...PRINCE...

"My name is Prince and I'm Funky, my name is Prince, the one and only."
Così amava presentarsi in un disco del 1992. Ma l'artista di Minneapolis, oltre che il proprio nome,
ha sempre amato anche cambiare genere, mescolare le influenze, inventare groove, spiazzare, stupire, guardare avanti. Per questo è considerato uno dei musicisti più creativi mai apparsi sulla faccia della terra.
La sua epoca d'oro sono stati gli anni '80, quando è emerso il suo talento limpido, fantasioso e senza limiti, capace di giocare con funk, pop, folk e rock nello stesso momento. Album acclamati da critica e pubblico, singoli indimenticabili, tour sensazionali, collaborazioni con tanti altri artisti e uno stile che, pur essendo inimitabile, ha lasciato l'impronta sulle generazioni successive.
Prince Roger Nelson nasce a Minneapolis (Minnesota) il 7 giugno 1958 in una famiglia difficile; la sua via di fuga è la musica. Cresce in mezzo agli strumenti musicali, arrivando ben presto a padroneggiarli quasi tutti semplicemente ascoltandoli, grazie a un senso della composizione e a un talento per il mondo dei suoni assolutamente fuori del comune (verrà chiamato il Mozart del Pop).
A 16 anni finisce l'high school e lascia casa per vivere da un amico, continuando a suonare con la sua prima band, i Grand Central. L'anno successivo fa un baratto con uno studio di registrazione: qualche ora gratis per registrare in cambio di un lavoro come sessionman al pianoforte. La leggenda racconta che una volta finito il lavoro al piano, il piccolo Roger attacca con basso, batteria, chitarra e cori, lasciando paralizzati gli altri musicisti presenti in sala e gettando le basi della sua carriera. Da New York arrivano offerte di contratti ma la saudade di Minneapolis lo riporta a casa, dove incide un demo di 3 brani che stordisce i discografici della Warner: ecco 100.000 dollari per un album
e il controllo totale del lavoro. Prince ha solo 19 anni.
Il risultato è "For You", 1978, un funky mood stile anni '70 in cui il giovane suona a tutti gli strumenti ma quasi sfora dal budget. L'anno dopo pubblica "Prince", con il singolo "I Wanna Be Your Lover" che scatena un piccolo movimento di culto verso questo bizzarro tuttofare della musica.
Il 1980 è l'anno del primo capolavoro, "Dirty Mind", un tour de force di sex'n'music pensato e suonato tutto da solo: non si era mai sentito nello stesso momento l'hard funk insieme a melodie à la Beatles, ballate soul e riff chitarristici di puro rock.
Ma non basta, l'anno successivo è il turno di "Controversy", che prosegue sulla stessa strada e
scandalizza con i suoi testi spintissimi, giocando sul look androgino di Prince. Sempre nel 1981 fa da apertura al tour dei Rolling Stones, presentandosi a suo modo al pubblico del rock mainstream: al Coliseum di Los Angeles, davanti a 100.000 persone, sale sul palco in bikini e impermeabile e viene cacciato a suon di 'buuu'.
Un anno di lavoro e un altro disco destinato a sfondare è pronto. Si tratta di "1999", che colleziona 3 milioni di copie vendute, tre anni in classifica su Billboard, tre singoli che sbancano le Top Ten e girano a getto continuo sulle radio e su Mtv: "1999", "Little Red Corvette" e "Delirious".
È il 1983: Prince è geniale, ricco, famoso; Prince è la risposta 'intelligente' a Michael Jackson. Ma tutto questo è nulla in confronto a quello che succederà nel 1984.
Il 1984 è "Purple Rain", l'album che fa di Prince una superstar e l'artista del decennio. 10 milioni di copie vendute solo negli Usa; 24 settimane al numero uno delle chart (quarta prestazione di sempre per un disco pop), mentre "When Doves Cry" domina tra i singoli; un tour sold-out in tutto il mondo; il premio Oscar per la Migliore Colonna Sonora (per il film "Purple Rain"). È il disco più pop mai realizzato dal folletto di Minneapolis (insieme alla band dei Revolution), quello per cui verrà ricordato nella storia della musica leggera, così come i singoli "Let's Go Crazy", "I Would Die 4 U", "Baby I'm A Star", la già citata "When Doves Cry" e la straziante "Purple Rain", che diventa un vero e proprio inno degli anni '80. Cose del genere le avevano fatte solo Elvis, i Beatles e pochi altri.
Ma Prince non si fa impressionare e invece che seguire la direzione più facile cambia strada, con la psyco-psichedelia di "Around the World in a Day" (1985, che in ogni caso vende 2 milioni di copie). Anche "Parade" (1986) è un'altra deviazione verso un ambizioso tentativo di art-rock come quelli degli anni '60: ma mai un disco del genere ha avuto un singolo blockbuster come "Kiss". L'LP accompagna il film "Under The Cherry Moon", diretto dallo stesso musicista, che però si rivela un fallimento.
"Sign O' the Times", 1987, è un altro passo avanti, un doppio in cui per ogni pezzo pubblicato Prince ne scrive ben 5, regalando gli scarti ad artisti della sua casa discografica indipendente, la Paisley Park: i Family, i Time e i Madhouse. I Family incidono "Nothing Compares 2 U", che nel 1990 verrà portata al successo planetario da Sinead O'Connor.
Ogni artista ha un disco misterioso, quello di Prince è "The Black Album", che esce a fine 1987 ma l'autore lo ritira dal commercio perché lo ritiene troppo dark e immorale. Subito si scatena la caccia alle copie rimaste, dando vita a un collezionismo feticista (alcune versioni vengono pagate migliaia di dollari). Anche per questo, nel 1994 il disco verrà pubblicato ufficialmente.
Nel 1988 la release di "Lovesexy" lascia un po' disorientata la critica per la ricchezza di materiale che sfiora la confusione, ma il relativo tour è un momento di altissima musica, con uno stage elaboratissimo, comprensivo di alcova e campo da basket, in cui Prince cambia di continuo abiti, strumenti e generi musicali.
Qualcuno incomincia a dire che la carriera del Principe ha già incominciato la parabola discendente, ma arriva il colpo di coda della colonna sonora di "Batman" (regia di Tim Burton, 1988), che resta per 6 settimane al primo posto delle chart. L'anno dopo, un'altra soundtrack, "Graffiti Bridge" (il seguito di "Purple Rain"), abbastanza anonima rispetto agli standard, ma "Diamonds And Pearls" diventa il suo quinto singolo al numero 1.
Il periodo successivo è piuttosto caotico sotto più punti di vista. Nel 1991 Prince forma The New Power Generation, il più brillante e versatile gruppo che avesse mai avuto, e il primo lavoro, "Diamonds and Pearls", riconferma il suo ruolo di Signore del R&B contemporaneo. L'anno dopo arriva il dodicesimo album, quello del titolo-non-titolo. Prince sceglie un glifo di sua invenzione, che unisce il simbolo maschile con quello femminile e poco dopo decide di assumere il segno come suo nuovo nome. È un disco ricchissimo di spunti e intuizioni, in cui il groove funkeggiante incontra il rap, le ballate soul, qualche anticipazione techno (vedi "I Wanna Melt With U") e getta le basi, 8 anni prima, del nuovo gusto R&B. Ma scatena il panico alla Warner Bros., che gli aveva appena fatto firmare un contratto da 100 milioni di dollari per 6 album. Si cerca di rimediare con "The Hits", raccolta di successi in due volumi.
Ma Prince non torna indietro, anzi si incaponisce misteriosamente sul nome d'arte e sceglie l'acronimo di TAFKAP ("The Artist Formerly Known As Prince") su intuizione di un giornalista inglese. Il rapporto con la label si è irrimediabilmente incrinato; la battaglia legale che segue si concluderà solo nel 1995, dopo la promessa di non realizzare più nulla di nuovo per la Warner, ma di riutilizzare gli scarti dei dischi precedenti, circa 500 brani. Ne escono tre LP: "Come" (1994), "The Gold Experience" (1995) e "Chaos And Disorder" (1996). Gli ultimi due, pur non ottenendo i soliti riscontri di vendita, vengono accolti con clamore dalla critica, che arriva ad annunciare il ritorno del Messia Black.
Nel frattempo, dopo una comparsata in pubblico con la scritta "Slave" sulla faccia, sotto il nuovo aka pubblica il singolo "The Most Beautiful Girl in the World" per la NPG (la sua nuova etichetta indipendente) e raggiunge il numero 3 di Billboard. Liberatosi della grana Warner, TAFKAP firma con la EMI nell'autunno 1996 e pubblica immediatamente un triplo dall'emblematico titolo "Emancipation": l'elevato costo del cofanetto limita il successo commerciale, garantendogli in ogni caso due dischi di platino e l'aura di 'risorto'. Nel disco c'è un momento autobiografico particolarmente toccante: il battito cardiaco di "Sex In The Summer" è quello del figlio morto poche ore dopo il parto (Prince si era sposato da poco con Mayte Garcia, una corista del suo gruppo).
È un momento di svolta personale e professionale: Prince decide di essere padrone del proprio destino e cura la release di "Crystall Ball", una collezione di materiale inedito in 3 cd (1998), mettendolo in vendita su Internet attraverso il sito www.love4oneanother.com. L'operazione commerciale porta guadagni leggendari e lo convince a ripartire in tour, con i New Power Generation, ingaggiando anche Chaka Kahn e Larry Graham (Sly And The Family Stone). Un infortunio alla caviglia lo costringe a saltare alcune date.
L'eccentricità del minuscolo menestrello non cede di un millimetro: una volta stabilito che il matrimonio non è altro che un contratto e quindi rescindibile, annuncia a sorpresa il divorzio dall'amatissima Mayte. In realtà i due si ri-uniscono in una cerimonia simbolica esattamente tre anni dopo il matrimonio (il giorno di San Valentino del 1999), per liberarsi da ogni convenzione e costrizione legale.
Arriva il 1999 e, come prevedibile, si scatena una nuova battaglia con la Warner, questa volta tutta musicale. La label ripubblica il brano "1999", di cui detiene i diritti, e lo propone come inno del cambiamento di millennio. Prince risponde mandando sugli scaffali un EP contenente 7 versioni remixate della canzone.
La prolifica produzione di Prince, o di TAFKAP, dell'Artista, o di come lo si voglia chiamare, continua senza sosta con collezioni, remix, LP ufficiali ("Rave Un2 the Joy Fantastic" e "The Vault", 1999), celebrazioni, autocelebrazioni, release di inediti, progetti di musical, riedizioni ("1999")in una discografia sterminata per quantità e qualità, a dimostrare che la festa di Mr. Creatività non è ancora finita, tutt'altro.
Nel 2000 il folletto torna a chiamarsi ufficialmente Prince e un anno dopo esce "Rainbow Children", che viene distribuito, almeno nel primo periodo, solo tamite il sito www.npgmusicclub.com. ma la rinascita di Roger Nelson non riguarda solo la musica: a inizio millennio inizia la sua conversione alla fede di Geova, un cambiamento talmente sentito che Prince diventa testimone del culto e si mette a girare per la sua città porta a porta per diffondere la parola del suo dio distribuendo opuscoli; inoltre elimina dal proprio repertorio le canzoni più 'esplicite' che sente non appartenere più alla sua nuova vita. Nel frattempo si è sposato con Manuela Testolini.
Nel dicembre 2002 esce il live "One Nite Alone…Live!", mentre nell'agosto 2003, venticinquesimo anniversario della sua carriera musicale, prince dà alle stampe il primo DVD ufficiale, dal titolo "Prince Live At The Alladin Las Vegas", un concerto che vede ospiti Nikka Costa, Maceo Parker e Sheila E. Poi è il turno di "N.E.W.S.", un album di sole 4 tracce ("North", "East", "West" e "South"), lunghe 14 minuti ciascuna, create nei Pasley Park Studios con la collaborazione di martisti del calibro di Rhonda Smith, John Blackwell, Renato Neto e Eric Leeds.. Ormai deciso ad affidarsi alla Rete, Prince distribuisce interamente il Cd via Internet, al modico prezzo di 7 dollari dal suo solito sito.
Intanto viene annunciato che nel 2004 il suo nome entrerà nella Rock'n'Roll Hall Of Fame.

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