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23)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 10, 2002 9:04 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
Mi hanno chiesto di occuparmi del paradosso
di Zenone, e volentieri dico come la penso.
Indichiamo con:
A = Achille
T = tartaruga
B = vantaggio della T rispetto ad A
VA = la velocità di A
VT = la velocità della T
SA = la distanza coperta da A
ST = la distanza coperta dalla T
t = tempo
A raggiungerà la T nel PUNTO X quando:
SA = ST + B
ovvero quando:
VA*t = VT*t + B
che risolta rispetta a t diventa:
t = B/(VA-VT)
Se allora:
VA = 1 m/sec
VT = 0,5 m/sec
B = 10 m
A raggiungerà la T in 20 secondi, dopo aver
percorso una distanza pari a 20 metri.
Infatti:
t = B/(VA-VT) = 10/(1-0,5) = 20 sec
mentre:
SA = VA*t = 1*20 = 20 m
Questo è ciò che avviene nella realtà.
Prendiamo invece carta e penna, e ragioniamo
come ragionano i matematici del continuo
quando dicono di aver risolto il paradosso di
Zenone usando le serie.
Intanto ecco il paradosso:
*******************************
Vedi, dice la T ad A, mentre tu percorri i
dieci metri che io ho di vantaggio, io stesso
mi sposto in avanti di cinque.
Tu dovrai poi percorrere questi cinque metri,
ma io mi sarò spostata in avanti di altri
due metri e mezzo che tu dovrai recuperare.
Ma mentre tu cercherai di raggiungermi facendo
questi due metri e mezzo, io mi sarò spostata di
un altro metro e venticinque, e così via fino
all'infinito, così che tu non potrai mai raggiungermi.
*******************************
Ebbene, se introduciamo le serie, il paradosso
non si risolve affatto.
Le tre serie che infatti si originano applicando
il ragionamento di Zenone sono:
t = 0 + 10 + 5 + 2,5 + ..secondi
(B + ST) = 10 + 5 + 2,5 + 1,25 + ..metri
SA = 0 + 10 + 5 + 2,5 + ..metri
e quindi i valori:
t = 0 \ 10 \ 15 \ 17,5 \ .. secondi
(B + ST) = 10 \ 15 \ 17,5 \ 18,75 \ .. metri
SA = 0 \ 10 \ 15 \ 17,5 \ .. metri
valori dai quali si evince, anche se sono state
introdotte le serie, che SE SI MANTIENE FEDE AL
RAGIONAMENTO di ZENONE, non solo A non
raggiunge mai la T, ma entrambi non raggiungono
nemmeno mai la distanza dei 20 metri.
Conclusione: Zenone aveva ragione, il continuo
è solo un modello, tanto è vero che ad applicarlo
alla realtà, alcune volte 'fa acqua'.
Giovanni.
*************
22)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 10, 2002 11:43 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> LordBeotian ha risposto:
> Confondi il tempo in cui si svolgono
> gli eventi, con quello in cui si
> eseguono i calcoli.
Non confondo un bel niente.
Se i conti, infatti, è Achille stesso ad eseguirli, fermando
l'orologio ogni volta che li esegue, e quindi facendo
lui e la tartaruga i passi conseguenti ai conti che
lui stesso ha effettuato, comunque Achille non solo non
raggiunge mai la tartaruga, ma entrambi non riescono a coprire
nemmeno la distanza dei 20 metri.
Gli eventi, dunque, avvengono nell'ambito del mondo reale,
che è discreto, mentre i calcoli sono fatti
nell'ambito del MONDO IPERREALE, che è il modello
del continuo.
Giovanni.
*************
21)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Friday, March 15, 2002 3:04 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Marco Punteri ha scritto:
> Tu hai detto che dai valori:
> t = 0 \ 10 \ 15 \ .. sec
> (B + ST) = 10 \ 15 \ 17,5 \ .. m
> SA = 0 \ 10 \ 15 \ .. m
> si evince, anche se sono state
> introdotte le serie, che SE SI
> MANTIENE FEDE AL RAGIONAMENTO
> di ZENONE, non solo A non
> raggiunge mai la T, ma entrambi
> non raggiungono nemmeno mai la
> distanza dei 20 m .
> Spiega perchè.
Immagina di essere il Padre Eterno, per cui
la tua vita è eterna e senza fine.
Ebbene, se applichi l'ineccepibile ragionamento
di Zenone, ANCHE SE FERMI L'OROLOGIO
quando effettui i calcoli per ricavare, nell'ambito
del mondo iperreale del continuo, la mia tabella
riportata in apertura di thread, ovvero la tabella:
t = 0 \ 10 \ 15 \ .. sec
(B + ST) = 10 \ 15 \ 17,5 \ .. m
SA = 0 \ 10 \ 15 \ .. m
scopri che, non solo Achille non raggiunge mai
la tartaruga, ma che entrambi non raggiungono
mai nemmeno il PUNTO X, ovvero il punto in
corrispondenza del quale, nel mondo reale
(e nell'ambito del discreto), Achille raggiunge
la tartaruga.
Giovanni.
*************
20)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Wednesday, March 13, 2002 2:02 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
Il continuo è solo un modello, come
Zenone ha già fatto vedere circa 2500 anni fa.
Dal suo ineccepibile ragionamento, infatti, si
evince quanto il continuo sia paradossale
(Achille NON raggiunge la tartaruga nel mondo
iperreale del continuo)
rispetto alla realtà
(il fatto che Achille raggiunge la tartaruga nel
mondo reale).
E ciò, come ho fatto vedere, anche se vengono
introdotte le serie.
Giovanni.
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19)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 10, 2002 12:33 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> sutura ha scritto:
> Mi spieghi qual è il tuo problema
> con Cantor e Dedekind ?
Che essendo il continuo solo un modello,
forse hanno un pò esagerato nel formalizzarlo,
al punto che c'è chi lo scambia per la realtà.
Giovanni.
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18)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, March 14, 2002 11:41 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha scritto:
> Anche il tempo non raggiunge mai
> i 20 secondi, il che è un assurdo
> generato dalla suddivisione
> all'infinito dello spazio.
> Qui sta il paradosso di Zenone.
Il paradosso è invece considerare il tempo e lo spazio
delle grandezze continue, e che i matematici del continuo
dicono che si possono dividere all'infinito.
Peccato che nel mondo iperreale del continuo,
e grazie all'ineccepibile ragionamento di Zenone,
Achille non raggiunge mai la tartaruga.
Per cui è il continuo ad essere paradossale, visto
che nel mondo reale Achille raggiunge la tartaruga.
Giovanni.
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17)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Friday, March 15, 2002 9:02 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> manu ha scritto:
> Il punto importante è invece,
> secondo me, il seguente:
> Zenone è riuscito ad identificare
> infiniti istanti ben determinati
> in cui la tartaruga si trova
> davanti ad Achille.
Gli istanti sono infiniti solo nel mondo iperreale del
continuo e non nella realtà e nel discreto.
Se infatti gli istanti di tempo sono infiniti,
Achille non raggiunge mai la tartaruga.
L'infinito, insomma, è solo una 'fissazione' dei matematici
del continuo, con la realtà che dunque contempla solo il
discreto e dove tutto è appunto AL FINITO.
Giovanni.
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16)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Friday, March 15, 2002 9:09 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Fabio Lazzaroni ha scritto:
> Se non ho capito male tu dici
> che il paradosso deriva dal
> fatto che non si può applicare
> il modello continuo alla realtà
> perchè la realtà non è continua.
Dico che il continuo si può applicare alla
realtà, ma è solo un modello, tanto è vero
che, nel caso dell'ineccepibile ragionamento
di Zenone, fallisce.
La realtà, dunque, che da sempre ci appare
che contempli il discreto e il continuo, è fatta,
invece, unicamente di discreto.
Dico anche che il fatto che il modello del continuo,
nella stragrande maggioranza dei casi, funziona, è
dovuto al fatto che si tratta di un modello incredibilmente
più reale della realtà stessa, visto che conferisce a
quest'ultima la potenza del continuo, mentre invece
essa è solo discreta.
> Relativamente ai dati numerici da te
> proposti, il problema è che Zenone
> limita le sue osservazioni ai primi
> 20 secondi, e non vede cosa succede
> dopo (congiungimento e sorpasso).
Il dopo è solo il sorpasso, e non anche
il congiungimento.
E purtroppo, nel continuo, se si applica il ragionamento
di Zenone, il congiungimento non avviene mai, ne di
conseguenza il sorpasso.
Giovanni..
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15)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Monday, March 11, 2002 8:18 AM
Subject: Re: Banalit? Paradosso di Zenone
> Luca fiore ha scritto:
> Ma che significa che la
> realtà è discreta ?
Quello che tutti possono facilmente immaginare.
Il discreto è cioè una realtà incredibilmente semplice.
Se infatti tu stesso ti riduci fino a diventare piccolo
quanto l'unità base, scopri un universo globalmente
omologato, e cioè fatto di infinitesimi tutti della stessa
qualità e tutti uguali, con ognuno di essi consistente e
non ulteriormente frazionabile.
> Se non ricordo male, il paradosso
> sorge perchè Zenone (e i Greci)
> non avevano il concetto di numero
> periodico.
Non è il ragionamento di Zenone che è paradossale, ma
è il continuo che, grazie all'ineccepibile ragionamento
di Zenone, si rivela paradossale, con ciò svelando la sua
natura, quella cioè di essere un modello, visto che con
Achille e la tartaruga 'fa acqua'.
> Ma il tempo si può dividere
> in spazi infinitesimi
> tendenti a niente ?
Il tempo, la grandezza fisica continua per eccellenza, che
per definizione fluisce senza interrompersi, nel discreto
svanisce del tutto perchè scorre a tratti.
La qual cosa non è affatto un problema, visto che il tempo è spazio, ovvero
tante frazioni di spostamento della Terra intorno al suo
asse polare.
Gli spostamenti della Terra intorno al suo asse polare ed
in relazione al Sole, cioè, sono una sorta di grandezza
spaziale di riferimento, che da sempre usiamo per collocare
gli eventi e per definire gli incrementi delle altre grandezze
fisiche, e ciò perchè è ciclica e familiare anche ai bambini,
a causa dell'alternarsi del dì e della notte.
> E se non fosse lecito dividere
> il tempo in spazi infinitesimi
> tendenti a niente, come faremmo
> ad avere la posizione di un punto
> in un determinato istante t ?
Almeno fino a quando non riusciremo a dar corpo ad un
modello matematico più vicino alla disarmante semplicità
della realtà, va senz'altro bene il modello del continuo,
che funziona egregiamente proprio perchè è un modello
iperreale, ossia un modello incredibilmente e grandiosamente
più reale della realtà stessa.
Quello che subito potrebbero però fare i matematici è
aggiungere al modello del continuo un pò di
'precauzioni per l'uso', e senz'altro la frase:
^^^^^^^^^^^^^^^^^
è fatto DIVIETO usare il modello del continuo per costruire
teorie accompagnate dalle parole:
'questo accade anche nella realtà',
perchè da un modello, al massimo, si riesce a dar corpo
solo ad un altro modello.
^^^^^^^^^^^^^^^^^
Giovanni..
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14)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 10, 2002 7:10 PM
Subject: Re: Banalità: Paradosso di Zenone
> Alod ha chiesto:
> Come si risolve nel DISCRETO
> il paradosso di Zenone ?
Che a furia di dividere lo SPAZIO che separa la tartaruga
dal PUNTO X in cui verrà sorpassata da Achille, la
tartaruga stessa, da un certo momento in poi
(e che non possiamo conoscere),
comincerà a muoversi a passi infinitesimi del discreto
(passi finiti, non frazionabili e non quantificabili),
col che non ha più senso dividere ulteriormente lo spazio.
Da questo momento, oltre il quale cioè non ha più senso
dividere lo spazio
(nè quello della tartaruga, nè ovviamente quello di Achille),
mentre la tartaruga si muove a passi infinitesimi del
discreto, Achille no di certo, visto che ha una velocità
maggiore.
Ed ecco perchè Achille non solo raggiunge la tartaruga nel
PUNTO X, ma la sorpassa e la distanzia pure, inesorabilmente.
Giovanni..
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13)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Tuesday, March 12, 2002 11:52 PM
Subject: Re: Banalità: Paradosso di Zenone
> Stefano Crispino ha risposto:
> Non ho capito perchè solo la
> tartaruga finisce per muoversi
> a passi infinitesimi del discreto,
> e non anche Achille.
Perchè applicando l'ineccepibile ragionamento
di Zenone dividi, fino a quando non è più possibile,
lo spazio che separa la tartaruga dal PUNTO X,
e non lo spazio che separa Achille dal PUNTO X.
PUNTO X che, ricordo, è quello in corrispondenza del
quale la tartaruga stessa viene raggiunta nel
mondo reale, e non raggiunta nel mondo
iperreale del continuo, dal valoroso Achille.
Giovanni..
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12)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, March 14, 2002 5:07 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Allocco ha scritto:
> Grazie alla scorciatoia delle serie,
> la matematica ci dice che Achille
> raggiunge la tartaruga, e in realtà
> così avviene, mi dici cos'è che
> non ti soddisfa ?
La scorciatoia matematica di cui parli esiste anche
nel discreto visto che sono coinvolte le successioni.
Siffatta scorciatoia passa, infatti, attraverso
il seguente limite:
e cioè che il limite per n che tende
(per valori interi di n stesso) a
infinito di (1/2) elevato a n, è uguale a zero.
Il problema è che quello che non funziona è
l'ineccepibile ragionamento di Zenone
ipotizzando lo spazio continuo.
E non funziona solo perchè è il continuo ad
essere paradossale rispetto alla realtà, e non
il ragionamento di Zenone.
Perchè tutto abbia senso:
- ragionamento di Zenone
- scorciatoia matematica
- natura della Realtà,
basta ammettere che la Realtà stessa contempla
solo il discreto, e non anche il continuo.
Giovanni..
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11)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, March 14, 2002 10:36 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Allocco ha risposto:
> Le 'scorciatoie' servono per calcolare
> in un tempo finito quello che avviene
> in infiniti passi.
Le successioni esistono anche nel discreto,
ed il limite, per n intero, NON occorre farlo
tendere a infinito per ottenere da (1/2) elevato
alla n, il risultato zero.
Oltre un deteminato valore di n (che non è noto),
ci saremo infatti 'seduti' sull'UNITA' BASE,
oltre la quale non ha più senso procedere con
ulteriori divisioni, visto che l'UNITA' BASE è
non ulteriormente frazionabile.
> Se tu NON vuoi usare le scorciatoie,
> fatti tuoi, comincia pure a contare,
> ma non puoi negare che siano corrette,
> o utili
Nel discreto vale sia il ragionamento di Zenone
che la scorciatoia matematica.
Dove il ragionamento di Zenone consiste
nel dividere lo spazio che separa la tartaruga
dal PUNTO X, punto che è quello in corrispondenza
del quale la tartaruga viene raggiunta da Achille.
Mentre la scorciatoia è rappresentata dalle
serie e dalle successioni.
Nel continuo invece funziona solo la scorciatoia, ma
purtroppo l'ineccepibile ragionamento di Zenone,
fa diventare il continuo stesso paradossale rispetto
alla realtà, visto che Achille non raggiunge
mai la tartaruga.
Giovanni..
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10)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Friday, March 15, 2002 4:27 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Allocco ha risposto:
> Non si capisce cosa tu abbia
> voluto dire con la frase:
> 'Le successioni esistono anche nel
> discreto, ed il limite, per n intero,
> NON occorre farlo tendere a infinito
> per ottenere da (1/2) elevato alla n,
> il risultato zero.'
Nel discreto, il valore finale di n intero, è quello che
ci consente di effettuare 'l'ultimo salto', ovvero
quello che ci consente di 'saltare' dall'UNITA' BASE al NULLA.
Conoscere siffatto n intero ci è impossibile, visto
che ci è ignota l'UNITA' BASE.
Ma ciò, ai fini dei conti, non pregiudica niente,
visto che ci affidiamo per descrivere numericamente
la realtà, a delle PSEUDO-UNITA', che sono delle
vere e proprio false unità, visto che l'unica vera
unità, è l'UNITA' BASE.
UNITA' BASE alla quale, ovviamente, non riusciamo
a rapportare le nostre PSEUDO-UNITA', visto che
l'UNITA' BASE stessa ci è del tutto ignota.
> Il ragionamento di Zenone, poi,
> non è, come tu sostieni, ineccepibile,
> ma eccepibile, e ciò perchè confonde
> la capacità di enumerazione con la
> calcolabilità.
> I millimetri che infatti ci sono in
> un anno luce, non riuscirei mai a
> contarli, morirei prima di arrivare
> a 100 km.
Immagina di essere il Padre Eterno, per cui
la tua vita è eterna e senza fine.
Ebbene, se applichi l'ineccepibile ragionamento
di Zenone, ANCHE SE FERMI L'OROLOGIO
quando effettui i calcoli per ricavare, nell'ambito
del mondo iperreale del continuo, la mia tabella
riportata in apertura di thread, ovvero la tabella:
t = 0 \ 10 \ 15 \ .. sec
(B + ST) = 10 \ 15 \ 17,5 \ .. m
SA = 0 \ 10 \ 15 \ .. m
scopri che, non solo Achille non raggiunge mai
la tartaruga, ma che entrambi non raggiungono
mai nemmeno il PUNTO X, ovvero il punto in
corrispondenza del quale, nel mondo reale
(e nell'ambito del discreto), Achille raggiunge
la tartaruga.
> Posso però calcolare i millimetri
> di un anno luce, indirettamente.
Anche nel discreto esiste e funziona
la scorciatoia delle successioni.
Ma nel discreto funziona anche il ragionamento
di Zenone, che invece, ad applicarlo nel mondo
iperreale del continuo, fa diventare quest'ultimo
paradossale rispetto alla realtà.
Conclusione:
la realtà contempla solo il discreto e non anche
il continuo, col che il continuo và ridimensionato
al ruolo di semplice modello della realtà.
Giovanni..
*************
9)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Saturday, March 16, 2002 3:02 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha scritto:
> Non si può pensare una serie
> calcolata 'sul discreto', e cioè
> sommando le parti di una variabile
> che può essere divisa solo un numero
> finito di volte.
Le serie sono sostanzialmente successioni.
Per ricavare, infatti, il risultato di una serie,
bisogna calcolare il termine generale della
successione delle somme ridotte, e quindi
determinare il limite di questa successione.
Le successioni si sviluppano nel discreto,
e siccome il continuo numerico esiste solo
grazie alla convenzione 0.(9)=1,
la variabile presente nel termine generale
di cui sopra, si riduce a zero in un numero
finito ma sconosciiuto di passi, e non in
un numero infinito di passi.
Giovanni..
*************
8)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 17, 2002 1:12 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha scritto:
> Tu ha detto che:
>
> 'Le successioni si sviluppano
> nel discreto, e siccome non
> esiste il continuo numerico,
> la variabile presente nel termine
> generale di cui sopra, si riduce
> a zero in un numero finito ma
> sconosciuto di passi, e non in
> un numero infinito di passi.'
>
> Se ne deduce che nel discreto la
> sommatoria di (1/2)^n con n che
> va da 0 a più infinito vale
> MENO DI DUE.
Ti sbagli.
La serie è:
1 + 1/2 + 1/4 + 1/8 + 1/16 + ....
per cui il termine generale Sn della successione
delle somme ridotte (con n che parte da 1) vale:
Sn = 1 + 1/2 + 1/4 + 1/8 + (1/2)^(n-1)
Ora, siccome i termini di questa somma formano
una progressione geometrica di ragione 1/2, è
noto che Sn si può anche scrivere nel modo:
Sn = 2 * ( 1 - (1/2)^n )
A questo punto non resta che determinare
il limite della successione:
S1, S2, ....., Sn,...
facendo cioè il limite per n che tende ad aumentare
fino al punto di far diventare (1/2)^n pari a zero.
Dal che la serie vale esattamente 2.
E ribadisco che le successioni si sviluppano nel
discreto, e siccome non esiste il continuo
numerico, (1/2)^n presente nel termine generale
di cui sopra, si riduce a zero in un numero
finito ma sconosciuto di passi, e non in
un numero infinito di passi.
Giovanni..
*************
7)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 17, 2002 10:58 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha risposto:
> C'è un inganno nella tua
> dimostrazione perchè la
> tua serie si sviluppa così:
> 1+1/2+..+(1/2)^N+0+...+0
> Incredibilmente uguale a
> 2 - (1/2)^N
> che è minore di 2
> In altre parole la tua
> semplificazione non è
> ammissibile, perché inserisci
> nella somma dei termini che
> per definizione sono uguali a 0
Delle serie penso proprio che tu abbia capito
ben poco.
La somma di una serie ha un significato
diverso dalla somma ordinaria, ed infatti
siffatta somma è data dal limite della
somma dei primi n termini della serie
allorquando n tende, per valori interi, a
infinito.
Giovanni..
*************
6)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Monday, March 18, 2002 11:31 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> LordBeotian ha risposto:
> Tu ha scritto che la somma di
> una serie ha un significato
> diverso dalla somma ordinaria,
> ed in generale è effettivamente così.
> Nel caso però di serie definitivamente
> nulle (cioè i cui termini sono tutti
> nulli all'infinito e da un certo punto
> in poi), il loro significato è
> esattamente lo stesso delle somme
> ordinarie.
L'infinito nel discreto non esiste, e
come ho spiegato, l'unico zero che
viene fuori, in relazione alla serie in
esame, è quando si procede con il
limite della successione:
S1, S2, ....., Sn,.....
dove:
Sn = 1 + 1/2 + 1/4 + 1/8 + (1/2)^(n-1)=
= 2 * ( 1 - (1/2)^n )
Zero che è esattamente quello relativo a
(1/2)^n quando si fa il limite per n che
tende ad aumentare fino al punto di far
diventare (1/2)^n stesso pari a zero.
Giovanni..
*************
5)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Tuesday, March 19, 2002 12:07 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Fabiano ha scritto:
> Nei libri di analisi però è scritto
> che la serie va avanti all'infinito,
> anche se con valori sempre più
> prossimi (ma mai uguali) a zero.
Si tratta di aspetti teorici.
A guardare infatti la serie in esame come
la vedo io, si raggiunge lo stesso risultato.
> E che questa sia una condizione necessaria.
Per niente, tanto è vero che ragionando nel
modo come ho fatto io (dal punto di vista del
discreto), sono giunto ad un risultato corretto.
E dire che si arriva a zero in un numero finito
di passi, è più sensato di dire che vi si arriva
con un numero infinito di passi.
> Non puoi pretendere di applicare
> le nozioni dell'analisi corrente
> ad una matematica (la tua) che si
> basa su una struttura assiomatica
> completamente diversa.
Ciò che dici non è vero.
Ed il fatto che sono giunto ad un risultato corretto
(e non è la prima volta) ne è la prova.
Una volta di più, cioè, ho fatto vedere che la
matematica corrente e la MOC, la mia matematica
senza zero, sono frutti di uno stesso albero.
Giovanni..
*************
4)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Tuesday, March 19, 2002 2:58 PM
Subject: Re: Giofra aveva ragione e Zenone
> Giovanni ha scritto:
> Tu dici che esiste un numero K
> sconosciuto, per cui:
> (1/2)^K = 0
(1/2)^K è uno 0 (zero) che nel
discreto corrisponde al NULLA.
> mentre (1/2)^(K-1) non vale zero
Nel discreto (1/2)^(K-1) è il numero che consente
di farci 'sedere' sull'UNITA' BASE del discreto
stesso, ovvero sulla VERA-UNITA'.
> Siccome però:
> (1/2)^(K-1) = (1/2)^K/(1/2)
> essendo (1/2)^K = 0
> allora vuol dire che è anche:
> (1/2)^(K-1) = 0
> Ho così dimostrato che se esiste un
> numero K (qualunque esso sia, anche
> sconosciuto) allora deve valere zero
> anche per K-1
Nell'ambito del discreto non hai dimostrato
perfettamente niente (vedi dopo).
> E, allo stesso modo, deve essere
> zero per tutti i numeri inferiori.
> Il che è assurdo.
> Conclusione:
> non esiste nessun K per cui
> (1/2)^K = 0
La tua dimostrazione non sta in piedi.
Infatti la relazione:
(1/2)^(K-1) = (1/2)^K/(1/2)
nel discreto diventerebbe:
(VERA-UNITA') = NULLA/(1/2)
e una scemenza del genere io non l'ho mai scritta.
Giovanni..
*************
3)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Tuesday, March 19, 2002 7:51 PM
Subject: Re: Giofra aveva ragione e Zenone
> Giovanni ha risposto:
> TU HAI DETTO che (1/2)^K
> è uno 0 (zero) che nel discreto
> corrisponde al NULLA.
> Deciditi, lo ZERO è il nulla
> o è l'elemento neutro della somma ?
Ho più volte detto che la matematica corrente, la MC,
e la MOC, la mia matematica senza zero, sono frutti
dello stesso albero.
E che, come la MOC, la MC è anch'essa una matematica del
discreto, incolpevolmente camuffata da matematica del continuo.
Per dimostrare ciò, ho fatto vedere (e non è la prima
volta) cosa bisogna fare nel caso delle serie e delle
successioni, per restituire alla MC la sua vera natura,
e naturalmente partendo da ciò che accade nella MOC.
Giovanni..
*************
2)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Saturday, March 16, 2002 7:27 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Antonio Cuni ha scritto:
> Cerchiamo di chiarirci le idee,
> consideriamo il teorema:
> IPOTESI: la realtà è continua
> TESI: Achille raggiunge la tartaruga
> DIMOSTRAZIONE: quella con la serie
Mentre la TESI è corretta, l'IPOTESI è senz'altro
sbagliata.
Bisogna infatti scrivere:
IPOTESI: il continuo è un modello efficace
TESI: Achille raggiunge la tartaruga
DIMOSTRAZIONE: quella con la serie
> Quindi Achille raggiunge la tartaruga.
Esatto.
> La conclusione finale è:
> se ipotizziamo il continuo, il
> paradosso non sussiste.
> Questo significa che il continuo è un
> modello accettabile per la realtà.
Per niente.
Hai semplicemente dimostrato la TESI, ovvero la
conclusione:
se utilizziamo il continuo come modello, Achille
raggiunge la tartaruga, per cui il continuo è un
modello efficace.
Infatti se consideri:
IPOTESI: il mondo reale è continuo
TESI: Achille raggiunge la tartaruga
DIMOSTRAZIONE: quella con il ragionamento di Zenone
ti accorgi che ad applicarlo, l'ineccepibile
ragionamento di Zenone, Achille non raggiunge
la tartaruga.
Conclusione:
il mondo reale non è affatto continuo.
Se viceversa ripeti entrambe le dimostrazioni
coinvolgendo il discreto, scopri rispettivamente,
non solo che il discreto è un modello efficace,
ma anche che la realtà è discreta.
Giovanni..
*************
1)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica,it.scienza
Sent: Sunday, March 17, 2002 9:39 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha scritto:
> Fra un po' preparo una simulazione
> di 'corsa sul discreto', in cui cioè
> ci si può spostare solo di un numero
> intero di 'passi' ideali, così ti
> dimostro come questa tua idea porta a
> paradossi più grandi di quelli di Zenone.
Achille si muove ad incrementi di spazio doppi
rispetto a quelli della tartaruga.
Il vantaggio che Achille dà alla tartaruga, si
compone di un numero finito ma sconosciuto
di UNITA'-BASE, ovvero di un numero finito
ma sconosciuto di VERE-UNITA'.
Siccome abbiamo bisogno di definirlo siffatto
vantaggio, non conoscendo l'UNITA'-BASE,
non possiamo far altro che affidarci ad una
PSEUDO-UNITA', che come è noto è il metro
campione.
Ebbene, se si misura con il nostro metro campione
il vantaggio di Achille, scopriamo che esso si
compone di 10 PSEUDO-UNITA', ovvero di
10 metri.
Se il vantaggio non fosse stato un numero intero
di metri campioni, semplicemente avremmo
fatto diventare PSEUDO-UNITA' un sottomultiplo
del metro campione, fino a trovare quello grazie
al quale il vantaggio è esattamente un numero
intero di siffatto sottomultiplo, e per esempio il
centimetro.
Se dunque il vantaggio (B) dellla tartaruga (T) è di 10
metri, e gli incrementi di spazio di Achille (A) sono
doppi di quelli della tartaruga, utilizzando il metro
campione, la progressione dell'incremento di
spazio della tartaruga (B+ST), e la progressione
dell'incremento di spazio di Achille (SA) sono:
(B+ST):
10\11\12\13\14\15\16\17\18\19\20\21\...metri
(SA):
0\2\4\6\8\10\12\14\16\18\20\22\.....metri
Per cui Achille raggiunge la tartaruga dopo aver
coperto una distanza pari a 20 metri. Dopo la quale
la sorpassa e la stacca inesorabilmente.
In termini di formule iterative è dunque:
(B+ST) = (B+ST) + 1
con il primo valore di (B+ST) che vale 10
(SA) = (SA) + 2
con il primo valore di (SA) che vale 0
Come può osservarsi il tempo non compare
per niente.
Quello che infatti abbiamo fatto è semplicemente
rapportare l'incremento di spazio di Achille con
quello della tartaruga.
L'incremento di spazio della tartaruga è dunque
diventato il riferimento grazie al quale siamo
stati capaci di fare delle previsioni che
effettivamente trovano un riscontro nella realtà.
Il problema è che l'incremento di spazio della
tartaruga non è affatto un buon riferimento per
poter fare delle previsioni in altri ambiti, perchè
non è regolare.
Quello che gli Antichi hanno fatto, ed io penso
rendendosene conto, è scegliere come campione
degli incrementi di spazio per valutare tutti
gli altri incrementi, esattamente le rotazioni
(che è uno spazio che noi amiamo chiamare tempo)
della Terra intorno al suo polare.
Si tratta di un incremento di spazio di riferimento
ideale, perchè è sostanzialmente regolare e periodico,
e familiare perfino ai bambini per l'alternarsi del
dì e della notte.
Le progressioni degli incrementi di spazio di Achille
e della tartaruga di cui sopra, così, possono benissimo
essere ricavate usando come spazio di riferimento
(rispetto al quale rapportare gli incrementi di spazio
di Achille e della tartaruga),
esattamente una singola rotazione della Terra intorno
al suo asse polare.
Ed i numeri sono esattamente gli stessi, se si rapportano
gli incrementi di spazio di Achille e della tartaruga
rispetto ad una frazione di rotazione della Terra
(che è comunque spazio), ovvero la frazione 1/86400,
e che noi amiamo chiamare secondo.
Conclusione: il tempo è solo e semplicemente uno
spazio di riferimento (quello della Terra intorno al
suo asse polare in relazione al Sole).
Spazio di riferimento che usiamo per collocare gli
eventi e per definire gli incrementi di tutte le altre
grandezze fisiche.
La realtà contempla dunque solo lo spazio, ed è
tutta discreta.
Nel discreto insomma il tempo smette di esistere,
e il movimento, che ai nostri sensi appare fluente
e continuo, in realtà avviene per scatti infinitesimi
di spazio, con ognuno di essi finito, non ulteriormente
frazionabile e non quantificabile.
Giovanni.
fine
23)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 10, 2002 9:04 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
Mi hanno chiesto di occuparmi del paradosso
di Zenone, e volentieri dico come la penso.
Indichiamo con:
A = Achille
T = tartaruga
B = vantaggio della T rispetto ad A
VA = la velocità di A
VT = la velocità della T
SA = la distanza coperta da A
ST = la distanza coperta dalla T
t = tempo
A raggiungerà la T nel PUNTO X quando:
SA = ST + B
ovvero quando:
VA*t = VT*t + B
che risolta rispetta a t diventa:
t = B/(VA-VT)
Se allora:
VA = 1 m/sec
VT = 0,5 m/sec
B = 10 m
A raggiungerà la T in 20 secondi, dopo aver
percorso una distanza pari a 20 metri.
Infatti:
t = B/(VA-VT) = 10/(1-0,5) = 20 sec
mentre:
SA = VA*t = 1*20 = 20 m
Questo è ciò che avviene nella realtà.
Prendiamo invece carta e penna, e ragioniamo
come ragionano i matematici del continuo
quando dicono di aver risolto il paradosso di
Zenone usando le serie.
Intanto ecco il paradosso:
*******************************
Vedi, dice la T ad A, mentre tu percorri i
dieci metri che io ho di vantaggio, io stesso
mi sposto in avanti di cinque.
Tu dovrai poi percorrere questi cinque metri,
ma io mi sarò spostata in avanti di altri
due metri e mezzo che tu dovrai recuperare.
Ma mentre tu cercherai di raggiungermi facendo
questi due metri e mezzo, io mi sarò spostata di
un altro metro e venticinque, e così via fino
all'infinito, così che tu non potrai mai raggiungermi.
*******************************
Ebbene, se introduciamo le serie, il paradosso
non si risolve affatto.
Le tre serie che infatti si originano applicando
il ragionamento di Zenone sono:
t = 0 + 10 + 5 + 2,5 + ..secondi
(B + ST) = 10 + 5 + 2,5 + 1,25 + ..metri
SA = 0 + 10 + 5 + 2,5 + ..metri
e quindi i valori:
t = 0 \ 10 \ 15 \ 17,5 \ .. secondi
(B + ST) = 10 \ 15 \ 17,5 \ 18,75 \ .. metri
SA = 0 \ 10 \ 15 \ 17,5 \ .. metri
valori dai quali si evince, anche se sono state
introdotte le serie, che SE SI MANTIENE FEDE AL
RAGIONAMENTO di ZENONE, non solo A non
raggiunge mai la T, ma entrambi non raggiungono
nemmeno mai la distanza dei 20 metri.
Conclusione: Zenone aveva ragione, il continuo
è solo un modello, tanto è vero che ad applicarlo
alla realtà, alcune volte 'fa acqua'.
Giovanni.
*************
22)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 10, 2002 11:43 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> LordBeotian ha risposto:
> Confondi il tempo in cui si svolgono
> gli eventi, con quello in cui si
> eseguono i calcoli.
Non confondo un bel niente.
Se i conti, infatti, è Achille stesso ad eseguirli, fermando
l'orologio ogni volta che li esegue, e quindi facendo
lui e la tartaruga i passi conseguenti ai conti che
lui stesso ha effettuato, comunque Achille non solo non
raggiunge mai la tartaruga, ma entrambi non riescono a coprire
nemmeno la distanza dei 20 metri.
Gli eventi, dunque, avvengono nell'ambito del mondo reale,
che è discreto, mentre i calcoli sono fatti
nell'ambito del MONDO IPERREALE, che è il modello
del continuo.
Giovanni.
*************
21)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Friday, March 15, 2002 3:04 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Marco Punteri ha scritto:
> Tu hai detto che dai valori:
> t = 0 \ 10 \ 15 \ .. sec
> (B + ST) = 10 \ 15 \ 17,5 \ .. m
> SA = 0 \ 10 \ 15 \ .. m
> si evince, anche se sono state
> introdotte le serie, che SE SI
> MANTIENE FEDE AL RAGIONAMENTO
> di ZENONE, non solo A non
> raggiunge mai la T, ma entrambi
> non raggiungono nemmeno mai la
> distanza dei 20 m .
> Spiega perchè.
Immagina di essere il Padre Eterno, per cui
la tua vita è eterna e senza fine.
Ebbene, se applichi l'ineccepibile ragionamento
di Zenone, ANCHE SE FERMI L'OROLOGIO
quando effettui i calcoli per ricavare, nell'ambito
del mondo iperreale del continuo, la mia tabella
riportata in apertura di thread, ovvero la tabella:
t = 0 \ 10 \ 15 \ .. sec
(B + ST) = 10 \ 15 \ 17,5 \ .. m
SA = 0 \ 10 \ 15 \ .. m
scopri che, non solo Achille non raggiunge mai
la tartaruga, ma che entrambi non raggiungono
mai nemmeno il PUNTO X, ovvero il punto in
corrispondenza del quale, nel mondo reale
(e nell'ambito del discreto), Achille raggiunge
la tartaruga.
Giovanni.
*************
20)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Wednesday, March 13, 2002 2:02 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
Il continuo è solo un modello, come
Zenone ha già fatto vedere circa 2500 anni fa.
Dal suo ineccepibile ragionamento, infatti, si
evince quanto il continuo sia paradossale
(Achille NON raggiunge la tartaruga nel mondo
iperreale del continuo)
rispetto alla realtà
(il fatto che Achille raggiunge la tartaruga nel
mondo reale).
E ciò, come ho fatto vedere, anche se vengono
introdotte le serie.
Giovanni.
*************
19)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 10, 2002 12:33 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> sutura ha scritto:
> Mi spieghi qual è il tuo problema
> con Cantor e Dedekind ?
Che essendo il continuo solo un modello,
forse hanno un pò esagerato nel formalizzarlo,
al punto che c'è chi lo scambia per la realtà.
Giovanni.
*************
18)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, March 14, 2002 11:41 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha scritto:
> Anche il tempo non raggiunge mai
> i 20 secondi, il che è un assurdo
> generato dalla suddivisione
> all'infinito dello spazio.
> Qui sta il paradosso di Zenone.
Il paradosso è invece considerare il tempo e lo spazio
delle grandezze continue, e che i matematici del continuo
dicono che si possono dividere all'infinito.
Peccato che nel mondo iperreale del continuo,
e grazie all'ineccepibile ragionamento di Zenone,
Achille non raggiunge mai la tartaruga.
Per cui è il continuo ad essere paradossale, visto
che nel mondo reale Achille raggiunge la tartaruga.
Giovanni.
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17)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Friday, March 15, 2002 9:02 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> manu ha scritto:
> Il punto importante è invece,
> secondo me, il seguente:
> Zenone è riuscito ad identificare
> infiniti istanti ben determinati
> in cui la tartaruga si trova
> davanti ad Achille.
Gli istanti sono infiniti solo nel mondo iperreale del
continuo e non nella realtà e nel discreto.
Se infatti gli istanti di tempo sono infiniti,
Achille non raggiunge mai la tartaruga.
L'infinito, insomma, è solo una 'fissazione' dei matematici
del continuo, con la realtà che dunque contempla solo il
discreto e dove tutto è appunto AL FINITO.
Giovanni.
*************
16)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Friday, March 15, 2002 9:09 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Fabio Lazzaroni ha scritto:
> Se non ho capito male tu dici
> che il paradosso deriva dal
> fatto che non si può applicare
> il modello continuo alla realtà
> perchè la realtà non è continua.
Dico che il continuo si può applicare alla
realtà, ma è solo un modello, tanto è vero
che, nel caso dell'ineccepibile ragionamento
di Zenone, fallisce.
La realtà, dunque, che da sempre ci appare
che contempli il discreto e il continuo, è fatta,
invece, unicamente di discreto.
Dico anche che il fatto che il modello del continuo,
nella stragrande maggioranza dei casi, funziona, è
dovuto al fatto che si tratta di un modello incredibilmente
più reale della realtà stessa, visto che conferisce a
quest'ultima la potenza del continuo, mentre invece
essa è solo discreta.
> Relativamente ai dati numerici da te
> proposti, il problema è che Zenone
> limita le sue osservazioni ai primi
> 20 secondi, e non vede cosa succede
> dopo (congiungimento e sorpasso).
Il dopo è solo il sorpasso, e non anche
il congiungimento.
E purtroppo, nel continuo, se si applica il ragionamento
di Zenone, il congiungimento non avviene mai, ne di
conseguenza il sorpasso.
Giovanni..
*************
15)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Monday, March 11, 2002 8:18 AM
Subject: Re: Banalit? Paradosso di Zenone
> Luca fiore ha scritto:
> Ma che significa che la
> realtà è discreta ?
Quello che tutti possono facilmente immaginare.
Il discreto è cioè una realtà incredibilmente semplice.
Se infatti tu stesso ti riduci fino a diventare piccolo
quanto l'unità base, scopri un universo globalmente
omologato, e cioè fatto di infinitesimi tutti della stessa
qualità e tutti uguali, con ognuno di essi consistente e
non ulteriormente frazionabile.
> Se non ricordo male, il paradosso
> sorge perchè Zenone (e i Greci)
> non avevano il concetto di numero
> periodico.
Non è il ragionamento di Zenone che è paradossale, ma
è il continuo che, grazie all'ineccepibile ragionamento
di Zenone, si rivela paradossale, con ciò svelando la sua
natura, quella cioè di essere un modello, visto che con
Achille e la tartaruga 'fa acqua'.
> Ma il tempo si può dividere
> in spazi infinitesimi
> tendenti a niente ?
Il tempo, la grandezza fisica continua per eccellenza, che
per definizione fluisce senza interrompersi, nel discreto
svanisce del tutto perchè scorre a tratti.
La qual cosa non è affatto un problema, visto che il tempo è spazio, ovvero
tante frazioni di spostamento della Terra intorno al suo
asse polare.
Gli spostamenti della Terra intorno al suo asse polare ed
in relazione al Sole, cioè, sono una sorta di grandezza
spaziale di riferimento, che da sempre usiamo per collocare
gli eventi e per definire gli incrementi delle altre grandezze
fisiche, e ciò perchè è ciclica e familiare anche ai bambini,
a causa dell'alternarsi del dì e della notte.
> E se non fosse lecito dividere
> il tempo in spazi infinitesimi
> tendenti a niente, come faremmo
> ad avere la posizione di un punto
> in un determinato istante t ?
Almeno fino a quando non riusciremo a dar corpo ad un
modello matematico più vicino alla disarmante semplicità
della realtà, va senz'altro bene il modello del continuo,
che funziona egregiamente proprio perchè è un modello
iperreale, ossia un modello incredibilmente e grandiosamente
più reale della realtà stessa.
Quello che subito potrebbero però fare i matematici è
aggiungere al modello del continuo un pò di
'precauzioni per l'uso', e senz'altro la frase:
^^^^^^^^^^^^^^^^^
è fatto DIVIETO usare il modello del continuo per costruire
teorie accompagnate dalle parole:
'questo accade anche nella realtà',
perchè da un modello, al massimo, si riesce a dar corpo
solo ad un altro modello.
^^^^^^^^^^^^^^^^^
Giovanni..
*************
14)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 10, 2002 7:10 PM
Subject: Re: Banalità: Paradosso di Zenone
> Alod ha chiesto:
> Come si risolve nel DISCRETO
> il paradosso di Zenone ?
Che a furia di dividere lo SPAZIO che separa la tartaruga
dal PUNTO X in cui verrà sorpassata da Achille, la
tartaruga stessa, da un certo momento in poi
(e che non possiamo conoscere),
comincerà a muoversi a passi infinitesimi del discreto
(passi finiti, non frazionabili e non quantificabili),
col che non ha più senso dividere ulteriormente lo spazio.
Da questo momento, oltre il quale cioè non ha più senso
dividere lo spazio
(nè quello della tartaruga, nè ovviamente quello di Achille),
mentre la tartaruga si muove a passi infinitesimi del
discreto, Achille no di certo, visto che ha una velocità
maggiore.
Ed ecco perchè Achille non solo raggiunge la tartaruga nel
PUNTO X, ma la sorpassa e la distanzia pure, inesorabilmente.
Giovanni..
*************
13)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Tuesday, March 12, 2002 11:52 PM
Subject: Re: Banalità: Paradosso di Zenone
> Stefano Crispino ha risposto:
> Non ho capito perchè solo la
> tartaruga finisce per muoversi
> a passi infinitesimi del discreto,
> e non anche Achille.
Perchè applicando l'ineccepibile ragionamento
di Zenone dividi, fino a quando non è più possibile,
lo spazio che separa la tartaruga dal PUNTO X,
e non lo spazio che separa Achille dal PUNTO X.
PUNTO X che, ricordo, è quello in corrispondenza del
quale la tartaruga stessa viene raggiunta nel
mondo reale, e non raggiunta nel mondo
iperreale del continuo, dal valoroso Achille.
Giovanni..
*************
12)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, March 14, 2002 5:07 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Allocco ha scritto:
> Grazie alla scorciatoia delle serie,
> la matematica ci dice che Achille
> raggiunge la tartaruga, e in realtà
> così avviene, mi dici cos'è che
> non ti soddisfa ?
La scorciatoia matematica di cui parli esiste anche
nel discreto visto che sono coinvolte le successioni.
Siffatta scorciatoia passa, infatti, attraverso
il seguente limite:
e cioè che il limite per n che tende
(per valori interi di n stesso) a
infinito di (1/2) elevato a n, è uguale a zero.
Il problema è che quello che non funziona è
l'ineccepibile ragionamento di Zenone
ipotizzando lo spazio continuo.
E non funziona solo perchè è il continuo ad
essere paradossale rispetto alla realtà, e non
il ragionamento di Zenone.
Perchè tutto abbia senso:
- ragionamento di Zenone
- scorciatoia matematica
- natura della Realtà,
basta ammettere che la Realtà stessa contempla
solo il discreto, e non anche il continuo.
Giovanni..
*************
11)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Thursday, March 14, 2002 10:36 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Allocco ha risposto:
> Le 'scorciatoie' servono per calcolare
> in un tempo finito quello che avviene
> in infiniti passi.
Le successioni esistono anche nel discreto,
ed il limite, per n intero, NON occorre farlo
tendere a infinito per ottenere da (1/2) elevato
alla n, il risultato zero.
Oltre un deteminato valore di n (che non è noto),
ci saremo infatti 'seduti' sull'UNITA' BASE,
oltre la quale non ha più senso procedere con
ulteriori divisioni, visto che l'UNITA' BASE è
non ulteriormente frazionabile.
> Se tu NON vuoi usare le scorciatoie,
> fatti tuoi, comincia pure a contare,
> ma non puoi negare che siano corrette,
> o utili
Nel discreto vale sia il ragionamento di Zenone
che la scorciatoia matematica.
Dove il ragionamento di Zenone consiste
nel dividere lo spazio che separa la tartaruga
dal PUNTO X, punto che è quello in corrispondenza
del quale la tartaruga viene raggiunta da Achille.
Mentre la scorciatoia è rappresentata dalle
serie e dalle successioni.
Nel continuo invece funziona solo la scorciatoia, ma
purtroppo l'ineccepibile ragionamento di Zenone,
fa diventare il continuo stesso paradossale rispetto
alla realtà, visto che Achille non raggiunge
mai la tartaruga.
Giovanni..
*************
10)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Friday, March 15, 2002 4:27 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Allocco ha risposto:
> Non si capisce cosa tu abbia
> voluto dire con la frase:
> 'Le successioni esistono anche nel
> discreto, ed il limite, per n intero,
> NON occorre farlo tendere a infinito
> per ottenere da (1/2) elevato alla n,
> il risultato zero.'
Nel discreto, il valore finale di n intero, è quello che
ci consente di effettuare 'l'ultimo salto', ovvero
quello che ci consente di 'saltare' dall'UNITA' BASE al NULLA.
Conoscere siffatto n intero ci è impossibile, visto
che ci è ignota l'UNITA' BASE.
Ma ciò, ai fini dei conti, non pregiudica niente,
visto che ci affidiamo per descrivere numericamente
la realtà, a delle PSEUDO-UNITA', che sono delle
vere e proprio false unità, visto che l'unica vera
unità, è l'UNITA' BASE.
UNITA' BASE alla quale, ovviamente, non riusciamo
a rapportare le nostre PSEUDO-UNITA', visto che
l'UNITA' BASE stessa ci è del tutto ignota.
> Il ragionamento di Zenone, poi,
> non è, come tu sostieni, ineccepibile,
> ma eccepibile, e ciò perchè confonde
> la capacità di enumerazione con la
> calcolabilità.
> I millimetri che infatti ci sono in
> un anno luce, non riuscirei mai a
> contarli, morirei prima di arrivare
> a 100 km.
Immagina di essere il Padre Eterno, per cui
la tua vita è eterna e senza fine.
Ebbene, se applichi l'ineccepibile ragionamento
di Zenone, ANCHE SE FERMI L'OROLOGIO
quando effettui i calcoli per ricavare, nell'ambito
del mondo iperreale del continuo, la mia tabella
riportata in apertura di thread, ovvero la tabella:
t = 0 \ 10 \ 15 \ .. sec
(B + ST) = 10 \ 15 \ 17,5 \ .. m
SA = 0 \ 10 \ 15 \ .. m
scopri che, non solo Achille non raggiunge mai
la tartaruga, ma che entrambi non raggiungono
mai nemmeno il PUNTO X, ovvero il punto in
corrispondenza del quale, nel mondo reale
(e nell'ambito del discreto), Achille raggiunge
la tartaruga.
> Posso però calcolare i millimetri
> di un anno luce, indirettamente.
Anche nel discreto esiste e funziona
la scorciatoia delle successioni.
Ma nel discreto funziona anche il ragionamento
di Zenone, che invece, ad applicarlo nel mondo
iperreale del continuo, fa diventare quest'ultimo
paradossale rispetto alla realtà.
Conclusione:
la realtà contempla solo il discreto e non anche
il continuo, col che il continuo và ridimensionato
al ruolo di semplice modello della realtà.
Giovanni..
*************
9)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Saturday, March 16, 2002 3:02 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha scritto:
> Non si può pensare una serie
> calcolata 'sul discreto', e cioè
> sommando le parti di una variabile
> che può essere divisa solo un numero
> finito di volte.
Le serie sono sostanzialmente successioni.
Per ricavare, infatti, il risultato di una serie,
bisogna calcolare il termine generale della
successione delle somme ridotte, e quindi
determinare il limite di questa successione.
Le successioni si sviluppano nel discreto,
e siccome il continuo numerico esiste solo
grazie alla convenzione 0.(9)=1,
la variabile presente nel termine generale
di cui sopra, si riduce a zero in un numero
finito ma sconosciiuto di passi, e non in
un numero infinito di passi.
Giovanni..
*************
8)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 17, 2002 1:12 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha scritto:
> Tu ha detto che:
>
> 'Le successioni si sviluppano
> nel discreto, e siccome non
> esiste il continuo numerico,
> la variabile presente nel termine
> generale di cui sopra, si riduce
> a zero in un numero finito ma
> sconosciuto di passi, e non in
> un numero infinito di passi.'
>
> Se ne deduce che nel discreto la
> sommatoria di (1/2)^n con n che
> va da 0 a più infinito vale
> MENO DI DUE.
Ti sbagli.
La serie è:
1 + 1/2 + 1/4 + 1/8 + 1/16 + ....
per cui il termine generale Sn della successione
delle somme ridotte (con n che parte da 1) vale:
Sn = 1 + 1/2 + 1/4 + 1/8 + (1/2)^(n-1)
Ora, siccome i termini di questa somma formano
una progressione geometrica di ragione 1/2, è
noto che Sn si può anche scrivere nel modo:
Sn = 2 * ( 1 - (1/2)^n )
A questo punto non resta che determinare
il limite della successione:
S1, S2, ....., Sn,...
facendo cioè il limite per n che tende ad aumentare
fino al punto di far diventare (1/2)^n pari a zero.
Dal che la serie vale esattamente 2.
E ribadisco che le successioni si sviluppano nel
discreto, e siccome non esiste il continuo
numerico, (1/2)^n presente nel termine generale
di cui sopra, si riduce a zero in un numero
finito ma sconosciuto di passi, e non in
un numero infinito di passi.
Giovanni..
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7)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Sunday, March 17, 2002 10:58 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha risposto:
> C'è un inganno nella tua
> dimostrazione perchè la
> tua serie si sviluppa così:
> 1+1/2+..+(1/2)^N+0+...+0
> Incredibilmente uguale a
> 2 - (1/2)^N
> che è minore di 2
> In altre parole la tua
> semplificazione non è
> ammissibile, perché inserisci
> nella somma dei termini che
> per definizione sono uguali a 0
Delle serie penso proprio che tu abbia capito
ben poco.
La somma di una serie ha un significato
diverso dalla somma ordinaria, ed infatti
siffatta somma è data dal limite della
somma dei primi n termini della serie
allorquando n tende, per valori interi, a
infinito.
Giovanni..
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6)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Monday, March 18, 2002 11:31 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> LordBeotian ha risposto:
> Tu ha scritto che la somma di
> una serie ha un significato
> diverso dalla somma ordinaria,
> ed in generale è effettivamente così.
> Nel caso però di serie definitivamente
> nulle (cioè i cui termini sono tutti
> nulli all'infinito e da un certo punto
> in poi), il loro significato è
> esattamente lo stesso delle somme
> ordinarie.
L'infinito nel discreto non esiste, e
come ho spiegato, l'unico zero che
viene fuori, in relazione alla serie in
esame, è quando si procede con il
limite della successione:
S1, S2, ....., Sn,.....
dove:
Sn = 1 + 1/2 + 1/4 + 1/8 + (1/2)^(n-1)=
= 2 * ( 1 - (1/2)^n )
Zero che è esattamente quello relativo a
(1/2)^n quando si fa il limite per n che
tende ad aumentare fino al punto di far
diventare (1/2)^n stesso pari a zero.
Giovanni..
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5)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Tuesday, March 19, 2002 12:07 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Fabiano ha scritto:
> Nei libri di analisi però è scritto
> che la serie va avanti all'infinito,
> anche se con valori sempre più
> prossimi (ma mai uguali) a zero.
Si tratta di aspetti teorici.
A guardare infatti la serie in esame come
la vedo io, si raggiunge lo stesso risultato.
> E che questa sia una condizione necessaria.
Per niente, tanto è vero che ragionando nel
modo come ho fatto io (dal punto di vista del
discreto), sono giunto ad un risultato corretto.
E dire che si arriva a zero in un numero finito
di passi, è più sensato di dire che vi si arriva
con un numero infinito di passi.
> Non puoi pretendere di applicare
> le nozioni dell'analisi corrente
> ad una matematica (la tua) che si
> basa su una struttura assiomatica
> completamente diversa.
Ciò che dici non è vero.
Ed il fatto che sono giunto ad un risultato corretto
(e non è la prima volta) ne è la prova.
Una volta di più, cioè, ho fatto vedere che la
matematica corrente e la MOC, la mia matematica
senza zero, sono frutti di uno stesso albero.
Giovanni..
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4)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Tuesday, March 19, 2002 2:58 PM
Subject: Re: Giofra aveva ragione e Zenone
> Giovanni ha scritto:
> Tu dici che esiste un numero K
> sconosciuto, per cui:
> (1/2)^K = 0
(1/2)^K è uno 0 (zero) che nel
discreto corrisponde al NULLA.
> mentre (1/2)^(K-1) non vale zero
Nel discreto (1/2)^(K-1) è il numero che consente
di farci 'sedere' sull'UNITA' BASE del discreto
stesso, ovvero sulla VERA-UNITA'.
> Siccome però:
> (1/2)^(K-1) = (1/2)^K/(1/2)
> essendo (1/2)^K = 0
> allora vuol dire che è anche:
> (1/2)^(K-1) = 0
> Ho così dimostrato che se esiste un
> numero K (qualunque esso sia, anche
> sconosciuto) allora deve valere zero
> anche per K-1
Nell'ambito del discreto non hai dimostrato
perfettamente niente (vedi dopo).
> E, allo stesso modo, deve essere
> zero per tutti i numeri inferiori.
> Il che è assurdo.
> Conclusione:
> non esiste nessun K per cui
> (1/2)^K = 0
La tua dimostrazione non sta in piedi.
Infatti la relazione:
(1/2)^(K-1) = (1/2)^K/(1/2)
nel discreto diventerebbe:
(VERA-UNITA') = NULLA/(1/2)
e una scemenza del genere io non l'ho mai scritta.
Giovanni..
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3)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Tuesday, March 19, 2002 7:51 PM
Subject: Re: Giofra aveva ragione e Zenone
> Giovanni ha risposto:
> TU HAI DETTO che (1/2)^K
> è uno 0 (zero) che nel discreto
> corrisponde al NULLA.
> Deciditi, lo ZERO è il nulla
> o è l'elemento neutro della somma ?
Ho più volte detto che la matematica corrente, la MC,
e la MOC, la mia matematica senza zero, sono frutti
dello stesso albero.
E che, come la MOC, la MC è anch'essa una matematica del
discreto, incolpevolmente camuffata da matematica del continuo.
Per dimostrare ciò, ho fatto vedere (e non è la prima
volta) cosa bisogna fare nel caso delle serie e delle
successioni, per restituire alla MC la sua vera natura,
e naturalmente partendo da ciò che accade nella MOC.
Giovanni..
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2)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica
Sent: Saturday, March 16, 2002 7:27 PM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> Antonio Cuni ha scritto:
> Cerchiamo di chiarirci le idee,
> consideriamo il teorema:
> IPOTESI: la realtà è continua
> TESI: Achille raggiunge la tartaruga
> DIMOSTRAZIONE: quella con la serie
Mentre la TESI è corretta, l'IPOTESI è senz'altro
sbagliata.
Bisogna infatti scrivere:
IPOTESI: il continuo è un modello efficace
TESI: Achille raggiunge la tartaruga
DIMOSTRAZIONE: quella con la serie
> Quindi Achille raggiunge la tartaruga.
Esatto.
> La conclusione finale è:
> se ipotizziamo il continuo, il
> paradosso non sussiste.
> Questo significa che il continuo è un
> modello accettabile per la realtà.
Per niente.
Hai semplicemente dimostrato la TESI, ovvero la
conclusione:
se utilizziamo il continuo come modello, Achille
raggiunge la tartaruga, per cui il continuo è un
modello efficace.
Infatti se consideri:
IPOTESI: il mondo reale è continuo
TESI: Achille raggiunge la tartaruga
DIMOSTRAZIONE: quella con il ragionamento di Zenone
ti accorgi che ad applicarlo, l'ineccepibile
ragionamento di Zenone, Achille non raggiunge
la tartaruga.
Conclusione:
il mondo reale non è affatto continuo.
Se viceversa ripeti entrambe le dimostrazioni
coinvolgendo il discreto, scopri rispettivamente,
non solo che il discreto è un modello efficace,
ma anche che la realtà è discreta.
Giovanni..
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1)
From: giofra giofra@freemail.it
Newsgroups: it.scienza.matematica,it.scienza
Sent: Sunday, March 17, 2002 9:39 AM
Subject: Zenone aveva ragione, il continuo è solo un modello.
> MdM ha scritto:
> Fra un po' preparo una simulazione
> di 'corsa sul discreto', in cui cioè
> ci si può spostare solo di un numero
> intero di 'passi' ideali, così ti
> dimostro come questa tua idea porta a
> paradossi più grandi di quelli di Zenone.
Achille si muove ad incrementi di spazio doppi
rispetto a quelli della tartaruga.
Il vantaggio che Achille dà alla tartaruga, si
compone di un numero finito ma sconosciuto
di UNITA'-BASE, ovvero di un numero finito
ma sconosciuto di VERE-UNITA'.
Siccome abbiamo bisogno di definirlo siffatto
vantaggio, non conoscendo l'UNITA'-BASE,
non possiamo far altro che affidarci ad una
PSEUDO-UNITA', che come è noto è il metro
campione.
Ebbene, se si misura con il nostro metro campione
il vantaggio di Achille, scopriamo che esso si
compone di 10 PSEUDO-UNITA', ovvero di
10 metri.
Se il vantaggio non fosse stato un numero intero
di metri campioni, semplicemente avremmo
fatto diventare PSEUDO-UNITA' un sottomultiplo
del metro campione, fino a trovare quello grazie
al quale il vantaggio è esattamente un numero
intero di siffatto sottomultiplo, e per esempio il
centimetro.
Se dunque il vantaggio (B) dellla tartaruga (T) è di 10
metri, e gli incrementi di spazio di Achille (A) sono
doppi di quelli della tartaruga, utilizzando il metro
campione, la progressione dell'incremento di
spazio della tartaruga (B+ST), e la progressione
dell'incremento di spazio di Achille (SA) sono:
(B+ST):
10\11\12\13\14\15\16\17\18\19\20\21\...metri
(SA):
0\2\4\6\8\10\12\14\16\18\20\22\.....metri
Per cui Achille raggiunge la tartaruga dopo aver
coperto una distanza pari a 20 metri. Dopo la quale
la sorpassa e la stacca inesorabilmente.
In termini di formule iterative è dunque:
(B+ST) = (B+ST) + 1
con il primo valore di (B+ST) che vale 10
(SA) = (SA) + 2
con il primo valore di (SA) che vale 0
Come può osservarsi il tempo non compare
per niente.
Quello che infatti abbiamo fatto è semplicemente
rapportare l'incremento di spazio di Achille con
quello della tartaruga.
L'incremento di spazio della tartaruga è dunque
diventato il riferimento grazie al quale siamo
stati capaci di fare delle previsioni che
effettivamente trovano un riscontro nella realtà.
Il problema è che l'incremento di spazio della
tartaruga non è affatto un buon riferimento per
poter fare delle previsioni in altri ambiti, perchè
non è regolare.
Quello che gli Antichi hanno fatto, ed io penso
rendendosene conto, è scegliere come campione
degli incrementi di spazio per valutare tutti
gli altri incrementi, esattamente le rotazioni
(che è uno spazio che noi amiamo chiamare tempo)
della Terra intorno al suo polare.
Si tratta di un incremento di spazio di riferimento
ideale, perchè è sostanzialmente regolare e periodico,
e familiare perfino ai bambini per l'alternarsi del
dì e della notte.
Le progressioni degli incrementi di spazio di Achille
e della tartaruga di cui sopra, così, possono benissimo
essere ricavate usando come spazio di riferimento
(rispetto al quale rapportare gli incrementi di spazio
di Achille e della tartaruga),
esattamente una singola rotazione della Terra intorno
al suo asse polare.
Ed i numeri sono esattamente gli stessi, se si rapportano
gli incrementi di spazio di Achille e della tartaruga
rispetto ad una frazione di rotazione della Terra
(che è comunque spazio), ovvero la frazione 1/86400,
e che noi amiamo chiamare secondo.
Conclusione: il tempo è solo e semplicemente uno
spazio di riferimento (quello della Terra intorno al
suo asse polare in relazione al Sole).
Spazio di riferimento che usiamo per collocare gli
eventi e per definire gli incrementi di tutte le altre
grandezze fisiche.
La realtà contempla dunque solo lo spazio, ed è
tutta discreta.
Nel discreto insomma il tempo smette di esistere,
e il movimento, che ai nostri sensi appare fluente
e continuo, in realtà avviene per scatti infinitesimi
di spazio, con ognuno di essi finito, non ulteriormente
frazionabile e non quantificabile.
Giovanni.