FRONTE DESERTO

TARGET (OBIETTIVO) ROMMEL 

UCCIDETE ROMMEL

Per porre fine all'assedio di Tobruch, che poi tanto negativo non era impegnando molti tedeschi distolti dal fronte egiziano, si decise di lanciare l’operazione Crociato (Crusader). La data fissata per l'offensiva era il 18 novembre 1941. La finalità: unire i due schieramenti ricacciando Rommel lontano dai confini Egiziani. Dall'altra parte Rommel, ignaro delle mosse inglesi, voleva togliersi la spina nel fianco e pensava di attaccare in santa pace Tobruch il 23. Così facendo scopriva un fianco e non gli necessitavano proprio, in quel momento, problemi d'offensive. Per disarticolare l’operazione, che si presentava comunque molto complessa, una cosa sola poteva togliere di mezzo il problema agli inglesi. Uccidere Rommel. Il piano, ambizioso, era quello di sbarcare da sommergibili alcuni commandos dietro le linee per mettere fuori combattimento il quartier generale di Rommel, e se possibile, catturarlo. Ai primi di ottobre 6 ufficiali e 53 fra sottufficiali e truppa della Layforce (Col. Laycock di soli 34 anni), al comando del tenente colonnello Geoffrey Keyes, furono trasportati in Egitto per l’addestramento e la acclimatazione. I piani e i contatti dietro le linee erano già stati accesi dal capitano J.H. Haselden che aveva visitato i luoghi dell’azione sbarcando da un sommergibile ad Hamma (sulla costa di Beda Littoria). Haselden veniva poi recuperato nell'interno, il 27 ottobre, da un equipaggio del LRDG. L'opinione di Laycock sulla riuscita dell’operazione era pessimistica già dalla partenza, ma non era lui il responsabile dell’idea e della guida. Questa era una tipica operazione votata al suicidio concepita negli alti comandi. Haselden ritornò ad Hamma per la pianificazione prima che il commando si imbarcasse, il 10 novembre, a bordo dei sommergibili Torbay e Talisman (T-Class). L’obiettivo finale, pur se mimato per giorni, fu svelato solo a bordo per motivi di sicurezza. I sommergibili imbarcavano anche due battelli pieghevoli con personale dello Special Boat Service (SBS) e 14 battellini in gomma da 2/3 posti. Leggeri sì ma ingovernabili col mare mosso. Il 13 sera Haselden era in spiaggia per ricevere e condurre gli uomini verso l'interno. Il tempo si era messo al peggio e le operazioni di sbarco si fecero difficili per non dire impossibili. Il mare grosso non permetteva nemmeno la messa in acqua dei battellini. I commandos portavano con se radio e munizioni, nonché viveri di sopravvivenza nel caso fossero rimasti isolati. Il materiale, sistemato in involucri a tenuta d'acqua, doveva assolutamente arrivare sulla spiaggia, già raggiunta da 12 uomini. Nel frattempo il Talisman era rimasto al largo, e il colonnello Laycock, supervisore, era sul punto di rinviare gli sbarchi. Per ora l’oscurità li proteggeva ma con la luna alta il rischio di essere scoperti era elevato. Solo quattro battellini del Talisman raggiunsero la spiaggia. Tra di essi vi era quella del colonnello Laycock. La mattina seguente gli uomini del commando, col tempo che si era messo al meglio, fecero asciugare gli indumenti e pulirono le armi. Keyes a conti fatti poteva contare su metà dei 59 partiti. I quattro e più obiettivi dovevano subire dei tagli. Saltò l’attacco a Cirene (Q.G. Italiano) e ad Apollonia (servizio segreto). Restavano la villa e il Q.G. di Rommel a Beda Littoria, le linee telegrafiche e le linee di collegamento tra El Faidia e Lamluda. Haselden procura arabi amici (per fare da guide) che provvederanno anche al taglio delle linee telefoniche. Il tempo si era rimesso al brutto e quando a sera raggiunsero la sommità del primo ciglione erano bagnati fradici. Le condizioni atmosferiche riducevano quasi a zero la possibilità di orientarsi osservando le stelle. Poco prima che spuntasse il giorno gli uomini del commando si dispersero tra i cespugli per passare al riparo le ore di luce. Le prime guide, incassati i soldi, se ne erano però già  andate. Il mattino dopo Keyes fu avvicinato da un gruppo di arabi, uno dei quali accettò di condurli da Rommel dietro compenso di lire 1.000 (coloniali italiane; eccesso di fiducia). Quando scese l'oscurità gli uomini si rimisero in marcia verso Beda Littoria che gli arabi dissero distare circa 8 km . Keyes passò l’ultima notte in una grotta, posto che gli sembrò ideale anche per raccogliere le idee. I due gruppi di fuoco dovevano ora dividersi, ognuno sul proprio obiettivo. Una ricognizione ravvicinata gli permise di stilare il piano definitivo specificando quali uomini dovevano entrare nella casa (3 Keyes, Campbell e Terry), quali nel giardino (5), quali porre fuori uso l'impianto di illuminazione (3) e quali sorvegliare la strada che conduceva al comando (3). Altri 3 dovevano sabotare gli automezzi nel parcheggio. Alle ore 18 del 17 novembre i 17 uomini di Keyes si misero in marcia con le facce annerite, calzando scarpe di gomma (da tennis). Tenendo conto delle condizioni atmosferiche non favorevoli, ma forse era peggio per i tedeschi, entro mezzanotte l’azione doveva avere inizio. Una serie di infortuni compreso un calcio ad un barattolo avevano messo in allarme tutti i cani della cittadina. Due ufficiali italiani uscirono da una baracca vicina per vedere che cosa stesse accadendo e si imbatterono nella pattuglia. Il capitano Campbell che conosceva il tedesco se ne uscì con alcune imprecazioni (arroganti) in tedesco che gli italiani classificarono subito per originali e tanto bastò per tagliare corto. Un’altra versione parla degli arabi freivilliger che del tedesco avevano eguale !! dimestichezza o di un civile che si mise a sbraitare. Uccisa una guardia all’esterno della palazzina, Keyes puntò ad un ingresso posteriore che trovò chiuso da robuste imposte e con finestre troppo alte. Non c’era nessun altro in cortile con quel tempo: strano ! visto l’obiettivo. Tornato all’ingresso principale bussò alla porta (che fare d'altro). Il solito Campbell, in tedesco, ordinò che gli aprissero. Il piantone accortosi degli inglesi si mise a gridare e non rimase altro che sparargli. La sorpresa era finita. La sparatoria all’interno della casa si fece fitta e insostenibile. Keyes giocò il tutto per tutto spalancando le porte, nella speranza di trovare quella di Rommel. Porta aperta, raffica, granata e  porta chiusa. Nel mentre Campbell strappava la sicura da una bomba a mano difensiva (bombe da lanciare a distanza ravvicinata, fanno molto rumore, stordiscono, non fanno schegge) un colpo d'arma da fuoco colpì Keyes al cuore. Campbell frastornato e demoralizzato dalla piega che aveva preso l’azione, uscì nell’oscurità sotto la pioggia battente senza ricordare di lanciare la parola d’ordine ai suoi uomini di guardia in giardino. Verrà colpito anche dai suoi ad una gamba che più tardi gli sarà amputata dagli italiani. Il sergente Terry, suo malgrado prendeva il comando e minava l’intero edificio. Si scoprì aihmè che la pioggia aveva bagnato le micce in modo tale da renderle inutilizzabili. Bomba nei condotti d’areazione e sotto gli automezzi prima di spiccare il volo verso la spiaggia. Il sergente Terry marciò per ore, e nel tardo pomeriggio raggiunse la spiaggia dove il colonnello Laycock, con altri due, li stava aspettando. La seconda pattuglia, (Cook) che si era recata a far saltare il pilone vicino a Cirene, non aveva dato alcun segno di vita. Tutti gli uomini si seppe poi erano stati catturati. A questo punto una serie di segnali sbagliati o non visti non permisero l’imbarco sul Torbay che era tornato per raccoglierli. Il prelevamento slittava di 24 interminabili ore Anche agli italiani balenò l’idea che gli Inglesi fossero in spiaggia. Verso mezzogiorno del 19 novembre, furono attaccati in forze. Il colonnello Laycock ordinò ai suoi uomini di dividersi in gruppetti, e con un diversivo si allontanò dal luogo dello scontro. Passò quindi a spiegare agli uomini, in quelle fasi concitate, che potevano scegliere tra 3 bizzarre alternative d’emergenza. 
- cercare di raggiungere il Long Range Descrt Group nel settore di Slonta, 
- ritornare alla spiaggia sperando di essere raccolti da qualche sommergibile 
- nascondersi negli uadi vicino a Cirene aspettando l'8ª armata che sarebbe prima o poi arrivata !!!. 

Furono tutti catturati, ad eccezione del colonnello Laycock e del sergente Terry che per 41 giorni andarono incontro, a piedi, alle avanguardie dell'8ª armata. Le informazioni avventate e un piano di fuga raffazzonato e senza alternative avevano fatto fallire la missione. Ma la missione era fallita anche perché Rommel usava solo di tanto in tanto il comando di Beda Littoria. Al tempo dell'incursione, Rommel si trovava al suo comando avanzato di Ain el Gazala, ed era appena ritornato da Roma dove aveva festeggiato con la moglie il suo 50° compleanno (15 novembre 1891) e assistito alla prima del film italiano “Bengasi” (che consideravamo un nostro vanto vedi schede Film). La sede del comando di Beda Littoria era quella arretrata del Panzergruppe Afrika, e ospitava in quel momento il comando rifornimenti. L'edificio attaccato da Keyes era la "prefettura", dove vivevano l'ufficiale comandante e gli altri di grado più elevato. Resta da valutare quanto fattibile fosse l'incursione fin dal suo inizio. Gli uomini impegnati nell'operazione conoscevano pienamente i rischi e avevano deciso di accettarli, e la posta in gioco era altissima. La morte di Rommel avrebbe avuto un grosso effetto sullo sviluppo della guerra nel deserto. Alla straordinaria abilità, Rommel affiancava la leggendaria fama di invincibile coltivata da entrambi gli schieramenti. Fare onore al nemico che vince significa trovare una valida motivazione alle proprie sconfitte (Inglesi), se poi lo si sconfigge lo si continuerà a gloriare per far risaltare maggiormente il proprio slancio combattivo. Chi cattura una leggenda, nel nostro caso, diventa leggenda. Ma leggenda lo diventarono ugualmente quegli uomini. Rommel inviò il suo cappellano a celebrare, con tutti gli onori militari, il funerale del tenente colonnello Keyes e dei quattro soldati tedeschi uccisi nell'incursione. Per il ruolo svolto nell'operazione, a Keyes fu concessa la Victoria Cross alla memoria. Agli altri decorazioni minori.  
caccia alla volpe il gioco e il video con un bel documentario d'epoca  http://www.legioneiblea.it/public/book_30_05_2004/1.copertina.htm 

Torbay

The Fourth HMS Torbay was the first submarine to bear the name and was a ‘T’ Class submarine (pennant no N79), laid down at Chatham in November 1938 and launched on 13th April 1940 by the Honourable Lady Plunkett-Earnl. Lieutenant Commander A.C.C Miers commissioned HMS Torbay on 18th November 1940 as a tender to HMS Dolphin in the Fifth Submarine Flotilla. Completed on 15th January 1941, she proceeded to the Clyde and joined the Second Submarine Flotilla on 21st January. After completing work up she was employed on anti U-boat patrols in the Bay of Biscay from 22nd March until 13th April 1941, although in late March she formed part of the submarine screen deployed to intercept the pocket battleships Scharnhorst and Gneisenau. On 10th May 1941 she deployed to the Mediterranean to join the Tenth Submarine Flotilla operating out of Alexandria. During the next eleven months Torbay carried out eight patrols in Central and Eastern Mediterranean waters, sinking seven large ships totalling over 27,600 gross registered tons, as well as an Italian Submarine and ten Armed Schooners or Caiques, used as patrol vessels or to transport war supplies. Torbay also assisted evacuating allied troops from Crete in Aug 1941 and bombarded enemy shore positions whenever the opportunity arose. Her commanding officer Lt Cdr ACC Miers won the Victoria Cross for a particularly dangerous raid on a harbour at Corfu in March 1942.

 

anche per gli inglesi lo svolgimento dell'azione lascia molti dubbi e punti in sospeso

http://lost-oasis.org/rommel.html

Moderna unità di sas
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