IL CINEMA DIETRO IL RETICOLATO TEXAS 46
di
Giorgio Serafini |
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Regia e Sceneggiatura:Giorgio
Serafini |
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Trama 8 settembre 1943: In seguito all'armistizio seguito alla caduta di Mussolini, le alleanze della Seconda Guerra Mondiale si rovesciarono e 50.000 prigionieri italiani deportati in America vennero abbandonati ad un destino incerto. (Il loro status di prigionieri secondo alcuni era terminato, ora o collaboravano o erano, a dir degli americani, criminali di guerra). Gli internati militari, isolati nel campo d'internamento di Hereford nel Texas né alleati né nemici, vennero stipati in un purgatorio ad attendere che la guerra finisse. Si chiese loro di accettare il nuovo patto e sottoscrivere l'arruolamento in un corpo speciale chiamato "Italian Service Unit", ma - mentre molti accolsero la proposta - altri opposero un ostinato rifiuto. A questi soldati, di cui non si è mai detto molto, Serafini paga oggi il debito con "Texas '46": un film onesto, ben interpretato dal bravo Luca Zingaretti e da un granitico Roy Scheider, inasprito nella maschera dagli anni. È la storia dell'ufficiale italiano Luigi Manin e del colonnello Gartner, carceriere di Hereford; fuggiasco instancabile il primo, suo tenace inseguitore il secondo. Dopo un ennesimo tentativo di evasione, Luigi riesce a trascorrere pochi giorni fuori dal campo prima di esservi nuovamente internato. Nel frattempo, i suoi compagni vengono tutti rimandati in Italia; quando una pattuglia lo restituisce alla custodia di Gartner, il campo è già stato evacuato. In attesa di una spedizione che giunga a portarli indietro, i due avversari, rimasti soli, sono obbligati a confrontarsi ed a collaborare, testimoniando che identità ideologiche di opposte radici, lontano dalla guerra, possono convivere nel reciproco rispetto. Peccato solo che i costi di produzione abbiano costretto Serafini a girare in Bulgaria gli esterni, in luoghi che poco hanno a che fare con il paesaggio nudo e desolato del Texas; poiché da qui il film comincia a prendere forma, nello stesso punto in cui si chiuderà, cercando di raccontare con esito discontinuo cosa accada tra due uomini cui non resta altro che se stessi. (da rai international) |
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Dopo l'8 settembre 1943, a seguito dell'armistizio firmato dal Re
Vittorio Emanuele III con le forze alleate, ai 50.000 prigionieri di
guerra italiani negli Stati Uniti fu chiesto di conformarsi alla
decisione del Re. Chi rifiutò fu internato nel campo di punizione
Hereford nel Texas. Sei mesi dopo la fine del conflitto Luigi Manin è
ancora internato lì e nonostante tutto ha conservato la sua gioia di
vivere. Quando viene riacciuffato dopo un'evasione di qualche giorno è
riportato al campo che nel frattempo è stato evacuato. In attesa che
arrivi una pattuglia a rilevarlo, resterà solo a battersi in un ultimo
decisivo, tragico scontro con Gartner, il colonnello comandante del
campo. E' un film coprodotto dalla RAI, tratto da un episodio vero
accaduto nel campo di prigionia di Hereford, Texas, dove era prigioniero
Mieville, che però la RAI si è guardata bene di mandarlo in onda sulle
tre reti: per un verosimile ordine o "suggerimento" da parte dei padroni
americani o più semplicemente un vile gesto di sudditanza degli attuali
governanti italiani che per non dispiacere i loro padroni, sempre
americani(che voglio ancora credere tanto forti da non temere la verità
storica) hanno deciso di archiviare il film. Un film che circola in
Europa sin dal 2001 e che particolarmente in Spagna ha avuto un gran
successo con il titolo "La buena guerra". Da Vela Tricolore
Il regista italo belga Giorgio Serafini, che ha appena completato la terza settimana di riprese della nuova serie della fiction Rai "Orgoglio", di italiano ha il nome, la cultura e le origini , ma è nato, si è formato e vive all'estero, negli Stati Uniti. |