La storia è racconto attraverso i libri

I testi che accompagnano la presentazione sono in genere quelli diffusi dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati
 

 

La ritirata di Russia

Collana: I libri della II guerra mondiale Nordpress Ed. Chiari (Bs)

Il tenente Egisto Corradi arranca in un mare di neve mentre il vento crudele gli congela sul volto una smorfia di dolore; segno perenne impresso nella memoria, difficile, dopo vent'anni, da ricordare ma anche da dimenticare. Pochi furono gli alpini della Julia, della Cuneense e della Tridentina che, insieme allo scrittore parmigiano Egisto Corradi, sopravvissero a quell'inferno di ghiaccio che fu la Russia durante la ritirata del '42-'43. in uno scenario apocalittico in cui l'ira Dio sembra scagliarsi contro la fragilità dell'uomo. Corradi affida ad una scrittura lontana dalla fredda cronaca i momenti in cui il vero protagonista è l'uomo che lotta contro l'assurdo, l'uomo a cui non viene più nemmeno concessa la possibilità gridare la propria sofferenza e disperazione. Gli alpini si ritrovano uniti non tanto a gridare guerra! quanto a sussurrare con ostinazione vita!; compatti nel cercare riparo dai quaranta sotto zero nelle isbe o calzando i valenki di feltro*. Da ufficiale si comportò valorosamente sul fronte russo, meritando una medaglia d'argento al valore militare. Da scrittore ci comunica con grande efficacia le paure e i dubbi che la guerra inevitabilmente suscita in tutti quelli che l'hanno vissuta in prima persona. Erano 85 mila soldati. Morirono alla media di 2000 al giorno, 300 all'ora, 6 ogni minuto. Questo libro assomma l'obiettività del documento, aborrendo ogni compiacimento militaristico, alla partecipata commozione di chi visse in prima persona uno degli episodi più allucinanti della seconda guerra mondiale

Egisto Corradi

 

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Egisto Corradi nasce a Parma nel 1914. Dopo la laurea, su invito di Pietro Bianchi, inizia a collaborare con la Gazzetta di Parma testata di cui, nel 1941, diventa redattore capo. Poco dopo deve partire per il fronte; partecipa alla campagna di Grecia, a quella di Russia con gli alpini della Julia, e al ritorno racconta la tragica vicenda della guerra nel libro La ritirata di Russia. Nel primissimo dopoguerra, è assunto al Corriere della Sera come inviato e il lavoro lo porta in giro per il mondo. i suoi resoconti arrivano dal Vietnam, dalla Cambogia, dall'Algeria e dall'Ungheria (1956), dal Congo e da Praga (1968). Insieme ad Alberto Cavallari e a Indro Montanelli, Corradi è uno dei tre giornalisti che arrivano a Budapest durante l'invasione russa del 1956. A oltre settant'anni è ancora inviato in Afghanistan. Nel 1974 lascia il Corriere per seguire Montanelli nella fondazione del Giornale Nuovo. Muore a Milano nel maggio del 1990.
* L'orbace si otteneva selezionando in cardatura i peli migliori: in questa fase venivano separati i peli più lunghi, da riservare a questo particolare tessuto, e attorcigliati una sola volta mentre gli altri erano riservati alla trama. All'orbace tessuto veniva riservato un particolare trattamento, la follatura (effettuata per calpestio oppure tramite gualchiere). Questo processo è un infeltrimento artificiale necessario a rendere il tessuto impermeabile. Con lo stesso procedimento si fanno le famose calzature russe contro il freddo i valenki (in feltro) che i soldati italiani cercavano di procurarsi pena la vita o la morte. Nella follatura per calpestio, in Italia, il tessuto veniva posto a terra, imbevuto di acqua calda e calpestato per ore; questa operazione, che avveniva per strada o nei cortili ad opera di  donne e bambini, poteva essere effettuata anche mediante gualchiere, mazzuoli di legno azionati da mulini ad acqua che battevano il tessuto.