Le Fornaci

Il terreno ricco di conglomerati argillosi ha favorito lo sviluppo di numerose fornaci, la cui attività è iniziata molto probabilmente, all’epoca della costruzione del castello. L’argilla della zona, che è silicato idrato di alluminio o caolinite si presta ad essere lavorata in varie forme e dimensioni, secondo un procedimento artigianale che si tramanda da secoli e che si è mantenuto praticamente identico: si estrae l’argilla dalla cava, la si impasta con acqua, si modella si fa essiccare al sole ed infine si cuoce. L'attività dei fornaciai cessa solamente in inverno, allorché l'argilla viene fatta sbriciolare dagli agenti atmosferici, affinché sia più raffinata. La fornace ha dato un'impronta al paese dal lato culturale, non solo perché il mattone è stato la materia prima con la quale sono state costruite le abitazioni, ma anche perché la quasi totalità delle famiglie castellesi ha avuto a che fare con il lavoro della fornace: intere generazioni hanno imparato il mestiere partendo dalle fasi di preparazione della materia per arrivare al modellamento dell’argilla nelle varie forme e alla cottura del manufatto, operazione che richiede una continua vigilanza affinché si mantenga nel forni la giusta temperatura per tutto il tempo occorrente. E’ interessante anche il gergo che usano i fornaciai per distinguere le fasi della lavorazione: spozzettare, rasare, ingricciare ecc., termini di antica origine, ostici per un profano, ma estremamente funzionali per gli addetti ai lavori. Ultimamente la fama della bontà del prodotto "fatto a mano" ha valicato le alpi ed arrivano commesse dall'estero, materiale proveniente dalle fornaci di Castel Viscardo è recentemente servito per restaurare monumenti immortali: il Pantheon, il Colosseo e le mura Aureliane di Roma, Piazza del Campo di Siena.

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