L' estate "nuova" dei Campi Parrocchiali:

prospettive di esperienza comunitaria 

"INSIEME IN CITTA'" E IL CAMPO ESTIVO

 

 

“ INSIEME IN CITTA’ ”

ed un “GRAZIE” inevitabile

di Davide Toffoli

 

Si è conclusa da pochissimi giorni un’esperienza memorabile per bambini e ragazzi della nostra parrocchia non solo perché si trattava della fatidica “prima volta”, ma soprattutto perché abbiamo avuto modo di toccare con mano quanto sia “costruttivo” lavorare insieme con tutto l’impegno possibile per portare avanti un progetto nel quale si è prima creduto e poi si è investito tutto ciò che si aveva dentro per portarlo a compimento. Poco importa se la proposta di realizzare un campo parrocchiale rivolto a bambini dai 7 agli 11 anni sia nata dalla “mente malata” (il coraggio è dei folli!) di Padre Paolo, di Padre Joshy o di Minello Giorgetti; poco cambia sapere che qualche maggiorenne se la sia sentita di sposare a pieno il progetto ed abbia investito le proprie energie nella programmazione di questa esperienza, magari prendendo qualche giorno di ferie dal lavoro. Cambia molto invece sapere che a portare avanti questa nuova iniziativa siano stati un gruppo di ragazzi, lasciatemelo dire, “speciali”: sì, perché ragazzi come tanti, irrequieti, con tanta voglia di divertirsi, di stare insieme, ma tantissima voglia di “dare”. Per sapere i loro nomi sarebbe sufficiente fermare un qualsiasi bambino di “Insieme in città” e dalla sua bocca e dai suoi occhi uscirebbero tutte le informazioni che cerchiamo. Claudia, Eugenio, Marco, Flavia, Pierfilippo, Damiano, Ilaria… e la lista sarebbe lunga perché potrebbero aggiungersi i nomi di Lorenzo, Fabrizio, Francesco, meno assidui ma spesso presenti. Fidatevi di chi ha avuto la fortuna di vederli all’opera con quella semplicità che contraddistingue le persone che riescono a non farti pesare quello che stanno facendo: sono stati unici, soprattutto perché con un pizzico di incoscienza si sono “regalati” ai bambini in tutta la propria spontaneità. Una spontaneità che ha arricchito chi era lì con loro ad inventare ogni giorno qualcosa di nuovo per far divertire i bambini e per fare in modo che ogni giorno se ne andassero a casa contenti di tornare l’indomani. Prima ho detto “ragazzi speciali” e lo ripeto, perché sono convinto che di strada ne possano fare davvero tanta, magari anche solo fermandosi per un attimo a riflettere su questa loro esperienza appena vissuta. Ho visto in loro momenti di entusiasmo, di allegria, di stanchezza; ho visto visi soddisfatti e appagati dal semplice sorriso di un bambino che li chiamava per nome, volti tirati magari da un attimo di nervosismo o di affaticamento; ma soprattutto ho visto persone giocose e “cariche” disposte a regalare qualcosa ai più piccoli, divertendosi ma non trascurando le responsabilità da “adulti” che il loro ruolo esigeva. Ho scoperto dei ragazzi coraggiosi subito pronti ad accettare una scommessa non facile e ho potuto vedere da vicino che la loro scommessa sono davvero riusciti a vincerla. Se prima conoscevo solo dei “volti di passaggio”, ora so che si tratta di “compagni di viaggio” sui quali posso contare. A tutti loro un GRAZIE davvero speciale.

 

 

 

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