I BERSAGLIERI E IL CINEMA I Briganti Italiani di Mario Camerini |
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Regia di Mario Camerini |
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IGNAZIO BALSAMO SCANNAMORTI BERNARD BLIER COL. BREVIGLIERI ERNEST BORGNINE SANTE CARBONE DONATO CASTELLANETA 'O CHIATTONE GUIDO CELANO MUSO 'E CANE MARIO FELICIANI DON RAMIRO VITTORIO GASSMAN VINCENZINO ESPOSITO CARLO GIUFFRE' TENENTE BERSAGLIERI KATY JURADO ASSUNTA PESCATORE PHILIPPE LEROY 'O ZELLUSO ALFONSO MATHIS PINNOLO DARIO MICHAELIS TENENTE CAVALLERIA LAWRENCE MONTAIGNE 'O PREVETE CARLO PISACANE FILUCCIO MICHELINE PRESLE LA MARCHESA ROSANNA SCHIAFFINO MARIANTONIA AKIM TAMIROFF 'O ZINGARO CARLO TARANTO 'O SCARAFFONE RENATO TERRA BRIGANTE |
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locandine e immagini sono tratte da |
http://film.spettacolo.virgilio.it/cinema/scheda.php?film=14318 |
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Nel 1961 Camerini ( bersagliere) dirige “I Briganti Italiani” (sulla falsariga di Germi anche Zampa con Fra Diavolo 1942, e il Brigante Musolino sempre di Camerini 1950) con protagonista un Tenente dei bersaglieri (Carlo Giuffrè) e con Vittorio Gassman, Ernest Borgnine e Bernard Blier. Passato Garibaldi, un brigante al servizio dei Borboni è abbandonato dai suoi protettori. Vuole costituirsi ai piemontesi, ma gli impediscono di parlare. Mario Camerini, il quale, al pari di Alarico Gattia (fumetto), si innamora della vicenda del brigantaggio ritorna sul tema con uno spirito particolare. A differenza del cinema americano, dove il fuorilegge è solitamente solo sia che sia Western o gangster-poliziesco, in Italia assume connotati meno individualistici e più rivoluzionari. I Film raccontano e portano in superficie il fenomeno del brigantaggio meridionale che ha avuto un ruolo non indifferente nelle vicende risorgimentali consumate tra piemontesi e borboni. Personaggi come Sante Carbone, appunto, pur con le notevoli differenze che lo distinguono da un Pancho Villa, non possono essere considerati semplici banditi, ma personalità dotate di una spiccata consapevolezza delle ingiustizie sociali e politiche dell'epoca che molto contribuirono alla loro ribellione. Camerini, dunque, dopo aver realizzato Il brigante Musolino, agli inizi degli anni Sessanta, ispirandosi al romanzo Briganti Italiani di Mario Monti, porta sullo schermo con il titolo omonimo le vicende brigantesche che coinvolgono anche Stigliano. A differenza della fedele ricostruzione storica e iconografica di Gattia però, Camerini è meno rigoroso nel riproporre questo frammento storico. La presenza di grandi star, quali Borgnine, Gassman e la Schiaffino, oscura non poco il dramma e i contenuti eversivi della travagliata pagina stiglianese, per privilegiare il paradosso e l'avventura. | |
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Il brigante Musolino, interpretato da Amedeo Nazzari, in una ricostruzione neoveristica, è la storia di Beppe Musolino e della bella Mara che danno vita a un film denso di passione romantica. Prima non era stato possibile girarlo per l’assonanza Mussolini/Musolino. Nel 1951 Giuseppe Berto pubblica intanto Il brigante, storia di Michele Rende che durante la seconda guerra mondiale scende in lotta per l’occupazione dei latifondi ma viene ucciso. Un romanzo epico che viene trasformato in film da Renato Castellani. Riccardo Bacchelli è autore del racconto Il brigante di Tacca del Lupo che viene ripreso dal cinema con la regia di Pietro Germi. Ma il brigantaggio è un tema ormai fortunato, l’Italia che sta operando il grande salto dalla cultura contadina a quella borghese e industriale ne approfitta per analizzare i rapporti tra sud e nord, in un momento in cui migliaia di meridionali lasciano la terra e partono verso il nord industrializzato. Nel 1961 Mario Camerini gira il film “I Briganti italiani”, con la collaborazione di Mario Monti. Quella di Camerini è la storia di un brigante filoborbonico, vero, presumibilmente Giuseppe Caruso, che passa ai piemontesi ma gli verrà impedito di parlare e tradire i vecchi compagni. Il brigante Sante Carboni (Ernest Borgnine), dopo l'unità d'Italia, si pone al soldo dei Borboni. Ma quando le sorti dei lealisti saranno definitivamente compromesse, egli verrà abbandonato alla sua sorte. Convintosi che l'unica cosa da fare, sia quella di costituirsi ai piemontesi, si reca a Stigliano, presidiata dalle truppe italiane. Deciso ad arrendersi, viene ucciso da chi lo ha armato appena entra nel paese. I "baroni" hanno così evitato che egli possa riferire sui contatti avuti con alcuni maggiorenti delle zone. Critica "opera pulita, dignitosa, com'è nello stile di Camerini, senza audacie e senza profondità". Decoroso come film spettacolare, debole come film storico e come racconto d'avventure. |