasche, di conoscere i cittadini, di potersi muovere al di fuori dellufficialità può essere di grandissima utilità per la Soprintendenza. Se noi ci rapportiamo in modo corretto riusciremo sicuramente ad ottenere dei risultati notevoli sul territorio. Ne abbiamo grande bisogno, perché lattività di tutela, quella che noi e voi facciamo quotidianamente, che bada alle realtà locali, al piccolo insediamento, alla stratigrafia urbana, è quella che paga di meno in termini di immagine. Sui giornali ci si occupa di archeologia per i grossi scoop e soltanto quando ci sono poche notizie si dedicano intere pagine a nuove scoperte archeologiche, che spesso vengono amplificate dai mezzi di comunicazione. Poiché la nostra società si basa molto sui media, su queste situazioni particolari vengono di solito indirizzati i grossi finanziamenti. Invece lattività ordinaria di tutela sul territorio, in cui sono spesso impegnati i gruppi di volontari, paga molto di meno in termini di immagine o addirittura dà fastidio perchè contrasta con interessi economici precostituiti. Nella Regione Veneto operiamo con 14 funzionari e nel 2001 sono stati assegnati per le attività sul territorio fondi per poco più di un miliardo e mezzo con cui si devono mantenere anche cinque musei nazionali e diverse aree archeologiche. Quando qualcuno di voi ci ha chiesto aiuto per scavi di emergenza ha visto che ci è difficile intervenire e dobbiamo chiedere aiuto ad enti locali o a privati o usare i fondi di emergenza. Dobbiamo su questo essere uniti, noi come funzionari e voi come volontari del settore e fare pressione sullopinione pubblica e sui governanti sia del ministero che degli enti locali perchè vengano aumentate le risorse per la gestione ordinaria e per i fondi di emergenza, anche, se necessario, a scapito dei finanziamenti straordinari. II PARTE La riforma del ministero per quanto riguarda larcheologia non ha portato nessuna reale innovazione. Praticamente è rimasta integra la legge del 39 con pochissime modifiche peraltro nemmeno migliorative. Basti dire che è ancora in vigore, anche se provvisorio il regolamento del 1913 che era già provvisorio nel 1939. In 50 anni non si è riusciti a fare un regolamento attuativo specifico e nel caso del nuovo Testo Unico (D.L. 29/10/99 n.490) ancora è stato scritto di usare il regolamento del 13. Questo è particolarmente grave per larcheologia perché evidentemente le tecniche di intervento archeologico in un secolo sono cambiate in modo sostanziale. Larcheologia non è più il recupero di ciò che è bello e importante nel sottosuolo, ma il recupero totale della documentazione storica. In particolare nella legge del 39 e quindi anche nel nuovo Testo Unico, lo scavo archeologico è visto allo scopo principale di ritrovare cose e questo tipo di scavo è assegnato allamministrazione dello Stato o, su concessione, ad istituti scientifici perchè è visto esclusivamente come "ricerca". La maggioranza degli scavi archeologici effettuati oggi nel Veneto e nel Nord Italia è effettuato invece allo scopo di liberare aree per realizzare opere di altro tipo (parcheggi sotterranei, fondazioni di edifici, condutture fognarie, infrastrutture di vario tipo). Questo tipo di scavo non è normato ed è di solito finanziato da privati o dagli Enti direttamente interessati, sotto il controllo della Soprintendenza. Oggi in campo archeologico lavorano di fatto diverse realtà oltre alle Soprintendenze che hanno il compito di coordinare il tutto. Una di queste realtà è lUniversità la cui mentalità è consona a quella della legge del 39 e preferisce fare scavi a scopo di ricerca, su concessione. Poi abbiamo molti professionisti archeologi o geologi o naturalisti che lavorano come liberi professionisti nei cantieri di scavo, pagati non tanto dallo Stato, quanto dai privati che hanno interesse a liberare le aree. Quindi essi rispondono ad una committenza che ha come priorità quello di fare presto e di pagare il meno possibile. E una situazione anomala in Italia che non premia la qualità, ma chi fa prima e chi fa spendere meno. Inoltre ricordiamo che la professione di archeologo non è riconosciuta per legge. Tutto il controllo della qualità grava sulla Soprintendenza. Poi abbiamo le associazioni di volontariato che possono agire sulla base delle norme di una circolare dellex ministro Ronchey, che prevede delle convenzioni. Quindi la situazione è molto diversificata e difficilmente inquadrabile nella normative esistente. La nuova organizzazione del Ministero per i beni e le Attività Culturali, prevede ora una direzione generale specifica per i beni archeologici: è questo il principale fattore positivo del nuovo ordinamento (DPR 29/12/2000 n. 441). Credo che sarebbe fondamentale che tutte le forze interessate ad un cambiamento e cioè Soprintendenze, Associazioni di volontari, professionisti del settore premano perché si giunga ad emanare in Italia una legge specifica sullarcheologia che modifichi il metodo e soprattutto gli scopi dellintervento archeologico in Italia. Solamente con questo ribaltamento di prospettiva, non più una legge per cercare cose belle, ma una legge che si proponga il controllo e la tutela del territorio secondo precise strategie e scelte prioritarie. Solo così potremo trovare nel variegato mondo del settore archeologico ognuno un ruolo ben preciso: a chi spetta far tutela e coordinare, a chi spetta lavorare come professionisti nei cantieri, a chi spetta agire sul territorio e fornire collaborazione a livello di volontariato alla Soprintendenza. In questo quadro la ricerca scientifica e lattività di pubblicazione diventano attività non fini a se stesse, ma indirizzate a programmare le scelte strategiche dellattività archeologica e sono un preciso dovere del funzionario e del concessionario. Soltanto con una strategia generale di intervento si attua una buona tutela, che non si limiti ad essere formale e burocratica, ma ad ottenere risultati significativi anche sul piano scientifico. Ho di recente incaricato un funzionario di mantenere i rapporti con i gruppi archeologici, funzionario che sta seguendo la pratica degli ispettori onorari. Questa figura era nata nellanteguerra in una situazione completamente diversa da oggi: allora la Soprintendenza delle Tre Venezie aveva solo alcuni funzionari e lispettore onorario faceva di fatto funzioni vicarie, non potendo i funzionari intervenire su tutto il territorio. I poteri da allora sono rimasti gli stessi come per esempio quello di poter entrare in un cantiere e disporre il fermo dei lavori. Questa è una responsabilità notevole che forse oggi non è più opportuno che sia nelle mani di un ispettore onorario. Questo dovrebbe invece coordinare sul territorio i gruppi di appassionati locali e fare attività di segnalazione attivando i funzionari di zona. |
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