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Maurizio Blondet «L'esperienza ha ormai assodato che l'eterologa è una ferita per il figlio, che va in cerca del padre biologico» Come valuta il tutto, cardinale Ersilio Tonini? «Speravo in questo esito, ma non mi sento di esultare», replica lui amaro. L'argomento è, ovviamente, la legge che limita la fecondazione artificiale, e le incandescenti polemiche che ha innescato. Eminenza, perché non c'è da esultare? Perché ho visto il Paese spaccarsi. È questo non mi dà pace. Dopo la tragedia di Nasiriyah, avevamo visto un'Italia infine unanime davanti alle bare dei nostri ragazzi. Ed ora, ecco la lacerazione: ma davvero questa legge è così lesiva dei valori della laicità, da giustificare una divisione atroce fra "cattolici" e "laici"? Davvero è questo il punto? E perché allora tre anni fa, quando il centrosinistra promosse una legge non dissimile, non ci fu questo atroce lacerarsi nazionale? Sta accusando i politici? Ma Rutelli è stato coraggioso... ...E la cosa strana è che l'hanno subito sospettato di chissà quali dietrologie. Non si riconosce legittimità a un atteggiamento di coscienza. S'è molto straparlato, nei giorni scorsi. Ho sentito Emanuele Severino argomentare come segue: ovvio, la Chiesa ritiene che l'embrione sia un essere umano, e perciò ne difende la vita; ma la stessa Chiesa ammette la guerra, dunque ammette che in certi casi uccidere è lecito. Piccolo particolare: l'embrione non è in guerra con nessuno. E pare non sia lecito finora sacrificare un essere umano perché ne nasca un altro. Ma sarà vero che questa legge «ci mette fuori dall'Europa»?. Ecco, come si fa a scrivere cose del genere? Quando due Paesi, Germania e Svezia ci hanno preceduto nel limitare severamente la fecondazione artificiale della donna, vietando la donazione di ovociti? La Svezia? Eppure è molto laica e progressista. Quella è la storia più esemplare. La Svezia, per decenni prima di noi, aveva legittimato la fecondazione eterologa senza limiti. Poi, nel 1984, ha dovuto emanare una legge che riconosce il diritto dei giovani, a 18 anni, di sapere chi è il loro padre biologico... M'immagino che bellezza: un ragazzo bussa alla porta di un uomo sconosciuto, con altra famiglia, e gli dice: tu sei il mio papà. Con quali conseguenze sociali? Ma quello che stava avvenendo era peggio. Era accaduto che si moltiplicavano i divorzi per «gelosia genetica», come in Italia nel caso di quella coppia di Cremona. Era un tarlo che rodeva le coppie, e anche i figli. Fra i ragazzi svedesi, ad esempio, si era sparso il dubbio: «Sarà questo mio padre?» Così nel 1988, la Svezia ha vietato l'eterologa. Esiste dunque la «gelosia genetica»? La ricerca del padre è un fenomeno così diffuso tra i figli della provetta? Guardi, in Inghilterra la baronessa Warnock, promotrice della legge sulla fecondazione artificiale, in una recente intervista al Times, ha ammesso: io che ritenevo giusto dare alla donna l'accesso alla maternità anche con la fecondazione eterologa, oggi, vedendo quanti sono i giovani che vanno alla ricerca ansiosa del padre naturale, e quanti danni psicologici ne ricevono, ammetto di aver sbagliato. Il periodico tedesco Der Spiegel, giornale non certo clericale, sta documentando seriamente questo nuovo e strano genere di tragedie. Vi ho letto il caso, americano, di una madre che in punto di morte rivela alla sua bambina di 11 anni di averla avuta, diciamo così, da una banca del seme. La ragazza, cresciuta, visita tutte le banche del seme, fa domande, investiga con l'aiuto di detective privati; in una foto di un donatore, uno fra migliaia, «riconosce» suo padre dallo sguardo. Si presenta a quest'uomo, e le lascio immaginare le conseguenze. Questo genere di fenomeni va crescendo. Conosce Jacques Testart? Jacques chi? Jacques Testart, biologo francese, autore di un saggio, «Des hommes probables», contro l'ideologia e le illusioni della «rivoluzione genetica». Ateo convinto, è il più grande avversario della fecondazione artificiale. Testart dice: solo gli animali sono indifferenti al loro padre. Per i figli dell'uomo, la memoria del padre, la certezza della sua identità, è parte integrante della loro stessa identità. Questo «eugenismo di mercato», dice Testart, è una disfatta della paternità umana. Queste informazioni, è la prima volta che le sento. Ecco, questo è il punto che mi
amareggia di più. Sinceramente, lo dico come uno della famiglia
giornalistica, si poteva desiderare di meglio. |
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Genetica: «Tonini: che delusione il ragionare progressista», di Maurizio Blondet, Avvenire - 14 Dicembre 2003 |