VAGHE STELLE DELL'ORSA

olio su tela, cm 225×205, (1990)

Venerdì 3 novembre 1989, nella casa di mia mamma, tra le sue cose, ho trovato custodito uno speciale quaderno dove sono trascritte di sua mano alcune poesie di autori diversi.

La prima è il XXII canto leopardiano Le Ricordanze.

E' stato un momento magico.

D'un colpo le cose intorno interagivano con lo stesso spazio poetico di quel canto, la cui mimesi è il dipinto Vaghe Stelle dell'Orsa. che condensa l'esistenza di mia mamma.

"Vaghe stelle dell'Orsa, io non credea

Tornare ancor per uso a contemplarvi Sul paterno giardino scintillanti,

E ragionar con voi dalle finestre

Di questo albergo ove abitai fanciullo

E delle gioie mie vidi la fine. ..."

LO SPAZIO DEI SENTIMENTI

matita su cartoncino, cm 33×24, (1989)

La domenica del 20 agosto1989 alle 20,30, la porta della casa materna era aperta, tutte le stanze illuminate, con la radio accesa, la trovai distesa, con il mento appoggiato alla sedia da letto. Morta.

Allora la feci levitare in alto, come un angelo, nello spazio pittorico delle Vaghe stelle dell'Orsa.

matita su cartoncino, cm 33×24, (1989)
matita su cartoncino, cm 33×24, (1989)

"...Qui non è cosa

Ch'io vegga o senta, onde un'immagine dentro

Non torni, e un dolce rimembrar non sorga...."

E' la finestra sul balcone che accede al giardino di casa, da cui si protende il braccio che lo curava e che ora si ricollega alla sua infanzia.

 

 

 

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