I PROVVEDIMENTI CONTRO I BERSAGLIERI

La Guardia Regia di Nitti, i Carabinieri e la Polizia

L'Italia, che aveva aderito al progetto pace col taglio degli organici delle forze armate a non più di  100.000 uomini, avrebbe probabilmente dovuto lasciare a casa anche quelli che da anni, Ufficiali e graduati, erano in servizio permanente effettivo. La leva, ancorché inutile come ormai era consuetudine dire, teneva occupata una larga fascia della numerosa gioventù, se non altro vestendola e sfamandola. Con queste pregiudiziali ci stava tutto e il suo esatto contrario. Dopo la liquidazione degli arditi, per ovvi motivi ci fu quella dei Bersaglieri. Le intemperanze e le disciplinari di Guerra, sia di capi che di sottoposti, il passaggio ai Fiumani di D'Annunzio, l'ammutinamento di Ancona dell'11° Reggimento e quant'altro non sappiamo fece propendere per la riduzione del Corpo. Il 20 aprile 1920 Nitti, Capo del Governo (23/06/1919-16/06/1920), riduce il Corpo a una Brigata di 4 reggimenti (2-3-4-9°). Tutti i reggimenti extra (dal 13° al 21°), i ciclisti e i battaglioni autonomi erano già stati smobilitati. Il 17 ottobre 1920 ai reggimenti, che non avevano la bandiera (per la vecchia struttura organica di impiego sciolto), venne assegnato il labaro a cui appendere le numerose ricompense di guerra. L'anno dopo al vecchio Giolitti (16.06.1920- 4 07.1921) succede Ivanoe Bonomi che pur restando in carica solo 7 mesi, con un atto immotivato e vendicativo, il 2 agosto 1921, decreta lo scioglimento del corpo dei Bersaglieri, da attuarsi in tempi brevi, dopo i 32.000 morti e i 50.000 feriti dell'ultima guerra.

" La preoccupazione maggiore di Diaz... fu la difesa dell'unità dell'Esercito e il rinvio di ogni decisione concreta al momento della stabilizzazione della situazione....la complessità della smobilitazione e l'ordine pubblico fecero sì che fosse mantenuta alle armi una forza di 300.000 uomini... tale da mantenere in vita reparti teoricamente soppressi dalla riduzione rimasta sulla carta" Giorgio Rochat. ll 7 gennaio 1923, in una nuova ottica, il Corpo dei Bersaglieri fu ricostituito sui dodici reggimenti originari con due soli battaglioni cadauno e su biciclette. I reggimenti dapprima 6 a piedi e 6 ciclisti vennero riconvertiti in tutti ciclisti nel volgere di un anno. La scure come si vedrà non risparmiava nessuno. Chi non era d'accordo con Nitti si vedeva comunque manipolato. Così successe per la Polizia, per i Carabinieri con la nuova Guardia Regia, la cui storia ancora oggi sembra essere un tabù di Stato viste le scarse e contrastanti notizie. Nitti, non fidandosi dei servizi esistenti, istituisce con R.D. ottobre 1919 questo nuovo corpo di 25.000 uomini per la lotta alle agitazioni e ai tumulti. Qual'era la situazione precedente ?.

Riportiamo dai siti dei Carabinieri e della Polizia.

 

Carabinieri

"Durante il triennio 1919/22 l'arma fu impiegata trovandosi spesso fra due fuochi. I battaglioni mobili, come le isolate stazioni, svolsero il complesso e difficile servizio di tutore della legge assecondando l'opera dei governi e delle autorità legittime. Caddero in servizio 43 militari e 50 furono feriti. Mano a mano che il regime venne affermandosi, quei progetti che erano tesi a creare una polizia al servizio del partito si fecero palesi. All'inizio, (31/12/1922) pur affidando alla sola Arma il servizio di Polizia, dopo lo scioglimento della Guardia Regia, e facendo confluire gli idonei e l'ex ruolo investigativo specializzato (circa 10.000 uomini), il fascismo prepara l'attuazione del primitivo disegno. Nel 1925, dopo il delitto Matteotti, il ruolo investigativo ritorna alle dipendenze del Ministro dell'Interno e subito dopo viene ricostituito il corpo operativo degli agenti di P.S."

 

La Milizia Volontaria della Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.) istituita nel 1923 aveva al suo interno vari corpi di polizia per compiti finora non coperti. La Milizia Ferroviaria (1923), Confinaria o di Frontiera (1927), Milizia Difesa Antiaerea o contraerea (Dicat) poi Milmart (1927), Stradale (1928), Forestale (1926), Postale (1925) e Portuale (1924). Da questi corpi nasce l'attuale Polfer, Polpost, Stradale e Forestale. La milizia confinaria verrà poi sostituita dalla G.A.F..

La Polizia dell'Africa Italiana o P.A.I. era invece alle dipendenze del Ministero delle Colonie.

 

I governi Italiani da Caporetto a Mussolini

18 giugno 1916 - 30 ottobre 1917  Boselli
30 ottobre 1917 - 23 giugno 1919  Orlando
23 giugno 1919 - 21 maggio 1920  Nitti I
21 maggio 1920 - 15 giugno 1920  Nitti II
15 giugno 1920 -  4 luglio  1921  Giolitti V
4 luglio 1921 - 26 febbraio 1922  Bonomi I
26 febbraio 1922 - 1 agosto 1922  Facta I
1 agosto 1922  -  31 ottobre 1922  Facta II

Polizia

http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/parliamo_di/speciale_festa.htm

"Il primo embrione di un corpo di Guardie di pubblica sicurezza vede la luce ancor prima della costituzione dello Stato unitario, nel 1852. Una legge apposita (la 1404 dell'11 luglio) stabilisce la formazione di un nucleo con un organico di poche centinaia di unità, posto alla dipendenze del ministero dell'Interno. Si affiancava a preesistenti Milizie comunali e Guardie per il mantenimento dell'ordine pubblico. Ad unificazione avvenuta il servizio si estende a tutto il territorio nazionale. Uno dei primi obiettivi del nuovo Stato è proprio quello della formazione e preparazione del Corpo; viene istituito un "Deposito di istruzione" che nel 1876 viene denominato "Scuola allievi guardie di pubblica sicurezza" e trasferito da Torino a Roma.  Nel frattempo l'organico è cresciuto, gli effettivi sono circa 4000 dopo lo scioglimento della Guardia Nazionale; nel 1880, in occasione dell'emanazione del nuovo regolamento del Corpo, vengono impartite anche numerose disposizioni riguardanti l'istruzione.  Gli idonei provenienti dall'Esercito o da altre forze di polizia e milizia divenivano Guardie, mentre quelli provenienti dalla vita civile diventavano Allievi. Dieci anni più tardi il Corpo delle guardie viene trasformato in "Corpo guardie di città" per evidenziare il suo ambito operativo in una società che da quasi esclusivamente contadina stava diventando anche urbana. L'evoluzione delle conoscenze e della società porta nel 1902 alla costituzione di una Scuola di polizia scientifica e all'interno di questa alla istituzione di un Casellario centrale criminale (Schede, foto segnaletiche, segni particolari etc..). Nel 1919 altro cambio di denominazione per la Polizia. Con due R.D.(Regi decreti) viene istituito il Corpo degli agenti di investigazione e soppresso il Corpo delle guardie di città. Al suo posto viene costituito un corpo per la "Regia Guardia di Pubblica Sicurezza" (Guardia Regia) che da civile passa a militarizzato. Pochi mesi dopo la marcia su Roma, alla fine di dicembre del 1922, una nuova legge unifica i corpi armati di polizia esistenti; i Carabinieri incorporano la polizia e divengono l'unica forza armata di pubblica sicurezza. La direzione dei servizi di ordine e sicurezza resta in capo al ministro dell'Interno e nell'ambito dell'Arma veniva istituito "un ruolo specializzato" per servizi tecnici, di vigilanza e di indagine. Proprio per la formazione del personale adibito a questi compiti nel 1923 viene istituita una scuola tecnica di polizia a Roma. Nel 1925 con il personale formato in questo istituto (ed altri provenienti da Carabinieri ecc..?) viene (ri)costituito  il Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza, con struttura e gradi militari ma alle dipendenze del ministero dell'Interno".

Da erasmo.it/liberale e http://www.sissco.it/fileadmin/user_upload/Attivita/Convegni/StorieIncorsoIV/Madrignani.pdf  http://www.museocriminologico.it/storia.htm

Non è assolutamente possibile distinguere fin dove, nel provvedimento del Dicembre 1922 siano valsi come determinanti le ragioni tecniche (unificazione delle forze di polizia, ecc.) e dove abbiano agito ragioni di risentimento di particolari categorie militari o di gruppi politici. E' notorio poi quali umori avessero gli ufficiali dei Carabinieri per i colleghi della Guardia Regia designata come la polizia di Nitti, ecc.. Quando, il 4 Giugno 1920, fu consegnata alla Guardia R. la bandiera dalle mani del Re, neppure uno dei generali di Vittorio Veneto fu presente alla cerimonia:il solo generale Badoglio intervenne al ricevimento. E' indubitabile che, nel periodo della gazzarra massimalista, la G. R. abbia sopportato il più forte onere per la difesa dell'ordine pubblico: i pochi reati di folla commessi nelle grandi città, furono commessi sulle persone di Guardie Regie. Si disse che quasi tutti i militi e graduati del Corpo provenivano dalle Province meridionali. L'Italia fu l'unico paese europeo ad avere un corpo di P. S. reclutato solo in qualche regione, non su tutto il territorio. Nel 1919-20, i reclutati erano solo poveri diavoli di pugliesi e di basilischi, vestiti da Guardia Regia, (l'uniforme quanto mai infelice era in panno grigioverde al posto di quella nera con bande azzurre delle Guardie di Città). La questione vista in questa ottica non poteva che degenerare in ambito razzistico. I socialisti si spingevano a meditazioni sulla miseria del mezzogiorno che costringe i proletari meridionali a vendersi, ad arruolarsi, al servizio dei capitalisti per sparare addosso ai fratelli più evoluti del Settentrione; i non socialisti non si fidavano di questi "napoletani" della Guardia Regia e in cuor loro riconoscevano molto maggiore dignità di uomo in un operaio organizzato e scioperante, che in un meridionale. Le regole di idoneità fisica per l'assunzione nel Corpo erano le stesse che per l’esercito (l'altezza era stata abbassata per uniformarla a quella del Re); il concetto di corpo scelto era stato sovvertito, per la necessità di avere una larga affluenza di arruolati dalle province meridionali, le sole che sembra offrissero volontari. L'imponenza fisica ha una importanza enorme nel servizio di polizia armata, in piazza, dinanzi a folle indecise o turbolente. I militi della G.R, senza una netta superiorità fisica, senza prestanza, senza prestigio, finivano necessariamente per brandire il moschetto, e far fuoco. Così succedette in Via Nazionale a Roma contro i dalmati e nazionalisti, così a Parma contro i comunisti e a  Modena contro i fascisti. A Modena nel settembre 1921 sfilano le colonne fasciste davanti alla Guardia Regia. I fascisti vorrebbero che al passaggio dei labari le Guardie salutassero, ma questo non avviene ed iniziano le contestazioni. Un funzionario viene preso e il suo cappello gettato e pestato in terra. Le Guardie senza aspettare il comando (3 squilli di tromba) del loro superiore già in difficoltà iniziano a sparare. Restano sul terreno 8 fascisti. Altre volte l'esplosione improvvisa di sentimenti incontrollati riconduceva interi reparti della forza pubblica al comportamento disordinato e violento come era avvenuto il 27 febbraio a La Spezia, quando alcuni reparti della Regia Guardia, in servizio alla Camera del Lavoro, eccitati dal risuonare di colpi di arma da fuoco, avevano aperto una improvvisa sparatoria che aveva provocato il ferimento di alcuni cittadini e la morte di una guardia: i funzionari accorsi (superiori) non erano riusciti nemmeno a farsi riconoscere. Le autorità, convinte di poter controllare la piazza, erano invece seriamente preoccupate del nervosismo che agitava i corpi di polizia. "La campagna a base di odio e di vituperi che contro la Guardia Regia si svolge quotidianamente nella stampa sovversiva, e la frequenza di brutali aggressioni agli agenti della Forza Pubblica hanno prodotto nel Corpo, formato di giovani reduci, uno stato d'animo tale da non escludere che essi vedrebbero con simpatia un movimento inteso a fiaccare le forze rivoluzionarie". Considerazioni analoghe valevano naturalmente per l'Arma dei carabinieri, sebbene in essa un più radicato spirito di corpo agisse da remora ad una aperta identificazione con un moto di opinione pubblica. http://www.centroliguredistoriasociale.it/sarzana1921.html  . Stando così la situazione, il suo scioglimento poteva giustificarsi anche prima dei recenti ammutinamenti*.  Se il corpo dei Carabinieri si presterà a visionare eventuali domande, alla selezione fisica ci capiterà di assistere ad un largo sfoltimento: il licenziamento di circa ventimila meridionali, congedati bruscamente e rimandati al loro paese ad ingrossare le fila dei disoccupati non potrà che fare notizia.

*Le guardie non sono d'accordo di fare domanda di arruolamento dagli esiti incerti nelle forze unificate di Polizia o nella Guardia di Finanza. Seguiranno ammutinamenti e rifiuti di consegnare le armi che il regime dopo l'intervento di Carabinieri e Camicie Nere riuscì a zittire. Il governo, proibì la stampa di ogni versione diversa da quella ufficiale. Le tipografie dei giornali ebbero visite notturne di Commissari di P. S. che controllarono sulle prime copie tirate, il testo del comunicato ufficiale. Neppure una voce, in tutta la stampa italiana, ha chiesto dove andranno quei ventimila giovanotti mandati a spasso.   

 


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