BAGNOLI

          

        

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La Storia

     La zona di Bagnoli, fin dall’antichità, era ricca d’acque dotate di proprietà miracolose e questo spinse i greci ad insediarsi.

      Dopo la venuta dei romani, le terme acquistarono un valore sociale oltre che terapeutico e furono punto d’incontro per le varie classi sociali. Con la caduta dell’Impero romano tutta l’area termale visse un periodo di decadenza soprattutto in concomitanza con la scuola Medica Salernitana. Tra queste due istituzioni, infatti, vi era un forte antagonismo poiché le cure termali erano gratuite mentre la scuola Medica Salernitana offriva le sue prestazioni a pagamento.

   Per eliminare la forte concorrenza, i salernitani attaccarono via mare le terme di Pozzuoli distruggendole completamente. Una leggenda narra che dopo quest’attacco Dio si vendicò facendo naufragare tutta la flotta salernitana, tutti annegarono tranne un cronista che poté narrare la tragica avventura.

     Nel Medio Evo il cronista Riccardo di San Germano, narra che Federico II di Svevia si curò presso le terme di Pozzuoli e proprio a lui fu dedicato un poemetto scritto da Pietro da Eboli in cui sono descritti i benefici delle attività termali. Con l’avvento degli Angioini e degli Aragonesi divennero famose le terme di Baia e di Tripergole, quest’ultima si sviluppò rapidamente con adeguate attrezzature ricettive (farmacie, osterie, etc.).

    Più tardi a causa di un’eruzione Tripergole fu completamente distrutta rendendo così inutili tutti i tentativi di potenziamento fatti fino a quel momento. Successivamente Don Pedro d’Aragona avviò il recupero delle terme e affidò a Sebastiano Bortolo il compito di rintracciare e restaurare le terme. Questi divise la sua ricerca in tre settori geografici caratterizzati ciascuno dalla presenza di una lapide.

     La prima lapide o epitaffio fu posta fuori la grotta che porta da Napoli a Pozzuoli ancora esistente e tipico esempio di cartellone pubblicitario del tempo. La seconda lapide fu posta nei pressi del tempio di Serapide e individua la zona compresa tra Pozzuoli e il golfo di Baia. La terza lapide è andata perduta ma sappiamo che individuava la zona che va da Baia a Capomiseno comprendendo anche punta epitaffio così chiamata proprio perché ospitava la terza lapide.

     Nell’ottocento si ha una rivalutazione dell’area termale con l’introduzione della ferrovia per promuovere l’attività turistica.

       Con l’istallazione dei vari complessi come l’ITALSIDER di Bagnoli si ha la fine del termalismo flegreo.

      La scelta per l’insediamento dell’ITALSIDER cadde su Bagnoli perché vasti terreni agricoli furono venduti a basso costo e fu favorita dalla possibilità di avvantaggiarsi della vicinanza dal mare e della successiva realizzazione della linea ferroviaria Roma - Napoli.

    Purtroppo non furono presi in considerazione i danni ambientali, che avrebbe causato il progetto e rimasero inascoltate le poche voci che desideravano mantenere inalterata la situazione oppure che lo sviluppo avvenisse in modo coerente con il paesaggio.

      Nonostante le critiche sul progetto nel 1911 fu inaugurato il primo nucleo attivo dell’acciaieria. Sin dai primi anni della nascita del complesso, l’equilibrio di Bagnoli fu modificato, ma si registrò anche un incremento della forza lavoro che trasformò l’ITALSIDER in un colosso industriale. Le polemiche si fecero attendere: infatti, furono ipotizzate alcune soluzioni come ad esempio la delocalizzazione per impedire che il complesso si sviluppasse per intero nell’area flegrea; questa ipotesi fu avanzata dall’ingegnere De Simone che voleva il ritorno di Bagnoli al luogo ideale per bagni e soggiorni di villeggiatura. Proprio durante il massimo sviluppo, la fabbrica fu costretta ad una battuta d’arresto a causa del conflitto mondiale che ne causò la parziale distruzione, ma l’impegno degli operai che sgombrarono gli unici capannoni lasciati in piedi dagli Americani, rimise in moto il meccanismo di produzione volta al recupero della fabbrica.

      Infatti, negli anni del dopoguerra ritornò a crescere a dispetto dell’inquinamento e del deficit aziendale. Nel 1961 fu approvato il progetto d’ampliamento dell’ITALSIDER, purtroppo fu un errore, poiché all’ITALSIDER si unirono la Cementir, la Montecatini e l’Eternit che chiusero Napoli in una morsa industriale.         

    L'Italsider, grande polo siderurgico di Bagnoli, è stato chiuso definitivamente nel 1993. Esso ha rappresentato uno dei maggiori problemi di Bagnoli,  poiché causa di inquinamento. Nel 1996 è stata approvata la variante per la salvaguardia di Bagnoli secondo la quale la bonifica deve coprire circa due milioni di mq allo scopo di recuperare il valore ambientale e realistico dell' ex area industriale. Per questo progetto lo Stato ha stanziato circa 25 mld, portati poi a 340, e aumentati poi di 50 mld per procedere nel migliore modi ,le zone da bonificare sono state divise in lotti.Secondo la legge emanata nel 1996 il primo lotto da bonificare è quello della spiaggia di Coroglio per il quale sono stati stanziati 25 mld. Entro il 1997 sarebbe dovuta terminare la bonifica di Coroglio, ma non si sono visti ancora risultati. Per quanto riguarda gli altri lotti , questi si sarebbero dovuti bonificare . Ostacolano questa bonifica problemi più o meno gravi: uno è il problema dell'eliminazione di piccole aziende che ostacolano gli appalti della bonifica, un altro, quello dei fondali, che sono pieni di rifiuti inquinanti, un altro ancora il problema impiantistico che riguarda la fragilità e l'instabilità del suolo. Per questa bonifica dovrebbero essere eliminate molte acciaierie, ma la "Sovrintendenza" vuole salvarne più di dieci. Tutti questi problemi comportano ritardo nella bonifica, i cui lavori si prevede finiscano dopo il 2008.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La storia dell'area industriale di Bagnoli

1853: Sulla spiaggia di Bagnoli sorge la società Vetreria Lefevre.

1905: Inizia la costruzione dell’impianto Ilva di Bagnoli, su una superficie di 12ha, con due (poi tre) altiforni da 250t  e quattro (poi cinque) forni Martin da 50t.

1908: La vetreria, già rilevata alla fine dell’800 dalla società Colli e Concimi, passa alla Montecatini che installa una linea di produzione di solfato di rame, acido fosforico e fertilizzanti fosfatici.

1910: Si inaugura l’Ilva che occupa 2000 operai. Lo stabilimento è strutturato con la logica del ciclo integrale: riceve le materie prime via mare e provvede alla spedizione del prodotto finito sempre via mare.

1917-1919: Gli eventi bellici incrementano fortemente la produzione degli stabilimenti napoletani: Ilva, Partison, Bacini e Scali; la sola Ilva, nel 1918, occupa 4000 operai.

1920: La crisi post-bellica determina la chiusura di numerosi stabilimenti; l’Ilva  resterà ferma fino al 1924.

1927: Sorge presso l’Ilva la prima fabbrica italiana di cementi per l’utilizzo delle loppe di altoforno, la Società cementiere litoranee.

1936-1938: Sorge lungo il tracciato della vecchia via Neghelli, oggi via P. Leopardi Cattolica, la società genovese Eternit per la produzione di manufatti in cemento-amianto.

1939: Si attua una completa trasformazione e il completamento dello stabilimento Ilva.

1943: Le truppe tedesche in ritirata distruggono ciò che era sopravvissuto ai bombardamenti   anglo-americani. L’Ilva è ferma, l’Eternit demolita ed il porto di Napoli paralizzato.

1946: All’Ilva riprendono a funzionare i laminatoi e l’acciaieria, ma la capacità produttiva anteguerra, sarà recuperata solo nel 1951.

1954: Nasce la Cementir in area adiacente allo stabilimento Ilva con l’obiettivo di utilizzare come materia prima per la produzione del cemento un sottoprodotto delle lavorazioni siderurgiche: la loppa di altoforno.

1961: Nasce l’Italsider dalla fusione dell’Ilva con la Cornigliano. In questo periodo, la produzione annua a Bagnoli è di 860'000t  di ghisa  e 820'000t di acciaio.

1962: Il piano quadriennale di investimenti della Finsider prevede la costruzione di un grande centro siderurgico dell’Ilva a Taranto e l’ampliamento dello stabilimento di  Bagnoli per aumentare la capacità produttiva di circa 1'000'000 di tonnellate annue. Per l’installazione di nuovi impianti  e l’ampliamento di quelle esistenti occorre acquisire nuovi spazi mediante una colmata a mare. I lavori comporteranno 70'000'000'000 di investimenti e 800 nuovi posti di lavoro in aggiunta  ai 4'600 esistenti.

1964: La Montecatini viene assorbita dalla Montedison, alla quale subentra  nel 1975 la Federconsorzi che chiude la linea di produzione del solfato di rame.

1964-1966: Il marcato processo di deindustrializzazione costringe l’Italsider a ridimensionare la produzione.

1970: Il Consiglio comunale adotta il nuovo piano regolatore generale. Il piano verrà approvato nel 1972 dal Ministero dei Lavori Pubblici, con modifiche che riguardano, tra l’altro, anche l’insediamento industriale di Bagnoli, per il quale viene stabilito che il 30% della superficie totale occupata lungo la fascia costiera venga destinata a verde attrezzato con impianti turistici ed il restante 70% ad attività di tipo manifatturiero, ad alto contenuto tecnologico, nonché impianti ed attrezzature per la ricerca applicata all’industria con l’esclusione di industrie nocive ed inquinanti.

1973: Allo scopo di ridurre le notevoli perdite registrate a partire dal 1969 l’Italsider propone la costruzione di un nuovo treno di laminazione e di un nuovo impianto di colata continua e chiede una variante normativa alle zone industriali (N) del Prg appena approvato. Il 21 aprile 1975 il Consiglio Comunale adotta la variante, definitivamente approvata l’anno successivo dalla regione. La variante prevede la possibilità che nelle aree di proprietà dell’Italsider, senza far ricorso ai piani particolareggiati, si possono realizzare opere di ammodernamento, integrazione ed ampliamento degli impianti esistenti, ivi compreso il nuovo treno di laminazione ed il nuovo impianto di colata continua, sempre che esse non compromettano le eventuali ipotesi di delocalizzazione da inserire nel piano di assetto territoriale.

1978: Il Comitato tecnico consultivo istituito con il compito di analizzare le aree di perdita esistenti all’interno del gruppo IRI nel Rapporto conclusivo del 27/10/1976, per l’impianto di Bagnoli aveva affermato che i risultati negativi registrati a partire dal 1969 erano imputabili a deficienze impiantistiche e produttive non eliminabili per carenza di spazio, giungendo alla conclusione che la localizzazione era inadatta all’esercizio di un impianto siderurgico moderno. Il successivo rapporto del Comitato per la siderurgia presieduta da Pietro Armani prevede per Bagnoli “la progressiva chiusura” in quanto le “razionalizzazioni e ristrutturazioni che si impongono” non possono essere realizzate con la normativa urbanistica vigente, nonostante le modifiche introdotte dalla variante del 1976. Per consentire la realizzazione del piano siderurgico nazionale, che per Bagnoli in stanzia circa 1'000' miliardi, il Consiglio Comunale adotta una nuova variante che elimina le prescrizioni sull’intera area industriale occidentale, consentendo “La realizzazione di opere per l’ammodernamento, integrazione e ampliamento degli impianti e delle loro attività complementari esistenti, e fin qui esistenti".

1985: Chiude lo stabilimento dell’Eternit impossibilitato a mantenere in vita lavorazioni altamente nocive. L’area, sgomberata dagli impianti, viene acquistata dalla Mededil Spa. Nel corso del 1989 è sottoposta a una prima  bonifica ambientale.

1989: A seguito  del ridimensionamento dell’apparato produttivo napoletano l’Italsider chiude l’area a caldo. La Cementir, venendo meno la fornitura della loppa di altoforno, converte gli impianti per renderli idonei all’utilizzo della pozzolana.

1991: La Federconsorzi cessa ogni attività viene posta in liquidazione. Verrà poi rilevata dalla Fondazione Idis–Città della Scienza nel 1993.

1992: Chiusura definitiva dell’Italsider. La caduta complessiva di posti di lavora nell’area è particolarmente forte. Basta ricordare che nel 1973 l’Italsider occupava 7698 unità, la Cementir non considerata oggi dimessa ma temporaneamente inattiva per ragioni di mercato 327, l’Eternit 604, la ex Federconsorzi 165,  per un totale di 8794 dipendenti senza contare gli occupati dell’indotto.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il territorio

Bagnoli ha una superficie di 7,96 Kmq., una altitudine massima di m.162 e minima di m.3, ed una morfologia pianeggiante.

Bagnoli, che si estende da Agnano a Coroglio, nasce da un progetto del marchese Giusto, alla fine della prima metà dell’ottocento, il quale personalmente ne disegnò la pianta creando quei vincoli secondo cui il territorio avrebbe dovuto conservare la fisionomia di luogo di svago. Il tracciato venne ceduto al comune di Napoli assieme agli stessi vincoli.

Il quartiere, per le vicende ormai note ha poi man mano assunto la fisionomia di un insediamento abitativo creato intorno al grande centro siderurgico. La scelta di insediare l’Italsider a ridosso di Posillipo e di fronte a Nitida ha segnato lo sviluppo, la storia, il tessuto sociale e civile dell’area.

È interessante leggere la storia di Bagnoli come la storia di una fabbrica creatrice è portatrice di una forte cultura della solidarietà con innumerevoli iniziative di mutuo soccorso e di interventi a favore delle fasce svantaggiate della società come handicappati, anziani, “minori a rischio”. L’Italsider da “fabbrica nella città” era diventata, con dignità e rigore una “città nella fabbrica”. La storia dell’insediamento dello sviluppo e della crisi della grande fabbrica si intreccia quindi strettamente con la definizione del territorio e del quartiere di Bagnoli da un punto di vista di identità sociale, politica ed economica.

La presenza della grande fabbrica e le sue vicende legate alle scelta importanti fatte a partire dalle fine dell’ottocento dal governo centrale e a loro volta dettate dall’andamento dei mercati a livello internazionale, ha reso Bagnoli un luogo anomalo rispetto al resto del mezzogiorno; ha visto, infatti, la crescita della presenza nel territorio di una classe operaia egemone e protagonista di un processo di lotte che ha espresso un ruolo propulsivo nella gestione del governo della vita del quartiere, vita intesa nella sua interezza: governo delle contraddizioni sociali, costruzione di rete solidale, sensibilità ai mutamenti che la presenza della fabbrica comportava anche da un punto di vista di inquinamento ambientale e, quindi, della minaccia alla salute dei cittadini.

Gli operai dell’Italsider si confrontavano direttamente con la realtà istituzionale a livello nazionale e riuscivano ad affermare modelli di organizzazione del lavoro e nuove forme di lotta nei confronti delle altre realtà di fabbrica.

Alcune testimonianze di ex operai Italsider raccontano così pezzo di vissuto della fabbrica nel territorio:

“C’è stata la lotta di fabbrica e tutto quello che gli operai sono stati capaci di mettere in piedi. Intorno a noi c’erano delle ditte che lavoravano dentro la fabbrica,  all’esterno si era creato un indotto notevole, mi ricordo che ogni tre-quattro giorni dovevo comprarmi un paio di jeans, questo era guadagno. Questa era un’economia che nasceva dal basso: e intorno ad essa ci campavano centomila persone.

La fabbrica aveva un ruolo socioeconomico.

Se ci si addentra nel viale Campi Flegrei e nelle sue traverse, si può intravedere un quartiere ordinato e pulito; un ordine che richiama molto quella che era la disciplina della classe operaia di un tempo. E’ un quartiere marchiata con dei tratti che sarebbe davvero un peccato smarrire. Questi sedimenti andrebbero recuperati e connessi con le nuove tendenze dell’economia.

“SE per un verso ci troviamo di fronte a lavoratori la cui spendibilità professionale trova difficoltà ad essere utilizzata in processi produttivi diversi (il che proporrà criticamente il tema della mobilità) è pur vero che occorre porre al centro l’attivazione di una strategia che valorizzi quel patrimonio di lealtà, responsabilità e propensione al lavoro che soggetti ancora giovani rispetto ad una consumata cultura ed esperienza industriale possono apportare alla città”.

“Bisogna fare politiche che portano di nuovo questa area a saldarsi con la città”.

E’ sembrato di cogliere due atteggiamento di fronte alla trasformazione, uno  di’innovazione e di fuga, un altro molto nostalgico che rifiuta la modernità: da una parte c’è un nucleo originario di Bagnoli, senza fabbrica, che continua a non capire  la fabbrica e non comprende nemmeno l’operaio che intanto é diventato cittadino di Bagnoli, e dall’altra ci sono i nostalgici della fabbrica percepita come un baluardo sul territorio.

Bisognerebbe superare entrambi gli atteggiamenti lavorando con politiche orizzontali che colleghino il quartiere alla città mentropoolitana.

Va a rafforzare le considerazioni sopra esposte un brano di Vito Cardone qui seguito riportato:

“Bagnoli – parte integrante dei Campi flegrei – la cui attività vulcanica ha segnato i confini e l’intera struttura geomorfologia del sito- è la estrema periferica occidentale della città di Napoli. Con una superficie  di 10.478.100 mq- pari a circa 9%dell’intero territorio Comunale- la circoscrizione di Bagnoli è, dopo quella di Pianura, la più estesa tra le ventuno circoscrizioni amministrative in cui è divisa la città. Sempre dopo Pianura, Bagnoli è anche il più grande tra i ventinove quartieri di Napoli, con l’attuale delimitazione il suo territorio comprende, oltre alla vera e propria piana di Bagnoli, anche Agnano, Cordoglio e l’isola di Nisida. Ne sono esclusi invece gli Astroni  e la parte di La Pietra che oggi appartengono al comune di Pozzuoli.

Queste località sono contraddistinte tuttavia da caratteristiche proprie e, alcune di esse, segnate da uno sviluppo storico autonomo, più ricco ed articolato. Infatti mentre uno studio sull’abitato di Bagnoli non va più in là dei primi aggregati rurali del secolo XVIII e diventa significato solo dall’800 in poi, Agnano, Astroni e Nisida sono centri di noti ed attivi già in epoca romana, se non addirittura prima, e saranno frequentati, con alterne vicende, anche nella epoche successive. Sulla localizzazione e lo sviluppo dei diversi centri incisero particolarmente le condizioni geomorofologica dei luoghi, tutti appartenenti ai Campi Flegrei ma, benché contigui, investiti in misura e in maniera diversa dalle molteplici manifestazioni (eruzioni,bradisismo, termalismo, etc) che hanno contraddistinto – e tuttora segnano in modo spesso drammatico -  l’attività di questa terra di fuoco in epoca storica.”

La stratificazione sociale che si incardinava sul mondo operaio è andata dissolvendosi e quella grande cultura operaia che ha fatto da elemento socialmente aggregante, inizia a risentire dei tempi lunghi della politica nell’inventare un nuovo modello di sviluppo.

Significativi appaiono, in proposito, i risultati di una ricerca diacronica condotta dal dipartimento di Scienze Sociali della Facoltà di Economia e Commercio di Napoli che ha verificato le aspettative dei giovani al momento della programmazione della Variante e dopo alcuni anni dalle indicazioni delle autorità politiche rispetto allo stesso piano urbanistico:l ’aspettativa di una rivalutazione dell’area al momento della Variante, in particolare nel settore terziario, era molto alta e tutti i giovani in età scolare vi rimanevano per attendere queste opportunità. Lo stesso gruppo  di giovani, coinvolti in un secondo momento, appunto, ha iniziato a parlare della necessità di emigrare. Tale fenomeno troverebbe forse spiegazione nella cosiderazione secondo cui i temi della politica spesso non coincidono con i tempi delle aspettative della popolazione di un territorio.

Tutto ciò costituisce un fattore socialmente disgregante in quanto il patrimonio di cultura industriale che era dei genitori si è trasferito in parte sui figli, ma si sta vanificando.

Bagnoli, quindi, sta perdendo identità economica e sociale.

 

Rilaqualificazione del territorio.

L’area di riferimento è interessata da un processo di riqualificazione socio-territoriale su cui sono centrati una serie di progetti di sviluppo di attività terziarie (alternativo al precedente  indirizzo industriale fondato, invece, sulla siderurgia pubblica), lasciando intravedere un impatto di vasta portata socio-economica che si estende alla  più ampia area metropolitana. Inoltre, tale processo emerge dalla necessità irrinunciabile dell’affermazione del principio    dello sviluppo sostenibile ed eco-compatibile.

La progettualità, infatti, pongono al centro dell’attenzione la valorizzazione delle risorse naturistiche esistenti e la creazione di nuove attività economiche compatibili sotto il profilo ambientale. I temi dello sviluppo sostenibile, della tutela ambientale, della qualità della vita sono diventati di estrema importanza per l’intera collettività. Il miglioramento della qualità della vita si deve tradurre nel miglioramento delle condizioni di fruizione degli spazi collettivi, recuperando, dove possibile, la naturalità preesistente.

 

Cosa prevede il piano della variante.

La variante al piano regolatore x la “zona occidentale”, approvata nell’aprile 1998, il cui piano esecutivo è stato di recente ratificato dal Consiglio comunale, è il nuovo strumento urbanistico che fissa le prescrizioni per l’ambito di Coroglio, definito a sud/sudest del costone della collina di Posillipo e dell’isola di Nisida; a nord del fascio di binari delle FS (comprendendoli) e dalla via nuova di Bagnoli; a sud dal mare. Tale area di riferimento, attualmente interessata dalle fasi conclusive del processo di missione dell’apparato siderurgico è rappresentata da una serie di volumi gia esistenti”per i quali la strumentazione attuativa dovrà indicare se dovranno essere demoliti e” reinsediati”, oppure se andranno mantenuti ,attraverso un’opera di conservazione funzionale sottraendone le quantità dal dimensionamento complessivo. I volumi in questione si riferiscono agli edifici FS, al deposito ANM, alla struttura dell’IDIS, agli edifici sulla spiaggia di Bagnoli, ad abitazioni private”. Le destinazioni d’uso ammesse per la nuova edificazione saranno divise in strutture residenziali, attività di ricerca, produttive e terziarie, attrezzature integrate,a ttività commerciali e ricettive.

Si possono esplorare nel settore dell’industria culturale ampi spazi che possono essere aperti su due territori e che potrebbero sposarsi benissimo con le scelte fatte dall’amministrazione culturale e già presenti nel piano regolatore, non soltanto quindi nei confronti di un ulteriore peso della Città della Scienza.

Un discreto fermento di imprenditorialità giovanile legata a forme di associazionismo produttivo nei settori dello spettacolo anche legato all’utilizzo delle nuove tecnologie comunicative, dall’informatica alla telematica, cinema, teatro, musica possono essere settori trainanti, pensiamo per esempio al settore musica.

Nel Piano, infatti, sono previste delle aree destinate a grandi manifestazioni e concerti all’aperto o al chiuso, strutture di supporto quali scuole di musica, sale di registrazione, di produzione e post-produzione ecc. Punto fermo in tal senso è il Neapolis live festival che attualmente si svolge nell’area dell’Arenile.

L’elemento fondamentale dal quale bisogna partire è la  quantità di giovani secolarizzati nell’area, si tratta di una percentuale molto alta con punte particolarmente interessanti nel campo dei laureati.

“Una volta tendeva ad andare via chi non era in possesso di un titolo di studio, mentre chi aveva un minimo di cultura tendeva ad entrare nel mondo dell’industria, oggi succede il contrario: vanno via gli secolarizzati”.

Il tentativo dovrebbe essere quello di rendere accessibili tutti gli strumenti a disposizione per il lavoro autonomo. In altre parole l’iniziativa Bersani per il terziario avanzato, la legislazione per la nuova imprenditorialità. E’ necessario creare dei punti di ascolto delle esigenze del territorio, per dare risposte in tempo reale a chi può pensare di utilizzare dal punto di vista imprenditoriale le risorse locali. Non esiste una soluzione univoca,ma bisogna creare le condizioni di attrattività nella zona. E’ tutto un discorso di creazione di infrastrutture sul territorio. Bisogna, come dire, aumentare la dotazione di base del territorio stesso. Non vale  più la politica di settore,ma bisogna migliorare tutta la qualità infrastrutturale:l’accessibilità, la circolazione, le reti telematiche e probabilmente solo allora ci sarà una promozione: il milieu territoriale.

“Tant’è vero che sto osservando con riferimento al mondo industriale, che addirittura, quando in un territorio come questo un’azienda diventa troppo innovativa, è pericolosa perché perde il contatto con il mercato locale, con i fornitori e i consulenti locali; taglia fuori il rapporto con la città. Quindi, in questa città le punte di diamante hanno poco da esprimere”.

 

Il ruolo delle produzione innovative

Accanto al settore turistico va senz’altro annoverato, come settore trainante di un possibile sviluppo dei due quartieri quello della ricerca scientifica.

Il quartiere ospita, infatti, nodi importanti di ricerca scientifica e di innovazione tecnologica.

A Bagnoli  l’innovazione è rappresentata dalla Fondazione IDIS-Citta della Scienza, che con il Piano di riqualificazione si propone come il primo centro scientifico Italiano,  fondazione IDIS (Città della Scienza ) che espleta essenzialmente tre funzioni :

1)Esposizione scientifica;

2)incubazione d’impresa;

3)formazione di figure professionali;

Quindi, da una parte si fa formazione e dall’altra si creano attività produttive, non solo di valore di scambio, ma anche di carattere più sociale, con l’obiettivo per entrambi i casi di creare posti di lavoro.

 

Il territorio di Bagnoli ha un’estensione più limitata rispetto a quella di Fuorigrotta. Prima dello sviluppo apportato dalla fabbrica il quartiere contava all’incirca 3500 abitanti: in quest’area si è riversata nel tempo una fascia di popolazione proveniente dall’entroterra napoletano e casertano.

La linea ferrata della cumana taglia in due il quartiere creando un ulteriore divaricazione all’interno della città: la popolazione “di sopra” e quella “disotto”, verso la costa (piazza Bagnoli, via Giusso, viale dei Sinai, via Lavinia), che rappresenta la zona antica. La prima di livello profesionale-impiegatizio; la seconda prettamente popolare. E’ un quartiere in cui è percepibile uno stato di abbandono. Attualmente è ancora in corso lo smantellamento della fabbrica, ma questa rimane chiusa nelle sue mura tant’è che il cittadino non riesce a rendersi conto del processo in atto. Sono quasi inesistenti aree verdi fruibili al pubblico. Inoltre, mancano parcheggi adeguati sia per i residenti che per i visitatori che numerosi si recano nel quartiere, attratti dalle iniziative scientifiche e culturali della Città della Scienza; del tempo libero e della balneazione come l’Arenile e il lido Fortuna.

Sul territorio di Bagnoli convivono due atteggiamenti rispetto all’impatto socio-ambientale apportato dallo stabilimento siderurgico: da una parte, la totale rimozione della fabbrica come luogo di cultura e dall’altra, la nostalgia della fabbrica percepita come una palestra di vita civile.

Da un lato un profitto notevole (gli immobili a Bagnoli hanno raggiunto un valore pari al doppio di quello iniziale); per altri l’amara sorpresa di vedersi inoltrare una notifica di sfratto.

 

Appartiene al territorio di Bagnoli la zona di Agnano. E’ un territorio abbastanza trascurato, una “periferia della periferia “ . Si tratta di un ampia vallata di origine vulcanica, sul cui fondo sono situate alcune sorgenti termali. Alcune attività agricole sono ancora svolte anche se insidiate dal disordinato estendersi degli insediamenti residenziali. Dal punto di vista naturalistico c’è da annoverare la Riserva Reale degli  Astroni, edificata dai Borbone nel 1749, oggi gestita dal grande WWF come riserva naturale protetta.

Inoltre, vi sono insediate siti archeologici, come le antiche Terme Romane, costruite 2700 anni fa. E ancora un altro punto di forza del territorio è l’Ippodromo, in fase d’apertura alla città con spettacoli e attività ricreative.

Tra i problemi più urgenti ad Agnano vi è senza dubbio quello del traffico intenso anche se i trasporti pubblici su strada si sono resi più efficienti, e questo è sicuramente un risultato positivo dell’Amministrazione locale ma ancora si deve operare per poter rendere il territorio più fruibile dai cittadini.

 

L’atteggiamento nei confronti del lavoro

C’è un approccio più attento verso la flessibilità del lavoro da parte di giovani con titolo di studio medio-alto. Può essere vista come una condizione di costrizione:”si prende quello che c’è”, oppure come una libera scelta dettata dai percorsi formativi e dalla cultura del rischio. 

“Da un punto di vista  dell’atteggiamento dei giovani verso il lavoro il quartiere è diviso in due , i ragazzi che studiano e sono ambiziosi ,perché questo è un quartiere che ha tanti ragazzi che vanno all’università e forse perché, crollato un po’ il mito operaio dopo la caduta dell’Italsider,  c’è stata una presa di coscienza di studiare e formarsi. E’ una fascia di ragazzi che è sicuramente minoritaria che esiste ed è forte e determinata.

 

Disagio sociale

Accanto al disagio di tipo economico molto spesso si pone , in modo più sotterraneo ,quello di tipo sociale-culturale.

Per ciò che riguarda Bagnoli , la crisi di economia locale ,il disfacimento sociale di cui è permeata lascia intravedere , se le istituzione non intervengono all’interno del tessuto sociale in maniera radicale ed urgente,un destino di disgregazione simile a quello che pervade il quartiere di Pianura.

Non è un caso che in questi ultimi mesi, a Bagnoli si siano verificate due tipologie di fenomeni molto interessanti sotto il profilo sociologico , molto pericolosi sotto il profilo socio-politico e criminale. Si tratta dell’accresciuto numero di eventi luttuosi dovuti ai segnali che la camorra sta lanciando attraverso azioni violente per il possesso del territorio.

L’altro fenomeno è rappresentato da una nuova tipologia eversione, radicata soprattutto tra le fasce giovanili, che si verifica nei confronti del rispetto delle norme e del riconoscimento delle Istruzioni. L’esempio tipico è quello che ha visto gruppi di giovani sfidare la polizia manifestando animatamente per le strade a seguito della morte, per tragiche e fatali circostanze, di un ragazzo per mano di un agente di pubblica sicurezza.

L’episodio di incitamento collettivo andrebbe interpretato come un campanello di allarme molto chiaro di illegalità diffusa, perché, a detta di alcuni intervistati, non si tratta di un semplice atteggiamento di trasgressione, ma di un pericoloso intervento culturale di forze illegali che operano sul territorio, già presenti in alcuni ambiti molto marginali di giovani.

 

L'immigrazione

Dalle osservazioni di alcuni testimoni privilegiati emerge il dato che a Bagnoli il fenomeno dell’immigrazione extracomunitaria è limitato quantitativamente e non pone, per ora, particolari problemi di marginalità, esclusione o criminalità. Si tratta per lo più di immigrate polacche impiegate in lavori domestici che abitano a Bagnoli e sono tutelate da un circuito di volontariato parrocchiale.

“La domenica parecchi immigrati dell’Est europeo provenienti da diverse zone di Napoli attraverso le linee della cumana e della metropolitana si ritrovano nella zona “vecchia”del quartiere al di là della cumana.”

 

La Cittadinanza attiva

La circoscrizione di Bagnoli vuole creare un luogo che dovrà diventare la sede delle associazioni, la sede di un laboratorio di arte e di cultura giovanile e di iniziative sociali. Ed a tal proposito é stata già individuata  una struttura di quattro piani, sita in via Plinio, che attualmente ospita le famiglie sgomberate. Appena le famiglie troveranno una sistemazione si partirà immediatamente con il progetto della realizzazione del centro culturale, che ospiterà pure l’Archivio del Movimento Operaio.

A Bagnoli ci sono molte scuole e molte scuole superiori di altissimo livello ( Istituto Alberghiero, Istituto per l’Industria e per l’Artigianato, Liceo Scientifico, Istituto Tecnico Femminile per Educatrici di Comunità, Istituto Tecnico Industriale, Istituto Nautico), che sono frequentate anche da ragazzi provenienti da quartieri limitrofi. La platea scolastica è molto vasta e ci sono molti drop-out, particolarmente all’Alberghiero e al Nautico.

Il Comune ha una spiaggia in convenzione con quest’ultimo istituto: da maggio a ottobre è comunale, da ottobre a maggio è affidata alla scuola, che ospita al suo interno un importante Museo del Mare. Il Liceo Labriola si distingue per la qualità/quantità di iniziative culturali promosse, mentre il Nautico è molto attivo sul fronte dell’impegno sociale.

Il Comune ha investito molto nelle politiche per i minori, l’educativa territoriale è stato il progetto che ha avuto più riscontro di partecipazione, anche se in linea generale è confermato un interesse altissimo rispetto a tutte le iniziative rivolte ai bambini e ai ragazzi, ad esempio, a Ragazzi in Città hanno partecipato in migliaia. Per Bagnoli sono stati pensati poi progetti orientati a rinsaldare il rapporto dei giovani con il mare, Andar per Mare ha previsto corsi di canottaggio, hanno fatto corsi di falegnameria, costruendo addirittura una barca che riprende una classica barca dei pescatori di Bagnoli. Sono stati previsti anche corsi di ceramica ma, soprattutto, alle attività manuali è stata affiancata una buona offerta di attività sportive e il circolo ILVA si è particolarmente distinto in questo, tanto che sono state organizzate pure delle gare. Importantissime le attività di prevenzione e formazione che si svolgono a Nisida con i progetti Nisida Futuro Ragazzi( Comune di Napoli, Ministero della Giustizia) e Comunità Il Ponte( Cooperativa Il Quadrifoglio).

Una istituzione molto importante sul territorio, anche perché è l’unica struttura sorta ed attiva, per il momento, sull’area ex industriale di Coroglio , è Città della Scienza che è un incubatoio di impresa e lavora già con trecento imprese. E’ prevista l’istituzione di un laboratorio digitale  e il 23 novembre scorso è stato inaugurato il Museo Vivo della Scienza.

 Un’altra attività rivolta alle giovani generazioni è stato un progetto di accompagnamento alle imprese (  microimprenditorialità giovanile), denominato Sviluppo Italia  nel cui ambito sono stati realizzati alcuni corsi di formazione, di animazione, prestiti d’onore

Il Forum delle Associazioni con l’aiuto di Sviluppo Italia ha formato una cooperativa sociale.

Sempre per i giovani, il Comune di Napoli, ha istituito il Centro Ascolto ed Orientamento, con sede a Villa Medusa, di cui è responsabile Elvira Finamore che lavora su una Campagna di Solidarietà Sociale e su un insolito percorso formativo e di inclusione sociale denominato Incontri Intergenerazionali, per superare l’esclusione della terza età e che impegna alla partecipazione collettiva di adolescenti, adulti ed anziani che preparano insieme iniziative che sono diventate ormai un’istituzione.

Sempre a Villa Medusa c’è il Centro per le famiglie, che svolge azione preventiva e di cura per la difesa e la valorizzazione dei soggetti esposti a rischio familiare.

Per quanto riguarda i trasporti Bagnoli è ben servita e collegata: è raggiunta dalla Cumana, dalla Metropolitana e da una fitta rete di autobus, che prevede circolari interne al territorio per accorciare le distanze da Agnano e Coroglio che sono zone molto lontane dal centro. Grazie al lavoro della Circoscrizione recentemente è stata istituita una corsa di autobus che collega direttamente Bagnoli con piazza Vittoria, evitando all’utenza il disagio di essere obbligati a scendere a Fuorigrotta e aspettare l’interscambio a piazzale Tecchio.

Bagnoli, sul piano sanitario, fa parte del 45° Distretto ( Bagnoli-Fuorigrotta ), dell’Asl Na1: oltre al servizio di igiene mentale, al laboratorio Asl c’è il Consultorio. I sindacati fanno segretariato sociale e collaborano strettamente con la Circoscrizione. C’è anche il Ser.T. a Bagnoli, ma quello  della  tossicodipendenza  pere essere un fenomeno  ancora distante  da livelli  di guardia. In definitiva Bagnoli presenta da una parte  una realtà dinamica  e giovane nell’ iniziativa  sul territorio, una presenza delle istituzioni  molto forte e coinvolgente, molto vicina ai cittadini, dall’ altra però è evidente uno scollamento tra progetti di trasformazione  e la realizzazione degli stessi. Sono bastati pochi anni per distruggere le sicurezze conquistate in questo angolo di mondo.

Se, oggi, dal piazzale, che da Posillipo guarda sull’area dell’ex Italsider ci si affaccia, aspettandosi di trovare una attività febbrile di lavori in corso , ettari di verde e spiagge  da sogno  si rischia di rimanere non solo delusi  ma basiti  di fronte  allo spettacolo di una città industriale morta, che aspetta di essere smontata, demolita. Bagnoli, si potrebbe dire, sta ancora aspettando, che dopo la morte imposta della fabbrica, arrivi una risposta “partecipata” di vita, di occupazione che, non risolve tutto, ma rimane il vero deterrente contro le devianze, la povertà e l’emarginazione sociale. Il resto sono solo parole.

Consulta dei giovani e writers.

Bagnoli è sempre stato, da un punto di vista sociale e culturale, un territorio molto vivo. Qui la civiltà operaia per anni ha formato generazioni di uomini e di donne alla cultura della partecipazione, del lavoro, dell’impegno politico e sociale tanto che oggi, dopo la chiusura dell’Italsider sopravvivono una serie di valori che pur reinterpretati nella trasmissione e nella comunicazione esterna, pensiamo ai graffitisti, segnano il fondamento della memoria e delle interpretazioni tra generazioni diverse. Luca Simeone, coordinatore della Commissione Politiche Giovanili e  la presidente Cammardella ci hanno parlato con entusiasmo di questi giovani: “Strani per esempio i writers nella comunicazione, per chi ha qualche anno in più”,”ma pieni di voglia di dire – io ci sono, sono qui , esisto e voglio dire che penso!”.

 A Bagnoli, infatti, è nata una comunità di writers, ragazzi che,  con un po’ di  soldi raggranellati alla meglio, comprano delle bombolette e dipingono muri. Figli e nipoti di quella classe operaia che ha fatto la storia democratica di Bagnoli, si rifanno alla cultura hip-hop  di Harem, ma non sempre riescono ad avere la stessa incidenza, radicalità e durezza politica dei gruppi americani. “Quello che è positivo- sottolinea Simeone- è che vogliono essere coinvolti, non vogliono restare ai margini”.

“Tra l’altro rendono un servizio anche alla comunità, perché questi muri sono solitamente grigi e, dunque tristi, per cui tutto quel colore li rende più allegri e piacevoli alla vista” dice la presidente.

“Non solo- incalza Simeone- non c’è solo colore ma pure un messaggio. Quei muri parlano a chi ci cammina accanto, anche a chi è distratto o va troppo di fretta”. Il loro è un modo di esprimere un disagio e un bisogno: sentirsi rappresentati. La politica non li ha fatto sentire partecipi e rappresentati.

Fino a poco tempo fa,era un luogo avvertito come distante, lontano da quest’ultima generazione e allora, stabilito un canale di contatto, di reciproca apertura, di dialogo, la Circoscrizione ha proposto anche a loro, come a tutti i giovani che vivono a Bagnoli, la Consulta, di modo che si accorciasse questa distanza. Oggi, il Comune non è percepito più come posto dove si rinnova la carta di identità o si prendono decisioni lontane dai bisogni della gente,tanto che questo gruppo di graffitisti, in particolare, ha aderito in massa alla Consulta  dei giovani di Bagnoli e collabora attivamente con la Circoscrizione. “La Consulta è un luogo di discussione- precisa Simeone- dove i ragazzi che vi aderiscono possono vedersi, confrontarsi e decidere su quanto occorre fare”. Questo organismo è stato approvato lo scorso in Consigli, in modo trasversale ma attraverso un lungo iter, non privo di polemiche.

Decisamente, i primi risultati danno ragione a quanti si sono battuti per realizzare la Consulta che è stata articolata con uno Statuto molto semplice. Possono partecipare giovani dai 14 ai 30 anni che risiedono a Bagnoli, vi si trovano per attività legate alla scuola o all’università ,oppure lavorano nel quartiere. Attualmente è composta da circa una trentina di ragazzi ed il 6 maggio del 2001 si è presentata al quartiere con una grossa iniziativa: il gemellaggio con il Comune di Sesto San Giovanni. Quella di Bagnoli è l’unica Consulta dei Giovani deliberata e attiva su tutte le Circoscrizioni della città. Solo a Fuorigrotta, sull’onda di Bagnoli si è iniziato è un percorso simile. Lo strumento della Consulta  è stato recepito dal programma del Sindaco Iervolino ed è stato messo nella sua agenda e “a questo punto si può veramente cominciare a delineare uno sviluppo che parta dal basso, che senta  veramente le esigenze e la volontà della gente che vive i quartieri , non come mero atto di testimonianza ma come una risorsa  per le istituzioni locali, per il Comune.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I Servizi

 

Servizi sociali istituzionali

Circoscrizione Bagnoli

Via Acate,65    Tel. 0815704484

Centro servizi sociali

Via Acate, 65     Tel. 0815702676

Comando vigili urbani

 Via Cicerone, 18     Tel. 0816100745

Centro Ascolto del Comune

Via di Pozzuoli (c/o Villa Medusa)  Tel. 0815701133

 

Le Scuole del quartiere

 

 

 

Circoli didattici

 

 

  73°  Circolo didattico - Via Ilioneo - tel. 0815705212

 

74°  Circolo didattico - Via Terracina - tel. 0815709719

 

 

41° Circolo didattico - Via Carafa - tel. 0815702531

 

33°  Circolo didattico - Via Neghelli - tel. 0817622050


 

 

 

 

Scuole medie

 

 

S.m.s. "Michelangelo Buonarroti"

 Via Acate tel. 0815702524

 

S.m.s. "Cesareo Console"

 

S.m.s. "Augusto"


 

 

 

Scuole Superiori

 

 

Istituto Alberghiero

 Istituto per l’Industria e per l’Artigianato

Liceo Scientifico "A. Labriola"

 Istituto Tecnico Femminile per Educatrici di Comunità

Istituto Tecnico Industriale VIII

I. T. I. S. "A. Righi"

 Istituto Nautico "Duca degli Abruzzi"

I..T.C. "Saverio Nitti"

 

 

 

Trasporti

La zona di Bagnoli è ben servita dai mezzi pubblici di trasporto, infatti negli ultimi anni sono nate nuove fermate e nuove linee di trasporto su gomma, insieme alle già presenti stazioni della Metropolitana e della Cumana.

Terme ed attrezzature balneari

Terme di Agnano S.P.A.

  • Via Agnano, 24 Tel.  081-5702122
  • Via Terme di Agnano,24 Tel.  081-5704521
  • Via Agnano Astroni Tel.  081-5701759

 

Esistono stabilimenti balneari privati dove la gente può prendere il sole e fare il bagno per liberarsi dall'arsura estiva come facevano i loro antenati

L'Arenile Via Coroglio, 14b             

Lido Fortuna Via Coroglio

 

Attrazioni sportive

Unica struttura sportiva famosa presente nella zona di Bagnoli è l’Ippodromo di Agnano, questa circuito è rinomato in tutto il mondo per la famosa gara  “Gran Premio Lotteria”.

 

Ospedali

L'ospedale più importante presente nella zona è il San Paolo fornito anche di pronto soccorso. Esso e' situato in Via Terracina e numerose sono le persone che si curano presso questa struttura (tel. 0817686111)

  

Locali notturni e non solo

Nella zona di Bagnoli sono presenti numerose attrazioni, tra le quali troviamo numerosi locali notturni e centri di divertimento.