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inizio
> > Iosephus su it.scienza nel thread con oggetto:
> > 'Paradossi logici e viaggi nel tempo'
> > ha scritto:
> > A questo proposito si potrebbe
> > dire una bella cosa:
> > che ne dite degli avvistamenti UFO ?
> > Se realmente ci sono potrebbero essere dei
> > 'viaggiatori nel tempo'...
> anrago ha aggiunto:
> ..certo che se avessimo uno straccio di
> prova concreta di questi Ufo !
giofra giofra@freemail.it
Sunday, April 28, 2002 10:31 PM
ha risposto:
Siamo ai limiti della dissociazione
della mente umana dalla realtà.
Non mi sorprenderebbe se un giorno
la medicina dichiarasse che, alla base
di alcune moderne malattie dissociative,
è il concetto che ci siamo fatti del tempo.
Già, perchè il tempo è una semplice
concezione, ovvero la percezione del
cambiamento, del mutamento, e in ultima
analisi del movimento.
E per mettere ordine negli eventi, e per
definire i mutamenti (compresi quelli
delle grandezze fisiche), ci affidiamo
al movimento che, per l'alternarsi del
dì e della notte, ci è più familiare.
E cioè al movimento del Sole nel cielo,
e che poi abbiamo scoperto essere
provocato dalla rotazione della Terra
intorno al suo asse polare.
I primi uomini ragionanti probabilmente,
almeno fino a quando sono solo stati
cacciatori, al tempo nemmeno pensavano.
Man mano, con l'avvento delle prime comunità
dedite alla coltivazione della terra, e fra
queste gli antichi Egizi, si è fatta strada
nella cultura degli esseri umani la concezione
del tempo.
E visto che l'attività che prevalentemente
svolgevano era legata alle stagioni, la
concezione del tempo che essi avevano era
di tipo ciclico: le cose avevano un inizio,
mutavano, e poi ricominciavano di nuovo.
La concezione del tempo che invece oggi
ci siamo fatta è di tipo lineare: esiste un
passato, perso per sempre, un presente
sfuggente, e un futuro da costruire.
Un concetto del tempo, quest'ultimo, fin troppo
poco sereno e ai limiti del patologico.
Senz'altro più sereno è stato il rapporto con
il concetto del tempo delle civiltà del passato,
e per i cui essere umani che ne facevano parte,
se un'opportunità sfuggiva, non c'era che
attendere un nuovo inizio, un nuovo ciclo,
una nuova rinascita.
Giovanni.
fine
> > Iosephus su it.scienza nel thread con oggetto:
> > 'Paradossi logici e viaggi nel tempo'
> > ha scritto:
> > A questo proposito si potrebbe
> > dire una bella cosa:
> > che ne dite degli avvistamenti UFO ?
> > Se realmente ci sono potrebbero essere dei
> > 'viaggiatori nel tempo'...
> anrago ha aggiunto:
> ..certo che se avessimo uno straccio di
> prova concreta di questi Ufo !
giofra giofra@freemail.it
Sunday, April 28, 2002 10:31 PM
ha risposto:
Siamo ai limiti della dissociazione
della mente umana dalla realtà.
Non mi sorprenderebbe se un giorno
la medicina dichiarasse che, alla base
di alcune moderne malattie dissociative,
è il concetto che ci siamo fatti del tempo.
Già, perchè il tempo è una semplice
concezione, ovvero la percezione del
cambiamento, del mutamento, e in ultima
analisi del movimento.
E per mettere ordine negli eventi, e per
definire i mutamenti (compresi quelli
delle grandezze fisiche), ci affidiamo
al movimento che, per l'alternarsi del
dì e della notte, ci è più familiare.
E cioè al movimento del Sole nel cielo,
e che poi abbiamo scoperto essere
provocato dalla rotazione della Terra
intorno al suo asse polare.
I primi uomini ragionanti probabilmente,
almeno fino a quando sono solo stati
cacciatori, al tempo nemmeno pensavano.
Man mano, con l'avvento delle prime comunità
dedite alla coltivazione della terra, e fra
queste gli antichi Egizi, si è fatta strada
nella cultura degli esseri umani la concezione
del tempo.
E visto che l'attività che prevalentemente
svolgevano era legata alle stagioni, la
concezione del tempo che essi avevano era
di tipo ciclico: le cose avevano un inizio,
mutavano, e poi ricominciavano di nuovo.
La concezione del tempo che invece oggi
ci siamo fatta è di tipo lineare: esiste un
passato, perso per sempre, un presente
sfuggente, e un futuro da costruire.
Un concetto del tempo, quest'ultimo, fin troppo
poco sereno e ai limiti del patologico.
Senz'altro più sereno è stato il rapporto con
il concetto del tempo delle civiltà del passato,
e per i cui essere umani che ne facevano parte,
se un'opportunità sfuggiva, non c'era che
attendere un nuovo inizio, un nuovo ciclo,
una nuova rinascita.
Giovanni.