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L'isola di Sant'Andrea

Fra le onde e i venti, a poco più di un miglio dalla terra ferma, a nord di Gallipoli ecco che spicca un faro; sotto di lui, la terra bassa e piatta, alta appena 2 metri dell’isola di Sant’Andrea. Le sue rocce, i suoi fiori, sono bagnati dalle mareggiate, un fenomeno comune nello Ionio il bradismo. E’ stato proprio questo che con il passare dei millenni ha creato nella zona alcuni isolotti, su uno dei quali fu costruita Gallipoli. Nel VII° secolo a.c., quando ci fu l’immigrazione storica dei greci e nel 266 a.c. dopo la conquista Romana del Salento, l’isola aveva un nome diverso: era chiamata “ACHOTUS”, ossia Sterile, arida. Solo nel V° secolo d.c., quando era in corso l’immigrazione Greco - Bizantina fu chiamata “Sant’Andrea”. Nel 1866, per aiutare i pescatori durante le tempeste, fu costruito il faro di 46 metri che, oggi, la caratterizza; il suo raggio ricopre una distanza che da Leuca arriva a Taranto.

 Sull’isola vi è una cava di circa 10 metri quadrati e profonda un paio, si trova poco lontano dall’approdo di Nord e dalle sue pareti sgorga acqua potabile piena di calcio, per questo detta “acqua dura”. Quest’acqua permette la crescita di giunchi e papiri egiziani, di una flora palustre che vive rigogliosa al riparo dei venti. Sull’isola non crescono alberi perché i venti, sempre presenti, permettono solo la formazione della macchia mediterranea. La primavera è la stagione migliore per visitare l’isola perché appena ci si avvicina alla terra si possono vedere le iris, l’assenzio, il finocchio di mare, la malva, il cardo pungente, l’anemone, l’agave e l’aglio cigliato. I fiori riempiono e colorano la terra e i sassi di bianco, rosa e lilla. In estate, invece, si può trovare la “statice cencellata” chiamata così per la struttura dei fusti che si snodano a zig-zag e in cima ha piccoli fiori lilla - violacei. Nell’interno dell’isola, per i fenomeni di abbassamento, c’è una palude che è stata fatta comunicare con l’esterno per evitare il ristagno; qui nasce e vive la “salicornia erbacea” che cresce proprio nei terreni con alta percentuale di cloruro di sodio. Come possiamo capire, l’isola è un grande ecosistema nel quale vivono anche vari esemplari di uccelli: l’airone, la beccaccia di mare, il falco di palude, le allodole, le cutrettole, le spatole; non potevano mancare, poi, il gabbiano comune e quello reale. Nel 1992 sono state scoperte otto coppie di gabbiano corso, una specie in via di estinzione, che in genere non nidifica nella zona ionica o adriatica .