Un' intervista per cercare di scoprire cosa significa avere un figlio

SCEGLIERE DI ESSERE MADRE

 

INTERVISTA a Chiara Tiracorrendo (26 anni) - Mamma tra un po' di giorni

di Elettra De Crescenzo

 

Quando hai deciso di mettere al mondo un bambino? Perché?

 

Innanzitutto non ho deciso da sola! A parte gli scherzi: io e mio marito Francesco avevamo, da tempo, nei nostri desideri quello di poter formare una famiglia vera e propria, tutta nostra. Siamo stati fidanzati cinque anni e quando ci siamo sposati, quasi non vedevamo l'ora di poter realizzare il nostro progetto... Parlo di "progetto", "fidanzamento" e "matrimonio", perché la nostra storia si è sempre svolta e, continua tutt'ora a svolgersi su un percorso fortemente segnato da una profonda spiritualità legata alla religione cattolica ... perciò ci è sembrato del tutto naturale, una volta sposati, pensare ad un figlio.

 

Eri proprio sicura che fosse il momento adatto?

 

Decisamente NO; nel senso che già con il matrimonio la mia vita aveva subito dei forti cambiamenti: il trasferimento dalla città in cui sono nata ed ho vissuto per 25 anni, nella quale sono rimasti i miei affetti più importanti (i genitori e gli amici di una vita); e poi la vera e propria "organizzazione" (diciamo così), di una vita autonoma e indipendente ... sembrerà banale, ma ti assicuro che non lo è affatto, abbiamo dovuto cominciare ad occuparci di mille piccole e grandi cose, di cui fino a quel momento si erano sempre occupati per noi i nostri genitori (la gestione di una casa, la pianificazione delle spese, le stesse spese da affrontare con le nostre forze, ecc.). E tutto questo senza contare che dovevo ancora laurearmi ... Insomma, a vederla esteriormente non c'erano proprio le "condizioni" per programmare un bimbo, come si usa fare adesso ... ma io e Francesco non ragioniamo così ...

 

Che cosa si prova ad avere qualcuno dentro di se?

 

Beh, non te ne rendi conto subito. All'inizio l'approccio è quasi solo "medico", nel senso che si passa attraverso una serie di esami da fare (il test, le analisi del sangue, la primissima ecografia ...) che servono solo a dirti: "Sì, o.k. sei incinta". Poi cominciano (ma questo non è così per tutte) una serie di malesseri, che nel mio caso sono state le classiche nausee" ... Insomma: in principio niente di materialmente esaltante. E' solo all'inizio del quinto mese di gravidanza, quando "l'ho sentito" per la prima volta e in concomitanza con la seconda ecografia, in cui l'ho anche visto, che ho cominciato a pensare che veramente c'era QUALCUNO dentro di me. Da allora in poi si sono alternati in me stati di euforia ed eccitazione ed altri di terribile paura.

 

Quali sono state, se ci sono, le paure che hai provato?

 

Appunto. Ti dicevo dei momenti di paura. Innanzitutto la paura che qualcosa "vada storto": che il bimbo possa non essere sano o che io stessa, con il mio comportamento, potessi fare qualcosa, anche involontariamente, che mettesse a repentaglio la sua vita. E poi ci sono le paure, che io ho chiamato "dell'ignoto". Nel senso che sono quei dubbi atroci, perché sono immateriali e senza risposta, che riguardano la vita del "dopo che sarà nato". La mia angoscia più grande, ad esempio, adesso che si avvicina il momento del parto è se sarò davvero all'altezza di questa grande responsabilità: diventare genitore.

 

Hai mai avuto dubbi sulla gravidanza? Se era davvero la cosa giusta?

 

No, mai. Accanto a me ho la fortuna di avere una persona speciale, che è Francesco, il nostro rapporto è molto solido e maturo ... e poi c'è quella che io chiamo una "sana incoscienza", che forse mi deriva dalla certezza che Qualcuno veglia su di noi e sempre ci illumina la strada da percorrere, basta aver fiducia in Lui!

 

Qual'è stata la prima cosa che hai pensato quando hai scoperto di essere incinta?

 

Sinceramente? Ho posato il test sul bordo del lavandino e mi sono detta: "O.K. mi devo laureare!"

 

Quale pensi che sia la cosa più difficile nel crescere un bambino?

 

Non so ... è proprio quello che mi spaventa di più ... le mie intenzioni sono ottime e quello che vorrei di più al mondo è essere capace di dare a mio figlio una buona educazione: ho conosciuto tanti bimbi viziati e maleducati, già a pochissimi anni di vita, che ho capito che è un compito davvero oneroso, quello che spetta a me e Francesco.

 

Descrivi brevemente una tua previsione sul futuro.

 

Verosimilmente credo che avverrà questo: all'inizio saremo talmente confusi e "scombussolati" dall'arrivo del bebè, che quasi non capiremo nulla ... secondo me passeremo ore e ore affacciati sulla carrozzina a chiederci se è proprio vero che quell' esserino minuscolo è nostro figlio ... per il resto, sono sincera, non ho un'idea molto precisa, però una cosa è certa: non appena riprenderemo un attimo il respiro, il nostro pensiero sarà occupato da un passo per me e Francesco molto importante, nel nostro essere finalmente "famiglia" ... ovvero il Battesimo del piccolo!

 

 

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