Il campo di sterminio di GUSEN II 

di Bernard Aldebert

"Ho disegnato e scritto queste pagine per dare un contributo all'educazione di coloro che non sanno o di coloro che hanno già dimenticato. Descrivo soprattutto l'ultimo campo di sterminio di Gusen II che fu la conclusione del nostro doloroso viaggio".

Tra i pochissimi che si sono salvati, Aldebert con questa testimonianza ci costringe a non dimenticare, colpisce duramente la nostra coscienza con i suoi disegni e ci obbliga a ripensare a un pezzo della storia del genere umano che oggi, purtroppo, troppo spesso viene avvolto nelle nebbie della falsità e del revisionismo.

 

Da "Bernard Aldebert, Il campo di sterminio di GUSEN II dall'orrore della morte al dolore del ricordo", a cura di Elisabeth Hölzl, Selene  Edizioni, 2002

 

 

Gusen II

Gusen II: galera delle galere, inferno degli inferni, il campo della morte, il campo del martirio, il campo dei suicidi, il campo della follia. Dove siete, miei compagni che siete entrati, un mattino d'aprile del 1944, in questo campo aperto per noi e per voi che siete venuti come incessante rinforzo per riempire i vuoti e rinforzare i nostri ranghi? Gusen II: il campo di cui non si parlerà perché è un campo di sterminio e tutti lì sono morti o quasi. Gusen II, il cui solo nome fa tremare quello di Gusen I, questo campo che passa per essere il più terribile dei sottocampi dipendenti da Mauthausen. Gusen II e le sue mostruose officine sotterranee. Gusen II, dopo Buchenwald, dopo Mauthausen, dopo Gusen I è il capolinea della grande avventura, è un mattatoio dopo il quale non c'è più nulla: solo la notte, la paura, la morte. Da qui non si torna indietro; o si va a Gusen II, o a Gusen I, o a Mauthausen. Qui siamo tutti buoni per il deposito di rottami. Non c'è una via d'uscita, l'unica è quella che passa per il camino. Il campo, alla sua apertura, contava 4 blocchi; qualche mese dopo ne aveva 19. Le baracche sono molto più grandi che in tutti gli altri campi dove siamo passati. Al suo completamento, il campo ha una popolazione molto più numerosa di quella di Gusen I. Una cinquantina di migliaia di uomini sono morti qui dentro o nelle montagne entro cui hanno scavato 28 chilometri di gallerie.

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