XXIII° REPARTO D'ASSALTO
I kommandos italiani
MEDAGLIA ORO CAPO SILE - MAGGIO GIUGNO LUGLIO 1918
" ... Richiamato poco dopo nella lotta, vi tornava con abnegazione sublime dando validissimo contributo alla riconquista di Capo Sile. Logoro ma non domo rinserrava le sue diradate fila, in un ferreo nucleo di volontari, che il suo nome riportavano sull'ardente campo di battaglia conquistandovi un formidabile caposaldo."
"La
prova per le reclute era terminata. I ritirati o scartati venivano rimpiazzati da
altri. L'organico ora poteva considerarsi completo.
I soldati venivano
addestrati al corpo a corpo e al lancio di bombe a mano (di scarsa qualità) che
spesso facevano vittime e feriti fra le reclute stesse. In una ansa del fiume Sile, le
compagnie si avvicendavano quotidianamente per le esercitazioni. Il XXIII,
costituito nell'ottobre del 1917, viene schierato a Fossalta di Piave. Sono i
giorni in cui gli Austriaci tentano il tutto per tutto pur di attraversare il
Piave e dare il colpo mortale al nostro esercito. Il terreno, bagnato dalla
pioggia fra i vari corsi del fiume, nuovo e vecchio (il Piave vecchio sfociava
in laguna) è teatro di violenti
scontri. I seicento uomini del XXIII cadono ad uno ad uno. E' domenica: 19 maggio.
A capo del reparto c'è il maggiore Allegretti. Per distinguersi nel buio della
notte si mettono un fazzoletto bianco al braccio. I plotoni vanno all'assalto
secondo un cronometrico programma. Salta la prima linea avversaria, poi la seconda e la
terza. Dai bunker escono a mani alzate " Siamo slovacchi, viva
l'Italia" gridano. Si va avanti così per oltre un mese con attacchi e
contrattacchi da ambo le parti. Cadono feriti i Fratelli Lommi, muoiono Leonardo Pellas, Saloni
Soccorso, Verdirosi Attilio. Nella stessa zona, a Nord del canale del Consorzio,
opera il 13° Reggimento con la Brigata Arezzo. Qui i battaglioni 59/60/62 sono
impegnati fino ai primi di Giugno. Il Bersagliere Caretti Fedele viene ferito il 20
maggio: con la gamba mozzata, rifiuta l'assistenza del suo comandante. Alla
memoria gli viene conferita la Medaglia d'Oro. La lotta nel fango ha termine dopo i primi giorni
di luglio. Da tutto il delta sono state eliminate le teste di ponte dei bosniaci
e dei soldati dell'Orient Korp. Il prof. Cecchin nella sua lunga ricerca
sull’opera dello scrittore (Hemingway) legata alla Grande Guerra ha raccolto
la testimonianza di reduci di reparti americani che affermavano che nella
seconda guerra mondiale i metodi di addestramento dei marines erano stati
tratti direttamente dai manuali di addestramento degli arditi: infatti fu il XXIII°
Reparto d’assalto fiamme cremisi, che aveva addestrato il contingente
presente in Italia nel 1918
The Bersaglieri, another
famous Italian Regiment, are recruited from all parts of Italy, but only from
men of high physical fitness. They correspond roughly to the Light Infantry of
other Armies, and always drill and march to a very quick step, even when
carrying machine guns on their shoulders. Their hats decked with a mass of green
cocks' feathers are familiar in illustrations. The Bersagliere Cyclist Companies,
used for scouting purposes, form part of the Regiment. The Bersagliere undress
cap is a red fez with a blue tassel.
The Arditi, or Assault Detachments, correspond to the German Sturmtruppen. They
were instituted in the Italian Army in 1917. They also consist of picked men,
and undergo a special training to accustom them to bomb-throwing at close
quarters and to other incidents of the assault. In the course of this training
casualties often occur. Only young unmarried men of exceptionally good physique
can become Arditi. They are only used in actual attacks and never for the
purpose of merely holding trenches. They therefore spend a large part of their
time behind the lines and receive, I believe, extra pay and rations. They are
armed with rifles and pugnali, or small daggers, and wear a low-cut tunic,
with a black knottie and a black fez. On each lapel of their tunic they wear two
black flames, similar to the crimson flames on the collars of the Bersaglieri.
They are, therefore, known as "fiamme nere," or black flames. Certain
detachments of Bersaglieri are also classified as Assault Detachments and wear
low-cut tunics like the Arditi.
A.U. PELLAS
LEOPOLDO: 1897-1918 (foto nel capitolo). Chiamato alle armi per mobilitazione nel 1917, frequenta la
scuola allievi a Caserta. Ne esce aspirante con incarico al 18° bersaglieri. Suo
fratello Demetrio, Granatiere, è morto sul Carso. Dal Piave dove i reggimenti
si sono ritirati chiede di entrare nei reparti d'Assalto. La sera del 26 maggio,
anniversario della morte del fratello, dopo aver scritto alla madre esce per una
azione. Dopo un iniziale fortunato sviluppo, la sua squadra scompare
nell'oscurità della notte. Alcuni giorni dopo gli austriaci fanno cadere da un
aereo un messaggio. " L'aspirante Pellas e tre dei suoi uomini sono stati
sepolti con gli onori militari". Alla
memoria gli viene conferita la Medaglia d'Oro". "Per profonda coscienza del
dovere, per alto spirito di vendetta contro il nemico che gli aveva ucciso il
fratello capitano dei granatieri, attaccava fra i primi, benchè ferito, ed
incalzava l'avversario, e proseguendo quindi con fulgido valore nell'ardita e
fortunata azione assaltava successivamente tre trincee, infliggendo al nemico
gran perdite e facendo dei prigionieri. Raggiunto l'ultimo obiettivo con
mirabile tenacia di slanciava ancora avanti; circondato dagli avversari
rifiutava di arrendersi e si difendeva con straordinaria costanza e con
magnifico eroismo fino alla morte, imponendosi all'attenzione dello stesso
nemico che giorni dopo per mezzo di un messaggio lanciato da un velivolo
annunziò di aver fatto seppellire con gli onori militari, il valoroso caduto"
http://www.bersaglierijesolo.it/la_storia_di_leopoldo_pellas.html
Serg. A.U. SALONI
SOCCORSO: 1895-1918. Arruolatosi nel corpo, presta servizio fin dal maggio del
15 al 7° bersaglieri. Passato sergente, ottiene una medaglia di Bronzo per le
azioni svolte dal suo nucleo arditi durate la 10a battaglia dell'Isonzo.
Nell'estate passa ai nuovi nuclei d'assalto prima al XIX (promozione ad
Aspirante per i fatti di Jesolo) poi al XXIII. Il 26 maggio dopo la fortunata
azione sul Sile viene insignito di Medaglia d'Argento. Ferito ai primi di
giugno, rientra al reparto ancora convalescente. Il 19 giugno è in linea a
Losson. Ferito di nuovo non desiste e cade sull'ultima trincea. Alla memoria gli
viene conferita la Medaglia d'Oro. Motivo del
conferimento: Allo squillo di battaglia, ancora dolorante per una ferita,
volontariamente usciva dall’ospedale e raggiungeva la prima linea. Alla testa
della compagnia, balzava all’attacco, e, primo fra tutti, superava i reticolati
avversari. Ferito ad un braccio, si slanciava ancora avanti, finchè, colpito in
pieno da una raffica cadeva, consacrando col suo puro sangue d’eroe la posizione
conquistata. Losson - Basso Piave, 19 giugno 1918.
VERDIROSI ATTILIO: 1873-1918: Escluso dai richiami al fronte per l'età, lascia il posto di usciere e la famiglia in Roma per arruolarsi volontario al 2° bersaglieri nel 1917. Nel febbraio successivo è al 19° coi galloni di caporale. In maggio viene trasferito al XXIII e il 19 giugno dopo diversi giorni di scontri, riceve l'ordine di contrattaccare da Losson verso Capo d'Argine. In testa, nonostante i suoi 45 anni, fu tra i primi a scagliarsi alla testa degli arditi. Cadde crivellato di colpi nel tentativo di neutralizzare una mitragliatrice che seminava la morte fra i compagni. Alla memoria gli viene conferita la Medaglia d'Oro. Motivo del conferimento: A 45 anni, volontario di guerra in un reparto d’assalto, avendo lasciato famiglia e interessi, per giovanile fede, per coraggio indomabile, sempre primo in ogni ardita impresa per virtù di parola e di esempio, animatore e suscitatore d’eroismi, trascinò con sè gli arditi della prima ondata in un fulmineo contrastato attacco, ricacciando in disordine il nemico. La morte lo colpì nell’impeto dell’assalto, troncandogli sulle labbra il grido di incitamento e di esultanza Viva l’Italia! Losson-Basso Piave, 19 giugno 1918. Già med. argento un mese prima a Capo Sile
XXIII REPARTO D’ASSALTO Fiamme
Rosse
STRALCIO DEL DIARIO STORICO DEL REPARTO (fonte uff. storico Esercito)
COMBATTIMENTI SU M.PERTICA E PRASSOLAN (Grappa)
Durante i combattimenti dei giorni 24,25,26 e 27 ottobre, la la e la 3a
Compagnia del Battaglione furono impegnate costituendo rispettivamente le
avanguardie di colonne d’attacco delle Brigate “Roma” e “Pesaro” alla presa del
Monte Pertica.
Numerosi furono gli attacchi sferrati e varie le vicende della battaglia: le
linee nemiche furono più volte sorpassate, ma soltanto il giorno 25 i nostri
poterono affermarsi definitivamente sulle posizioni conquistate; il 26 le
Compagnie furono impegnate nella protezione dei lavoratori del Genio. Il giorno
27, alle ore 5.30 il nemico contrattaccava nuovamente, ma dopo una lotto
sanguinosa ed accresciuta nella sua violenza da un intensissimo bombardamento,
l’avversario fu costretto alla fuga. Intanto la 2° Compagnia del Reparto, alle
5.30 del giorno 24, attaccava in armonia con le altre, il Monte Prassolan.
Riusciva di sorpresa, sotto il fuoco del nostro bombardamento, a mettere piede
sulle trincee austriache che subito oltrepassava, continuando l’avanzata
malgrado la furiosa reazione avversaria, fino alla linea delle artiglierie
austriache di Col del Pra’ dov’è fatto prigioniero un capitano d’artiglieria, e
dove sono pugnalati dai nostri numerosissimi artiglieri.
Si sosta nelle posizioni conquistate e ci si rafforza, ma non giungendo i
rincalzi ed avendo già subito perdite rilevanti, verso le 8.30, anche per
evitare un facile imbottigliamento da parte dell’avversario, si deve ripiegare,
ordinatamente, squadra per squadra, in posizioni più arretrate, dove si
incontrano i rinforzi del 210° Fanteria. La la e la 3a Compagnia han fatto
complessivamente circa 700 prigionieri fra cui una ventina di Ufficiali, ed
hanno catturate circa 20 mitragliatrici più numerosi fucili; la 2a Compagnia ha
catturato un capitano di artiglieria, un Ufficiale medico, 5 Ufficiali di
Compagnia, compreso un comandante e circa un centinaio di uomini di truppa, una
decina di mitragliatrici e diversi fucili ed armi varie. Alle ore 2 del 29
ottobre il Reparto saliva per Val d’Amore e prendeva posizione nelle trincee
fronteggianti le quote 1440 e 1486, con il compito di occuparle poi e di
sbarrare al nemico l’accesso per la Val delle Saline. Alle 9.31 il Battaglione,
più una compagnia del IX° Reparto “Fiamme Nere” attaccava e conquistava di
slancio, malgrado la disperata reazione dell’avversario, ambo le quote sulle
quali prendeva subito posizione il 3° Battaglione del 59° Fanteria. Però due
immediati e violentissimi contrattacchi avversari costringevano i nostri a
ripiegare sulle linee dalle quali erano partiti all’attacco. Il nemico fu a sua
volta contrattaccato. Ancora la lotta fu aspra e sanguinosa ma la forte nebbia e
le rilevanti perdite subite ci costrinsero a ridiscendere di nuovo nelle
trincee.
Il Reparto subì dal 24 al 29 ottobre le seguenti perdite:
Morti: Ufficiali 1 - Uomini di
truppa 62
Feriti: Ufficiali 10 - Uomini di truppa 150
Feriti non gravi, rimasti e curati al Reparto 91
Mitragliatrici catturate n° 5 - Prigionieri 20
Altre
Medaglie (dal libro da
Bersagliere ad Ardito di L. Lommi Ed. Itinera Bassano)
Argento: Magg. Allegretti comandante 3 med., Cap. Aloisi Fausto, Serg. Aloisi Sestilio, Sott. Angelini Alessio (2), Serg. Arnaldo Francesco, Arrigoni Emilio, Beretta Achille, Bocca Francesco, M.llo Bresciani Arnaldo, Aiutante Bretto Giovanni (2), Aiutante Medico Capozzoli Antonio, Carbonaro Donato, Carnazza Salvatore, Cianchi Nazzareno, Cremaschi Lamberto, Sott. Colizza Ugo, Cap. Med. Dalle Ore Alessandro (2), Degli Obizzi Pietro, Ten. Della Gala Umberto, Di Lauro Antonio, D'Innocenzo Antonio, D'Ottavio Anselmo, Ercole Placido, Ten. Fantini Armando, Sott. Facchin Giovanni, Farrè Francesco, Ferrari Alessandro, Fontanetto Gaudenzio, Ten. Forti Giovanni (2), Furnere Salvatore, Ten. Gaggioli Olao (3), Aiut. Giannatti Attilio, Aiut. Geminiani Giovanni, Ginepro Giovanni, Granata Lino, Cap. La Ferla Domenico, Serg. La Rosa Nicola, Ten. Leonarduzzi Mario, Cap. Lommi Lodovico (2), Serg. Lommi Luigi, Ten. Longo Luigi, Lo Verde Domenico, Serg. Lunardi Astolfo, Ten. Maccaferri Alfredo (2), Mancini Arturo Sott. Mancini Gaetano, Maragliano Paolo, Maranghi Alfonso, Mascheroni Mario, Marucci Amleto (2), Meneghini Alessandro, Miralli Camillo, Munari Giulio, Aiut. Novelli Giuseppe, Noviello Vincenzo, Panizzi G. B, Pironace Giuseppe (2), Ten. Pistilli Massimo, Cap. Quattromani Vincenzo, Rebora Pietro, Capp. Ribaudo Don Antonino, Rizzo Achille, Ronchi Vito, Ten. Rubio Paolo, Sott. Ruscelli Giuseppe (2), Scala Carmine, Scotti Aquilino, Aiut. Seu Ferdinando, Ten. Simone Giovanni (2), Aiut. Steri G.B., Sott. Torrali Arturo, Sott. Turchiarulo Giovanni, Valente Angelo, Ten. Vecellio Giovanni (3), Verdesca Giovanni, Aiut. Vielmo Ettore, Visentini Francesco, Zanon Natale,
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