Il Bene ed il male |
«Grandi guerre,
piccole paci»
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di
Umberto Eco, L’Espresso, 9 gennaio 2003 Per leggere l'articolo fai click su: 20030109_eco_grandi_guerre_piccole_paci.pdf |
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Il Bene ed il male: «Grandi guerre, piccole paci», di Umberto Eco, L’Espresso, 9 gennaio 2003 |
Rassegnina |
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Tante
sono le guerre ai nostri giorni; tante le ingiustizie; tanta la violenza.
Possiamo allora dire che la realtà è tutta male, la si può descrivere solo
con i morti e con gli uomini malvagi? Si può dire che l’aggettivo più adatto
all’uomo sia quello di “feroce”? I fatti della nostra vita personale fanno
rispondere no a questa domanda, perché il bene esiste: infatti, quando si
desidera, si desidera un bene che c’è, cioè qualcosa che porta al risultato
positivo che cerchiamo. Invece: Umberto Eco dice che augurarsi la
pace universale è proprio degli imbelli; la psicologa Rothwell pensa
che essendo insaziabile il desiderio di felicità, allora tanto vale fare una
specie di misurometro, che ci consoli con cifre superiori allo zero. Come
dire: il massimo è dieci, io ho 7, ma di cosa mi preoccupo? Sono distante
solo di tre e ho comunque superato la metà. L'uomo però, non è fatto per accontentarsi del parziale, ma è fatto per l’infinito e questo infinito va difeso. Va difeso il nostro diritto a desiderare tutto quello che è bene per noi; va difesa la nostra umanità. Nella canzone Non è più il momento, Giorgio Gaber, intelligentemente, scriveva: «Razza già finita senza neanche cominciare, razza disossata già in attesa di morire. No, non fa male credere, fa molto male credere male». Se la cultura di oggi si picca addirittura di imporci quanto desiderare, allora bisogna proprio cambiarla, per non finire nella spazzatura. Senz’altro da leggere, questa volta, l’articolo di Umberto Galiberti (U. Galimberti, Nessun altro in famiglia, D - Repubblica, 4 genaio 2003): «Per ridurre la violenza nelle famiglie paradossalmente bisogna creare distanza, non quella anaffettiva del disinteresse, ma quella dell’interesse all’alterità dell’altro, che genera quella curiosità mai sopita che prova gusto a scoprire i mondi diversi che ciascun componente della famiglia abita come sua casa anche se vive nella stessa casa». |