SANZIO BOMBARDINI

Il mio diario di Guerra

- Photo Edizioni A&G Angelini Gabriele Imola -

I ricordi della campagna d'Italia da Bari fino al Brennero, passando
dal I Raggruppamento motorizzato e Montelungo fino
al Corpo Italiano di Liberazione, i Gruppi di Combattimento
e le battaglie finali lungo la linea Gotica

 Dalla prefazione  di Andrea Santangelo: .... con il diario riviviamo un momento storico di eccezionale importanza, ma lo facciamo attraverso i sentimenti e le parole di personaggi assolutamente normali, che non appariranno mai in nessun testo scolastico, ma non per questo meno interessanti da conoscere e da ascoltare. La grande curiosità intellettuale di Bombardini e la sua eccezionale memoria storica fanno di questo diario un prezioso vademecum sull'Italia forse più buia che la storia ci abbia consegnato, quella dell'insanguinato biennio 43/45. Nella sua lenta risalita in armi lungo lo stivale, Bombardini fotografa in queste pagine del suo diario un paese ferito e lacerato da mille tensioni, esprimendo al meglio il coacervo di sentimenti, ideali e frustrazioni tipiche di un 20enne militarizzato dell'epoca: dalla rabbia per le condizioni in cui versa l'esercito, al disprezzo verso gli alleati, nuovi padroni d'Italia, alla vergogna per la situazione morale del paese, al desiderio di tornare a casa e di riappropriarsi dei propri affetti.

N.d.r. Bombardini è persona che parla fuori dai denti e nel testo vi spiegherò anche le diverse situazioni. Bombardini, come la maggior parte di questi soldati del post 8 settembre, si è trovato in guerra da entrambe le parti, aveva 20 anni ed era in divisa in un esercito dove la catena di comando non si era spezzata, anche se di questa catena, lui dice, erano rimasti gli anelli peggiori. Se l'Italia a grandi linee la vedessimo spaccata in pro e contro il fascismo, pro e contro la monarchia, per i soldati del LI Btg allievi bersaglieri dislocato al sud questo non farebbe distinzione. Non erano tutti antifascisti o tutti antimonarchici, o entrambe le cose. Ciò ci porta a riconsiderare molti degli episodi che leggeremo nel sunto (brani) diviso fra il prima di Montelungo e il dopo, le ribellioni, le sedizioni, le diserzioni, la stanchezza se non fisica (questi erano giovani che avevano 8 mesi di naja alle spalle) morale. Se la prende spesso, di continuo, col vertice militare di cui non condivide le scelte e il modus operandi: ma entrambe sono scelte prima politiche (i partiti avevano deciso la guerra, ma all'epoca e fino a giugno 44, il presidente del consiglio era Badoglio che i partiti non li riconosceva più di tanto) poi strategiche (si risentono nomi come Roatta, Ambrosio, lo stesso Utili che era capo ufficio operazioni allo SM in Roma: l'OP44 era farina del suo sacco).

PARTE PRIMA - Verso Montelungo 

La manovra

Bambini affamati a  fianco di una colonna del Genio alleataI nostri capi vogliono fare bella figura (pag. 45 e seguenti) con gli alti ufficiali alleati, che presenzieranno alla manovra, per saggiare la nostra efficienza con l'occhio severo del nemico di ieri. Procediamo verso Nardò. Ma in quale direzione è il presunto nemico ?. Mi butto su una collinetta (che poi scopro essere quota 46) e rabbiosamente comincio a scavare, insieme alla mia squadra. Ora intravedo poco lontano un folto gruppo di pezzi grossi con generali italiani e alti ufficiali alleati. Dal gruppo si stacca di corsa il nostro capitano e viene nella nostra direzione. "Il X cda, contenuto e duramente contrattaccato al centro viene fermato dall'avversario, mentre le nostre ali incontrano minor resistenza e occupano q.46 a sinistra e un'importante località a destra". Siamo alla vigilia di entrare in guerra e ancora si fanno certe manovre con finzioni per generali che non si vedono , ordinano, dispongono, giudicano (Bombardini ha ragione questo non è un test per soldati ma un test per i comandanti).

Dalla Puglia ad Avellino

... Eboli e Battipaglia sono ridotte a un cumulo di macerie, non c'è una casa in piedi. Manca tutto. Si scende su Avellino, dove si entra all'imbrunire, sotto una pioggia scrosciante (tutto il racconto di questi mesi è ambientato sotto la pioggia, che renderà ogni situazione difficile, un incubo anche per gli stessi americani). Ci accantonano in una Caserma ex scuola Auc, spoglia di tutto, senza vetri. Dormiamo per terra con coperte e vesti fradice, Notte freddissima. Ci si organizza per passare meglio il tempo e la notte e il rancio è quello Usa, addirittura con la pasta. ... Il movimento repubblicano in Italia fa grande propaganda giornalistica e qui il giornale "Irpinia Libera" pubblica articoli velenosi su di noi, definendoci prezzolati della monarchia perchè gli alleati hanno voluto cucito sulle nostre giubbe uno scudetto Savoia di stoffa. Non troviamo chi ci lava la biancheria e la gente ci guarda male. Un gruppo di noi si reca dal direttore del giornale perchè ci faccia giustizia , non siamo mercenari, non siamo volontari e ci danno solo 50 centesimi al giorno. L'indomani dopo la promessa il giornale scrive di essere stato aggredito da una teppaglia fascista. le conseguenze si vedono di li a pochi giorni. Se ne vanno in quattro del sud.

dal libro "Ci riconosceremo sempre fratelli" diario di Gino Damiani scritto dal figlio Ernesto NordPress Ed. Chiari Bs. http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri23.htm  .- I rapporti con la parte più politicizzata della popolazione erano oltremodo difficili. Noi del I raggruppamento portavamo sul lato sinistro della giubba lo scudetto sabaudo.. quella trovata dello scudetto doveva rivelarsi piuttosto infelice; non si conteranno le liti e gli accaniti pugilati suscitati dall'innocente insegna italiana; era sufficiente che comparissero in libera uscita in un locale pubblico perchè ne scappasse una frase irriflessiva e uno scazzottamento generale.....la guerra lasciatela agli americani.. dicevano i nuovi politici.. tra i tanti avversari merita di essere citato, una volta di più Antonio Maccanico (poi segretario alla Presidenza della Repubblica) e candidato alla Presidenza del Consiglio negli anni 90 e inventore del Lodo Maccanico il quale scrisse su "Irpinia Libera" organo del FLN n° 6 in data 4 dicembre 1943 (3 giorni dopo i nostri sarebbero andati all'assalto di Montelungo)- si sappia una volta per sempre, noi non ci lasceremo cucire patacche, nè ci faremo irregimentare in compagnie di ventura: sappiamo l'importanza che avrebbe per gli sfruttatori una cieca frenesia bellica e le conseguenze di una falsa union sacrée.. perciò non ci prestiamo al gioco (qualcuno avrebbe detto ma parla come magni). Toccò a Togliatti*, quando rientrò dall'Urss, fare giustizia delle idee di Maccanico (la Svolta detta di Salerno), sul ruolo dell'union sacrèe. I soldati pensarono di farsi giustizia da soli.- Io che da acceso repubblicano e portavoce del partito popolare avevo capeggiato i moti studenteschi dell'Università di Roma contro il fascismo nel 40 organizzai coi bersaglieri del LI una spedizione punitiva, guidata dal comandante dell'11° artiglieria, aiutante di campo del re, contro i denigratori asserragliati nella tipografia Pergola.. prendemmo a calci nel sedere gli studenti imboscati e qualche tipografo e Antonio Maccanico (Ing. Antonio Ambra in il Secondo Risorgimento d'Italia).

Altra manovra

Il 25 novembre nuova manovra: .. a sera si parte a piedi dal paese quando già calano le tenebre e ci ritroviamo subito alle prese con un gran fango presso un ponte in costruzione, dove accendiamo i fuochi di bivacco, in attesa di sapere che cosa si deve fare. Poi ci mettono in cammino sotto raffiche di vento e di pioggia. Alla prima sosta tra il fango cerco un luogo per ripararmi. Nessuno ci dice cosa si attende, fino a  che non arriva l'artiglieria e all'alba ci danno un caffelatte caldo e cinque biscotti, poi si riprende la marcia. Alle 9,16 parte la prima salva dei 105, poi fuoco tambureggiante. Arrivano gli americani e ci si sposta per un ulteriore obiettivo (sempre alle prese col fango). Ritorno pieno di desolazioni. Era necessario ? Cosa si è fatto ?, Cosa abbiamo imparato ?. Il comando disse che il risultato era stato positivo e confermato: giudici di campo americani e inglesi.

Vigilia di Montelungo

Il 2 dicembre dicono che siamo pronti. "Spicciatevi -dice il capitano - le moto rimangono qui, non lasciatemi le macchine all'aperto o incustodite e voi salami muovetevi " Il sergente furiere consegna a ciascuno tre scatole rettangolari e piatte di cartone paraffinato: le razioni americane dette Ks. Abbiamo addosso uno zainetto con poche cose personali, 4 bombe a mano, 4 caricatori, una gavetta con le posate, borraccia e il telo tenda. Ognuno porta poi oltre all'armamento individuale qualche pezzo dell'armamento di squadra. Ricambi, munizioni e l'arma smontata in più pezzi. Il peso di tutta questa roba si aggira sui 4o chili. Ricordo che cominciò con le scarpe che facevano acqua. Nessuno ci diceva dove si andava e con quali compiti. "Corned Beef, italians faking off" "carne da macello, italiani fottuti" dicevano i negri al nostro passaggio.

PARTE SECONDA - Il bilancio

1944 - Nuovo anno

2-15 gennaio a Bucciano. In questo periodo, il più burrascoso e ricco di alternative, abbiamo difeso con coraggio tutte le nostre idee di fronte a chiunque. E intanto ne succedono delle belle. Il colonnello Trapani è silurato dal 14 dicembre, ma lo sappiamo solo ora (sostituito da Borrelli del XXIX). Dapino sostituito da Utili (24/1). Anche il capitano Castelli se ne và.

17 gennaio. Le compagnie si sono alzate di buon'ora e all'insaputa degli ufficiali marciano su Bonea, sul comando. Il nuovo capitano Natali  ci raggiunge allarmato e ci fa rientrare inquadrati come se si fosse trattato di una esercitazione. In numero di 3 sarebbe già una rivolta per la burocrazia. Nessuno ci vuole ascoltare; vadano in malora!. Eppure dovevano rendersi conto che gli italiani non volevano più combattere. Il 28 ottobre del 43 un bando di arruolamento andò deserto. Solo i nostri generali, per mantenere il grado e la carriera racimolavano uomini dove fosse possibile, per farne "corned beef". "fake off" direbbe un negro. E infatti molti lo dicevano e lo facevano per lo sconforto, le gravissime perdite e la mancanza di rotazione. Clark è costretto ad ammettere che 4o dei suoi sono scappati neu bassi di Napoli dove fanno repubblica a parte. Sapemmo della loro fucilazione, avvenuta alla presenza di picchetti di vari reparti perchè l'esempio frenasse le diserzioni ben più numerose di quelle ammesse dai comandi.

La sedizione

30 gennaio: siamo sergenti almeno la paga.... In camerata si parla molto della situazione. Oggi è arrivato il XXIX bersaglieri che ci incorpora (ma fra di loro molti sono novizi), ma molti vengono rispediti in Puglia (è la fine politica dell'incontrollabile reparto) Il 5 febbraio (1944) giunge l'ordine di partire per il fronte. I miei compagni presi alla sprovvista decidono di andarsene per conto loro. Li saluto pensando di non rivederli mai più. Nel cortile dell'edificio mi si presenta uno spettacolo deprimente. Elmetti, fucili, bandoliere (da motociclista le stesse dell'artiglieria), maschere giacciono sparse in disordine. Gli altri partono per Castelnuovo Volturno. Flash back Un giorno fui informato che un tribunale militare riunito ad Arienzo San Felice di Caserta avrebbe giudicato i nostri compagni in parte catturati e in parte consegnatisi spontaneamente. Il capitano Castelli che si danna l'anima per aiutare i fuggiaschi, ha assunto per la loro difesa i migliori avvocati e convoca tutti i commilitoni nel caso fosse necessaria una testimonianza. .... Tra lo sbalordimento generale e le lacrime di molti fu pronunciata la sentenza: degradazione e sei anni di reclusione. A un altro gruppo andò peggio. Tutto il battaglione era segnato, dispersi, nessuno, anche da ufficiale, avrebbe mai più comandato qualcosa. Lo stesso accade al 67° Legnano che alla costituzione del C.I.L venne sostituito dal 68°. Il 67 venne aggregato alle divisioni operaie. la pena detentiva per gli italiani venne sospesa quando questi chiesero di ritornare al fuoco, da semplici soldati. Alcuni a fine conflitto furono chiamati in una caserma di Pesaro e davanti a un plotone schierato ebbero i gradi da sergente attaccati sulla giacca poi strappati. Per il resto ci aveva pensato l'amnistia.

I rapporti coi liberatori

Le truppe alleate hanno avuto da poco le Am lire (fatte dal loro governo Diceva Malaparte (noto fascista) .....Voi non immaginate neppure di che cosa sia capace un uomo, di quali eroismi e di quali infamie sia capace per salvare la pelle... non avrei mai creduto che la fame potesse giungere a tanto... se oggi a Napoli si vendono bambini... uomini che offrono mogli, figlie, sorelle alle truppe americane... normali padri di famiglia che si trasformano in contrabbandieri, spacciatori, rapinatori.) e notano, all'atto degli acquisti, il loro scarso valore (che era sempre più di quello che potevano permettersi i soldati italiani). Sputacchiano i soldi e li attaccano alle vetrine dei negozi con la frase "Moneta di merda" faking money. I parà italiani non ci mettono due minuti a suonargliele. L'odio degli inglesi per noi è glaciale. Hanno proibito ai nostri di circolare armati fuori servizio e di sparare anche per legittima difesa. I salmieristi (le divisioni operaie) subiscono continue mortificazioni e violenze. Dopo che alcuni di essi sono stati violentati da marocchini, hanno rifiutato di prendere servizio e gli inglesi gli concedono allora la baionetta. Presso Arpaia sono stati ritrovati 5 marocchini con la gola tagliata. Il primo pensiero è corso  ai salmieristi, ma i colpevoli non si sono trovati. Le nostre tende per un pò stavano accanto a quelle dei marocchini, ma questi si guardavano bene dal disturbare i "marocchini" d'Italia col fez come dicevano loro. Una notte, non so che festa fosse, avevano addobbato una sala di una casa requisita con tappeti caffetani e coperte sistemandovi un gruppetto di "donne", mentre i soldati facevano la fila fuori. Poi bevevano, si ubriacavano attorno ai fuochi fino a cadere esausti, tutti. Il sergente Ferri propose allora una spedizione con razzia di coperte di lana che vendemmo a un cotonificio di Napoli. Miglioramento rancio. Iannone studente di medicina, detto l'uomo esplosivo, per la raccolta che ha in tenda, ha disposto comunque fra i due campi un terreno minato che ha disattivato solo dopo la loro partenza.

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