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preview (on line il 2° gen 2003):
Il sopravvalutato concetto del tempo

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inizio

> > Iosephus su it.scienza nel thread con oggetto:
> > 'Paradossi logici e viaggi nel tempo'
> > ha scritto:

> > A questo proposito si potrebbe
> > dire una bella cosa:
> > che ne dite degli avvistamenti UFO ?
> > Se realmente ci sono potrebbero essere dei
> > 'viaggiatori nel tempo'...

> anrago ha aggiunto:
> ..certo che se avessimo uno straccio di
> prova concreta di questi Ufo !

giofra giofra@freemail.it
Sunday, April 28, 2002 10:31 PM
ha risposto:

Siamo ai limiti della dissociazione della mente umana dalla realtà.

Non mi sorprenderebbe se un giorno la medicina dichiarasse che, alla base di alcune moderne malattie dissociative, è il concetto che ci siamo fatti del tempo.

Già, perchè il tempo è una semplice concezione, ovvero la percezione del cambiamento, del mutamento, e in ultima analisi del movimento.

E per mettere ordine negli eventi, e per definire i mutamenti (compresi quelli delle grandezze fisiche), ci affidiamo al movimento che, per l'alternarsi del dì e della notte, ci è più familiare.

E cioè al movimento del Sole nel cielo, e che poi abbiamo scoperto essere provocato dalla rotazione della Terra intorno al suo asse polare.

I primi uomini ragionanti probabilmente, almeno fino a quando sono solo stati cacciatori, al tempo nemmeno pensavano.

Man mano, con l'avvento delle prime comunità dedite alla coltivazione della terra, e fra queste gli antichi Egizi, si è fatta strada nella cultura degli esseri umani la concezione del tempo.

E visto che l'attività che prevalentemente svolgevano era legata alle stagioni, la concezione del tempo che essi avevano era di tipo ciclico: le cose avevano un inizio, mutavano, e poi ricominciavano di nuovo.

La concezione del tempo che invece oggi ci siamo fatta è di tipo lineare: esiste un passato, perso per sempre, un presente sfuggente, e un futuro da costruire.

Un concetto del tempo, quest'ultimo, fin troppo poco sereno e ai limiti del patologico.

Senz'altro più sereno è stato il rapporto con il concetto del tempo delle civiltà del passato, e per i cui essere umani che ne facevano parte, se un'opportunità sfuggiva, non c'era che attendere un nuovo inizio, un nuovo ciclo, una nuova rinascita.

Giovanni.


fine


> > Iosephus su it.scienza nel thread con oggetto:
> > 'Paradossi logici e viaggi nel tempo'
> > ha scritto:

> > A questo proposito si potrebbe
> > dire una bella cosa:
> > che ne dite degli avvistamenti UFO ?
> > Se realmente ci sono potrebbero essere dei
> > 'viaggiatori nel tempo'...

> anrago ha aggiunto:
> ..certo che se avessimo uno straccio di
> prova concreta di questi Ufo !

giofra giofra@freemail.it
Sunday, April 28, 2002 10:31 PM
ha risposto:

Siamo ai limiti della dissociazione della mente umana dalla realtà.

Non mi sorprenderebbe se un giorno la medicina dichiarasse che, alla base di alcune moderne malattie dissociative, è il concetto che ci siamo fatti del tempo.

Già, perchè il tempo è una semplice concezione, ovvero la percezione del cambiamento, del mutamento, e in ultima analisi del movimento.

E per mettere ordine negli eventi, e per definire i mutamenti (compresi quelli delle grandezze fisiche), ci affidiamo al movimento che, per l'alternarsi del dì e della notte, ci è più familiare.

E cioè al movimento del Sole nel cielo, e che poi abbiamo scoperto essere provocato dalla rotazione della Terra intorno al suo asse polare.

I primi uomini ragionanti probabilmente, almeno fino a quando sono solo stati cacciatori, al tempo nemmeno pensavano.

Man mano, con l'avvento delle prime comunità dedite alla coltivazione della terra, e fra queste gli antichi Egizi, si è fatta strada nella cultura degli esseri umani la concezione del tempo.

E visto che l'attività che prevalentemente svolgevano era legata alle stagioni, la concezione del tempo che essi avevano era di tipo ciclico: le cose avevano un inizio, mutavano, e poi ricominciavano di nuovo.

La concezione del tempo che invece oggi ci siamo fatta è di tipo lineare: esiste un passato, perso per sempre, un presente sfuggente, e un futuro da costruire.

Un concetto del tempo, quest'ultimo, fin troppo poco sereno e ai limiti del patologico.

Senz'altro più sereno è stato il rapporto con il concetto del tempo delle civiltà del passato, e per i cui essere umani che ne facevano parte, se un'opportunità sfuggiva, non c'era che attendere un nuovo inizio, un nuovo ciclo, una nuova rinascita.

Giovanni.


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