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Piccole considerazioni sulla musica
Di Pietro Planezio

Normalmente quando si vuol convincere qualcuno ad ascoltare la musica che va globalmente sotto il nome di "classica" (nome tra l'altro inopportuno, almeno in parte), gli si fanno ascoltare alcuni brani belli per la melodia, che può anche essere sublime, e gli si dice: vedi che la musica "classica" non è noiosa e brutta ma può anche essere bella ed orecchiabile? Secondo me si porta l'ascoltatore fuori strada. A parte la piacevolezza di alcuni motivi, che è innegabile, non è quella la bellezza di questo tipo di musica. La differenza fondamentale fra la canzonetta e la sinfonia sta non nella melodia (è difficile trovarne molte più belle di Yesterday, per esempio) ma nello sviluppo. Cioè nella costruzione che un pezzo sinfonico fa attorno ad un motivo, bello o no che sia. Una canzonetta ha un ritornello, una strofa, di nuovo il ritornello (è per questo che si chiama così). Nella migliore delle ipotesi, il ritornello viene ripetuto un tono sopra od un tono sotto ed il discorso è chiuso.Prendiamo invece, ad esempio, il primo tempo di una qualsiasi sinfonia, che di regola si sviluppa nella cosiddetta "forma sonata" (attenzione, la forma sonata è una struttura musicale che si applica alle sinfonie, alle sonate, ai concerti, non è necessariamente legata alla sonata per pianoforte). La forma sonata si sviluppa, liberamente, attorno a questi meccanismi: L'esposizione di un primo tema (motivo), seguita dall'esposizione di un secondo tema. Elaborazione, sviluppo, "macinatura" in tutti i modi possibili ed immaginabili dei due temi, un po' uno, un po' l'altro, con messa in opera di artifici e strade per passare dall'uno all'altro senza interruzioni ma "piacevolmente" e naturalmente. Uno dei casi più facili da vedere: la 5 sinfonia di beethoven: un tema iniziale estremamente suggestivo, di quattro note, di cui tre uguali ed una più bassa: E' stato detto tutto su questo tema: "Il destino bussa alla porta" potrebbe essere il più adeguato. Bene: questa frasetta musicale viene riproposta in un sacco di modi diversi, a scendere, a salire, più alto, più basso, con intervallo diverso, in cascata, ecc. Poi viene presentato il secondo tema, più melodico, ed anche questo viene riproposto con elaborazioni e sviluppi fino a quando, con una "scalinata" entusiasmante viene a ricadere sul primo tema, trascinandolo con se'. E questo è il succo di quel che si deve ascoltare: non un motivetto, più o meno piacevole, ma l'intrecciarsi di due o più motivi, la loro elaborazione, il continuo passaggio dall'uno all'altro. Questa complessità, questa costruzione, una volta assimilato il meccanismo, è quanto di più entusiasmante questo tipo di musica possa trasmetterci. Come già detto, normalmente in questa "forma" viene proposto il primo tempo di tutte le sinfonie, di tutti i concerti, di tutte le sonate. A questa forma resta indissolubilmente legato il nome di Beethoven. Ora una piccola precisazione: tecnicamente per Classica si intende la musica che rispetta certe caratteristiche formali, e si dipana su un periodo che va da Bach al primo Beethoven. Lo stesso Beethoven, a partire dalla Terza Sinfonia (l'Eroica) rompe gli schemi rigidi, e dà inizio a quel genere musicale, il più gradito ai neofiti, che si chiama Romantico, un po' per il diverso svolgersi della musica, un po' perché è il contraltare musicale del romanticismo letterario tedesco. La musica Romantica (per i puristi, guai a chiamarla Classica) prosegue toccando vette "sentimentali" con Chopin ecc, sino a quando viene sostituita dalla musica Impressionistica (Debussy, ecc). I maniaci rimproverano ad autori validissimi di non essersi adeguati al loro tempo: Il più importante di questi bistrattati dalla critica ufficiale è Chiaikowsky, che secondo loro ha scritto musica romantica quando ormai la corrente musicale volgeva altrove, e vorrebbero addirittura bruciare le opere di Rachmaninoff perché i suoi "slanci romantici" in pieno Novecento sono assolutamente fuori tempo. Ma si possono dire stronzate di questo genere?

Oltre alla "forma sonata" esiste un'altra struttura musicale che sfugge all'ascoltatore distratto, a cui non sia stato indicato come e cosa ascoltare. Forse è la più incomprensibile, all'inizio, ma è quella che poi offre le sensazioni più insolite. Si tratta della "fuga", arte nella quale Bach fu maestro insuperato, e non molto amata da Beethoven. La fuga è rappresentata da due o più temi. Ma, contrariamente alla forma sonata, nella quale questi si intrecciano, si alternano l'uno con l'altro, nella fuga i due temi camminano indipendentemente "ignorandosi". Partono come nelle gare a cronometro, ognuno per conto proprio, e si sovrappongono: l'arte sta proprio nel costruire due temi ben distinti, che vadano ognuno per la propria strada in modo da poterli seguire indipendentemente, e dalla loro sovrapposizione trarre "effetti speciali" che donano sensazioni uniche. La necessità è che i due temi non abbiano note che si infastidiscano tra loro, ma che armonizzino: Questo viene chiamato "contrappunto". Un noto aforisma dice che tre sono i contributi che il mondo occidentale ha dato (o crede di aver dato) alla civiltà: il pensiero scientifico, la democrazia ed il contrappunto musicale. Nella forma più rigida, la fuga prende il nome di "canone". Un canone è costituito da due (o più) voci che fanno esattamente lo stesso motivo, e partendo una dopo l'altra danno effetti curiosi: tutti, ad esempio, conosciamo la canzoncina "fra martino campanaro", Frère Jacques per i francesi, credo. E' una musichetta insulsa che cantano i bambini in coro, ed in se stessa non dice granché. Però se la cantano divisi in due gruppi, ed uno parte alcune battute dopo l'altro, dalla sovrapposizione della melodia "con se stessa" escono effetti divertentissimi. A tre o quattro voci, ognuna partendo ad intervalli determinati, (e non è poi tanto facile da eseguire), si hanno risultati tali che bisogna provare, per crederci. Nella forma ampia, invece, i temi possono essere diversi ma la regola è sempre la stessa. Possono esser simili, essere uguali cambiando ritmo od "altezza", addirittura invertiti o rovesciati sottosopra, o neanche somigliarsi, ma sempre seguendo le stesse regole. Ricordo tanti anni fa di aver letto a proposito delle "fughe" di Mozart che, pur essendo riconoscibilissime come tali, erano costruite con meccanismi incomprensibili agli stessi addetti ai lavori, tanto che (proseguiva l'articolo) un computer può imitare, almeno nella forma esteriore, le fughe di Bach, ma non quelle di Mozart!(relata refero). Una famosa definizione della "fuga" fu data, se ben ricordo, da Robert Schumann: Un tema fugge davanti all'altro, e gli ascoltatori fuggono davanti a tutti e due!

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