Riflettendo sulla precisa e deludente scelta della TV di non voler crescere

SOLO UN MISCUGLIO DI PUBBLICITA'

 

 

INFORMAZIONE? A ME SEMBRA TUTT'ALTRO

di Claudia Chiapparelli

 

Se la televisione nasce come strumento di informazione diretto e veloce, oggi sono sempre più convinta che l’unico momento di “reale” informazione sia il telegiornale. La televisione italiana è diventata negli ultimi anni un miscuglio di pubblicità, programmi sportivi, quiz e pettegolezzi. Raramente fanno la loro comparsa programmi di cultura generale, schiaffati ovviamente in seconda serata per lasciare spazio ai programmi e ai telefilm sempre più squallidi, ma sempre più seguiti.

Mi piacerebbe una televisione colta, raffinata, interessante, capace di incuriosire e dare spiegazioni, capace di divertire, perché no, non è detto che un programma culturale debba essere per forza noioso!

La metamorfosi della televisione italiana sta andando di pari passo con quella del livello culturale del nostro Paese, e si adegua sempre di più ai canoni della volgarità proposti da alcuni Stati che si vogliono imitare a tutti i costi (basti pensare al Grande Fratello… Non mi venite a dire che era un bel programma!) senza badare ai rozzi contenuti che vengono proposti ai telespettatori.

Se nell’arco di una giornata programmi decenti vengono trasmessi solo ed esclusivamente nella tarda serata, è ovvio che questi saranno seguiti solo da una misera parte di persone; ciò significa che la stragrande maggioranza dei cittadini guarda, pur arricciando il naso, quei bei programmi quali Il processo di Biscardi, Al posto tuo, Domenica In, Operazione Trionfo, Sarabanda… Potrei continuare davvero fino a domani! A questo punto però mi balza alla mente un quesito: se quasi tutte le persone guardano questi meravigliosi programmi, col passare del tempo, il loro interesse per ciò che riguarda argomenti uno scalino un po’ più in alto del calcio e dei fatti della gente, non andrà diminuendo? Ma ciò che mi sorprende di più è che, invece di tirar fuori, almeno per una volta, il senso critico che ognuno di noi possiede, sembra che, non solo tendiamo a nasconderlo per paura di chissà cosa, ma sembra quasi che… nessuno di noi lo abbia!

Per non parlare dell’atteggiamento egoista che ha la televisione nei confronti dei bambini, diventati ormai solo strumento della pubblicità. Ne è un esempio calzante il fatto che gli spot pubblicitari dei giocattoli occupano sempre la fascia oraria che va dalle 16:30 in poi… Chissà perché!? Per loro inoltre non c’è mai un programma educativo, solo cartoni animati giapponesi (e poi danno la colpa alla Play Station se i nostri bambini sono sempre più violenti… Io attaccherei di più la televisione). Lasciando ora da parte le critiche che possono essere più o meno soggettive, rifletterei sul fatto che più i programmi sono scadenti, più è scadente il livello culturale della popolazione. Che cosa vogliono? Stordirci la mente con i loro messaggi di ignoranza per diventare capi di un regno di smidollati, privi di ogni senso critico? Non sarebbe più logico puntare su una televisione intelligente? Sarebbe carino realizzare, come del resto fanno gli inglesi, vari canali ognuno con un tema di fondo: un canale per l’informazione, uno per lo spettacolo, un altro ancora per lo sport, uno per i bambini, uno per i film, etc… In questo modo se una persona vuole seguire trasmissioni a sfondo informativo, non deve necessariamente rinunciare al suo desiderio solo perché quella sera ci sarà per esempio una partita e subito dopo trecento moviole fino a notte! E così se uno vuole vedersi un bel film non deve aspettare tre settimane perché deve “finire” Incantesimo!

E’ vergognoso inoltre il fatto che gli italiani non sappiano parlare di politica in televisione. Uno strumento che sarebbe per molte persone fonte di chiarezza sui temi riguardanti la politica sta perdendo giorno dopo giorno la possibilità di avvicinare questa alla gente e così, sempre più di frequente, sentiamo persone che dicono: “Non capisco nulla di politica, a votare non vado!”. Portiamola in televisione la politica, in modo democratico ed educato naturalmente, e non lasciamo che tutto ci scorra sotto il naso senza esprimere mai un giudizio perché oggi ci beviamo le cretinate di Amadeus, domani, chissà, forse ci berremo le cretinate di un politico.

 

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