La lezione (dimenticata) di Nassiriya |
Rossi e neri
«I promotori della manifestazione del prossimo
13 dicembre in sostegno del “popolo iracheno che resiste” sono sia
esponenti dell’estrema destra che dell’estrema sinistra. Motore
dell’iniziativa sono i responsabili del Campo antimperialista.
Si autodefiniscono “Rete internazionale che raggruppa più di venti
movimenti di liberazione, partiti rivoluzionari e associazioni di
lavoratori e di oppressi». |
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Il Foglio, 2 dicembre 2003 Per leggere l'articolo fai click su: 20031202_ilfoglio_rossi_neri.pdf |
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Società: «Rossi e neri», Il Foglio, 2 dicembre 2003 |
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La
lezione (dimenticata) di Nassiriya
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Solo
alcuni giorni fa, per i funerali dei soldati di Nassiriya, non si
parlava altro che di solidarietà e unità del popolo come valori resuscitati
e irrinunciabili per un patriottismo vivo. Ma, come spesso accade, si
dimentica in fretta: i tranvieri, per dimostrare davanti al popolo quanto
siano fondamentali, non hanno resistito all’imbroglio di anticipare lo
sciopero; l’Atm, pur cosciente dei bisogni dei lavoratori che
rappresenta, non ha resistito alle “fregole” speculative degli investimenti
Cirio. Certa destra e certa sinistra che sfileranno il 13 dicembre,
si illudono di sostenere la strenua resistenza del popolo iracheno
camminando per le vie della città: essere podisti però, è tutt’altra cosa
dall’essere generosi e dal contribuire, anche materialmente, al
miglioramento della vita dei più poveri. Piccandosi di fare, al popolo
italiano, una lezione sul popolo musulmano, il giornalista di Repubblica
celebra la mancanza di paura dei kamikaze, facendo facilmente intendere il
fatalismo musulmano uguale alla provvidenza cristiana. Mancano coerenza e dignità al pensiero di oggi; manca la dignità; manca l’attaccamento alla verità, da cui - invece - l’umiltà di farsi correggere e la prontezza al bene. In compenso, un egocentrismo corporativo e una presunzione smodati: troppi urlano, pochi si piegano sugli altri. «Bisogna incontrare l’amore prima di aver incontrato la morale. Altrimenti, lo strazio», profetizzava Camus. |