ZITA DI BORBONE PARMA

L'ultima imperatrice d'Austria

Lucca, 1892 – Zizers, Svizzera, 14 marzo 1989

    


Zita di Borbone Parma era figlia dell'ultimo sovrano di quel piccolo stato Roberto I di Parma (cancellato dall'unità d'Italia quando l'erede aveva ancora 11 anni ) e di Maria Antonia di Braganza della casa reale portoghese e nipote di Maria Luisa di Borbone Francia (o Luisa Maria
* per distinguerla dalla prima Duchessa, Maria Luisa, moglie di Napoleone).  Nata nel 1892 (9 maggio) a Capezza (Villa Pianore), vicino a Camaiore di Viareggio (Lu), Zita risiedeva abitualmente a Schwarzau in Austria, per cui poteva considerarsi già un pò austriaca quando nel 1911 sposò l'arciduca Carlo d'Asburgo, pronipote dell'imperatore Francesco Giuseppe. Zita (che portava il nome di una santa venerata nel Lucchese http://www.accademiadelturismo.com/strutture/itiner01d_lu.htm ) aveva sette anni quando incontrò per la prima volta Carlo, proprio a Schwarzau. Si assentò però per anni per studiare all’estero poi in un collegio di suore a Zangberg, in Baviera. Quando tornò a casa aveva 17 anni ed era una bellissima ragazza. L’occasione voluta, pilotata o non programmata li fece incontrare di nuovo quando Carlo, prestò servizio nei Dragoni da quelle parti. (era costume guidare le scelte della famiglia reale). Zita, già in predicato di finire in Spagna, doveva essere “fermata” e Carlo, tagliando i flirt che aveva acceso, la chiese in sposa. Fidanzati ufficialmente dal 13 giugno 1911, si sposarono pochi mesi dopo, il 21 ottobre, proprio a Schwarzau, dove si erano conosciuti bambini. Era presente il vecchissimo imperatore Francesco Giuseppe (foto a sinistra) che non avrebbe potuto indovinare che quello sarebbe stato il suo ultimo erede al trono. L'unione riuscì bene anche dal punto di vista sentimentale. La coppia ebbe otto figli in poco più di un decennio speso fra le varie guarnigioni e l’esilio. La notizia dell’assassinio di Sarajevo, che riapriva la linea dinastica, li raggiunse a mezzogiorno. Alla morte di Francesco Giuseppe nel 1916 Carlo I venne incoronato Imperatore e Re d'Ungheria (come Carlo IV). Il conflitto, nonostante i suoi tentativi di chiuderlo anticipatamente, vide l’impero Asburgico andare in mille pezzi, compresa la corona d’Ungheria da subito “infettata” dai vicini Soviet Russi. Dopo la parentesi comunista di Bela Kun il parlamento aveva indicato come forma istituzionale la monarchia e l'ammiraglio Horthy s'era fatto nominare Reggente temporaneo senza però chiarire a chi e quando cedere il comando. Andando per le lunghe le cose Carlo fece due tentativi per tornare in patria.  Un primo tentativo è del marzo del 1921, quando Carlo attraversò l'Austria in treno, con passaporto falso. Carlo - che nell'Ungheria occidentale poteva contare su truppe fedeli - si presentò a Budapest da solo: fu facile al Reggente rifiutare di obbedirgli e di cedergli il potere. Il secondo tentativo fu compiuto in ottobre, e vi partecipò anche Zita. Trasferiti dagli svizzeri a Hertenstein e sorvegliati molto rigidamente, i due reali non avrebbero più potuto ripetere un viaggio per terra. Fu così noleggiato un aeroplano con due piloti ungheresi e uno bavarese, mentre in Ungheria venivano allertati i fedeli delle forze monarchiche. Zita, che voleva partecipare nonostante fosse incinta, mise un po’ in crisi l’organizzazione. Del volo, Zita ha raccontato:
- "Passammo un brutto momento quando il motore si fermò di colpo mentre stavamo sorvolando la Baviera. e l'aeroplano perdette quota. Ma i piloti riuscirono a ovviare all'inconveniente. L'imperatore e io eravamo seduti nella parte posteriore, dietro le ali, e tutti e due soffrivamo un po' di vertigini. Tuttavia né il malessere né la gravità dell'impresa ci impedirono di gustare il piacere del nostro primo volo in una giornata così bella". Arrivati finalmente in Ungheria, una serie di malintesi e d'incertezze fece perdere un giorno, e il segreto non fu più mantenuto: quando il treno reale, questa volta appoggiato dalle truppe, arrivò ai sobborghi di Budapest, Horthy aveva già organizzato la resistenza. - Trasportati giù per il Danubio, dopo tre settimane di detenzione nell'abbazia di Tihany (sul lago Balaton in Ungheria), su un monitore britannico, rividero per l'ultima volta Novi Sad, Belgrado e Costantinopoli. Imbarcati sul Cardiff. il 19 novembre arrivarono a Funchal. (dal suo diario). Il secondo fallimento chiuse quindi definitivamente i tentativi anche perché dai Francesi suoi alleati finì in mano agli Inglesi suoi nemici che lo confinarono nell'isola portoghese di Madera, dove Carlo, già di salute cagionevole, morì ancora giovane nel 1922. Gli ultimi mesi furono tristissimi, nella villa Quinta do Monte, ottenuta gratuitamente, tra la nebbia e l'umidità degli inverni portoghesi (e non aveva neppure la luce elettrica). Carlo vi prese un raffreddore che si trasformò in perniciosa polmonite.
..foto a sx Giovanni Terranova

Rimasta sola a trent'anni con una figlia in arrivo, Zita seppe guidare la famiglia attraverso i vari, successivi esili in Spagna, Belgio, Stati Uniti e Canada senza mai rinunciare a interessarsi al suo "reame", specialmente negli anni in cui questo finì alleato di Hitler. La fine di Hitler, nel 1945, non cambiò lo scenario nell'Austria occupata per anni (1955) dagli alleati e Zita si ritirò definitivamente a Zizers in Svizzera (1963). Le si aprirono poi col tempo per lei e prima per il figlio anche i confini austriaci. Quando morì, nel 1989,  a Vienna le furono tributate solenni onoranze funebri che richiamarono l’attenzione dei media e della politica della svilita Austria evocando gli inquietanti spettri del passato. Fu sepolta nella cripta dei Cappuccini, ultima dimora degli Asburgo. Già beatificato suo marito, ora la diocesi di Le Mans in Francia ha avviato anche per lei il processo canonico.
Serva di Dio Zita di Borbone Capezza Pianore, Camaiore, Lucca, 1892 – Zizers, Svizzera, 14 marzo 1989
A lei che portava il nome della Santa delle serve è dedicata in Italia la Chiesetta al passo Vezzena ricostruita dai disegni originali del 1917.  per saperne di più http://www.nuovolitorale.org/zita.asp .e .....Al capitolo della Chiesa Votiva                

*Luisa Maria morì il 1º febbraio 1864 all'età di 44 anni e fu sepolta col nonno Re Carlo X di Francia nella cripta del monastero di Castagnevizza presso Gorizia allora nella Slovenia Austriaca. Durante la Grande Guerra l'imperatrice Zita trasferì le salme della nonna e dei congiunti a Vienna ma nel 1919 l'Italia nuova occupante di Castagnevizza ne ottenne la restituzione per poi consegnare tutto alla Jugoslavia alla fine del II conflitto mondiale all'atto della sconfitta e della nuova definizione dei confini della zona di Gorizia (Gorizia e Nova Gorica). Si accede al monastero da una strada che parte da Nova Gorica....

Un altra cappella a lei dedicata (a sinistra) venne costruita nel 1917 dai soldati stiriani del 10° battaglione Landsturm (Milizia Territoriale). La cappella è sopravissuta agli eventi bellici e fu restaurata nel 1984. Ogni anno, il 15 di agosto, durante una festa organizzata dai Pompieri Volontari di Valbruna, una messa viene celebrata in ricordo dei caduti di tutte le guerre. http://www.comune.pisa.it/wwfpisa/Trekking/Gite2005/AlpiGiulie/jof_di_miezegnot_sentiero_storico.htm 

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