Vita:
Gli alieni abituati a perdere. La vita è un fatto positivo |
Perché non possiamo non dirci anche laici
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di
Arrigo Levi Corriere della Sera, 25 novembre 2003 Per leggere l'articolo fai click su: 20031125_levi_non_possiamo_non_dirci_laici.pdf |
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Vita: «Perché non possiamo non dirci anche laici», di Arrigo Levi, Corriere della Sera, 25 novembre 2003 |
Rassegnina |
Gli alieni abituati a perdere. La vita è un fatto positivo
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Secondo
Giorello, è meglio che l’uomo stia da solo, perché così è più libero.
Secondo Levi, come la metti la metti, l’uomo perde e perde anche Dio. Non
seguiamo Giorello perché lui preferisce di no; e non possiamo dare ascolto a
Levi perché a perdere non ci si abitua mai. Secondo loro infatti, il
panorama che descrivono è desolante e, soprattutto, poco credibile. Perché
tutte le mattine comunque ci si alza, si studia, si va al lavoro, si
crescono i figli, si fanno sacrifici, in una parola si vive: un motivo ci
deve essere. Questo motivo sta nel piacere che l’uomo ricava dall’essere
amato dagli altri e dall’amare gli altri, cioè dall’appartenere a qualcuno.
Nonostante il pensiero un po’ televisivo di Giorello e il più comprensibile
pessimismo di Levi. La vita è un fatto positivo, perché c’è, si desidera, si vuole migliore; il problema è che il pensiero filosofico e storico rimane debole e inconcludente, se non parte dalla semplicità dell’esperienza quotidiana, che rimanda a qualcuno, o qualcosa, di misterioso che la sostiene. La speranza del mondo e di ciascuno di noi è nell’ammettere l’esistenza di questo mistero, il cui volto non può essere alieno - cioè incomprensibile - ma deve essere umano, comprensibile. Il paradosso cristiano del Natale a cui ci stiamo avvicinando è esattamente questo. |