GIUSEPPE LEOPIZZI

a cura di Giorgio Barba

La cosa che più colpisce nella scrittura poetica di Giuseppe Leopizzi è la profonda erudizione che lo conduce ad associare massime del pensiero antico o contemporaneo alle sue poesie per creare un ponte senza soluzione di continuità fra passato e presente.
Le numerose citazioni acquistano una funzione particolare nell'ambito della struttura della pagina e servono soprattutto ad illuminare - come un faro illumina un ampio tratto di mare - ogni singola poesia. Esplicate in questo modo le composizioni poetiche, le parole divengono più chiare alla lettura e più comprensibili agli occhi della mente. Infatti la poesia di Leopizzi non è destinata soltanto alla superficialità sensitiva, ma anche alla complessità cognitiva di modo che sia i sensi che le facoltà intellettive agiscano nell'atto del conoscere.
La contemplazione estatica, meravigliata, quasi francescana della bellezza del creato e la contemplazione filosofica si fondono in una sorta di misticismo cristianamente vissuto che non disdegna l'"impegno" umanitario di vivere tra gli uomini. Così la sua poesia che assume toni accorati e biblici nel trattare i casi della vita, scevra di ogni implicazione politica, è moralmente accusatrice dei mali della società odierna, canta soprattutto la semplicità dei costumi.