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I Cristiani e la
Libertà
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«La
grande persecuzione dei cristiani nel mondo arabo», Magdi
Allam, Corriere della Sera, 13.06.07
«Salviamo i cristiani del Medio Oriente. Stiamo assistendo in modo
pavidamente e irresponsabilmente inaccettabile alla persecuzione e
all’esodo massiccio di centinaia di migliaia di cristiani che sono i
veri autoctoni della regione. Alla vigilia della conquista araba e
islamica nel settimo secolo, i cristiani costituivano il 95% della
popolazione della sponda meridionale e orientale del mediterraneo. […]
La grande tragedia dei cristiani orientali è nei territori palestinesi.
All’inizio dello scorso secolo i cristiani rappresentavano un quarto
della popolazione araba; nel 1948 erano il 20%; con l’avvento al potere
dell’Autorità Nazionale Palestinese di Yasser Arafat nel 1994 si
registra la fuga di tre quarti dei cristiani, vittime di persecuzioni e
del drastico calo del tenore di vita. Ed è così che i cristiani, perfino
nelle città sante cristiane, sono diventati minoranza. […]. Si tratta di
una catastrofe per tutti: certamente per le vittime cristiane, ma anche
per i musulmani che si ritrovano a essere sottomessi all’arbitrio di
spietati carnefici e di tiranni che si fanno beffe della libertà
religiosa. Ebbene non possiamo più continuare ad assistere infermi a
questa barbarie. Ecco perché propongo di indire […] una grande
manifestazione per la vita, la dignità e la libertà dei cristiani e per
il riscatto dell’insieme della nostra civiltà umana.»
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«In piazza per i
cristiani», Il Foglio, 14.06.07
«L’ebreo Michael Horowitz, che fu assistente di Reagan, tre anni fa ci
disse che “come Hitler perseguitò milioni di ebrei soggiogando tutti gli
altri, così nei regimi arabi fascisti i cristiani sono vittime al fianco
dei musulmani che non possono affacciarsi alla democrazia con la pistola
alla testa dei terroristi”. Se in Iran o in Afghanistan, come in Sudan,
per l’apostasia è prevista la morte, in Tunisia un missionario sorpreso
a fare proselitismo viene espulso. In Marocco chi fa apostolato è
punito con sei mesi di carcere. In Arabia Saudita sono interdetti ai non
musulmani la cittadinanza, l’ingresso alla Mecca e riti pubblici. In
Pakistan è prevista la morte per chi afferma che Gesù è figlio di Dio».
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«Cristiani in M.O.
a rischio di estinzione», Giorgio Paolucci, Avvenire, 14.06.07
« L’emigrazione di dieci milioni di persone di religione cristiana
dall’epoca della prima guerra mondiale a oggi […] rappresenta la
conseguenza più eclatante di una situazione di crescente difficoltà
denunciata a più riprese dalle comunità del Medio Oriente e del
Nordafrica. Essa ha trovato un interprete appassionato nella persona del
Santo Padre che […] parlando alla Congregazione per le Chiese orientali
non ha usato giri di parole: “Possano le chiese e i discepoli del
Signore rimanere là dove li ha posti per nascita la divina provvidenza;
là dove meritano di rimanere per una presenza che risale agli inizi del
cristianesimo. Nel corso dei secoli essi si sono distinti per un amore
incontestabile e inscindibile alla propria fede, al proprio popolo e
alla propria terra”. La fede, il popolo, la terra: sono le tre parole
radicate nel cuore della comunità cristiana che vivono nella regione,
che ci vivevano già secoli prima dell’arrivo dell’islam e che hanno
saputo costruire – non senza difficoltà – una convivenza plurale. Ed è
proprio la possibilità di «con -vivere» che viene messa a rischio da
quanti vogliono negare la storia, imponendo la loro identità religiosa e
culturale come protagonista unico ed esclusivo. Costoro vogliono dire
“io” escludendo il “tu”, e così impediscono che ci si possa continuare a
concepire come “noi”.
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Commento: |
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Stiamo
assistendo nelle ultime settimane all’inasprirsi delle situazioni di
conflitto in Medio Oriente, frutto di sanguinosi scontri fratricidi tra
etnie, gruppi religiosi e schieramenti politici. I “militanti”, in preda al
loro cieco furore ideologico, tormentano popolazioni già ampiamente vessate.
Il dramma della situazione è sotto gli occhi di tutti. Rimangono tuttavia
dei morti che continuano a non fare notizia: i martiri cristiani.
Magdi
Allam ha lanciato un accorato appello al riguardo. Che cosa può motivare
un musulmano come lui a proporre una manifestazione il 4 luglio, a Roma, in
favore della minoranza cristiana così ferocemente e sistematicamente
attaccata? La consapevolezza che la difesa della presenza dei cristiani
coincide esattamente con la difesa della libertà e della sacralità della
vita, che rappresentano un bene per tutti, anche per quei popoli in lotta.
A
fronte di una tale
iniziativa emerge con maggiore evidenza l’inconsapevolezza che ci
caratterizza: pensiamo di poter godere delle conseguenze (di libertà, di
rispetto dell’altro, di “democratica” convivenza, ecc.) ignorando l’origine
da cui esse sorgono, anzi odiandola fino al punto da volerla estirpare.
Ma
«l’insieme della nostra civiltà» non è separabile dal cristianesimo. È
ciò che già appare anche dentro i nostri confini. Non muovere un dito per
difendere i cristiani è allora una forma di quell’odio a se stessi di cui
Benedetto XVI è di recente tornato a parlare, sfidando la nostra “gaia” e
terribile superficialità. |
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