Genetica:

 

Perché un embrione si può sopprimere,
ma non commercializzare?

 

 
di Antonio Socci


Caro direttore,

ho fatto una domanda: perché un embrione si può sopprimere, ma non commercializzare? Aspetto ancora una risposta. Ho fatto questa semplice domanda a Giovanna Melandri, deputato Ds, e se n’è andata (era ospite di Excalibur) chiedendo – a quanto pare - misure contro di me. Ho fatto questa domanda e mi han dato sulla voce, lì in trasmissione, mi hanno urlato che mi sono “santorizzato”. Ho fatto questa domanda e mi hanno sepolto sotto un mare di invettive che ieri hanno riempito le agenzie di stampa. Eppure è solo una domanda. E’ la domanda che io ero tenuto a fare perché questo è il mio mestiere. E’ una domanda che interessa milioni di persone, ma nessuno risponde e se la fai rischi l’aggressione verbale, la censura e il bavaglio.

Curioso, no? Da mesi, assordanti interventi di politici di opposizione denunciano e tuonano e ammoniscono che in Italia c’è un regime, che in Italia si vuole imbavagliare l’informazione, la critica e pure la satira che invece hanno sacrosanti diritti e sono inviolabili e intoccabili.

Ebbene, ieri proprio quegli stessi signori hanno strillato con decine di lanci di agenzia chiedendo contro di me punizioni esemplari e bavagli e censure. Perché mai tante grida e minacce e richieste di repressione del reprobo? Semplicemente perché ho fatto quella domanda a Giovanna Melandri, onorevole Ds.

Parlavamo - a Excalibur - della legge sulla fecondazione assistita. Lì si sono confrontate le due diverse posizioni, in equilibrio, quella favorevole alla legge e quella contraria. Fra questi ultimi com’è noto si sostiene che l’embrione non è che un grumo di cellule e in nessun modo una persona umana. Così, verso la fine, quando l’on Melandri – en passant – ha accennato a una sua contrarietà alla vendita di embrioni, io sono intervenuto chiedendole “perché?”.

La deputata diessina è parsa in difficoltà, dopo un po’ ha detto che non si vendono parti del corpo umano. Io ho obiettato che se un embrione vale meno di un capello, allora perché non si può commerciare in embrioni? La Melandri, visibilmente in difficoltà, ha cercato di svicolare e io l’ho un po’ incalzata (come si fa nei talk show, che non sono accademie dei Lincei, per approfondire le questioni decisive).

Continuavo a chiedere “perché lei è contraria a commercializzare gli embrioni” e ricevevo solo risposte elusive. Ovviamente in quella domanda era racchiusa la questione di fondo. La Melandri ha avvertito che era una stridente contraddizione, la sua: perché mai, infatti, un embrione si può sopprimere o usare per esperimenti e non si può commercializzare?

C’era, in quella domanda, tutto il rimosso, la grande censura, attorno alla quale ruota il dibattito su questa legge. Infatti tutti sappiamo che un embrione non è affatto un ammasso cellulare insignificante, ma – fin dal primo istante del concepimento - ha un Dna unico e irripetibile, del tutto distinto da quello della madre, dove sta scritto tutto il “programma” della nuova creatura, il colore degli occhi dell’uomo che si svilupperà, la sua voce, la sua altezza, perfino il suo temperamento.

L’onorevole è apparsa desolatamente in difficoltà e alla fine, insistendo io col mio “perché?”, se n’è andata protestando. Io, che avrei gradito sinceramente una sua risposta, mi sono rammaricato e mi sono anche scusato in diretta se il calore della discussione e delle mie domande avevano urtato la sua suscettibilità.

Erano scuse di cortesia, di rispetto, non certo scuse dovute, perché non c’era nulla di cui scusarsi: il mio mestiere lì è fare domande, se un politico non sa rispondere non può prendersela con l’intervistatore pretendendo che venga punito. E’ roba da Unione Sovietica. In ogni caso la Melandri – che ho poi raggiunto al telefono non ha accettato le scuse e si è messa a dire che con lei ho offeso milioni di persone (d’ora in poi userà il plurale majestatis?). Ieri mattina poi ha cominciato – con i suoi compagni – il fuoco di fila delle richieste di sanzione. Pare addirittura che io venga convocato in Commissione di vigilanza e – a dire la verità – non vedo l’ora.

Come diceva Augusto Del Noce – sulla scorta di Eric Voegelin - la cultura egemone (ieri marxista, oggi politically correct) è caratterizzata dal “divieto di fare domande”. E’ incredibile che una sinistra che ha usato il servizio pubblico nel modo che sappiamo, oggi pretenda di mettere il bavaglio e di censurare un giornalista solo perché ha fatto – ripetutamente, lo ammetto – una semplice domanda: “Perché?”. Appassionata, certo, ma, scusate, stiamo parlando di temi incandescenti, decisivi: la vita, la morte, i figli. Sarà ammessa un po’ di passione, no?

Fra l’altro nei giorni precedenti c’era stata un’altra polemica. A Domenica in, nel corso dell’ultima puntata anche Bonolis si è occupato della legge. Ed è stato criticato dal centrodestra perché l’ha fatto in un contenitore leggero (fra ballerine e gag) e soprattutto perché – è stato detto – ha dato voce a otto persone, tutte contrarie alla legge, senza nessuno favorevole (a Excalibur invece tutti erano rappresentati).

Dunque la presidente della Rai, Lucia Annunziata ha difeso Bonolis lamentando il fatto che l’informazione televisiva non si era occupata di un tema così grande e delicato (ha ragione: noi abbiamo provato a colmare la lacuna). L’Annunziata ha poi aggiunto – in difesa di Bonolis - che è giusto che l’informazione faccia discutere e dia fastidio: “l’informazione deve far male”. Queste le sue testuali parole.

L’Annunziata - essendo un’ottima giornalista - ha le sue ragioni per sostenere un tale concetto. A me, sinceramente, non piace troppo l’idea di un’informazione che fa male. Preferisco un’informazione che fa riflettere, che spiazza. Un’informazione, appunto, capace di porre le domande giuste, quelle che vanno al nocciolo della questione. E’ quanto ho cercato di fare. E mi sono trovato “linciato”, bruciato in piazza come reprobo.

Continuo però a interrogarmi: perché un embrione si può sopprimere, ma non commercializzare? Domanda che meriterebbe una risposta e che invece riceve solo richieste incattivite di punizioni, di censure e bavagli. Perché?
 

 

Genetica: «Perché un embrione si può sopprimere, ma non commercializzare?», di Antonio Socci, Il Giornale, 13 Dicembre 2003

 

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