Giuseppe Ungaretti 

Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria d'Egitto da genitori lucchesi. Quì compì gli studi all'Ecole Suisse Jacot e rimase sino al 1912, quando si reco in Francia per iscriversi alla Sorbona (Lettere); frequentò gli ambienti dell'avanguardia parigina, conobbe Bergson e Gide, Picasso e Bracque. Fu amico di Apollinare, Papini e Soffici, fondatori della nota rivista d'avanguardia italiana, "Lacerba". Proprio su "Lacerba" pubblicò la sua prima lirica, Il paesaggio d'Alessandria d'Egitto. Rientra in Italia nel 1914 per prendere l'abilitazione all'insegnamento della lingua francese. Darà l'esame a Torino con Farinelli, ma si prepara in Versilia. A Milano, dove insegna, scrive le sue prime poesie. Scoppiata la guerra, Ungaretti, fervente interventista, combatte come soldato semplice sul Carso e sul fronte della Champagne (Francia nel 18): la guerra sarebbe stata l'esperienza centrale della sua formazione poetica e umana. Nel 1916 uscì ad Udine la prima raccolta di poesie, Il porto sepolto, cui sarebbe seguito il volume Allegria di naufraghi (1919). Quando il suo reggimento viene trasferito in Francia: va spesso in licenza nella sua  cara Parigi; qui cura anche la pubblicazione di un giornale per i soldati. Dal 1920 al 1936 il poeta abita a Marino, nei castelli romani, e pubblica la raccolta -Sentimento del tempo (1919 - 1933). Le necessità economiche lo costrinsero ad accettare, nel 1936, la cattedra di Letteratura italiana all'Università di San Paolo in Brasile. E' di quegli anni la tragedia della sua vita: la morte del figlioletto Antonello di 9 anni, a cui si ispirano molte liriche della terza grande raccolta, - Il dolore (1947). Rientrato in patria, 1942, sperimentò la fase più tragica della guerra con la coda della pace quando fù sottoposto ai procedimenti di "epurazione" presso l'Associazione degli scrittori e la cancellazione del titolo di "Chiara Fama": alla fine nessun addebito gli venne mosso. Dopo una lotta tra il Consiglio Superiore e il Ministro Gonella (favorevole alla permanenza in cattedra dei due maestri, l'altro era De Robertis), sentite le rispettive Facoltà l'insegnamento è confermato. Dal 1947 insegna Letteratura moderna e contemporanea all'Università di Roma e pubblica negli anni altre raccolte poetiche, traduzioni e saggi. Nella notte tra il 31 dicembre '69 e il primo gennaio '70 scrive l'ultima poesia - L'impietrito e il velluto. Torna negli Stati Uniti per ricevere un premio all'Università di Oklahoma e qui A New York s'ammala. Rientra in Italia per curarsi a Salsomaggiore ma muore d'improvviso a Milano la notte tra l'1 e il 2 giugno 1970.

 

Sono una creatura - 1916

Come questa pietra

del S. Michele

così fredda

così dura

così prosciugata

così refrattaria

Così totalmente

disanimata

Come questa pietra

è il mio pianto

che non si vede

La morte

si sconta

vivendo

Santa Maria La Longa- 26 gennaio 1917

"M'illumino
d'immenso
con un breve
moto di sguardi
"

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