Il nazismo  e i campi di concentramento

«Plus jamais ça»

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La Risiera di San Sabba rischia di chiudere

Allarmato appello del presidente dell’Aned e della Fondazione, Gianfranco Maris, al Presidente della Repubblica e alle altre autorità italiane

 

La Risiera di San Sabba rischia di essere chiusa al pubblico. Occorrono un milione e duecentomila euro per ristrutturarla e renderla agibile. Se non si provvederà rapidamente l’unico campo di sterminio nazista in terra italiana e monumento nazionale di alto valore storico potrebbe non essere più accessibile alle centinaia di italiani, studenti, famiglie, antifascisti che ogni anno la visitano.  Il presidente dell’Aned e della Fondazione Memoria della deportazione, Gianfranco Maris, ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme a tutte le autorità italiane, dal presidente della Repubblica ai presidenti delle camere, al presidente del Consiglio e a tutte le componenti del Parlamento italiano. È una sollecitazione a intervenire urgentemente

 

Signor Presidente,

la “RISIERA DI SAN SABBA” di Trieste – unico campo di sterminio nazista in terra italiana, monumento nazionale di indiscutibile e di altissimo valore storico ed etico, strumento didattico di eccezionale utilizzazione da parte di tutte le scuole del nostro Paese – sta per essere del tutto precluso alle visite da parte del pubblico. Il Direttore del Museo Risiera di San Sabba, Adriano Dugulin, mi ha informato della gravità della situazione, che soltanto un’imperdonabile e inaccettabile irresponsabilità delle Istituzioni potrebbe trascurare. Lo sbriciolamento delle facciate e dei muri interni e di tutte le strutture murarie di questo monumento, nel loro complesso, hanno imposto alle autorità locali la necessità di creare transennamenti e passaggi coperti, interni ed esterni, che, rapidamente, diventano sempre più preclusivi per la fruizione e la visita di questo museo monumento, nel quale si tengono continuamente vere e proprie lezioni. La chiusura può essere imposta da un momento all’altro dalle autorità dei vigili del fuoco, per la prevenzione di infortuni e per necessità di tutela della pubblica sicurezza. Occorrono urgenti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e di restauri conservativi, che comportano un onere che si aggira, come indica il Direttore del museo, Adriano Dugulin, di 1.200.000. Il Comune di Trieste, proprietario del monumento, negli anni trascorsi ha stanziato somme cospicue per impianti elettrici d’allarme e per il rifacimento di alcune coperture, ma, oggi, prospetta difficoltà di bilancio tali da impedirgli di affrontare le spese necessarie alla vita fondamentale di questa istituzione culturale. Rivolgiamo quindi questo appello alle autorità del nostro Paese, ed a Lei ci rivolgiamo personalmente, perché vengano presi con la massima sollecitudine i provvedimenti necessari per salvare e rendere accessibile al pubblico questo luogo di dolore, di gloria, di storia del difficile cammino dei popoli verso la libertà, nel quale furono assassinati o dal quale furono deportati per l’assassinio in altri campi di sterminio nazisti migliaia di antifascisti italiani, sloveni, croati, ebrei. Nessuno di noi può dimenticare che, se la Repubblica italiana ha una legittimità storica per sedersi nei consessi internazionali, nel Parlamento Europeo e nell’Unione Europea, questa legittimazione deriva da quella lotta che tanto sangue e dolore è costato anche al popolo italiano e che questo sangue e questo dolore sono rappresentati da luoghi come la Risiera di San Sabba.

Il Presidente

Sen. Avv. Gianfranco Maris

Triangolo Rosso, ottobre/dicembre 2007

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