VI SONO PERSONE CHE LASCIANO PROFONDI SEGNI...
Giovedì 16 ottobre 2003
Annalena Tonelli grande italiana al fianco dei deboli
di Marco Petecchi
(Presidente Kiwanis Club Monteverdi - Cremona)
«Vi sono persone che lasciano profondi segni del loro passaggio, ma sono tanto profondi quanto del tutto a noi sconosciuti. Vi sono persone che passano attraverso gli onori della cronaca soltanto per il fatto violento della loro morte. Ed allora ecco che tutti noi ci accorgiamo di loro, leggiamo di quanto hanno fatto, ci rammarichiamo di non aver saputo prima, ci dispiaciamo e godiamo della sottile soddisfazione nel sapere che un’italiana, una nostra connazionale, ha fatto cose tanto belle. Ma ecco, abbiamo letto; giriamo pagina ed occupiamoci del fatto di gossip del foglio successivo; tanto ormai è fatta... Annalena era una donna minuta, segnata dalla fatica e dagli stenti di un’azione fatta anche di venti ore di lavoro a favore degli ultimi e degli ammalati di Aids. Lottava contro l’ignobile consuetudine dell’infibulazione femminile, collaborava con i Medici senza Frontiere e con i medici volanti, possedeva soltanto ciò che indossava e chiedeva un aiuto fatto anche di poche cose. Aveva una laurea che le avrebbe consentito una comoda e ricca professione nei fori italiani: partì, invece, per l’Africa studiando ancora per prendere diplomi medici e là è rimasta, là è caduta colpita alla schiena da vile lama e là rimarrà per sempre sepolta nel deserto che tanto amava. Come essa stessa chiese. Ti chiediamo scusa Annalena di esserci accorti troppo tardi dei tuoi appelli, abbiamo organizzato ‘services’ in tutta Italia per aiutarti e tutti i soci Kiwaniani si sono attivati: troppo tardi? No! Il tuo appello non cadrà nel vuoto ci onoriamo di averti avuto come amica e di avere goduto della tua stima dimostrataci in modo tangibile ed affettuoso. Addio Annalena».
Annalena Tonelli, la «madre Teresa dei Somali», originaria di Forlì, è stata freddata a colpi d’arma da fuoco lo scorso 6 ottobre, in una casupola di Barama dove abitava. Lì vicino c’era il «suo» ospedale, da lei fondato, per assistere 500 pazienti affetti da turbercolosi, Aids. Una missione dura, iniziata 36 anni fa dopo una laurea in legge e vari diplomi in materie mediche. Da ragazza sognava l’India, è finita invece in Africa: prima in Kenya, quindi nella tormentata Somalia, «il paese che non c’è». Annalena era continuamente minacciata; riteneva, a ragione, che la situazione in cui versa la Somalia fosse voluta dai signori della guerra e non lo nascondeva. Mai. Per questo ha pagato con la vita.
Annalena Tonelli se n’è andata, barbaramente uccisa in Somalia dai signori della guerra,
mentre svolgeva la sua missione di pace in mezzo ai tanti bisognosi di quel paese, senza clamore.
NON DIMENTICHIAMOLA!!!
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