Il viaggio come metafora attraverso la prosa

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Fiaba per Petra e Tommaso
di Pavla Ariana Hamerská

Da alcune notti tutto funziona alla rovescia. Ai topolini crescono le ali, si alzano in aria come passeri e tutte le notti saltano attorno ai comignoli e cinguettano. Gli uccelli si nascondono nei buchi dei topolini e beccano il grano che essi hanno nascosto. Le uova tornano indietro e Tommaso si meraviglia che le galline ne facciano poche. La luna splende come il sole ma non si può vedere perché le pecorelle corrono per il cielo e lo coprono tutto. Le lumache lasciano le loro casette, ci si siedono sopra e muovono le loro antenne.
In una notte così l'acqua esce dalla fontana e la sera la mamma non la pompa per tempo e deve aspettare la sera seguente. È vuota la fontana sotto la pompa. Soffia un vento forte e la pompa cigola nel sonno perché non ha preso il raffreddore. Il fuoco si raffredda nella stufa e i coperchi si nascondono sotto le pentole per scaldarsi.
Qualche volta fuori piove di sotto e di sopra. Sono solo gli spiriti cattivi a gioire in notti come questa, approfittano del disordine e nascondono le cose. La mamma le cerca il giorno dopo e si lamenta. L'unica a essere a posto è la gatta, si sdraia vicino alla stufa che le sembra un piattino stracolmo di latte. Petruska e Martina sembrerebbero essere delle brave bambine e dormono tranquille senza svegliare la mamma.
Al mattino tutto torno in ordine. Gli uccellini cinguettano come se non fosse successo nulla e i topolini sono nei loro buchi e finiscono di dormire dopo una notte di baldoria. Il fuoco scalda la colazione di Petruska. L'acqua va velocemente nella pompa ma in essa c'è un piccolo buco e non può essere utilizzata tutta. Perché nessuno sappia che è stata in gita, scappa in mezzo a piccole gocce di rugiada. Ogni gocciolina è uno stagnetto dove nuotano dei pesciolini. Alcune di queste goccioline vanno sul naso di Tommaso che se lo pulisce e così la fiaba finisce.

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