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A PROPOSITO DI........ Pauraaaa
Una notte tempestosa con lampi e fulmini, in cui pioveva a non finire , ero in camera mia , nel letto , con il mio elefantino acceso . Ad un tratto comincia a farmi male la pancia , chiamo la mamma e inizio a spiegarle tutto; lei va a prendermi un succo di frutta e io nel frattempo sento parlare. Sembrava un diavolo e diceva: "Fabio, Fabio vieni nel mondo dei cattivi e laggiù potrai fare quello che vuoi !!!!" Sentivo come se egli controllasse il mio corpo, gli occhi guardavano la finestra, mi sentivo come se gia' fossi nel mondo della paura, con il cuore in gola e una tensione terribile. Avevo paura, le gambe mi tremavano, sotto le coperte stavo con il fiato sospeso. In quel momento arriva la mamma e mi chiede perché ero così bianco e perché fissavo la finestra. Io le dico che ho sentito parlare il diavolo, lei cerca di calmarmi e mi dice di prendere in mano il santino del bambin Gesù di Praga e di recitare l'Angelo di Dio. Mi calmai un po', ma per tutta la notte sentii sempre addosso l'ansia di quella "visita".
FELICITA'
Mi ripetevo ogni tanto senza una risposta . Avevo pensato molto a questo argomento e, dopo un' esperienza , mi resi conto che era un sentimento che si poteva avere solo con gli amici, cioè con l’amicizia e l’amore . Ci avete mai riflettuto ? Beh , ora vi racconto la mia storia che mi ha " detto " cosa e' la felicità . Un giorno mi sentivo molto sola, non sapevo cosa fare , senza nessuno e ripetevo il mio tormento : <<Che cosa e' la felicità ? >> Poi arrivarono tanti miei amici che riuscirono a togliermi dalla solitudine e dalla malinconia ; giocando e divertendoci tutti insieme . Quindi sono ancora più convinta: che la felicità sia molto, molto bella, ma purtroppo alcune persone non ne hanno mai sentito neanche il profumo .
ERA UN EQUIVOCO....MA CHE PAURA!!
Quando avevo tre anni ero un po’ monella e quindi quando facevo la cattivella i miei genitori mi dicevano che se continuavo a fare così avrebbero chiamato l’Uomo Nero per portarmi via. A volte mi dicevano che, invece dell’Uomo Nero, avrebbero chiamato un fantasma che mi avrebbe rinchiuso in un castello abbandonato. Un giorno d’estate avevo fatto la monella e la notte tirava un po’ di vento, la tenda bianca della mia cameretta si muoveva perché la finestra non era chiusa del tutto, mi svegliai e vidi, con la luce dei lampioni che erano fuori, la tenda che si muoveva e pensai subito al fantasma che mi veniva a prendere. Mi misi a piangere, la mamma si svegliò immediatamente e mi chiese che cosa era successo. Io non le rispondevo, anzi continuavo a piangere e mentre piangevo lei si accorse che c’era la finestra aperta e la chiuse. Il giorno dopo, finalmente, raccontai tutto e così i miei genitori ridendo mi dissero che non esisteva né l’Uomo Nero né il fantasma. Le notti successive dormii tranquilla e senza più problemi. La paura era passata. Giorgia
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