Secondo lei, la ricerca quanto può incidere sul modo di fare arte?
E' soprattutto la ricerca dei colori che incide nel mio modo di fare arte. Infatti io passo ore a dosare i vari pigmenti in modo da poter scoprire sempre nuove vibrazioni e sensazioni del colore. Ed è quasi un'ossessione. Il quadro che mi dà più soddisfazione è quello che io riesco a fare con toni di colore che è difficilissimo scoprire in natura. C'è sempre una base scientifica nella mia ricerca, però il colore finale è quasi casuale. Posso affermare che per me il colore è più importante della forma.
Accetta la definizione dei suoi nuovi paesaggi come "paesaggi in viaggio"?
Sì, sono paesaggi in viaggio in senso metaforico. Viaggio della mente, dell'io, della psiche. Sulla superficie pittorica esprimo sentimenti che cambiano continuamente, che non sono statici, ma mutano con il cambiare dell'umore, dell'ispirazione, delle sensazioni.
Qual è il significato di quelle macchie di colore così frequenti nei suoi quadri?
Le macchie di colore sono degli spiragli che spesso si trovano in fondo a un percorso, ad un sentiero, ad un viaggio. Proprio da quegli spiragli si può intravedere una luce, un qualcosa di positivo nella vita.
Quale senso e quale valenza hanno i graffiti nelle sue opere?
I graffiti mi permettono di lasciare un segno deciso sulla superficie della tela che dipingo, a volte, anche con una certa "rabbia".
Perché rabbia?
Rabbia nel senso di sfogo interiore, di qualcosa che vuole uscire a tutti i costi con veemenza.
Il graffito per me è un voler definire a tutti i costi un segno, una forma, un'area della superficie dipinta. Per me è di fondamentale importanza che durante il suo viaggio un uomo lasci il segno del suo passaggio, un'orma che non lo faccia obliare e perdere nel caos della vita.