Gusen
II
Gusen II: galera delle galere,
inferno degli inferni, il campo della morte, il campo del
martirio, il campo dei suicidi, il campo della
follia. Dove siete, miei compagni che siete entrati, un mattino
d'aprile del 1944, in questo campo aperto per noi e per voi
che siete venuti come incessante rinforzo per riempire i vuoti e
rinforzare i nostri ranghi? Gusen II: il campo di cui non
si parlerà perché è un campo di sterminio e tutti lì
sono morti o quasi. Gusen II, il cui solo nome fa tremare quello
di Gusen I, questo campo che passa per essere il più
terribile dei sottocampi dipendenti da Mauthausen. Gusen II e le
sue mostruose officine sotterranee. Gusen II, dopo Buchenwald,
dopo Mauthausen, dopo Gusen I è il capolinea della grande
avventura, è un mattatoio dopo il quale non c'è più nulla: solo
la notte, la paura, la morte. Da qui non si torna indietro; o si
va a Gusen II, o a Gusen I, o a Mauthausen. Qui siamo tutti buoni
per il deposito di rottami. Non c'è una via d'uscita, l'unica è
quella che passa per il camino. Il campo, alla sua apertura,
contava 4 blocchi; qualche mese dopo ne aveva 19. Le baracche sono
molto più grandi che in tutti gli altri campi dove siamo passati.
Al suo completamento, il campo ha una popolazione molto più
numerosa di quella di Gusen I. Una cinquantina di migliaia di
uomini sono morti qui dentro o nelle montagne entro cui hanno
scavato 28 chilometri di gallerie.
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