Mio nonno raccontava che quando era bambino, c'era un serpente che volava e che aveva in bocca una boccia d'oro che di notte mandava luce.

Tutte le notti il serpente che stava di casa sulla Corna Rossa volava intorno al campanile di Zogno e quando batteva la mezzanotte, sibilava così forte che la gente si rinchiudeva nelle case per la gran paura. Poi andava a volare sul Canto Alto e di lassù sibilava ancora più forte e lo sentivano anche quelli di Bergamo e anche loro si spaventavano non poco. Quando ritornava dal suo volo, finiva giù nella Valle del Boer e per dissetarsi deponeva la boccia d'oro sopra un sasso; quando aveva bevuto, riprendeva il volo e tornava sulla Corna Rossa.

Una volta un giovanotto di quelli un po' spacconi, attese in agguato il serpente nel Boer per tentare di rubargli la boccia d'oro. Ma quando il povero giovanotto fu vicino al serpente diventò rosso come il fuoco e quindi rimase pietrificato. Appena la gente si accorse del fatto chiamò il prevosto di Zogno che per farlo rinvenire lo annaffiò con tre secchi di acqua benedetta.

Per anni e anni,  uomini, vacche, pecore e capre bevvero l'acqua del Boer, che era stata avvelenata dal serpente e così morivano. Nel posto dove si posava il serpente c'erano soltanto vipere, rospi, scorpioni e salamandre. La gente ripeteva che il serpente non era altro che un diavoletto, piccolo, buono di quelli appena nati (figuriamoci se fosse stato un diavolo adulto). Ecco la ragione per la quale il prevosto di quell'epoca fece mettere in cima al campanile la statua di San Lorenzo. Il Santo infatti porta in mano la graticola del suo martirio e nell'altra un mazzo di verghe di salice e cura che non ritorni il serpente, pronto giorno e notte a dargliele sul groppone.

Anche la croce sul Canto Alto era stata messa per fugare il serpente. La gente del Boer poi ha fatto il resto con bastoni e vanghe finché il serpente sparì del tutto.

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