MUSSOLINI AL POTERE
ll discorso
d'insediamento, Margherita Sarfatti, la biografa
23
OTTOBRE 1922 |
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Circa 10.000 fascisti umbri si radunano a Perugia.
Luogo ideale per guidare le colonne in previsione della marcia su Roma. Un
ordine in tal senso dovrebbe arrivare da Mussolini. |
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24 OTTOBRE
O
ci daranno il governo, o lo prenderemo... |
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In questo giorno inizia
una imponente adunata del Partito fascista nella città partenopea. Il governo
è rimasto indeciso se autorizzare o meno la manifestazione, ma alla fine ha
deciso per il sì
“per non esacerbare ulteriormente gli animi”.
La mobilitazione fascista a Napoli è ragguardevole. Ultimatum di Mussolini:
“lo
Stato deve uscire dalla sua neutralità. Se sarà necessario che il presente
contrasto si risolva con la forza, i fascisti sono pronti ad usarla”
e
aggiunge nel discorso al teatro San Carlo:
"O
ci daranno il governo, o lo prenderemo calando su Roma. Oramai si tratta di
giorni, e forse di ore".
Sfilano di fronte al capo del
fascismo, in una sorta di prova generale della marcia su Roma, 40.000 camicie
nere.
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26
OTTOBRE |
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Giolitti è invitato a Roma per conferire urgentemente con
il Presidente del Consiglio e con il Re ma non riesce a raggiungere la capitale
per l'interruzione delle linee ferroviarie. |
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27 OTTOBRE |
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I ministri mettono i loro
portafogli a disposizione di Facta. Affrettata conclusione del convegno fascista
di Napoli nell'attesa delle decisioni romane. |
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28
OTTOBRE
..L’annunciato colpo sulla Capitale non presenta probabilità”
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Facta la sera precedente ha presentato le dimissioni, ma
il Re le ha "respinte". Su queste dimissioni esistono molti dubbi;
forse era solo un rimpasto di ministri, altrimenti come avrebbe potuto il giorno
dopo Facta diramare lo stato d'assedio, senza l'assenso del Re! Di fronte alla
mobilitazione fascista il ministro degli interni preannuncia alle prefetture con
un fono lo
stato d'assedio
in tutta Italia. A Roma sono affissi già i manifesti. E’ una pazzia poter
conciliare un governo dimissionario e uno stato d’assedio. Tuttavia Facta è
ottimista, visto che invia un telegramma al Re alla tenuta di caccia di San Rossore affermando che
“Quanto all’eventuale colpo su Roma, si è provveduto con ogni cura. Le
autorità militari, che sarebbero incaricate
del servizio, danno ferma assicurazione che è impossibile la penetrazione su
Roma…L’annunciato colpo sulla Capitale non presenta probabilità”.
Invece il clima è allucinante, da insurrezione, l'esercito sbarra le porte di
Roma anche se non sa ancora cosa fare e come dovrà reagire. Si vuole dare alle
stampe l'ordine di
"Stato d'assedio"
preparato da Facta, ma nessuno sa come si stende un decreto
in tal senso.
Nell'archivio se ne trova uno del 1898 (epoca Beccaris). Ora manca solo la firma
del Re che, rientrato a Roma da San Rossore si rifiuta di firmare. Intorno a Roma le colonne fasciste contano
circa 25.000 uomini, armati solo in parte e malamente. A presidio di Roma vi
sono 28.000 uomini delle forze armate. Si è a un passo dalla guerra civile.
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29
OTTOBRE
..una
rivoluzione per quattro portafogli |
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In mattinata respinta l’idea dello stato d'assedio,
Il Re accetta le dimissioni di Facta. Vano incarico a Salandra che vorrebbe dare
a Mussolini alcuni ministeri.
"Non si è fatta una rivoluzione con morti e
feriti per quattro portafogli"
gli manda a dire. A Milano i fascisti
impediscono l'uscita di alcuni giornali, ad altri chiedono di collaborare. Il Re
invita Mussolini a Roma per formare un governo. Le colonne fasciste iniziano la
marcia verso Roma. Lungo il percorso raggiungono la imponente cifra di 42.000
uomini.
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VITTTORIO EMANUELE
III
"E
dell'esercito ci si può fidare?
- Gli risponde DIAZ,
"Maestà,
nel dubbio è meglio non provare", gli fa eco PECORI GIRALDI
""""...meglio non fare l'esperimento, se va male non finisce solo il
governo, ma anche la monarchia e tutto il suo esercito".
Il Re nel sentire queste parole, non firma (ma forse trema per la corona che
porta in testa) e invia a Mussolini il famoso telegramma con l'invito a recarsi
a Roma per conferire. Mussolini, si disse, aveva fatto circolare la voce che sul trono
avrebbe messo un Savoia Aosta (Il Duca).
MUSSOLINI
a Milano sta vivendo l'attesa "
in
graticola",
anche se le sue squadre hanno in mano ormai la città. In contatto telefonico
con la capitale apprende la prima notizia buona, che
"il
Re non ha firmato"
lo stato d'assedio, anzi è
invitato a Roma; gli anticipano via telegrafo il contenuto del telegramma del
Re. Mussolini sa di avercela fatta, si precipita fuori a raccomandarsi di non
causare incidenti:
"Se ci scappa ora un solo morto siamo
finiti",
ma nell'esultanza, per poco non
finisce lui morto, uno squadrista nell'euforia inciampando nelle barricate fa
partire un colpo che gli sfiora l'orecchio. La frase di Mussolini all'indirizzo
di questo tale é irripetibile S.....zo C....one. Ancora un centimetro e il fascismo
finiva li.
Mussolini giunge a Roma. Si
presenta al Re come suo "fedele servitore"
e gli sottopone immediatamente la composizione del governo che intende
costituire e nel quale figurano: |
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30 OTTOBRE
non intendo riconoscerli quali mandatari dei gruppi
parlamentari cui appartengono.
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-i fascisti ALDO OVIGLIO (giustizia) e ALBERTO DE
STEFANI (finanze)
-i nazionalisti LUIGI FEDERZONI (colonie) e GIOVANNI GIURIATI
(terre liberate)
-i popolari VINCENZO TANGORRA (tesoro) e STEFANO CAVAZZONI
(lavoro e previdenza) -i democraticosociali GABRIELLO CARNAZZA (lavori
pubblici) e GIOVANNI ANTONIO COLONNA DI CESARÒ (poste)
-il salandriano GIUSEPPE
DE CAPITANI (agricoltura)
-il giolittiano TEOFILO ROSSI (industria e
commercio); il filosofo GIOVANNI GENTILE (istruzione)
-gli alti
ufficiali
ARMANDO DIAZ (guerra) e PAOLO THAON DI REVEL (marina).
-Mussolini tiene per sé i
ministeri degli esteri e dell'interno.
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31
OTTOBRE
"Niente all'infuori di me,..
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Mussolini in mattinata ha presentato al Re il
Governo. Nel pomeriggio si svolge una solenne parata davanti al Quirinale e
all'Altare della Patria per celebrare la vittoria fascista. Alcune squadracce
che i gerarchi non riescono a tenere a freno (saranno poi condotte al forte di
Monte Mario per una punizione disciplinare) invadono e devastano sedi di vari
giornali tra cui “II Paese”,
“L'Epoca”,
e “Il
Comunista”,
Viene dato l'assalto alla direzione del Partito socialista e alla
Casa
del popolo.
Si contano alcuni morti e feriti. Mussolini in persona alla sera scende in
strada per mettere fine ai disordini e far rientrare nelle loro sedi provinciali
le varie squadre convenute a Roma. E' nata la dottrina fascista, che Mussolini
riassume in
una formula. "Niente all'infuori di me, niente contro di
me".- La Confederazione generale dell'industria inneggia
al nuovo governo, con la diffusione di un comunicato. Sembra decisamente molto
soddisfatta di come sono andate le cose a Roma. |
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NENNI
Cronaca di queste ore:
"Il Re e la Regina sono al balcone, con i generali, sotto sfilano 70.000
camice nere. In testa il Duce, ieri capo di bande insorte, oggi presidente del
Consiglio. Grida come gli altri, Viva il Re! Passano le sue squadre che hanno
seminato terrore nel Paese e gridano anche loro, Viva il re! Passa la squadra
della Lomellina con in testa una contessa che ha diretto le squadre punitive e
ora manda baci sulla punta delle dita, alla Regina. In Via Seminario una catasta
di libri brucia, sono quelli di Marx e di Lenin. I benpensanti sono unanimi nel
lodare il tatto di Mussolini quando rimanda a casa i suoi
"sovversivi". Hanno sfilato per sei ore e quarantasei minuti in tutti
gli angoli di Roma. Da stasera, intanto, ogni provincia ha il suo Mussolini,
ogni villaggio ha il suo ras. Ogni fascista da oggi si crede autorizzato a
dettare legge". |
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1
NOVEMBRE |
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Quasi tutti i giornali italiani hanno in prima pagina
il titolo “I fascisti sono sfilati ieri per le strade di
Roma. L'omaggio al Re e al Milite Ignoto”.
Plaude il Corriere della Sera, plaude La Stampa e dopo alcuni giorni plaude
anche la stampa estera.
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16-17-18 NOVEMBRE Mussolini
ha presentato il nuovo governo alla Camera.
(clicca qui per il famoso discorso).
La
Camera approva le dichiarazioni con 306 voti a favore (erano solo 35 !!! i deputati fascisti),
116 contrari, 7 astenuti. Incidenti durante il discorso di Turati, interrotto
per diverbi tra popolari e fascisti. |
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24 NOVEMBRE
coloro che sono promotori di
turbamenti |
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MUSSOLINI non é ancora
contento. Chiede pieni poteri per un anno intero,
"allo
scopo di ristabilire l'ordine e avere piena libertà di azione in materia
economica e amministrativa".
La Camera a larghissima
maggioranza approva. La legge è pubblicata il 3 dicembre; di fatto la stessa
Camera si esautora da sola. Mussolini ora può emanare provvedimenti legislativi
in piena libertà. Glielo hanno concesso!! (solo dopo recrimineranno!!!). Il
"suo" consiglio dei Ministri, va
anche oltre: gli concede il 15 dicembre, pieni poteri di agire con i mezzi che
ritiene più opportuni contro
"coloro che sono promotori di
turbamenti".
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2
DICEMBRE
Comitato per la costituente sindacale
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Mussolini incontra Gino Baldesi della CGdL nel
tentativo di giungere, dopo la lunga serie di lotte sindacali e operaie a una
"normalizzazione"
della situazione. Pochi giorni dopo Baldesi incontra Gabriele D'Annunzio, con il
quale si sofferma sugli stessi argomenti. Successivamente si forma a Milano il
Comitato per la costituente sindacale,
di cui fanno parte Rinaldo Rigola per la CGdL, Alceste de Ambris dell'Unione
italiana del lavoro e esponenti dei gruppi sindacali dannunziani. Mussolini
prende le distanze da questo progetto, visto il diretto coinvolgimento della
figura di D'Annunzio, ancora una volta individuato come unico possibile
offuscatore della sua immagine di leader, oltre che per l'avversione dichiarata
nei confronti di questo piano da parte del capo dei sindacati fascisti, Edmondo
Rossoni, che rivendica alle sue associazioni il monopolio dell'organizzazione
sindacale. |
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4 DICEMBRE
D'altronde i preti vanno bene in chiesa, non
devono strascicare le loro sottane nelle anticamere ministeriali"
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La fusione di PCd'l e PSI
viene decisa dal IV congresso dell'Internazionale comunista, apertosi a Mosca il
5 novembre. Dalla fusione dovrà nascere un nuovo raggruppamento denominato
Partito comunista unificato d'Italia. Tale risoluzione è accolta dai due
partiti con diffidenza e ostilità interne su chi voleva fare la rivoluzione e
chi voleva scalare il Parlamento con la legalità. Nel primo caso sembra che lo
stesso Lenin sostenesse che la rivoluzione in Italia era ancora
"troppo
prematura",
e sembra pure che rimproverò i rossi italiani:
"vi
siete fatti scappare l'uomo giusto, se c’era uno capace di fare la
rivoluzione, questo era Mussolini".(lo stesso aveva detto di
D'annunzio)
Contemporaneamente, la macchina
della repressione poliziesca fascista si mette all'opera: non appena
l'”Avanti!»
pubblica il
manifesto sulla fusione, tutti i firmatari italiani sono denunciati alla
magistratura (29 dicembre). Mussolini
nell'affidare due ministeri ai Popolari, non aveva avuto nessun incontro con Don Sturzo. Anzi, sollecitato da Rossi a fare un incontro, non volle ricevere il
prete siciliano precisando
"io
ho immesso nel mio governo alcuni ministri che giudico idonei e qualificati a
collaborare con me, ma non intendo riconoscerli quali mandatari dei gruppi
parlamentari cui appartengono. Non intendo diventare una marionetta. In quanto a
Don Sturzo lo considero un uomo esiziale al funzionamento di qualsiasi governo.
Basta con quest'Eminenza grigia! D'altronde i preti vanno bene in chiesa, non
devono strascicare le loro sottane nelle anticamere ministeriali"
(Cesare Rossi, "Mussolini com'era", Ruffolo, Roma, 1947) |
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22-24 DICEMBRE
"Basta
rappresaglie!" |
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Il bando contro i comunisti
torinesi, che era stato emesso dal direttorio fascista torinese, per i fatti del
18 dicembre e che hanno dato vita alle rappresaglie, viene revocato per ordine
di Mussolini. "Basta le rappresaglie!".
Decreto di amnistia per i
reati politici e militari. Non luogo a procedere per i protagonisti dei fatti di
Torino. Le azioni penali per i responsabili sono archiviate. Del resto a Torino
non esiste più una opposizione. |
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28
DICEMBRE
Ras
di provincia che volevano saperla più lunga di lui. |
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Costituzione della MVSN (Milizia Volontaria per la
Sicurezza Nazionale) alle sue dirette dipendenze ed esonerata in un primo tempo dal prestare
giuramento di fedeltà
al Re.
Nelle file della milizia dovranno confluire gli elementi (scelti però da
Mussolini) delle squadre fasciste. Il personale di queste Milizie ha
anche qualifiche di polizia giudiziaria e agente di P.S con sovrapposizione per certe funzioni.
La Forestale invece non esisteva. Le Milizie Speciali rappresentarono la parte meno politicizzata della MVSN, pur
con l'obbligo dell'iscrizione al P.N.F.. Il cittadino che rispondeva ai bandi di arruolamento nelle diverse Milizie Speciali non era necessariamente un fervente fascista, ma una persona che aspirava ad un posto statale nello Stato fascista. Si passa dai 139.000 ai 534.000
uomini del marzo del 1939. Una pletora di gente il cui spirito combattivo stava a zero.
Viene sciolta la Guardia Regia. I
generali dell'esercito
regolare guardarono con molto sospetto la creazione della Milizia, posta fuori
dal loro controllo, perché temevano che potesse essere il primo passo verso la
realizzazione della "nazione armata"
o fascistizzazione dello stato. E fu così solerte questa milizia che a fine marzo le sue
spedizioni punitive avevano provocato già vari incidenti con 118 morti. Non tutte le
“spedizioni”
furono eseguite su ordine di Mussolini. Ma rimase il fatto che nessuno
della milizia fu mai processato o punito. Forse per non esasperare i
forti contrasti che c'erano con i
ras
di provincia ("che volevano saperla più lunga di lui")
ma di cui si era servito per la scalata al potere.
E
noi sappiamo ora, che di fastidi gliene crearono non pochi, ma molti.
E
non solo fastidi, ma tradimenti veri e propri. Ed erano anche note le
fronde, visto che proprio in questo dicembre, il 15, il quadrumviro De
Bono ordinava la compilazione degli elenchi di coloro che "
...tramano, o possono tramare a danno della Patria, dello Stato, del
Governo"
e non fa distinzione perché aggiunge " Non credo di indicare per speciale
attenzione i comunisti, piuttosto che i repubblicani, o i popolari. Lo Stato può
avere nemici pericolosi anche fra gli uomini che più ostentano devozione allo
Stato stesso, e alla Patria !!!". |
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FORESTALE |
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FERROVIARIA STRADALE PORTUALE |
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Come scriverà la biografa
ufficiale di
Mussolini,
Margherita
Sarfatti (ebrea:*
ebbe un figlio
diciassettenne, Roberto, morto sull'altopiano d'Asiago a cui dedicò un
monumento funebre a Case Ruggi del Col Echele.
):
"...capi
fascisti in sottordine, ras di provincia, senza eccessivi scrupoli per le
convenienze, devoti al capo, ma fra di loro rissosi gelosi l'uno dell'altro e
dei supremi favori, innamorati della gloria, ma facili a scambiarla con una
gloriuccia qualsiasi, idealisti, egocentrici, non insensibili ai cupidi beni,
esecutori impareggiabili, mediocri strateghi, eccellenti per l'azione rivoltosa,
pericolosi qualche volta, dissolvitori per l'azione di governo: è da chiedersi
se Mussolini da essi abbia avuto maggiore aiuto, in un primo tempo, o più gravi
fastidi in un secondo momento". |
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Lo Stato può
avere nemici pericolosi anche fra gli uomini che più ostentano devozione allo
Stato stesso, e alla Patria ! |
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D'ora in poi gli avversari potevano solo contare sugli
errori del Fascismo o su una guerra. Tardi ma anche questa arrivò. La casa
regnante, dopo le prestazioni straordinarie del 1915, sembrava essersi ripiegata
su se stessa. Sarà anche la sua fine.
I
DIARI SONO TRATTI DA http://www.cronologia.it
Mussolini
attaccò il sionismo ma si affrettò ad aggiungere che il suo non era
antisemitismo, (già sentito anche di recente) che sarebbe nuovo in
questa aula. Era il 1921. Nella stessa occasione pagò tributo all'eroismo mostrato dagli ebrei nelle guerre italiane,
(compagnia Bersaglieri e altro).*Non poteva lui che della guerra e del
reducismo aveva fatto il suo cavallo di Battaglia non ammirare un puro
come Roberto Sarfatti (oro alla memoria). Apparentò ebrei e bolscevici
per poi ricredersi. |
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DATA
|
Tipo
di Elez |
Iscrit. Liste |
% sulla Popol
|
VOTANO
|
%
Votanti
|
%
Votanti sul totale della |
POPOLAZ. ITALIANA
TOTALE
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15-5-1921
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POLITICHE
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11.457.164
|
30,6 |
6.701.496
|
58,4
|
17,9
|
37.438.000
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distribuzione seggi PSI 123, PPI 108, PRI 6, NAZIONALISTI 10, SLAVI 9:
FASCISTI DI MUSSOLINI 35 |
6-4-1924
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POLITICHE
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12.067.275
|
31,5
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7.614.451
|
63,1
|
19,9
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38.245.000
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P.N.F. DI MUSSOLINI 356
+19 SEGGI - PLI 15, PPI 39, SOC Un. 24, PCI 19,
PRI 7, Opposizione C.14, vari 33
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