uesto
non è un trattato d'uniformologia, perché in l'Italia c'è già una vasta
schiera d'appassionati e superesperti in questo settore. Il nostro è solo un
veloce excursus di un secolo e mezzo di "moda" militare, indirizzata per necessità al vestire pratico, formale e distintivo. La divisa,
oltre che differenziarti dal nemico, deve informare su chi sei, da quale
reparto vieni e qual è il tuo compito militare e grado. In questo senso
parleremo delle divise da Bersagliere dal 1836 ad oggi, nella sezione
uniformi, ricordando che molti
dei capi di vestiario basilari saranno in seguito gli stessi della Fanteria.
Non così per gli accessori o distintivi sui quali ci soffermeremo più
spesso. Nella prima uniforme del sergente Vayra, il corredo
stabilito nel decreto di costituzione, è stato rispettato anche se mancano
ancora alcuni capi che saranno introdotti successivamente. La divisa Blu
scura, quasi nera, è chiusa al collo. I pantaloni dello stesso colore con
banda cremisi sono tenuti alla caviglia da ghette (sovrascarpe) bianche. Il
primo modello di pantaloni era più aderente, poiché rispecchiava ancora il
modello settecentesco. Il cappello è nero a tese larghe ripiegate ai bordi
per riparare dal sole e dalla pioggia ornato da piume di gallo cedrone
(animale selvatico ora protetto). In un primo tempo il copricapo degli
ufficiali restò la feluca ornata da piume verdi di struzzo soppresse più
tardi. Le divise sgargianti e i segni del comando vengono col tempo ridotti in
funzione dell'azione che i tiratori scelti riservano
ai comandanti. La
falda ripiegata del cappello incerato (che nel gergo fu definito il morettino), si
inclinava davanti e dietro per scaricare l'acqua piovana. Sul fronte
della calotta si portava una coccarda celeste azzurra coi fucili incrociati del corpo dei cacciatori con cornetta, diverso da quello
storico attuale. La coccarda tricolore sarà introdotta solo nel 1848. Un cordone verde passava attorno al collo e finiva sul fianco a
reggere la fiaschetta della polvere da sparo. Il famoso fucile a retrocarica
arrivò molto tempo dopo, come spesso succede in Italia. Sempre sul fianco era
custodita una lunga baionetta. La prima divisa era composta di una tunica o
giacca (gonnella) lunga fin quasi al ginocchio, abbottonata sul davanti e con il
collo rigido di colore cremisi come i risvolti delle maniche. Dal 1848 la
tunica costituisce elemento di vestiario solo per bassi ufficiali e ufficiali. Questi
in servizio portano la fascia (azzurro savoia) allacciata in vita e la sciabola, che
dal 1848 monta la testa di leone all'elsa.
Quando le compagnie diventano
battaglioni sulla bomba della fiamma è apposto il numero del battaglione (IX=9°) e successivamente quello di reggimento. Fino alla guerra
di Crimea, sotto il cappello nei periodi più freddi, s'indossava un
berrettino di colore turchino a maglia di cotone con fiocco rosso. La
tradizione vuole che, andata persa una nave d'equipaggiamenti, i bersaglieri
si rifornissero dai reparti cobelligeranti, adottando poi fra il vestiario, il
fez dei turchi nella versione floscia come gli zuavi coloniali francesi. In
effetti il fez, come dall'immagine, risultò essere più un segno
d'onore consegnatoci dagli Zuavi, con cui avemmo occasione di combattere
fianco a fianco che un lascito di Crimea. Adottato ufficialmente nel
1861 resterà il tipico copricapo da caserma e da fatica. I guanti fino
al 1838 inesistenti, sono assegnati di colore blu scuro ma i frequenti lavaggi
li stingono e allora si adottano quelli neri in uso tutt'ora. Nei primi copricapi del secolo scorso
l'interno del morettino era rivestito da una calotta
metallica, scomoda e pronunciata, per proteggere dai colpi delle sciabole che
ben presto fu abbandonata. Le uniformi, poiché di tali si deve parlare, erano almeno due: un'estiva e
un'invernale, a loro volta suddivise in uniformi da fatica o piccola tenuta, da
campagna, o tenuta sotto le armi, da città o libera uscita. Il panorama si
allarga poi con le divise da ufficiali da sera, grand'uniforme ecc. Se ci si
addentra nelle uniformi di campagne all'estero o nel fuori ordinanza la babele
di regolamenti e leggi non lascerebbe più spazio alla scorrevolezza del
racconto. Del vestiario d'occasione poi sarà dato solo qualche accenno a
margine d'immagini. Nelle uniformi, la grande svolta fu il passaggio dal XIX
al XX secolo con l'adozione del grigioverde. La necessità di nascondersi di
fronte a mezzi offensivi cosi enormemente accresciuti passava anche
dalle divise. Si parla spesso oggi dell'abolizione di questo o quel capo per uniformare
giacenze e produzioni, dimenticando che per il militare la distinzione è tutto. Durante la prima guerra mondiale, il piumetto fu
tolto dall'elmetto per colpa, si disse, del cecchinaggio operato dagli
austriaci. Ci si accorse poi che il numero dei morti non era variato di molto,
e così, anche ridotto, i reparti l'avevano rimesso. Se si ripresentasse veramente il problema, nulla vieta di rifare analoga scelta
(temporanea).
Ora la tuta mimetica è diventata di comune utilizzo anche in
caserma. Per le missioni in zone tropicali, diventa chiara e l'elmetto si colora di
azzurro ONU quando richiesto. Comunque vada, per i bersaglieri sempre le piume sopra l'elmetto, Il fez in
tasca, e nello zaino il morettino e i cordoni verdi pronti per la grande
occasione. La bustina da ufficiali ultima conquista a cavallo della II guerra
mondiale è scomparsa per far posto al basco nero delle truppe
meccanizzate. L'indumento pesante invernale non è più il cappotto, l'Esercito ti passa
il giaccone e tutta una serie di maglioni, magliette, camicie, scarpe e la
decade è più pesante. Le sciabole vengono sempre
più raramente sguainate, le baionette lunghissime dell'ottocento sono diventate coltellini, l'elmetto si
chiama Fritz ed è uguale a quello di tutti i paesi NATO. Non ci sono più soldati in garitta e non senti più
la voce dell'ufficiale di picchetto chiamare "Tromba". E'
sicuramente finita un'epoca ma siamo sicuri che ne sia iniziata un'altra?.
Il
Nuovo esercito italiano sul sito del ministero della Difesa
http://www.difesa.it/NR/exeres/0DC92AD5-92DF-4E6A-95AA-27BE1C1E6757.htm
uniformi http://www.difesa.it/NR/exeres/13DDCADF-8EFF-4179-9FF2-9FD4748A22E5.htm
|