LA GUERRA E IL CINEMA " AMEN" di Constantin Costa–Gavras |
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Anno:2002 |
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INTERPRETI Ulrich Tukur
(Kurt Gerstein) TRAMA |
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Lo scopo di Costa-Gavras con la pellicola “Amen” è una denuncia contro l’indifferenza e l’omertà, contro il silenzio, contro chi finge di non sapere, contro chi pone il potere gerarchico al di sopra di qualsiasi altra cosa. La storia raccontata da Costa-Gavras, che si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale, vede protagonisti due uomini che in apparenza non hanno nulla in comune fra loro. Kurt Gerstein, personaggio realmente esistito, è un generale delle SS che, insospettito dalle numerose morti che si stanno verificando negli ospedali psichiatrici, decide di indagare per scoprirne le cause. La sua carica militare e le sue ricerche sul Zyklon B, un gas altamente tossico che lui stesso aveva messo a punto per meri scopi igienici, gli consentono ampio accesso a informazioni segrete: gradualmente Gerstein entra in contatto con i vertici militari tedeschi e, dopo aver verificato di persona che lo Zyklon B veniva usato nelle camere a gas dei campi di sterminio, decide di rivelare al mondo i piani del governo nazista e il pericolo che stava correndo l’intera comunità ebraica. | ||
Kostantinos Costa-Gavras nasce nel 1933 in Grecia |
Critica on line non classificata | |
Un suo tentativo di entrare nel mondo cinematografico americano va a vuoto per la posizione politica del padre politicamente schierato a sinistra. Il giovane Costa-Gavras decide quindi di recarsi a Parigi e qui studia letteratura alla Sorbona. Dopo aver lavorato come aiuto regista con Rene Clair, Jacques Demi e altri, dirige i suoi primi due film sul genere poliziesco, poi si dedica a gialli-politici in collaborazione con lo sceneggiatore Jorge Semprun. Il suo film più famoso è Z, l'orgia del potere (1968), che ricostruisce il regime dei colonnelli in Grecia: la pellicola vince il premio della giuria a Cannes e un Academy Award come miglior film straniero. A questo successo seguono La confessione (1970), che narra i metodi staliniani nei processi politici in Cecoslovacchia nel dopoguerra, L'affare della Sezione speciale (1975), un film di denuncia sui sistemi giudiziari vigenti durante il governo di Vichy in Francia e L'amerikano (1973), scritto con Franco Solinas, che documenta il ruolo della C.I.A. nella repressione della guerriglia latino-americana. Con Missing del 1981, un film sui desaparecidos e sulle esecuzioni sommarie in Cile di Pinochet torna alla denuncia politica. Con Hanna K. (1983), basato sull'ultima sceneggiatura lasciata da Solinas, sorprese il pubblico con un film pro-Palestina, mentre Betrayed - Tradita (1988) è una denuncia contro il razzismo in America. Con un nuovo acclamato successo, Music Box (1989), vincitore dell’Orso d'oro al festival di Berlino, Costa-Gavras narra la dolorosa scoperta, da parte di un affermato avvocato, dei rapporti del padre con il nazismo. Infine nel 2002 gira Amen. |
Si reca quindi a Berlino, presso il Nunzio Apostolico, dove spera di trovare aiuto: si vedrà respinto e cacciato, ma le sue parole colpiscono un giovane prete italiano che assiste alla scena, Riccardo Fontana (personaggio invenatto). Egli aiuterà Gerstein in ogni modo, compiendo numerosi viaggi a Roma e facendosi ricevere da personaggi influenti in Vaticano; sfiderà infine le gerarchie ecclesiastiche riuscendo a parlare direttamente al Papa, ma la sua testimonianza verrà accolta da tutti come quella di Gerstein, di un nessuno. Entrambi i protagonisti sono mossi da un’inaffondabile fede cristiana e alla passività dell’opinione internazionale si contrappone la loro determinazione, la loro forza interiore e il loro coraggio. Costa-Gavras, senza mai mostrare direttamente le atrocità che venivano compiute in quegli anni, bensì facendole solamente intuire al pubblico, contrappone la purezza d’animo e l’infinito altruismo che contraddistinguono i due protagonisti, all’assurda e cieca crudeltà delle camere a gas e dei vagoni merci che portano il loro carico di morte nei campi di concentramento. La bontà d’animo di Riccardo Fontana giungerà al culmine quando il giovane ecclesiastico deciderà di rimanere con gli ebrei nel campo di sterminio, nonostante Gerstein avesse trovato il modo di liberarlo: la figura di Fontana non ha ombre, non presenta alcuna delle debolezze umane e il volto ingenuo e sincero del bravissimo Mathieu Kassovitz conferisce a questo personaggio una componente quasi angelica, esaltata nella scena finale del ritrovamento dell’abito talare tra i poveri stracci di ebrei avviati verso le camere a gas. Riccardo Fontana incarna l’idealizzazione di un martire della nostra epoca. La rappresentazione di un prelato non avrebbe potuto essere più pura e pia, eppure si accusa ancora Costa-Gavras di aver realizzato un film come esclusivo attacco alla Chiesa, facendo con queste sterili critiche esattamente quello che Pio XII fa nel film: esaltare la superficialità e tacere l’essenziale. Il film fu aspramente contestato e ancor di più la locandina ideata da Oliviero Toscani che subì una censura che ne vietava l’affissione sui muri delle città limitandone la diffusione ai giornali e alle sale cinematografiche: se Costa-Gavras si fosse semplicemente macchiato di diffamazione, sarebbe bastato portare all’attenzione pubblica le testimonianze storiche sul reale svolgimento dei fatti, ma come spesso accade nel nostro Paese, è più facile censurare che criticare in maniera costruttiva. | |
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Oliviero Toscani, che ha realizzato la locandina del film Amen non ha studiato questo pezzo fondamentale di storia europea. Thomas S. Eliot ha scritto: "Credo vi siano molte persone che, al pari mio, sono state scosse dagli eventi del settembre 1938 in modo tanto profondo da non riuscire a porvi rimedio […]. Non si è trattato, ripeto, di una critica al governo [britannico], ma di un dubbio sulla validità di un’intera civiltà". Quando, il 21 dicembre 1939, il primate polacco cardinale August Hlond gli fa pervenire un rapporto sui primi quattro mesi di occupazione tedesca, Papa Pio XI dà subito mandato a monsignor Giovanni Battista Montini (futuro Papa), inviato a Varsavia come addetto alla Nunziatura, affinché venga preparato un radiomessaggio di denuncia della politica nazionalsocialista. Diffuso il 21 gennaio successivo, fra l’altro, afferma: "Le condizioni della vita religiosa, politica, economica hanno gettato il nobile popolo polacco in uno stato di terrore, di abbruttimento e di barbarie molto simile a quello che fu imposto alla Spagna dai comunisti nel 1936. […] I tedeschi usano gli stessi mezzi dei sovietici". Da kattoliko.it | |
Costa-Gavras: «I dieci anni di connivenza tra i portatori di croce e quelli della svastica non sono un’invenzione grafica: quella locandina non fa altro che riassumerli». |
Il film è tratto da un'opera teatrale, "Il Vicario", di Rolf Hochhuth. "Amen." non è un documentario ed è inattendibile dal punto di vista storico. "Amen." sembra una mitragliata nel mucchio, una bomba lanciata ad occhi chiusi: il film si scaglia contro tutto il clero, contro il Vaticano, contro la Chiesa Cattolica - che finisce persino per aiutare i soldati nazisti a fuggire in Sud America! - facendo dei Protestanti (che sarebbero poi i nazisti) gli unici veri buoni di cuore. | |
Fra le perle che si rintracciano in rete ho scelto questa di Emanuela Liverani da 2002 reVision . | ||
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Ma in quegli anni, che vanno
dal 1933 al 1945, le colpe devono essere condivise con quelle "democrazie
libere" che, pur sapendo cosa stava accadendo, non agirono.Mentre le forze anglo-americane bombardavano l’Europa, distruggendo
intere città e uccidendo molti civili, nessuna bomba fu sganciata sugli
obiettivi che avrebbero potuto, se non altro, rallentare la "soluzione
finale", quindi nessuna distruzione della rete ferroviaria su cui
viaggiavano i treni della morte. Amen è percorso da un numero incredibile
di treni vuoti, di vagoni merci di ritorno dai campi di sterminio per
raggiungere altri luoghi dove raccogliere nuove "unità". Quei treni vuoti - scelta (realizzata su suggerimento di Grumberg, co
sceneggiatore) che non bisogna stancarsi di plaudire - sono
l’ossessionante contrappunto di una vicenda inesorabile nel suo sviluppo;
treni che sfrecciano verso l’Europa dell’Est lasciando una scia di denso
fumo nero, terribilmente somigliante a quello che usciva dai camini dei
forni crematori. Ndr. Suggestivo!! onirico, sulla carta: Non so se la Signora o Signorina ci fa o c’è, ma gli americani coi bombardieri colpivano centri industriali e civili cominciando a far pagare il paese per i propri errori. Hai visto mai che qualcuno aprisse gli occhi sui campi di sterminio dietro casa. I bombardamenti venivano effettuati anche su stazioni e snodi ferroviari, ma qui i danni erano relativi e riparabili in breve nonostante venissero impiegate centinaia di aerei su aree ridotte. Un bombardiere a largo raggio, da alta quota e in missione notturna contro una linea ferroviaria isolata o un ponte non è efficace più di tanto poi non era questo che fermava i nazisti. Il prezzo da pagare, forse la signorina se lo è dimenticato, era la vita media dei bombardieri e dei relativi piloti ed equipaggi che non andava oltre la terza/quarta missione. Resta il fatto che la cura antinazista deve aver fatto bene se a distanza di 70 anni gli è passata la voglia di dittatori. A fine confitto quelli che stavano più su nella scala gerarchica sono passati a miglior vita. Ma forse non era questo che si proponeva la redattrice che vede meglio un paese come l’Italia dove nessuno paga e D’Alema e Bertinotti salverebbero Mussolini. A quando il sequel Amen e così sia sugli ultimi razzismi? A volte i neonazisti stanno molto più vicini geograficamente e temporalmente di quanto si creda. Quando la suddetta vuole un dibattito pubblico sull'Ebraismo e sulle tecniche per sconfiggere il razzismo il sottoscritto è sempre a disposizione. AW |