Essere cattolici non è obbligatorio
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Il Foglio, 30.03.07 Per leggere l'articolo fai click su: 20070330_ilfoglio_essere_cattolici.pdf |
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Famiglia: «Essere cattolici non è obbligatorio», «Su questo materia la Chiesa chiede obbedienza ai suoi fedeli, compresi quelli che rivestono cariche politiche. […] L’argomento più ripetuto è che in questo modo i vescovi italiani ledono la libertà di coscienza dei credenti e l’autonomia della politica. […] La coscienza è libera, libera di aderire o no a una religione, ma se lo fa assume liberamente un impegno. Essere cattolici non è obbligatorio, ma il cattolicesimo non è un supermarket nel quale si prende quel che serve e si lascia il resto. […] Una libertà di coscienza che implica la disobbedienza ai vescovi e al Papa non è una novità, si chiama protestantesimo, e com’è noto non fa parte del cattolicesimo». Il Foglio, 30.03.07 |
Rassegnina |
Una Chiesa
Politicamente Scorretta
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Dopo
tante discussioni sui DiCo, la CEI, con una nota del Consiglio Permanente,
ha espresso il proprio giudizio in maniera chiara ed inequivocabile,
suscitando ovviamente numerose reazioni. Alcuni vedono nella nota un attacco
alla “sacra” laicità dello Stato, un tentativo di imporre un’egemonia sul
mondo politico e sociale. Altri, cattolici, vorrebbero che i vescovi non si
spingessero fino a questi dettagli relativi alla vita civile, rispetto ai
quali solo i politici di professione possono dire la loro e decidere.
Ora, la Chiesa parla senz’altro ai cattolici, i quali però, in quanto cattolici, dovrebbero essersi liberamente impegnati a seguirne gli insegnamenti, anche quando fanno politica. Questo appartiene, fino a prova contraria, alla natura stessa dell’essere cattolici. La Chiesa tuttavia si rivolge anche e soprattutto alla ragione dell’uomo. E legittimamente. Oggi si discute moltissimo se la Chiesa possa o debba parlare in uno Stato laico. Pochissimo si discute di quello che dice, col risultato che nessuno entra nel merito delle questioni, fornendo argomenti. Ma una Chiesa che se ne stesse zitta sugli interrogativi più profondi e cruciali che riguardano la vita dell’uomo, che Chiesa sarebbe? A che servirebbe? Quando è in gioco il destino dell’uomo, la Chiesa non può che essere in prima linea. Forse che i “santoni” della laicità dello Stato vorrebbero, come diceva Andrea Emo, una Chiesa “cortigiana della storia”, zerbino del potere? Mai come oggi – è vero – il giudizio della Chiesa è “politicamente scorretto”, ultimo punto di resistenza contro un pensiero a senso unico. Non perché sia un’“agenzia” di giudizi e valori morali, ma in quanto essa è una proposta viva di verità e di bellezza che si gioca nella storia e ferisce il cuore di ogni uomo che cerca. È per questo che, contrariamente a certi proclami, tanti ancora la seguono. |