Rassegnina |
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La ragione in politica
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«Senza auctoritas la
politica è finita», D.Bergamini, Il Riformista, 01.02.2008
«Il rapporto fra lo Stato e i cittadini è giunto ai suoi minimi
storici. […] Si è perduto il presupposto di ogni rapporto fra
politica e individuo, e cioè l’auctoritas. L’auctoritas della
politica è quell’elemento intangibile che dà un valore trascendente
alle dinamiche della società. […] Ma l’auctoritas della politica
nasce da una dimensione concreta, pragmatica: se io cittadino vedo
attorno a me ordine, vedo regole chiare e applicate, se vedo che i
miei problemi reali vengono risolti, allora riconosco alla politica
la sua funzione, quindi la sua legittimazione. Essa si fa strumento
e fine del convivere civile. In mancanza di una legittimazione, la
politica si fa debole, diafana, e anche la mia spinta a partecipare
attivamente alla vita civile si affievolisce. Forse a qualche gruppo
di potere questo può far comodo, ma non al cittadino comune. Ce ne
accorgiamo nella nostra vita di ogni giorno. […] Non c’è più una
comunanza d’intenti e ognuno diviene nemico o minaccia all’altro.
[…] L’intangibilità dell’auctoritas politica si dimostra una
caratteristica di debolezza in un epoca di materialismo forsennato.
Ciò che non si vede purtroppo oggi non esiste. […] Occorre tornare
all’essenziale. C’è fame di verità. E la politica può tornare forte
solo se torna alla verità. Questa dovrebbe essere la sua missione
trascendente. Lì cova la fiamma agonizzante ma viva dell’auctoritas.» |
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«La
politica, istruzioni per l’uso. Lezione dell’elefantino ai giovani
del PD», G.Ferrara, Il Foglio, 02.02.2008
«Io partirei da una questione essenziale: a cosa serve la politica?
[…] La politica ha questa caratteristica fondamentale: è una
professione, che risponde ad esigenze tecniche e per questo bisogna
conoscerla, seguirne le regole. […] Tuttavia, per quanto la politica
sia una professione […] è anche una passione, in un certo senso è un
modo di vivere, un ingrediente che è presente in tutto il resto
delle attività sociali, umane […]. È un po’ una professione, un po’
una passione e un po’ una vocazione. […] Quindi il problema di una
cultura politica da assimilare sin da quando si è ragazzi, la
volontà di entrare dentro questo universo di valori e di tecniche, a
mio avviso deve partire da una domanda fondamentale: che visione ho
dalla vita? Cosa chiedo alla mia esistenza?»
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Commento: |
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C’è
una crisi della politica in corso. Non è una novità. La maggioranza di
governo ha emesso l’ultimo respiro. Intanto crescono la sfiducia e il
disinteresse dei cittadini. Basterà cambiare la legge elettorale per
risolvere tutti i problemi? No, la crisi ha radici più profonde, è
innanzitutto culturale. C’è una povertà e un menefreghismo che preoccupa,
anche e soprattutto nei politici. In nome della libertà di pensiero (leggi:
della gestione meschina degli interessi di bottega) si evita ogni
discussione sulla sostanza delle cose. Ci si illude di poter affrontare i
problemi concreti senza misurarsi con le questioni fondamentali.
Solo
riguadagnando una “sensibilità per la verità” la politica può riprendere
quota e il perseguimento degli interessi avere il giusto respiro.
Bisognerebbe
poter giudicare i candidati dei diversi schieramenti sulla concezione che
hanno della vita, della società e della politica. Questo contribuirebbe
a riavvicinare i cittadini a coloro che dovrebbero essere loro
rappresentanti in parlamento. |
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