Helga Weissová, da Terezín i disegni di una bambina - Schede introduttive

Bambini nel campo di concentramento di Terezín

Rudolf M. Wlaschek

Terezín (Theresienstadt in tedesco) si trova nella Repubblica Ceca, 60 km a nord di Praga. La cittŕ fu costruita nel 1780 come fortezza militare e prese il nome dall'imperatrice asburgica Maria Teresa. Terezín, accanto a edifici civili e alcuni negozi, era caratterizzata dalla Grande fortezza (Grosse Festung), per l'alloggio dei soldati, e dalla Piccola fortezza (Kleine Festung), utilizzata come luogo di internamento per prigionieri militari e politici. I nazisti, che durante la Seconda Guerra Mondiale avevano occupato questa parte della Cecoslovacchia (Boemia e Moravia), dal giugno 1940, all'interno della piccola fortezza torturarono e uccisero ebrei e oppositori del regime. Dal novembre 1941 la grande fortezza fu dichiarata ufficialmente dai nazisti “luogo di insediamento ebraico”. In realtŕ divenne un campo di concentramento per gli ebrei della Boemia e della Moravia, e in seguito per gli ebrei di mezza Europa, inclusi i vecchi ebrei tedeschi a cui i nazisti avevano promesso che, alla fine del viaggio, li avrebbe attesi una casa di riposo per ebrei. Circa 140.000 ebrei furono deportati a Terezín tra il 1941 e il 1945. In seguito alle disumane condizioni di vita - fame, malattie, terrore - morirono oltre 35.000 persone. Col tempo Terezín divenne un terribile campo di raccolta e smistamento, una tappa verso i Lager della morte. Ad Auschwitz e in altri Lager dell'Est morirono circa 80.000 persone che erano passate da Terezín. Ai bambini ebrei non fu risparmiato l'orrore: giŕ al loro arrivo al campo dovevano attenersi ad una rigida disciplina che li escludeva dalla scuola, dai trasporti pubblici, e che, costringendoli a portare la stella di David, li faceva sentire istintivamente esclusi dal gruppo di coetanei: a Terezín perdevano le loro ultime libertŕ. Terezín fu campo di transito per oltre 15.000 bambini al di sotto dei 15 anni. Le statistiche ufficiali del campo indicano, come media, oltre 3.000 bambini internati nelle stesso periodo; il numero varia da 2.700 presenze, nel luglio del 1942 e nel maggio del 1944, a 3.900 nel luglio del 1943. Considerando il totale di 1.600 bambini presenti nel campo poco prima della fine della guerra, la cifra relativa all'ottobre 1944, di soli 800 bambini, appare molto bassa; ma dietro a questo dato c'č la deportazione di moltissimi bambini da Terezín ad Auschwitz, avvenuta soprattutto nei mesi di settembre e ottobre del 1944. Circa 9.000 bambini furono deportati, in particolar modo nelle settimane che precedettero la fine della guerra, da Terezín verso i campi di sterminio. Tra questi c'erano anche circa 1.200 bambini, per lo piů orfani, provenienti da Bialystok in Polonia, arrivati a Terezín nell'agosto del 1943, che in origine avrebbero dovuto fungere da merce di scambio nelle trattative con gli Alleati. Nonostante le condizioni disperate che vigevano nel campo di Terezín - o forse proprio in virtů di queste - l'autogoverno degli ebrei nel campo prevedeva un particolare riguardo per i bambini e per i ragazzi. Secondo una statistica dal dicembre del 1942 circa 3.500 bambini e 2.000 ragazzi vivevano in "alloggi" all'interno del campo, gli altri insieme ai genitori o ai parenti. Nel blocco L 417 vivevano circa 350 ragazzi. In questo blocco si tenevano clandestinamente lezioni; č da qui che, ogni settimana, usciva segretamente il giornale "VEDEM" (IN PRIMA LINEA), sotto la direzione del quindicenne Petr Ginz, che nel 1944 fu deportato ad Auschwitz e ucciso. Il giornale conteneva disegni, vignette, reportages, impressioni personali e satira nei confronti delle autoritŕ del campo, oltre a componimenti di poeti cechi. Diversamente da altri giornali realizzati clandestinamente da ragazzi nei campi, alcune copie di "VEDEM" sono giunte fino a noi. Il blocco L218 era, in realtŕ, un laboratorio per apprendisti con circa 250 giovani, mentre nel blocco L318, accanto ad un "alloggio per ragazze", c'era la cucina dei bambini. Insieme ai loro assistenti i bambini potevano partecipare alla vita culturale degli adulti: concerti, letture, spettacoli di cabaret e di canto, recite. Uno degli eventi piů importanti fu l'esecuzione del REQUIEM di Verdi con quattro solisti professionisti e un coro di 50 elementi sotto la direzione di Rafael Schachter ; questi artisti avevano cantato la loro messa di morte: poco dopo, infatti, furono deportati ad Auschwitz. Un destino simile toccň a quei bambini grazie ai quali la vita culturale del campo raggiunse un altissimo livello: i protagonisti dell'esecuzione dell'opera per bambini "BRUNDIBAR" di Hans Krŕsa. I bambini impararono l'opera in modo cosě naturale che fu messa in scena, con enorme successo, per oltre 50 volte. Una assistente degli "alloggi per ragazze" nel blocco L410, dove vivevano circa 450 ragazze ceche tra i 9 e i 16 anni era la pittrice e insegnante d'arte Friedl Dicker - Brandeis. Nel blocco L417 teneva lezioni di disegno e pittura destinate ai ragazzi, che erano spinti a lavorare seguendo la loro fantasia. Qui dipinsero i loro sogni, i prati colorati, mazzi di fiori, uccelli, farfalle, insomma il mondo che per loro non esisteva piů. I ragazzi acquisirono da Friedl Dicker - Brandeis ottime nozioni di base e, tra coloro che ebbero la fortuna di sopravvivere, molti continuarono a dipingere. Friedl Dicker - Brandeis non visse cosě a lungo da vedere la liberazione di Terezín. Come molti dei suoi allievi fu deportata. nell'ottobre del 1944, verso i campi della morte. Un assistente dei bambini, Willy Groag, raccolse i disegni e li dispose in due bauli: oggi quei disegni si possono vedere al Museo ebraico di Praga. Č un caso che Helga Weissova non abbia fatto parte del gruppo di Friedl Dicker - Brandeis. Spinta dal padre e comunque rispondendo ad una esigenza personale, Helga si concentrň sulla rappresentazione di ciň che vedeva, trasferendo nei suoi disegni la vita quotidiana nel campo di Terezín, vista attraverso gli occhi di una bambina ebrea, costretta a fare quotidianamente i conti con la possibilitŕ di essere deportata ad Auschwitz. Nonostante il suo trasferimento ad Auschwitz nel 1944, Helga Weissova fu tra i pochissimi bambini di Terezín che sopravvissero. I suoi disegni di allora sono una insostituibile testimonianza e la produzione artistica di tutta la sua vita rappresenta un monito per il futuro.


Biografia

Dei 15.000 bambini che da Terezín furono deportati ad Auschwitz, solo un centinaio sono sopravvissuti allo sterminio. lo sono una di quelli. Sono nata a Praga il 10 novembre 1929. Mio padre Otto Weiss lavorava come impiegato alla Landerbank di Praga e mia madre, Irena Fuchsova, faceva lo cucitrice. Un mese dopo il mio dodicesimo compleanno, il 10 dicembre 1941, sono stata catturata con i miei genitori e mandata a Terezín con uno dei primi trasporti. Lě ho trascorso quasi tre anni della mia vita. In seguito sono stata deportata ad Auschwitz, Freiberg e Mauthausen, dove sono stata liberata nel maggio del 1945. Dopo lo guerra sono tornata a Praga con mia madre, mio padre non era sopravvissuto. Ho studiato all'Accademia d'arte e sono diventata pittrice. I miei quadri sono noti in tutto il mondo. Nel 1954 ho sposato il musicista Jiri Hosek da cui ho avuto un figlio e una figlia. Oggi sono nonna di tre nipoti. I disegni che ho realizzato a Terezín testimoniano l'orrore e le sofferenze della Seconda Guerra Mondiale, un tema che mi ha accompagnato per tutta lo vita e ha influenzato lo mia creativitŕ artistica.

Helga Weissová – Hoskova


Helga Weissová Hoskova, l'origine dei disegni

"Disegna ciň che vedi", furono le parole di mio padre dopo che gli avevo portato di nascosto, all'interno del campo maschile, il disegno di un pupazzo di neve. Era il dicembre 1941, poco dopo il nostro arrivo a Terezín. Il pupazzo di neve sarebbe rimasto il mio ultimo disegno veramente infantile. Spinta dalle parole di mio padre mi sentii chiamata, da quel momento in poi, a rappresentare nei miei disegni la vita quotidiana del Ghetto. Queste immagini, che mi avrebbero profondamente segnato, hanno posto fine alla mia infanzia. Quasi tutti i miei disegni li ho realizzati nell' "alloggio delle ragazze" L410, dove avevo un posto nel piano di mezzo di un letto a castello di tre piani, proprio di fianco alla finestra, da cui vedevo la strada. Tenendo un blocco sulle ginocchia disegnavo dal mio letto tutto quello che vedevo e vivevo. Solo alcuni disegni li ho fatti all'aperto, per strada e nei cortili delle baracche. Nel trasporto verso Terezín avevo portato con me un blocco da disegno, una cassetta di acquerelli, pastelli e matite colorate. I colori mi durarono per quasi tre anni. Il prezioso blocco da disegno che avevo portato da casa era finito presto e in seguito ho usato qualsiasi tipo di carta mi fosse possibile trovare. In questo modo ho realizzato quasi 100 disegni. Gli artisti adulti lavoravano nella cosiddetta "Zeichenstube" (studio) dove realizzavano, con diverse tecniche, disegni, lavori grafici, posters, piante, ecc. Loro avevano a disposizione il materiale per dipingere che io desideravo tanto. Mio padre ogni tanto mi portava qualcosa. Gli artisti lavoravano anche di nascosto ad opere d'arte, alcune delle quali sono state portate fuori dal Ghetto clandestinamente. Se i disegni fossero stati scoperti gli artisti e le loro famiglie sarebbero stati portati alla "Kleine Festung" (piccola fortezza) e uccisi o inviati ad altri Lager. Per fortuna nessuno č mai venuto a cercare disegni nel campo dei bambini. Accanto alle immagini che documentavano la vita quotidiana del Ghetto, annotavo le mie esperienze personali. Quando nel 1944 fui deportata ad Auschwitz con mia madre, tre giorni dopo la partenza di mio padre per la stessa meta, lasciai i disegni e il diario in custodia a mio zio, che li nascose e riuscě a salvarli. Subito dopo la Liberazione, nell'estate del 1945, quando i ricordi erano ancora vivissimi nella mia mente, ho completato i miei ricordi di Terezín e ho descritto ciň che sperimentai nei Lager successivi, dove non ebbi piů la possibilitŕ di disegnare o scrivere. Non c'č nessuna fotografia relativa a quei giorni, pertanto i disegni ne sono l'unico documento visivo. Spero di avere fornito in questo modo una viva, convincente e durevole testimonianza, che possa contribuire a non far cadere il passato nell'oblio e a impedire il ripetersi di qualcosa di simile!


Un ricordo

Sono arrivata a Terezín all'inizio del 1943. Mi hanno messo nell' "alloggio delle ragazze" L41O, nella camera n° 24. Helga Weissová era nella stessa camera. Il caso ha voluto che proprio il letto sotto a quello di Helga fosse libero, e lě fui messa. In quello spazio vivevano 33 ragazze tra i tredici e i quattordici anni. Tutte quante facevamo le stesse cose a eccezione di Helga che, quando non era al lavoro, era solita sedersi sul letto a disegnare. Eravamo meravigliate di come riuscisse a raffigurare la nostra triste esistenza. Nel 1944 fu trasferita ad Auschwitz. Per fortuna č riuscita a sopravvivere all'orrore ed č tornata a Praga con sua madre. La nostra amicizia continua ancoro oggi.

Charlotta Veresova  

da I lager dei bambini - Il Giorno della Memoria - 2003 "Disegna ciň che vedi" - Mostra dei dipinti di Helga Weissová, distribuita da Studio Pro Forma - Carpi, traduzioni di Matthias Durchfeld, Roberta Gibertoni, Annalisa Melodi, a cura della Cittŕ di Cinisello Balsamo, Settore Socioeducativo

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