Scheda bibliografica:

Argomenti filosofici sull'
UTOPIA

Quello che segue è un elenco parziale di libri e testi che ritengo di segnalare alla lettura e che mi propongo di integrare via via con altri titoli, evidenziando per ciascuno i concetti secondo me piu' rilevanti. Altri riferimenti sono presenti nelle schede bibliografiche in questo stesso sito.


1.
Le utopie, scrive Bronislaw Baczko (L'utopia), sono "immagini-guida e idee-forza che orientano le speranze e mobilitano le energie collettive" (Prefazione, pag.XI); spesso sono verita' premature (utopista=visionario, pagg.3-4).
Ci sono sei modi di "parlare al futuro": utopia, profezia, divinazione, previsione, futurologia, fantascienza (pag.6, nota); le utopie valorizzano immaginazione ed immaginario, ma esprimono anche ossessioni, attese e rivolte di una certa epoca, cio' che in essa viene considerato possibile o impossibile: eu-topos (regione della felicita', perfezione), ou-topos (regione che non esiste in alcun luogo, pag.9). La societa' immaginata deve essere conforme alla ragione (ragione nell'immaginario, pag.23).
Il modello di discorso utopistico puo' essere quello narativo di Thomas More (utopia come viaggio immaginario nello spazio, pag.24; ucronia come viaggio immaginario nel tempo, pagg.42 e 172), quella progettuale di una legislazione ideale (Repubblica di Platone), o conseguenza di una teoria sociale (Fourier, Saint-Simon); l'utopia si oppone alla scienza (Marx), ma anche al mito (Sorel), all'ideologia (Mannheim, pag.11 e seguenti), alla riforma (o al discorso sulla riforma, pagg.46 e 50), alla poesia bucolica (che non e' orientata verso il sociale, pag.53 nota).
Le esperienze totalitarie della nostra epoca hanno "creato diffidenza verso l'utopia, in quanto rappresentazione totalizzante e distruttiva dell'alterita' sociale" (pagg.21 e 18); sono invece periodi "caldi" nella storia delle utopie il Rinascimento, il secolo dei Lumi (pagg.57-58) e la prima meta' dell'Ottocento. Si contrappone all'utopia l'antiutopia (viaggi di Gulliver, pag.43; nell'antiutopia contemporanea l'ideale e' oppressivo, al di sotto della natura umana, pag.44 nota).
Rousseau, che non propone alcun progetto di legislazione perfetta, osserva pero' che, essendo passato il tempo dei grandi legislatori, diventa ora possibile un discorso sulla politica (pag.71); e il vero politico e' colui che sposta i limiti del possibile (pag.85; l'immaginazione e' fondamentale per l'uomo sociale, ci permette di uscire da noi stessi, rende possibili le istitutzioni sociali, pagg.93-94).
Un tentativo di coniugare utopia e discorso sull'essere verra' compiuto da Dom Deschamps (pag.109): il XVIII secolo e' il secolo della critica ma anche della crisi, la sua analisi e' insieme sincronica (contemporanea) e diacronica (pagg.113-114), il suo stato etico e' olistico (pag.134) e si contrappone in ogni aspetto alla societa' contemporanea (le due immagini sono isomorfe, pag.129).
L'idea di storia-progresso diventa la promessa dell'utopia (pag.158 e seguenti) e l'utopia promessa della storia (utopia antiutopistica, pag.180 e seguenti; l'eta' dell'oro e' davanti e non dietro di noi: Abate di Saint-Pierre, pag.188; Condorcet, pag.213). La storia in Utopia e' sempre vissuta come una frattura, indispensabile per costruire l'uomo nuovo (pag.446); l'utopia antiutopistica propone temi dell'utopia in chiave scientifica (Saint-Simon, Fourier, Comte, Marx, pag.218), la stessa modalita' di discorso puo' costruire visioni opposte (utopia liberale in Condorcet, utopia socialista in Marx, pag.219 nota).
L'idea di natura umana perfettibile e quella secondo cui gli uomini si pongono solo i problemi che possono risolvere, sono alla base sia dell'utopia che della filosofia della storia (pag.215). La riforma del calendario (tempo-racconto, ricco di immagini e simboli) e' discussa a pag.226 e seguenti; l'utopia della festa da pag.252 (altrove sociale o eterotopia, pag.260).
Baczko osserva come per Rousseau ogni societa' abbia il suo tipo di festa, volta per volta in spazi aperti o chiusi, spontanea o passiva, in liberta' o in costrizione, in comunita' o in divisione, ecc.; ogni spettacolo e' normativo (feste civiche, pag.261 e seguenti, pag.292 e seguenti; utopia della festa, pag.266 e seguenti; lacrime-segni e teatralizzazione delle emozioni, pagg.303-304).
L'Autore individua "due tipi ideali della festa rivoluzionaria" (pag.298): la festa "calda", spontanea e creativa, e quella "fredda", istituzione burocratica con riti e simboli.
I monumenti fungono da veicoli ed archivi di messaggi morali (pagg.359-360, 365 e seg.; stato committente, pag.377; monumenti funerari, pag.369 e seg.; spazio iniziatico, pag.386). Nella Citta'-Nuova si svolgono le attivita' tipiche delle utopie: lavoro, festa, educazione (pag.392). L'utopia della Citta'-Nuova combina sogni urbanistici (le citta' di Utopia o urbanistica in Utopia) e urbanistica immaginata (l'utopia delle citta' o utopia urbanistica, pagg.309, 319, 331); le citta' che ne derivano sono piene di simboli educativi, razionali e pianificate (in contrapposizione alla storia anarchica delle citta' reali, pag.332), "purificate", letterarie (pag.332 e seguenti), ripetitive (pagg.312, 321), senza storia (pagg.326-327), con monumenti fatti di materiali indistruttibili, eterni (pagg.423, 430).
L'urbanistica nascente coniughera' utopia e riforma (funzionalita', circolazione, igiene, pag.335 e seguenti); il linguaggio dell'architettura, con i suoi vincoli ed i suoi rapporti di armonia, proporzione, simmetria, esprime insieme di piu' e di meno del linguaggio utopistico (pag.352 e seguenti).
L'utopia e' una modalita' in cui si esplica l'immaginazione sociale (pag.445). L'utopia non cerca di ridurre i mali, ma di sopprimere il male (pag.449); esistono utopie della sessualita', del sistema carcerario, della citta', della festa (pagg.448-451, realta' dell'immaginario, pag.457) che sconfinano in progetti di riforma, in politica, nella scienza, costellati da speranze e da delusioni.

2.
Hans Heinz Holz, nell'Introduzione a Dialettica e speranza di Ernst Bloch, osserva come la filosofia sia legata al linguaggio, sia come la poesia, scoperta del non detto e del non pensato, sollecitazione del pensiero autonomo. Partendo dal conosciuto, si dirige verso l'ignoto con categorie quali futuro, possibilita' reale, novum, ultimum, orizzonte, non-ancora-consapevole, fronte, retaggio.
Secondo l'Autore, Ernst Bloch e' un filosofo della possibilita', smaschera concetti verificati e li rovescia nel loro contrario, non e qui sono modalita' della discussione filosofica: Bloch per primo fa della speranza il tema centrale della filosofia, il concetto centrale della coscienza progressiva che contempla uno stato del mondo fondato oggettivamente ma da realizzare soggettivamente (intreccia essere e coscienza, l'oggetto mondo che contiene in se' il soggetto della trasformazione, pagg.XXXVII-XXXVIII).
Il futuro e' la dimensione temporale costitutiva degli esseri umani, e diventa speranza nel singolo individuo: l'indagine filosofica sulla speranza diventa pertanto rivelatrice (pag.XLII). La categoria-base e' la possibilita', l'incoscio (Freud) e' un magazzino del passato ed in esso non vi e' nulla di nuovo (pag.XLVIII); la fantasia produce immagini anticipatrici, oggetti utopistici, incontri col non-ancora (coscienza anticipatrice, pensiero che si manifesta per immagini: miti, arte, simboli, archetipi).
Il concetto di possibilita' richiede di pensare il mondo come processo; la possibilita' puo' essere:
- passiva, nel senso di potenzialita', di conformita' all'oggetto;
- attiva, nel senso di possibilita' formale, che puo' venir pensata;
- attiva, nel senso di possibilita' parzialmente condizionata, di possibilita' reale.
Solo quest'ultima possibilita' e' satura di futuro, il soggetto (l'elemento umano) e' parte della totalita' materiale (natura e storia) e non gli si oppone; la vera dimensione della realta' ha il futuro all'orizzonte con il suo passato antecedente.

3.
La speranza e', secondo Erich Fromm (La rivoluzione della speranza), un elemento fondamentale di ogni tentativo di cambiare la societa': Fromm distingue la speranza passiva (attesa, rassegnazione, pag.11) da quella attiva, che e' proiezione nel futuro; esempi di non-speranza sono la speranza passiva, l'ottimismo rassegnato (freddezza) e la mania di distruzione. La speranza e' uno stato dell'essere (pag.16), la fede e' la convinzione "in cio' che ancora non e' stato provato" (pag.20) ed e' accompagnata dalla speranza come stato d'animo: fede e speranza sono entrambe visioni del presente in stato di gestazione.
La sfiducia e' spesso inconscia, consciamente si e' ottimisti (speranza in un ulteriore "progresso").
Nel volume citato Fromm entra in polemica con Marcuse, che definisce "un intellettuale alienato, che propone la sua personale disperazione come una teoria sociale" (pag.14, nota), e sottolinea come la rivoluzione non si possa fondare sulla sfiducia (Grande Rifiuto), ne' che i conflitti scompaiano semplicemente con la soddisfazione materiale dei bisogni (pag.126).
La speranza si rafforza con la sua negazione (frustrazione, pag.27), l'alternativa alla speranza e' la mania di distruzione (eros contro thanatos, pag.30).
Esiste un continuum che passa dalla liberta' al determinismo, attraverso le visioni messianiche (cristianesimo, Marx) e la loro secolarizzazione (chiese, comunismo).

4.
Secondo James Meade (Agathotopia), l'utopia si propone istituzioni perfette per cittadini perfetti, Agathotopia (James Meade) e' invece "un Buon Posto dove vivere" (pag.7).
L'economia di Agathotopia non e' pianificata ma fondata sul metodo della partnership (cfr. l'Introduzione di Edwin Morley-Fletcher, pag.IX), metodo che viene considerato come una possibile soluzione del problema distributivo che il socialismo della pianificazione ha posto, ma che non e' riuscito a risolvere (Introduzione, pag.X).
Meade immagina la cooperazione tra lavoro e capitale, immagina certificati azionari del capitale (capital share certificates, equivalenti ad azioni liberamente negoziabili) e del lavoro (labour share certificate, vincolati allo status di socio lavoratore, pagg.10 e seguenti), con un consiglio d'amministrazione paritario, un presidente con voto decisivo, la condivisione del rischio d'impresa (diffuso ma moderato da una "rete di sicurezza", Introduzione pag.XII), il superamento del principio della parita' di salario a parita' di lavoro (principio di differenziazione, pagg.62 e seguenti; Introduzione pagg.XV e seguenti).
In Agathotopia il cittadino potrebbe disporre di piu' fonti di reddito: salario fisso, partecipazione al profitto d'impresa, dividendo sociale derivante dall'attivo del bilancio pubblico, reddito derivante dalle proprieta' equamente distribuite fra pubblico e privato (pagg.66 e 91). Il sistema fiscale grava sul reddito speso, incentivando profitti ed investimenti, e su eredita' e donazioni (Introduzione, pag.XX); i diritti ereditari sono per Meade un residuo feudale (introduzione, pag.XXI).
Le rivoluzioni moderne, osserva Salvatore Veca (Crisi della democrazia e neocontrattualismo), "generano Stato" (pag.40); alla teoria della monarchia assoluta del XVII secolo e' seguita la teoria del partito unico del XX secolo (pag.51). Alla nozione di societa' perfetta occorre invece sostituire quella di societa' migliore (pag.47).

Argomenti filosofici

Schede bibliografiche

Menu' principale