'istituzione della Guardia
Nazionale (G.N o ex civica) ha origini antichissime. Nasce dal bisogno di non
lasciare sguarnita la città quando l’esercito è fuori, in campagna, per guerre. Ricordiamo che gli eserciti pre-unitari erano professionali, stipendiati e a ranghi
molto ridotti, assolutamente imparagonabili a quelli di fine secolo, ma molto
vicini a quelli odierni.
Alla G.N o Civica o Civile
non compete che la sicurezza interna alle mura contro disordini, briganti, sorveglianza
di palazzi e istituzioni, porte, ponti, caserme e carceri in appoggio a organi
di pubblica sicurezza (polizia) costituiti al tempo. Pur essendo armata non
dipende dal ministro della Guerra bensì, in genere, dal civico consesso (comune) o per questo dal
Ministero dell’Interno (dopo
l'unità). Ricordiamo che il solo sindaco era di nomina governativa fino al 1888. La G.N
moderna nasce nel periodo napoleonico, all'epoca della creazione delle
repubbliche padane (1796). Con la repubblica Cisalpina, si rende necessaria
l’adozione di un vessillo con i colori italiani che è creato sostituendo al
blu francese il verde italiano. Il vessillo non ha ancora la forma della
bandiera nazionale, che nascerà ufficialmente a Reggio Emilia, come sappiamo, nel 1798. In genere la G.N ha gradi come l’esercito regolare che
derivano da votazioni e valutazioni interne e/o di anzianità e il personale non presta servizio permanente.
Questi può essere richiamato dalle attività quotidiane che svolge in caso di pericolo
e con pochissimo preavviso. In tutte le capitali italiane, insorte
contro i principi ed il loro braccio militare che è l’esercito austriaco, sorgono Guardie Civiche. Nel 1805, alla proclamazione del
Regno "Napoleonico" d’Italia, la G.N è estesa a tutto il territorio
occupato. Napoleone Bonaparte darà
anche uniformità alle
leggi e ai regolamenti. I giovani fino a 40 anni concorrono alla formazione di
9 reggimenti di G.N, mobili o mobilitabili. Tale definizione comporta sempre
la possibilità che da strumento civile i suoi aderenti assumano lo status di
militari soggetti alla legge marziale e al soldo del Ministero della Guerra. Le
campagne di guerra napoleoniche hanno bisogno di continue forze da immettere nei
ranghi, così i reggimenti della G.N seguiranno le sorti della Grand Armeè
dalla Russia a Waterloo. Con la restaurazione del 1815
le finalità e gli scopi di questi corpi non furono considerate obsolete e
inutili, purché facessero atto di obbedienza ai nuovi padroni della scena,
gli austriaci. I moti che si
susseguono fino al 1848 vedono però la G.N ad ogni sparo e piè sospinto cambiare bandiera
e casacca. Non considerata affidabile, viene quindi tenuta
dai Sovrani come soprammobile da parate, con le loro belle divise luccicanti o vetrina
per esibizionisti locali affamati più di decorazioni che di poteri. Evitare di
distribuire armi e ridurre l’istruzione militare era pratica prudente !!
che faceva peraltro felice centinaia di persone ma rendeva inutile l'istituzione.
I bersaglieri della Guardia -1848
Quando a Milano il 18 marzo 1848
scoppia la rivolta, alla Guardia di Polizia (di nomina austriaca) fu intimato
di rendere le armi. Il 12 aprile, liberata la Lombardia, si costituì qui una G.N. Anche
se le uniformi erano d’ordinanza per tutti (ricordiamo che il vestiario era a
carico dei chiamati, che erano tali se iscritti nelle liste delle
parrocchie per nascita o matrimonio (trasferiti), il minuto reparto faceva capo alla
parrocchia e spesso si riuniva all’interno dei locali non di culto dov'era
censita e cortili.
Naturalmente la situazione del momento era contingente e sottoscrizioni popolari
provvedevano ad armare e vestire i militi. Dalla G.N., come da altri
reparti (disertori austriaci delle diverse nazionalità, Lombardo-Veneti, finanzieri
compresi) furono presi i
reggimenti della Divisione Lombarda inquadrati poi dall’esercito Piemontese.
Il vestiario, le calzature cosi come l’armamento saranno sempre carenti.
Con la legge 17 aprile 1848 sono creati all’interno della G.N le specialità dei Bersaglieri, dell'Artiglieria e dei Carabinieri. Questi
ultimi sono istruiti da ufficiali Svizzeri. Gli
Svizzeri, si dice ma non è vero, non fanno guerre da secoli. In effetti le andavano a fare a
casa degli altri per essere mestieranti delle armi per tradizione.
Anche a Bologna presso le parrocchie si costituì un battaglione
di
G.N. nel cui
ambito vi era una compagnia Bersaglieri. Se ne ignorano vicende e
divisa. A Bergamo si costituirono in successione due Battaglioni, ciascuno con
una compagnia di bersaglieri. Combatté al Tonale e allo Stelvio poi seguì
Garibaldi. Una miriade di reparti
in armi partecipò ai successivi eventi della repubblica di Venezia provenendo
dagli stati meridionali (Papato
compreso) o dalle Guardie Civiche delle città liberatesi. Volontari
e guardie si fusero, si sciolsero, si rifusero, si rinforzarono lasciando poche
notizie e tracce a futura memoria.
Tra gli altri poco conosciuti, la Legione
Bellunese con 120 bersaglieri che combatté a Cornuda e Montebelluna, i
bersaglieri
civici Veneziani, quelli Romani. Nell’elenco dei volontari Bersaglieri del
1848, alcuni di questi reparti sono considerati militari a tutti gli effetti
anche se vestiti con fogge dai colori diversi.
LA GUARDIA NAZIONALE DAL
1849 AL 1861
Dopo la fine della guerra, l’unica G.N sopravvissuta fu quella
piemontese istituita il 4 marzo 1848 come Milizia Comunale. L’iscrizione alla G.N., pur comportando spese, era foriera d'onori
come detto.
Ricordiamo che il maggiore della G.N era considerato pari grado di quello
dell’esercito, nonostante non fosse mai uscito da un’Accademia e altre
manchevolezze influenti come l'addestramento. Nelle
sfilate cittadine i Militari davano la precedenza !!! alla G.N con mugugni
immaginabili. Addestramento ridotto, scarsa pratica di armi, armamento vetusto, assoluta mancanza di professionalità
e disciplina e
arrivismo erano quindi le pecche (o i pregi che dir si voglia) maggiori del corpo. Il 27 febbraio 1859 consci
di tali problemi si provvide alla selezione e nomina degli ufficiali solo da parte
del Re ed alla possibilità che, fino al limite dei 35 anni, i volontari fossero
mobilitabili. Cioè partissero per la guerra in caso di necessità. Ormai alla vigilia della II
guerra d'indipendenza il
servizio nella G.N diviene obbligatorio per tutti sopra i 21 anni.
A Brescia appena liberata, una compagnia di Bersaglieri della Guardia
si
arma coi fucili, preda di guerra dei Francesi nella battaglia di S. Martino. Con
provvedimenti del marzo, agosto e novembre 1861 e marzo 1862 la G.N dell'intero
territorio peninsulare diviene
mobile (utilizzabile non solo nei propri confini municipali) e fornisce oltre 200 battaglioni. A questo
periodo si ascrive anche la nascita ufficiosa dei
“Poligoni per armi individuali o Tiro a segno Nazionale“, tuttora
esistente, per l'addestramento degli iscritti
(il decreto che l'istituisce porta però la data di 20 anni dopo). Lo scopo,
ora a guerra terminata, era di usare questa forza
nell'azione antibrigantaggio. In questa evenienza la dipendenza
gerarchica degli uomini passa dai comuni e quindi dal Ministero degli interni a
quello della Guerra. Nello stesso anno sono reintrodotte come specialità le armi
di Bersaglieri, Artiglieria e Cavalleria.
LA GUARDIA NAZIONALE DAL 1866 AL 1876
Nel 1866, alla vigilia della III Guerra d'Indipendenza, i principali
difetti della G.N erano ancora ben evidenti. Solo 25 dei battaglioni mobili
poterono essere impiegati e di questi, molti erano presidiari delle città sedi del
conflitto o confinarie di montagna (Valcamonica, Valtellina). Il mantenimento di un simile
mastodontico apparato, in concomitanza con una grave crisi economica, comportò
l’abbandono da parte di molti comuni dell’organizzazione della G.N. Nel 1876
questa cessò di esistere. Con la riforma Ricotti del 1872, il nuovo esercito
unitario aveva al suo interno la Milizia
Mobile, anche chiamata provinciale in alcune pubblicazioni, corrispondente alla Landwehr
prussiana o secondo esercito (anche nel Trentino e Sud Tirol asburgico esisteva una
organizzazione simile). Nel 1875 venne istituita quella (Milizia) Territoriale
sul tipo della Landsturm o terzo esercito. Con la leva obbligatoria, il numero dei giovani mobilitabili crebbe a dismisura
in un paese dove l’età media era molto bassa e le potenzialità del paese
ancora scarse. La lunghezza massima del periodo di servizio fu ridotta da cinque
a tre anni per far spazio nelle caserme all'aumento dei coscritti. Non potendo
in ogni caso inquadrare nell’esercito più di 300.000 persone, all’atto
della chiamata distrettuale delle classi si divideva per tre gruppi il numero dei
coscritti. Con l’estrazione a sorte dei numeri, la terna bassa (1a) prestava tre
anni di ferma. Nella terna alta, detta anche terza categoria, si veniva messi in
congedo, in quella intermedia (2a) la ferma era di due anni.
Milizia Mobile: Costituita
nel 1873, era formata dai congedati delle prime quattro classi più giovani in
congedo dopo le cinque in servizio. All'inizio della Prima Guerra Mondiale
furono mobilitate 38 compagnie di Alpini della Milizia Mobile e 63 della
Territoriale.
Milizia Territoriale:
Costituita dalle sette classi di leva più giovani in congedo dopo le quattro
della Milizia Mobile e dei coscritti. Durante la Prima Guerra Mondiale venne
ampiamente utilizzata nelle immediate retrovie del fronte e anche in prima
linea.
I congedati quindi erano richiamabili per gravi
motivi d’ordine pubblico od in caso di conflitti per ripristinare gli
organici. Per coscritti in questo caso si consideravano tutte le classi già
mobilitate. Superati i 30 anni il cittadino entrava quindi nella Milizia Territoriale
nella quale affluivano in caso di guerra anche i coscritti della terza
categoria (i congedati senza servizio in tempi normali o gli scartati in
caso di conflitto per lievi mancanze). Il piano d’addestramento annuale
non prevede più
d’otto giorni !! di richiamo. Nel 1915 l’organico degli alpini aveva da una a due
compagnie di Milizia
Mobile per battaglione, ed altre due di Territoriale che andranno
a formare rispettivamente i
battaglioni Valle e poi Monte di provenienza presidiaria. Poteva quindi
succedere che nella Milizia territoriale prestassero servizio i nonni, non nel
senso abusato militare, ma veri e propri anziani dal rendimento bellico molto
discutibile. Con la grande
guerra le divisioni di impiego si ridemensionano perché è facile trovare anche
in prima linea dei territoriali. La rotta di Caporetto poi aveva portato avanti
(o indietro a seconda del punto di vista) ogni genere di combattente. Era consuetudine
che per le festività il tamburo maggiore della banda inviasse gli auguri con stampe
patriottiche molto belle e curate.
L'ESPERIENZA AMERICANA
The Army National Guard (ARNG) is one
component of The Army (which consists of the Active Army, the Army
National Guard and the Army Reserve) The Army National Guard is composed
primarily of traditional Guardsmen -- civilians who serve their country,
state and community on a part-time basis (usually one weekend each month
and two weeks during the summer.) Each state, territory and the District
of Columbia has its own National Guard, as provided for by the
Constitution of U.s.a. |
. |
La G.N. U.s.a. è una delle formazioni armate più antiche del mondo
essendosi formata nella colonia Inglese del Nord America (a Jamestown nel
1607) per difendere la popolazione dagli attacchi indiani. Da allora, con
l’apice della guerra di liberazione di George Washington, i suoi uomini
hanno combattuto a fianco della popolazione per difendere la Nazione. Il
fatto che le armi circolassero da sempre, visto l’ambiente, facilitò il
compito anche contro un esercito abituato ai combattimenti in campo aperto
dove era superiore o più disciplinato. Fino al 1824 il nome Guardia
Nazionale non esisteva: era utilizzato il termine "milizia coloniale". Fu
Lafayette che ideò il nome "Guarde Nationale" per
l'esercito francese rivoluzionario del 1789/90. Giunto negli Stati Uniti,
il termine Guardia Nazionale piacque e si diffuse, tanto che nel 1824 la
Milizia di New York cambiò nome in Battalions of National Guards. Gli
altri stati seguirono l'esempio e modificarono "Milizia" in "Guardia
Nazionale". Solo nel 1916 il nuovo termine fu però ufficialmente riconosciuto dal National Defense Act. La National Guard
(ARNG) da allora ha preso parte ad
ogni conflitto a cui gli Stati Uniti hanno partecipato. Il compito vocato
della Guardia Nazionale di difendere il territorio nazionale e locale
venne quindi infranto più e più volte fino alle recenti guerre del
Vietnam, Balcani e Iraq. L'ARNG ha una duplice missione: statale e
federale. Per le missioni a livello statale, in tempo di pace, è il
Governatore dello Stato a richiederne l'intervento in caso di gravi
emergenze, come incendi, uragani, terremoti o disordini civili. Il
Presidente degli Stati Uniti può invece attivare l'ARNG per emergenze
nazionali o in vista di un intervento militare a fianco dell'Esercito
attivo anche fuori dai confini. In
questa situazione l'ARNG passa sotto il controllo federale (suscitando un
vespaio di proteste) e, all'estero, risponde al Comandante in Capo della
regione militare in cui è chiamata a intervenire. |
ALTRE
ORGANIZZAZIONI CHE FORNIRONO FORZE MOBILITABILI
CORPI
FRANCHI
Volontari affluiti
nei cacciatori delle alpi (garibaldini) provenienti da
Cacciatori del Sannio, di Bologna, d’Etna, d’Ofanto, del Tevere, del
Vesuvio, e G.N. etc.
BERSAGLIERI
IN ERBA trattati a parte come Bersaglieri APOCRIFI.
Studenti di collegi
non militari che adottano le divise della G.N e l’istruzione premilitare ma non
sono mobilitabili fino al 18° anno di età. Alcuni
Convitti hanno elementi identificabili col corpo dei bersaglieri anche
in periodo antecedente l'unità.
Novi
Ligure moretto con piume turchine, Asti
moretto
con piume
azzurre, Chieri
moretto con piume tricolore, Terni
moretto con piume
tricolore e
Firenze Collegio ex monastero
poverine (vedi sotto)
(In tutta l’Italia la notizia
della vittoria della Tchernaja (ago 1855) fu accolta come notizia di
fausto avvenimento nazionale. E nel bersagliere gli Italiani non
piemontesi si raffiguravano sempre più il soldato tipo della nazione. A
Firenze, il colonnello conte Cesare De Laugier, ministro della guerra dopo
la restaurazione del 1850, aveva fondato un collegio per i figli de’militari.
Gli allievi ne uscivano sergenti e molti di essi sono poi giunti ad
elevati gradi nell’esercito italiano. Il Laugier li aveva vestiti press’a
poco come i bersaglieri sardi, col cappello piumato, e il popolo, dal nome
di un ex-convento dove era stato posto il collegio, li chiamava i
bersaglierini delle Poverine e li applaudiva, in grazia del loro cappello
piumato, sotto gli occhi del corpo d’occupazione austriaco)
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