Una breve rassegna di opinioni a sostegno della pace

dal mondo della Chiesa

NON UCCIDERE:

LA PACE COME "OPERA DI GIUSTIZIA" (IS 32,7)

 

 

"NON C'E' PACE SULLA PACE"

 

Potremmo dire che sulla parola “pace” non c’è pace, perché lungo i secoli della storia e ancora oggi essa viene intesa in maniere molto diverse, spesso restrittive. L’antichità classica considerava la pace semplicemente come una tregua tra due guerre, costituendo le guerre una condizione quasi permanente dell’umanità. Oppure si può pensare a una pace imposta con la forza delle armi, con la conquista, come avveniva al tempo dei romani. Nella versione più moderna, c’è la pace sicurezza, che è il risultato dell’equilibrio del terrore, delle forze che potrebbero annullarci e che, quindi, potenzialmente si elidono. Nei suoi significati più profondi la pace significa armonia: armonia dell’uomo con Dio, dell’uomo con il suo prossimo e dell’uomo con la terra. Questa è la visione biblica armonica dei primi capitoli del libro della Genesi. E, ancora, c’è la pace-comunione: comunione profonda di amore di Dio con l’uomo e degli uomini tra loro, che è la pace portata da Gesù. La pace dunque è composta di tanti elementi, ha il suo culmine nella pace-comunione e tuttavia non trascura le altre realtà e le altre situazioni terrene. Proprio per questo, è necessario continuamente ripensarla, riproporla nei termini attuali, affinché non sia una semplice astrazione, una semplice ideologia.

Cardinal Carlo Maria Martini        

 

 

"LA PROMOZIONE DELLA PACE E DELLA COMUNITA' DEI POPOLI"

 

In questi nostri anni, nei quali permangono ancora gravissime tra gli uomini le afflizioni e le angustie derivanti dall’imperversare della guerra. (…) Illustrando pertanto la vera e superiore concezione della pace, il concilio, condannata la mostruosità della guerra, intende rivolgere un ardente appello ai cristiani, affinché, con l’aiuto di Cristo autore della pace, collaborino con tutti gli uomini per stabilire tra loro una pace fondata sulla giustizia e sull’amore e per preparare strumenti di pace. La pace non è la semplice assenza della guerra, né può ridursi al solo rendere stabile l’equilibrio delle forze contrastanti, né è effetto di una dispotica dominazione, ma essa viene con tutta esattezza definita “opera di giustizia” (Is 32,7). E poiché la volontà umana è labile e per di più ferita dal peccato, l’acquisto della pace esige il costante dominio delle passioni di ognuno e la vigilanza della legittima autorità. Tuttavia questo non basta. Tale pace non si può ottenere sulla terra se non è tutelato il bene delle persone e se gli uomini non possono scambiarsi con fiducia e liberamente le ricchezze del loro animo e del loro ingegno. La ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli e la loro dignità, e l’assidua pratica della fratellanza umana sono assolutamente necessarie per la costruzione della pace. In tal modo la pace è frutto anche dell’amore, il quale va oltre quanto è in grado di assicurare la semplice giustizia. (…) Pertanto tutti i cristiani sono pressantemente chiamati a “praticare la verità nell’amore” (Ef 4,15), e a unirsi agli uomini sinceramente amanti della pace per implorarla e per attuarla.

Concilio Vaticano II, Sessione IX, Gaudium et Spes        

 

 

Dal documento "LA SANTA SEDE E IL DISARMO GENERALE"

 

I capitali astronomici destinati alla fabbricazione e alle scorte delle armi costituiscono una vera distorsione dei fondi da parte dei “gerenti” o dei blocchi meno favoriti. La contraddizione manifesta tra lo spreco della sovrapproduzione delle attrezzature militari e la somma dei bisogni vitali non soddisfatti (paesi in via di sviluppo; emarginati e poveri delle società abbienti) costituisce già un’aggressione verso quelli che ne sono vittime. Aggressione che si fa crimine: gli armamenti, anche se non messi in opera, con il loro alto costo uccidono i poveri, facendoli morire di fame.

Papa Paolo VI (3 Giugno 1976)        

 

 

"E' IL VANGELO CHE DICE NO ALLA GUERRA"

 

Il dramma della guerra merita di essere guardato con rispetto e attenzione, senza scorciatoie semplicistiche e soluzioni sbrigative. Anche la coscienza cristiana non è mai stata indifferente rispetto a questo tema (…) Le ragioni dei credenti vengono innanzitutto dal Vangelo, che parla di “costruire la pace, non resistere al violento e amare il nemico” (Mt. 6): una proposta che segna una netta alterità nei confronti della guerra e svuota ogni tentativo teologico di giustificazione. Puntualmente ogni guerra dimostra quanto la forza di distruzione superi di gran lunga il bisogno di risolvere la controversia e ci fa constatare come le situazioni non trovino sbocco, ma si aggravino, si pongano le premesse perché nuovi rancori possano alimentare altri conflitti nel futuro. Viene di qui la grave preoccupazione che nutriamo per la scelta di perseguire il terrorismo con la guerra. Si tratta di un conflitto dai contorni incerti, con inquiete prospettive di spirali di violenza, con le distruzioni e la morte che colpiscono tante persone inermi, senza tener alcun conto degli organismi internazionali, che restano la via maestra. (…) Anche noi abbiamo bisogno di capire gli eventi che stiamo vivendo. Don Tonino Bello ci ricordava che “E’ durante il diluvio che bisogna mettere da parte la semente”.

Monsignor Diego Bona (Presidente Nazionale di Pax Christi)        

 

 

Pagina Precedente                Pagina Successiva                Indice                  Home