|
Giovanni
Paolo II,
«
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date » (Mt
10, 8)
Carissimi
Fratelli e Sorelle,
1.
Ci accingiamo a ripercorrere il cammino quaresimale, che ci
condurrà alle solenni celebrazioni del mistero centrale
della fede, il mistero della passione, morte e risurrezione
di Cristo. Ci apprestiamo a vivere il tempo propizio che la
Chiesa offre ai credenti per meditare sull'opera della
salvezza realizzata dal Signore sulla Croce. Il disegno
salvifico del Padre celeste si è compiuto nel libero e
totale dono del Figlio unigenito agli uomini. « Nessuno mi
toglie la vita, ma la offro da me stesso » (Gv 10,
18), afferma Gesù, ponendo ben in luce che Egli sacrifica
la sua stessa vita, volontariamente, per la salvezza del
mondo. A conferma di un così grande dono di amore, il
Redentore aggiunge: « Nessuno ha un amore più grande di
questo: dare la vita per i propri amici » (Gv 15,
13).
La Quaresima, occasione provvidenziale di conversione, ci
aiuta a contemplare questo stupendo mistero d'amore. Essa
costituisce un ritorno alle radici della fede, perché,
meditando sul dono di grazia incommensurabile che è la
Redenzione, non possiamo non renderci conto che tutto ci è
stato dato per amorevole iniziativa divina. Proprio per
meditare su questo aspetto del mistero salvifico, ho scelto
quale tema del Messaggio quaresimale di quest'anno le parole
del Signore: « Gratuitamente avete ricevuto,
gratuitamente date » (Mt 10, 8).
2. Iddio ci ha liberamente donato il suo Figlio: chi ha
potuto o può meritare un simile privilegio? Afferma san
Paolo: « Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di
Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia »
(Rm 3, 23-24). Iddio ci ha amati con infinita
misericordia senza lasciarsi fermare dalla condizione di
grave rottura in cui il peccato aveva posto la persona
umana. Si è benevolmente chinato sulla nostra infermità,
prendendone occasione per una nuova e più meravigliosa
effusione del suo amore. La Chiesa non cessa di proclamare
questo mistero di infinita bontà, esaltando la libera
scelta divina e il suo desiderio non di condannare, ma di
riammettere l'uomo alla comunione con Sé.
« Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date
». Queste parole evangeliche risuonino nel cuore di ogni
comunità cristiana nel pellegrinaggio penitenziale verso la
Pasqua. La Quaresima, richiamando allo spirito il mistero
della morte e risurrezione del Signore, porti ogni cristiano
a stupirsi intimamente della grandezza di tale dono. Sì!
Gratuitamente abbiamo ricevuto. La nostra esistenza non è
forse tutta segnata dalla benevolenza di Dio? È dono lo
sbocciare della vita e il suo prodigioso svilupparsi. E
proprio perché è dono, l'esistenza non può essere
considerata un possesso o una privata proprietà, anche se
le potenzialità, di cui oggi disponiamo per migliorarne la
qualità, potrebbero far pensare che l'uomo sia di essa «
padrone ».
In effetti,
le conquiste della medicina e della
biotecnologia a volte potrebbero indurre l'uomo a pensarsi
creatore di se stesso, e a cedere alla tentazione di
manipolare « l'albero della vita » (Gn 3, 24).
È bene anche qui ribadire che
non tutto ciò che è
tecnicamente possibile è anche moralmente lecito.
Se
ammirevole è lo sforzo della scienza per assicurare una
qualità di vita più conforme alla dignità dell'uomo, non
deve però essere mai dimenticato che la vita umana è un
dono, e che essa rimane un valore anche quando è segnata
dalla sofferenza e dal limite. Un dono da accogliere e amare
sempre: gratuitamente ricevuto e gratuitamente da porre al
servizio degli altri.
3. La Quaresima, riproponendoci l'esempio di Cristo
immolatosi per noi sul Calvario, ci aiuta in modo singolare
a capire che la vita è in Lui redenta. Per mezzo dello
Spirito Santo, Egli rinnova la nostra vita e ci rende
partecipi di quella stessa vita divina che ci introduce
nell'intimità di Dio e ci fa sperimentare il suo amore per
noi. Si tratta di un dono sublime, che il cristiano non può
non proclamare con gioia. San Giovanni scrive nel suo
Vangelo:
«Questa è la vita eterna: che conoscano te,
l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo
»
(Gv 17, 3). Questa vita, a noi comunicata mediante
il Battesimo, dobbiamo continuamente alimentare con una
fedele risposta individuale e comunitaria, mediante la
preghiera, la celebrazione dei Sacramenti e la testimonianza
evangelica.
Avendo, infatti, gratuitamente ricevuto la vita, dobbiamo, a
nostra volta, donarla ai fratelli in modo gratuito. Lo
chiede Gesù ai discepoli, inviandoli come suoi testimoni
nel mondo: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente
date ». E primo dono da rendere è quello d'una vita
santa, testimone dell'amore gratuito di Dio. L'itinerario
quaresimale sia per tutti i credenti un costante richiamo ad
approfondire questa nostra peculiare vocazione. Dobbiamo
aprirci, come credenti, a un'esistenza improntata a «
gratuità », dedicando senza riserve noi stessi a Dio e al
prossimo.
4. « Che cosa mai possiedi — ammonisce san Paolo
— che tu non abbia ricevuto? » (1 Cor 4,
7). Amare i fratelli, dedicarsi a loro è un'esigenza che
scaturisce da questa consapevolezza. Più essi hanno
bisogno, più urgente diventa per il credente il compito di
servirli. Dio non permette forse che ci siano condizioni di
bisogno, perché andando incontro agli altri impariamo a
liberarci dal nostro egoismo e a vivere dell'autentico amore
evangelico? Chiaro è il comando di Gesù: « Se amate
quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così
anche i pubblicani? » (Mt 5, 46).
Il mondo valuta i
rapporti con gli altri sulla base dell'interesse e del
proprio tornaconto, alimentando una visione egocentrica
dell'esistenza, nella quale troppo spesso non c'è posto per
i poveri e i deboli.
Ogni persona, anche la meno dotata, va
invece accolta e amata per se stessa, al di là dei suoi
pregi e difetti. Anzi, più è in difficoltà, più deve
essere oggetto del nostro amore concreto. È quest'amore che
la Chiesa, attraverso innumerevoli istituzioni, testimonia
facendosi carico di ammalati, emarginati, poveri e
sfruttati. I cristiani, in tal modo, diventano apostoli di
speranza e costruttori della civiltà dell'amore.
Assai significativo è che Gesù pronunci le parole: « Gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamente date », proprio
nell'inviare gli apostoli a diffondere il Vangelo della
salvezza, primo e principale dono da Lui recato all'umanità.
Egli vuole che il suo Regno ormai vicino (cf Mt 10,
5ss) si propaghi attraverso gesti di amore gratuito da parte
dei suoi discepoli. Così fecero gli apostoli agli inizi del
cristianesimo, e quanti li incontravano li riconoscevano
portatori di un messaggio più grande di loro stessi. Come
allora, anche oggi il bene compiuto dai credenti diventa un
segno e spesso un invito a credere.
Anche quando, come nel
caso del buon samaritano, il cristiano va incontro alle
necessità del prossimo, il suo non è mai un semplice aiuto
materiale. È sempre anche annuncio del Regno, che comunica
il senso pieno della vita, della speranza, dell'amore.
5. Fratelli e Sorelle carissimi! Sia questo lo stile con cui
ci apprestiamo a vivere la Quaresima: la generosità fattiva
verso i fratelli più poveri! Aprendo loro il cuore,
diventiamo sempre più consapevoli che il nostro dono agli
altri è risposta ai numerosi doni che il Signore continua a
farci. Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo!
Quale periodo più opportuno del periodo della Quaresima per
rendere questa testimonianza di gratuità di cui il mondo ha
tanto bisogno? Nell'amore stesso che Dio ha per noi c'è la
chiamata a donarci, a nostra volta, agli altri
gratuitamente. Ringrazio quanti — laici, religiosi,
sacerdoti — in ogni angolo del mondo rendono questa
testimonianza di carità. Sia così per ogni cristiano,
nelle diverse situazioni in cui egli si trova.
Maria, la Vergine e Madre del bell'Amore e della Speranza,
sia guida e sostegno in questo itinerario quaresimale. A
tutti con affetto assicuro la mia preghiera, mentre
volentieri imparto a ciascuno, specialmente a quanti operano
quotidianamente sulle molteplici frontiere della carità,
una speciale Benedizione Apostolica.
|