Alcuni giovani animatori di "Insieme in città" ci raccontano la loro esperienza

I GIORNI DEL CENTRO ESTIVO PARROCCHIALE

 

Insieme in città:

i bambini del centro estivo

di Ilaria Caridi

 

Chi ha mai pensato di iniziare le tanto attese vacanze estive con una cinquantina di piccole pesti tra gli otto e gli undici anni? Una di queste sono proprio io, ma il mio non è stato un tentativo di suicidio, ma la prova di un’esperienza indimenticabile. E’ stato bello tornare piccola grazie ai bambini; è stato divertentissimo giocare con loro, lasciarmi fare i gavettoni da loro e rincorrerli per tutto il campo.

L’unico lato un po’ meno positivo è stata la fine: quando bisognava salutare i bambini ed andarsene. Certo: la fatica e la stanchezza sono state tante, ma il sorriso di un solo bambino aiutava a far scomparire tutto e si tornava freschi come rose e con tante energie per sopportare il sole cocente di giugno ed il sonno arretrato a causa della sveglia alle 7:30. Un’esperienza che consiglio a tutti di fare, perché è bello uscire dal solito tran tran quotidiano ed entrare in un mondo più allegro, semplice e giusto come quello dei bambini. E poi è bellissimo organizzare i giochi per loro insieme ad altri animatori, ragazzi pieni di buona volontà, che si sono impegnati perché i piccoli stessero bene e si divertissero. Però la stanchezza si sarebbe sentita di meno se i ragazzi fossero stati ancora più numerosi, per questo speriamo che un futuro animatore possa essere proprio tu, per divertirti con noi nel prossimo centro estivo. Arrivederci a giugno!

 

 

L' INTERVISTA:

Eugenio, Flavia, Francesco, Marco e Pierfilippo

ci raccontano le loro impressioni

sull' esperienza di "animatori" di "Insieme in città"

 

Per quale motivo avete scelto di partecipare come “animatori” al centro estivo parrocchiale?

All’inizio perché non avevamo nulla da fare… ma anche perché in fondo queste cose ci piacciono. Insomma, sulle prime è stato più un modo di riempire il “tempo libero” che, con la chiusura delle scuole, si sarebbe moltiplicato; poi si è trasformata in una specie di “sfida”: volevamo dimostrare di essere in grado di portare a termine un progetto. Dobbiamo dire che la mancanza di entusiasmo iniziale si è trasformata nel corso dell’esperienza ed è nato un sentimento di condivisione che ci ha legato molto.

Cosa vi ha colpito di più nelle attività?

Sicuramente lo stare insieme ai bambini, la loro vivacità… Ricordiamo molti attimi, molti episodi simpatici. Siamo rimasti molto impressionati dal successo dell’uscita a Explora, cioè quando li abbiamo accompagnati in metropolitana al Museo del bambino.

E’ stata un’esperienza di gruppo democratica?

Si. Ci siamo trovati bene. Quasi sempre molti di noi animatori restavamo a mangiare insieme una pizza e trascorrevamo le prime ore del pomeriggio a giocare a pallone tra di noi. E quei momenti pomeridiani erano sempre un grosso divertimento.

Quali difficoltà avete incontrato?

Beh, forse la sveglia! Scherzi a parte, la prima settimana è filata via liscia come l’olio. Sono state tutte giornate da incorniciare. Ad essere onesti nella seconda settimana un po’ di stanchezza si è fatta sentire e qualche piccolo problemino in più c’è stato.

Potreste dire che si è trattata di un’esperienza da ripetere?

Sicuramente si, compatibilmente con i nostri futuri impegni scolastici… Per qualcuno di noi si avvicina la Maturità e potrebbe essere costretto a dare forfait. Comunque è stato bellissimo sentirsi responsabilizzati nei confronti dei bambini. Il giorno finale con i ringraziamenti dei genitori ci ha riempito di soddisfazione.  Bisogna proprio ammettere che ne è valsa davvero la pena.

 

 

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