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Otakon 2002 - Baltimore (USA)
Dal 26 al 28 luglio 2002, i 28 acri del Baltimore convention center sono stati invasi da più di diecimila Otaku provenienti da ogni parte d'America in occasione dell'Otakon, la seconda fiera più grande degli States.
Seconda in grandezza ma non in qualità, per lo meno a detta di molti.
E anche Shion era lì, nei panni di Misao Makimachi, insieme ai suoi amici otaku Alex, John e Lauren.
Un commento sulla fiera? Fantastica.
Ma questo dice poco o niente, perciò iniziamo a concentrarci sul cosplay: la qualità era decisamente alta, il che smentisce l'opinione di alcuni che i cosplayers americani non ci sappiano fare.
Il cosplay dell'anno era naturalmente Final Fantasy X: non si contavano le Yune e vi erano Auron ad ogni angolo (questo per la felicità mia e della mia amica Alexandra che lo adoriamo), ma altre serie molto popolari erano Rurouni Kenshin (ho trovato il mio Aoshi!!!), Trigun, Cowboy Bebop, Escaflowne, Fushigi Yuugi e tutti gli altri episodi di Final fantasy.
E' davvero impossibile elencare tutti i personaggi di Final fantasy che ho incontrato perché erano decisamente troppi, ma degni di nota erano una Jenova me-ra-vi-glio-sa, una ragazza che cosplayava Red (!!) e una chocobina graziosissima.
Il masquerade contest si tiene sempre il sabato sera, una scelta azzeccata a mio parere perché ti consente di goderti la convention per tutta la giornata e divertirti al contest la sera.
Solo una parte dei cosplayers vi partecipa comunque, con scene molto articolate, spesso accompagnate da sottofondo musicale dall'audio perfetto.
La sala in cui si svolge la gara è molto ampia, dato il numero di persone che deve ospitare, ma chi è seduto in fondo può comunque vedere quello che succede sul palco grazie a due maxischermi sistemati a lato del palcoscenico.
Ogni dettaglio è davvero curato all'Otakon e l'organizzazione è impeccabile.
Ciò che non è impeccabile, purtroppo, è l'eterna coda all'ingresso per la registrazione: non scherzo quando dico che siamo stati in fila 2 ore prima di ricevere la nostra "badge" e poter così entrare a tutti gli effetti nella convention.
Un'altra cosa poco bella è il costo dell'entrata: 50$ per tre giorni e una ventina per un giorno solo! Ma credetemi, ne vale assolutamente la pena.
A parte l'estensione, la più grande differenza con una fiera italiana è che in America la vendita di materiale è solo una piccola parte della convention.
Vuoi fare acquisti? Okay, vai nella dealer's room.
E poi? Beh, dopo puoi andarti a vedere un po' di anime music videos (ce n'erano di straordinari quest'anno), gareggiare a dance dance revolution, o ridere dell'anime più brutto dell'anno nello show "mystery anime theater", oppure si può andare a lezione di disegno nei workshops, assistere alla proiezione di anime, giocare al live action role-play o semplicemente vagare per i corridoi a collezionare foto e chiacchierare con gli altri otaku che sono davvero simpaticissimi e, da buoni americani, veramente espansivi.
Insomma, non ti lasciano davvero il tempo di annoiarti dato che il programma di ogni giornata è davvero pienissimo e si protrae fino alle 2 di notte!
Ci sarebbero un'infinità di altre cose da dire ma il mio compito è solo quello di recensire una fiera e non quello di decantarne le lodi per pagine e pagine!
Ma lo meriterebbe, perché credo che l'Otakon sia la mia fiera preferita in assoluto e mi sono davvero divertita tantissimo.
Credo di preferirla alle fiere italiane, specialmente per il modo che hanno gli americani di affrontare il cosplay (non come competizione, ma come gran divertimento)
e per la simpatia degli abitanti di Baltimora che non si scompongono mai al vedere la loro città invasa da strana gente in costume!
Se a Milano la gente ti dice:"Guarda che non è Carnevale!", i Baltimoresi (ma si dice?) ti fanno i complimenti e ti riempiono della loro curiosità di sapere cosa sta succedendo.
La tristezza di lasciare il Baltimore convention center è stata grande, ma ancora più grande la gioia di esserci stata. Grazie Otakon, all'anno prossimo.
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