GUERRA IN MACEDONIA 

1916/1918

Ai figli eroici dell’Italia, della Francia, della Gran Bretagna, della Grecia e della Serbia, che fedeli ai precetti dei loro antenati hanno combattuto in questi luoghi e sono caduti per la libertà e per la pace mondiale. Vieni o spirito e soffia acciocché rivivano  Salonicco Policastro

Qui nell’arco che va dal Golfo di Salonicco ai laghi di Dojran, Ostrovo, Ochrida oltre 3.000 italiani della 35a divisione caddero, non per difendere la patria, ma l’ideale di libertà. Qui dove gli imperi centrali con l’alleato turco mantenevano ancora mire di rivincita, 80 anni dopo si innescherà una guerra di razze e religioni che frantumerà la geografia politica degli stati.Bersaglieri sfilano per le strade di Salonicco Quando si parla di Macedonia bisogna distinguere fra quella Greca e quella Jugoslava, cosa che all’epoca non era significativa.  L’occupazione Ottomana dei Balcani, in prevalenza Ortodossi aveva creato isole di enclave mussulmana. Così era per alcune province della Bosnia, Albania,  Macedonia e Bulgaria. Ora sul campo militare Germania, Austria, Bulgaria, Turchia si contrapponevano a Serbia, Italia, Francia, Inghilterra, Russia e Grecia (dal 1917). L’esercito Serbo (150.000 soldati), messo in rotta dopo Sarajevo dagli Austriaci, era stato traghettato dagli italiani nella Grecia religiosamente affine. L’Albania, di credo mussulmano maggioritario, non schierandosi attese la vittoria dell’uno o dell’altro contendente per far prevalere "disinteressatamente" la propria indipendenza. Nel febbraio 1915, quando ancora non eravamo entrati in guerra, l’impero britannico che mirava a controllare oltre al canale di Suez, anche i pozzi petroliferi dell’Arabia, dell’Iraq e della Persia ritenne opportuno che anche gli stretti dei Dardanelli che davano accesso al Mar Nero dovessero essere tenuti liberi o restare neutrali. Un corpo di spedizione denominato ANZAC dalla nazionalità dei soldati, Australiani e Neozelandesi (Commonwhelt) sbarcò nei Dardanelli per quella che fu una delle più disastrose pagine del conflitto: “Gallipoli”. Abbandonata l’impresa ci si concentrò sull’Epiro greco per sostenere lo sforzo di chi in quel momento si contrapponeva alla Alleanza vittoriosa. Dalla Russia infatti non proveniva più alcun aiuto e gli unici che potevano concorrere erano gli italiani entrati in guerra nel maggio 1915. Gli italiani erano già presenti in Albania, protettorato italiano dal 1914 con alterne fortune (XVI CDA: vedi succ). Si approntò quindi un corpo di spedizione che fu pronto nei primi mesi del 1916 sotto il comando del Generale Petitti di Roreto composto dalla 35a divisione  e da elementi di supporto come in calce elencato. Il corpo sbarcato a Salonicco per un totale di 44.ooo uomini ai primi di agosto, venne destinato al fronte del lago Dojran subendo subito un attacco da parte Bulgara.  L’alleggerimento serviva agli Imperi per rivolgersi a nuovo avversario, la Romania, che si apprestava ad entrare nel conflitto. Monastir, Elbasan, Berat (Perati), lago Ochrida, in Albania sono in mano avversaria.  Ormai è inverno con diversi gradi sotto lo zero, e tutte le quote sono innevate. Alla fine del 16, il nostro comando chiede di essere tolto dalla primitiva destinazione, piana paludosa e malarica, e di essere schierato nella zona dei grandi laghi dove resterà per oltre un anno. http://www.storiain.net/arret/num60/artic5.htm

In Macedonia, solo nel luglio del 1916 fu decisa la spedizione di truppe italiane. Fu scelta la 35a divisione; comandata dal generale PETITTI di RORETO e composta dalle brigate "Sicilia" (61° e 62° reggimento) e "Cagliari" (63° e 64° reggimento, di uno squadrone di cavalleggeri "Lucca", di 8 batterie da montagna, di tre compagnie (72a, 75a e 86a) zappatori del genio, una di pontieri, una di telegrafisti, una di minatori e servizi. La divisione fu dotata di larghi mezzi di sussistenza e di ricco materiale bellico. A Salonicco fu costituita una base di rifornimento e sgombero: quattro ospedali di 100 letti l'uno, con grande quantità di mezzi sanitari, derrate, viveri di riserva, vino, olio, tabacco e generi di confort; un panificio da campo, forti scorte di vestiario e di materiale d'equipaggiamento, materiali d'artiglieria, munizioni, macchine ecc. Al corpo di spedizione fu aggregato prima un nucleo d'ufficiali per il servizio di tappa, reparti di carabinieri, un autoparco con 5 sezioni di autocarri leggeri poi altri militari compreso 6 compagnie di bersaglieri mitraglieri. Per trasportare il Corpo in Macedonia furono impiegati 34 piroscafi italiani e 3 francesi, che trasportarono 34.000 uomini, 10.000 quadrupedi, 1000 carri, 40 cannoni, 15.000 tonnellate di materiale vario. Il primo scaglione partì da Taranto l'8 agosto 1916 e sbarcò a Salonicco, festeggiato dalle rappresentanze alleate e dalla numerosa colonia italiana. "Quelle truppe (bersaglieri) così superbe e superiori ad ogni elogio -scrisse l'inglese WARD PRICE - ....attraversarono Salonicco fatte segno all'ammirazione ed alla curiosità dei presenti. Solo, avanti a tutti, sopravanzando con la sua imponente statura, il generale Petitti di Roreto, un vero Amek, alto 6 piedi e 4 pollici, grande slanciato, solido".http://cronologia.leonardo.it/storia/a1917i.htm

LA SITUAZIONE SANITARIA DEL FRONTE ALBANESE-MACEDONE-Lettera trasmessa il 10 ottobre 1916 dal comandante della 35a divisione generale Petitti di Roreto: N. 2316 prot. R.P. OGGETTO: Condizioni sanitarie e di efficienza degli eserciti alleati in Macedonia.
Al Comando Supremo
Pur ritenendo che codesto Comando sia informato sulla situazione degli Eserciti Alleati in Macedonia, in via indiretta, credo mio dovere riferire circa l'impressione generale che ho riportato da quanto ho visto, e da quanto ho inteso dai numerosi ufficiali esteri coi quali sono stato in contatto.
L'inazione della quale si fa un carico al generale Sarrail è dovuta, per quanto mi risulta, a deficienza di forza. Le 5 divisioni inglesi e le 4 francesi hanno subito durante l'estate perdite enormi per malaria, per tifo e per dissenteria, e non hanno ricevuto che un numero assolutamente insufficiente di complementi.

Attualmente, secondo informazioni datemi da persone degne di fede, e in condizioni di essere al corrente della situazione, le due armate inglese e francese non superano, complessivamente, le 70.000 baionette.Altrettanti, forse, sono i Serbi; ma si calcola che, sopportando il maggior peso della guerra, perdano mensilmente circa 20.000 uomini, fra morti, feriti e ammalati, dei quali soltanto metà potranno ritornare nelle file. E i Serbi non ricevono complementi che in misura scarsa e saltuaria.

I Russi avevano qui una brigata, e pare avessero intenzione di portare il loro contingente a una divisione; finora non sono giunti che scarsi rinforzi - meno di un reggimento. Il piroscafo Gallia, che portava da Marsiglia a Salonicco circa 2.500 uomini russi e serbi, è stato silurato nelle acque della Sardegna; si sono salvati 200 uomini.

La mia divisione ha perduto in meno di due mesi quasi 5.000 uomini, pochi dei quali potranno riprendere prossimamente servizio; la maggior parte sono stati rimpatriati, o lo saranno man mano che si renderanno disponibili le navi-ospedale, perché affetti da forme così gravi di malaria da esigere molte cure e una lunga convalescenza. Devo però segnalare che la mia divisione è la sola che riceva prontamente e regolarmente i complementi che le occorrono. Quanto avviene per le fanterie, si verifica in misura non minore per le altre armi. Le batterie francesi in posizione sulla mia fronte hanno meno della metà del personale che loro occorrerebbe; e mi risulta che intere batterie inglesi rimangono inutilizzate per assoluta mancanza di serventi. Concludendo, le truppe agli ordini del generale Sarrail sono attualmente al disotto di duecentomila uomini, e ritengo che non solo siano assolutamente insufficienti a portare a fondo una offensiva di qualsiasi importanza, ma che difficilmente potrebbero resistere, sulla stessa fronte che occupano, ad un attacco condotto energicamente.
II Maggior Generale Comandante PETITTI DI RORETO”

L’anno 1917 s’era chiuso per la Brigata Sicilia con la routine del fronte alternato a periodi di riposo. L’ultima grande offensiva c’era stata in maggio (perdite circa 250 uomini). II 9 marzo 1918, mentre la brigata è in linea nel settore est Jaratok-q.1050, il nemico attacca ma viene respinto dal II/61° anche il 19 e 20 aprile altri assalti vengono respinti brillantemente dal III/61°. Il 4 maggio la « Sicilia», sostituita dalla « Cagliari » si trasferisce in riserva nella zona Gniles-Jaratok. Il 5 giugno ritorna in linea nelle posizioni del settore ovest (Vranovoi) ed il 4 agosto, ricevuto il cambio dalla brigata Cagliari torna di nuovo agli alloggiamenti della zona tra Gniles e Jaratok. Nelle notti del 2, 3, 4 settembre sostituisce la brigata Ivrea sulle posizioni del settore est (Jaratok), mentre si sta preparando l’offensiva generale degli alleati. Il comando della Brigata Sicilia viene in quel momento assegnato al Magg. Gen. Giovanni Garruccio ex comandante dei servizi segreti che lo terrà fino al termine del conflitto.
L'attacco serbo-francese è predisposto contro il settore di Vetnmk e verso la Cerna ed il Vardar, per il mattino del 1° settembre: frattanto, nei giorni precedenti immediatamente l'attacco serbo, i reparti della brigata, in linea nel settore est, svolgono azioni dimostrative con violento fuoco d'artiglieria e bombarde e con incessanti ricognizioni offensive di esploratori. Nel pomeriggio del 21, infine, i reparti della brigata muovono all'attacco. Il 22  la 35a divisione sloggiò i Bulgari del contrafforte di Kalabach e il giorno dopo, scesa nella conca di Prilep per l'occupazione ne venne all’ultimo momento esclusa per far posto all'ingresso trionfale dei francesi. L'obiettivo assegnatole era comunque stato raggiunto, ma la 35a non doveva riposare sugli allori. Infatti, ebbe ordine di convergere a sinistra, puntare subito su Krusevo, traversare il massiccio del Baba Planina e affrettarsi verso Sop per tagliare la ritirata all'estrema destra della III Armata bulgara che ripiegava dirigendosi per Pribilei e Kicevo verso la stretta di Kalkandelen e quindi verso Uskub. Nonostante la stanchezza delle truppe, le difficoltà della marcia e la resistenza opposta dal nemico con fuoco d'artiglieria dal margine del Baba Planina, la brigata raggiunge il 24 il fronte Zapolzani (nord-ovest di Malo Vrbjani); La brigata "Sicilia" con sei batterie da montagna procedette a destra della "Cagliari" e, giunta a Novoselani, attaccò il nemico che resisteva su quelle alture. Il 25 le alture di Novoselani furono occupate dalla "Sicilia", e caddero in potere della "Cagliari" la stretta della Corna e Krusevo. Il 26 tutta la 35a divisione, al comando del generale MOMBELLI era sul Baba o si disponeva a tagliare ai Bulgari la strada Monastir-Sop di Brod. Nella giornata del 27 tutta la regione del M. Cesma è occupata;il 28, l'azione prosegue per Stramol e Baba, ove viene superata la tenace resistenza del nemico, ma, sopraggiunta la notte, la prosecuzione dell'attacco di Planina è rimandata al giorno dopo. Il 29, infatti, l'avanzata è ripresa, ma, avendo il nemico ricevuto nella notte rinforzi di truppe e mitragliatrici, oppone vivissima resistenza ed impedisce progressi sensibili. L'attacco dovrebbe proseguire il giorno 30 in direzione di Ricevo, ma alle ore 5 del detto giorno giunge ordine di sospendere le ostilità con l'esercito bulgaro che aveva chiesto l’armistizio al generale FRANCHET D' ESPERY.
 Tre generali, 240 ufficiali, 7.627 nomini di truppa con 8 cannoni, 70 mitragliatrici ed abbondante materiale si consegnarono alla 3a divisione. Nel frattempo un'altra divisione bulgara si arrendeva alla brigata "Sicilia", ma per ragioni di comodità consegnava le armi nelle mani dell'11a divisione coloniale francese. Costretta la Bulgaria a capitolare, l'armata continua le sue operazioni offensive contro le forze nemiche ancora rimaste nei Balcani e in Turchia. Carabinieri sorvegliano prigionieri dell'AlleanzaLa brigata Sicilia, trasferita nella zona di Veles, inizia la marcia in direzione di Prilep-Veles il giorno 9 ottobre ed il 10 sosta nei pressi di Prilep, rimanendovi fino al 18 ottobre. Intanto è emanato l'ordine per la costituzione di un distaccamento speciale destinato alle operazioni contro la Turchia; esso è composto dalla brigata Sicilia, un gruppo di artiglieria da montagna, zappatori, due compagnie mitraglieri bersaglieri, un plotone di cavalleggeri del Lucca e servizi. Esso inizia il 18 ottobre il trasferimento nella zona di Monastir ove giunge il 19, accampando a sud e sud-est della città. Da Monastir la brigata parte il 30 ottobre in ferrovia per Salonicco, donde il 7 novembre si sposta nella zona di Guvesne (sud-est di Salonicco). 

Per i combattimenti del maggio 1917 viene insignito di Medaglia d'Oro al V.M il Magg. TONTI Ulrico, da Forlì del Sannio (Cb) del 61°Ftr.  « In aspro combattimento preparava una colonna d'assalto di forza superiore alle competenze del suo grado con ammirevole calma e grande riflessività, infondendo fiducia in tutti, e, alla testa di essa, percorrendo terreno scoperto e sconvolto dal violento tiro nemico, con meraviglioso slancio e magnifica opera personale, brillantemente occupava gli obiettivi assegnatigli. Si poneva poi, di sua iniziativa, alla testa di un'ulteriore ondata d'assalto formata di due sole compagnie, per la conquista delle seconde linee e delle artiglierie nemiche, dando fulgida prova di coraggio, e, nel momento in cui raggiungeva lo scopo, rimasto colpito a morte, noncurante di sé, continuava ancora ad eccitare i suoi uomini, fin quando cadde esanime. Eroico esempio di suprema virtù militare ». — Nord Meglenci (Macedonia), 9 maggio 1917

Nel corso del 1917 la rivoluzione Russa, prima di marzo poi d'ottobre e il conseguente disimpegno, aveva infatti favorito gli Imperi Centrali che spostarono molte delle loro divisioni dalla Galizia ai fronti occidentali, italiano (cadeva in ottobre il fronte di Caporetto) e balcanico. Solo l’entrata in guerra degli Stati Uniti permise di superare la crisi economica che si era venuta a creare. L'intervento strettamente militare degli Usa in effetti tardò ad arrivare e in linea i soldati si videro solo ad inizio '18, ma centinaia di migliaia di soldati già lavoravano alla logistica da mesi e comunque il sostegno commerciale e finanziario era già ampiamente utilizzato. L’assalto finale degli alleati, dopo le controffensive austriache ( in Italia) e Tedesche (in Francia) iniziò nel Balcani nel settembre 1918 con il crollo del fronte fino a Prilep. Il 30 settembre veniva firmato l’armistizio in anticipo di oltre un mese su quello italiano. Le condizioni della entrata in Guerra dell’Italia oltre a prevedere il ritorno della Dalmazia all’Italia, prevedevano lo smembramento delle colonie Tedesche in Africa, e l’occupazione di zone minerarie della Turchia (a noi l’Anatolia, Smirne compresa) oltre ai già noti possedimenti delle isole del Dodecanneso (Rodi). Con l’entrata in guerra della Grecia (Giugno 1917) e degli Stati Uniti tutto il "cartello" degli accordi era però destinato a saltare.

 

BRIGATA SICILIA 

61- 62 reggimento  fanteria    

BRIGATA CAGLIARI 63- 64 reggimento       "
BRIGATA IVREA 161-162 reggimento    "   
ARTIGLIERIA 2° Rgt. da Montagna
CAVALLERIA 1°sq. Cavalleggeri di Lucca  
BERSAGLIERI 228a-229-374-375-512-513 cp. Mitraglieri
SERVIZI genio, sanità, sussistenza e servizio aereo  

 

 

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